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Autore: Le_Fleur_du_Mal    31/12/2017    14 recensioni
[Storia interattiva. Iscrizioni aperte]
Regno Unito, 1990.
Come ogni anno il Dipartimento Misteri apre le sue porte a nuovi futuri Indicibili. Cosa nascondono le sue Stanze leggendarie? Quali segreti si annidano tra le volte colme di profezie e le orbite dei pianeti? Cosa cela la Stanza dell'Amore? E il Velo della Morte? Di chi sono i pensieri che sussurrano soltanto a chi è in grado di ascoltare?
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Prologo




Cara signorina Burke,
siamo lieti di informarla che i suoi test psico-attitudinali nonché i risultati scolastici ottenuti nei M.A.G.O. sono risultati sufficienti per l'accesso al corso di formazione degli Indicibili presso il Ministero della Magia, in sede Londra, per la specializzazione richiesta. Il corso avrà durata annuale e tutti i particolari verranno esposti il giorno primo settembre, alle ore otto, nell'Auditorium del Dipartimento Misteri, nei sotterranei, dai capo-uffici incaricati di seguire la vostra istruzione. Acclusa troverà una lista delle materie con annesso orario. Le ricordiamo vivamente che qualsiasi informazione divulgata agli esterni le costerà l'immediata espulsione dal corso e l'impossibilità di lavorare in futuro presso il Ministero e che non è possibile introdurre oggetti babbani all'interno delle classi.
Distinti saluti,
Dmitrij L'vovič Sokovol



Medea Burke dovette leggere tre volte quella lettera prima di realizzare cosa vi fosse effettivamente scritto e quando la nebbia nella mente si fu schiarita abbastanza da permetterle di capirci qualcosa, non poté trattenere un gridolino di pura gioia. Peccato avesse le corde vocali di una banshee e quelli che per gli altri sarebbe stati dei semplici squittii, per lei fossero l'urlo belluino di una dea della guerra.
Il bel barbagianni che le aveva consegnato la missiva la scrutava con quegli occhi gialli e intelligenti, come un vecchio saggio turbato dalle follie di una matta, ma Medea non se ne curò e si limitò a offrigli un biscottino prima di fargli cenno di riprendere il viaggio, cosa che il volatile fece molto volentieri.
Come se l'avesse appellato, suo fratello apparve sulla soglia, in canotta e pantaloni della tuta che usava come pigiama, la guancia destra ricoperta di spumosa schiuma da barba, i capelli sparati come se avesse preso la scossa e gli occhi verde-azzurri ancora assonnati, le palpebre pesanti di chi domandava a gran voce una tazza di caffè bollente.
S'era tagliato sulla guancia sinistra e un rivolo di sangue gli scendeva fino al mento volitivo, ma non sembrò curarsene, impegnato com'era a guardarsi intorno, bacchetta alla mano, per cercare solo lui sapeva cosa.
Era davvero utile avere un Auror in famiglia. Erano talmente reattivi al pericolo da balzare a ogni minima e presunta minaccia.
« Che c'è? Ragni, pantegane, l'Oscuro Signore redivivo?» sciorinò concitato, senza neanche curarsi del fatto che sua sorella stesse trattenendo una risatina divertita nel vederlo così sollecito.
« Sono stata ammessa,» asserì con un certo orgoglio prettamente Serpeverde che le ricordò la voce di sua madre. Si stupì di quanto potesse essere normale il suo tono pur avendo un tumulto nel cuore, una felicità che le era nata nel petto alla sola prospettiva di mettere piede nel Dipartimento Misteri. Era stata educata come una Purosangue, come ci si attendeva da un membro delle Sacre Ventotto, ma erano passati anni da quando poteva dirsi una perfetta signorina dell'alta società.
« Dea, mi hai fatto prendere un colpo,» borbottò lamentoso, abbassando la bacchetta per poi passarsi la mano sinistra sulla guancia e cancellare la scia di sangue. Medea arricciò il naso e si alzò alla ricerca del disinfettante che teneva sempre da quando suo fratello era diventato un Auror a tutti gli effetti, l'estate precedente. Fosse stato per Hector non si sarebbe mai curato neanche il morso di un Basilisco, lo riteneva poco virile, non importava quante volte Medea l'avesse ripreso come un bambino dinanzi a quella testardaggine dannosa e insensata.
« Scusa, Hec,» esclamò più divertita che altro, passandogli il batuffolo sul piccolo segno rosso e slabbrato, « Pantegane? » domandò in uno sbuffo sardonico. Hector le tirò un pizzicotto sui fianchi fasciati dalla semplice camicia da notte bianca che indossava e le arrivava fino al ginocchio, confondendosi con la pelle eburnea, appena spruzzata di lentiggini.
« Sai che i topi mi fanno ribrezzo,» si limitò a scrollare le ampie spalle da nuotatore, i muscoli guizzanti che aveva acquisito con il diploma dell'Accademia, « Complimenti, foxy,» mormorò più gentile, gli occhi caldi e orgogliosi, il sorriso dolce. Medea si sentì arrossire sotto quello sguardo paterno. Hector era l'unica famiglia che aveva e sapere di averlo reso fiero di lei le scaldava il cuore come poco altro al mondo, « Non potevi essere una completa incapace. Insomma mi sarei vergognato di essere tuo fratello.»
« Oh, sta zitto, Ectoplasm,» lo rimbrottò scherzosa, dandogli un colpetto sul petto, gli occhi scuri colmi di gratitudine.
« Mettiti in tiro e chiama la pazza. Questa sera si festeggia,» esclamò esaltato, accennando un passo di danza e battendole la destra sul braccio in quella che voleva essere una pacca virile e che risultò, invece, una carezza.
La pazza altri non era che la sua migliore amica, Havana Davies, che non le aveva ancora scritto nulla circa la lettera d'ammissione. Come lei, anche Havana aveva fatto richiesta al Dipartimento Misteri, per la specializzazione nel campo astronomico, e sperò con tutta se stessa che avesse passato le selezioni. Non che ne dubitasse, in realtà: Havana era di un'intelligenza e di un acume straordinari e non era stata smistata a Corvonero senza motivo, ma il fato era strano e Medea era ancora lontana da capire quanto.











Mit'ja appose l'ultima firma sulla lettera d'ammissione di una tale Havana Davies, - certo che i britannici ne avevano di fantasia,- e l'affidò al gufo che tubò e gli mordicchiò il dito prima di partire lesto verso la futura studentessa. Poi chiuse gli occhi scuri abbandonandosi contro lo schienale della poltrona, le spalle stanche per le lunghe ore passate in ufficio.
« Finito, Mit'ja?» domandò una voce conosciuta, qualcuno che era entrato senza neanche bussare. Mit'ja non si offese. Kit era il suo superiore e non aveva di certo bisogno del suo permesso per accertarsi che andasse tutto bene. Si limitò ad annuire, rivolgendogli un sorriso a occhi chiusi, « Una Burrobirra?» soggiunse in una proposta che avrebbe volentieri accettato non fosse stato per l'esperimento che aveva in atto. Kit era un buon amico e un buon ascoltatore, il migliore che avesse trovato in quel marasma di cortesia inglese che lui, da bravo pragmatico russo, trovava inconsistente e quasi svilente. Non amava le persone troppo affabili e cordiali, le reputava false, e di falsità ne aveva proprio avuto abbastanza.
« No, grazie, Kit,» rispose in un sospiro esausto, « Devo finire un esperimento.»
Kit s'era fermato sulla soglia, la divisa violetta che gli fasciava il petto ampio come una seconda pelle, i capelli rossicci che cadevano in ricci scomposti sulle tempie.
Nonostante avesse dodici anni più di lui, l'età non aveva per niente scalfito la sua bellezza. Era un uomo gradevole e distinto, di fama internazionale e lavorare con di lui era un onore per Mit'ja.
« Sarà qui anche domani, sai?» ribatté sardonico il capo-ufficio della Sala del Tempo, scrutandolo con quegli occhi azzurri e intelligenti che l'avevano tanto colpito anni prima, appena sbarcato a Londra e sbattuto in una realtà ben diversa da quella russa.
« Quando arriveranno i ragazzini, non avremo tempo neanche per pensare a qualcosa di utile,» gli ricordò l'altro, stirando le braccia dinanzi a sé e scrocchiando il collo, assumendo una posa di certo più dignitosa alla sua posizione.
« Ogni anno sempre la stessa storia. Li fai scappare via urlando,» lo riprese Kit bonario, come un padre dinanzi alle trovate fantasiose di suo figlio. Mit'ja, il cui padre non era degno di quel nome, sorrise dinanzi a quella premura, le labbra carnose e rosse tirate in una smorfia ironica che celava riconoscenza e affetto.
« Sono sempre più impressionabili,» sminuì ridacchiando e ricordando che davvero aveva fatto fuggire a gambe levate una matricola un paio di anni prima. Non era di certo colpa sua se il Velo aveva deciso di muoversi durante la lezione teorica.
« Vedono quest'orso della tundra e si spaventano. Non posso biasimarli,» scherzò il suo capo, in un brivido finto che lo fece sghignazzare. Dannati inglesi e il loro umorismo nero come il loro tè.
« Torna ai tuoi ticchettii, leprotto bisestile,» esclamò caustico, la confidenza data da quasi sette anni di amicizia e lavoro fianco a fianco, mentre gli scoccava una pacca amichevole sulla spalla destra.
« Davaj, Mitenka,» lo pregò l'altro, gli occhi azzurri resi enormi come quelli di un gatto. E Mit'ja aveva un debole per quelle bestiole, pur preferendo gli occhi scuri.
« Non avrei mai dovuto insegnarti il russo,» bofonchiò con falsa irritazione per poi sciogliersi in un sorriso appena accennato.
In fondo la vodka non si negava a nessuno, neanche a un inglese.




Angolo autrice
Salve a tutti e buon ultimo dell'anno. Spero che il prologo vi abbia incuriosito tanto da partecipare e grazie per essere arrivati sin qui.
Regolamento


 
  • Massimo 2 OC a partecipante;
  • La scheda va inviata esclusivamente per messaggio privato, nel rispetto del regolamento, entro l'11/01.
  • accetto soltanto OC provenienti da Hogwarts e che abbiano dai 18 ai 20 anni;
  • accetto Istruttori (le materie sono scritte più in basso) di età compresa dai 25 anni in su. Loro possono anche non essere stati studenti di Hogwarts, ma in quel caso dev'essere specificato perché hanno deciso di trasfersi in Inghilterra;
  • non accetto personaggi imparentati con i Canon né Mary Sue, Gary Stu, Ibridi, Veela, Licantropi.


Scheda comune (allievi e istruttori)
Nome:
Soprannome:
Cognome:
Età:
Ex Casa:
Aspetto fisico:
Prestavolto:
Carattere:
Famiglia e rapporto con essa:
Amicizie:
Inimicizie:
Amore e orientamento sessuale:


(Allievi)
Materie preferite/odiate:
Patronus e ricordo felice:
Molliccio e paura più grande:
Amortentia:
Perché vuole diventare un Indicibile? Che specializzazione vorrebbe avere?


Istruttori (Camera del Pensiero, Camera della Amore, Camera dello Spazio)
Specializzazione:
Perché ha deciso di specializzarsi in quel campo?





 
Medea Burke (Madelaine Petsch), ex-Serpeverde, Purosangue, 19 anni, aspirante Indicibile, specializzazione nella Camera del Tempo. Eterosessuale. Libera per flirt/impegnata per relazione.


Hector Burke (Matt Daddario), ex-Grifondoro, Purosangue, 24 anni, Auror. Eterosessuale. Libero per flirt/relazione.


Havana Davies (Merritt Patterson), ex-Corvonero, Nata Babbana, 19 anni, aspirante Indicibile, specializzazione nella Camera dello Spazio. Bisessuale. Libera per flirt/relazione.



Istruttori


Christopher “Kit” Jones (Tom Hiddleston), ex-Corvonero, Mezzosangue, 37 anni, Indicibile specializzato nella Camera del Tempo. Capo Dipartimento Misteri. Non disponibile per relazione.




Dmitrij L'vovič “Mit'ja” Sokovol (Jules Hamilton), ex studente di Durmstrang, Mezzosangue, 25 anni, Indicibile specializzato nella Sala della Morte. Eterosessuale. Occupato per relazione.
   
 
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