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Autore: Helly00    01/01/2018    0 recensioni
La notte di ieri mi ha dato l'ispirazione per questa One Shot! So che non è la coppia preferita, ma spero che possiate apprezzare l'idea! Auguri a tutti e buona lettura!
..Lo spadaccino si prese un attimo per scrutare il cielo. Non c’erano né luna né stelle. Tutto uniforme e nero.. a parte per alcune piccole lucine che fluttuavano nell’aria verso l’alto. Kurogane aguzzò la vista cercando di capire se si trattasse di qualcosa per cui preoccuparsi o meno. Erano solo delle lanterne di carta..
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Kurogane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Giappone si stava preparando ai grandi festeggiamenti per il capodanno. Come ogni anno al finire del periodo di calendario, in tutto il paese gli addobbi colorati avevano iniziato a decorare case e strade con largo anticipo. Questo momento era accolto da ognuno con grande attesa. Significava cambiamento, rinascita, speranza e desideri. Una tra le tradizioni più apprezzate, era il volo delle lanterne. Centinaia e centinaia di piccoli lumini multicolore erano lasciati levitare verso il cielo, nella notte che sanciva la fine e l’inizio, incarnando le preghiera di chi le aveva accese con diversi auspici. Il palazzo era ugualmente in fermento per i preparativi mentre  la principessa Tomoyo in veste di sacerdotessa, si accingeva a rivolgere le sue preghiere all’altare della meditazione. Tuttavia un pensiero fisso la pungolava nel suo inconscio distraendola dalle sue mansioni.  Un’armatura nera come la notte e due occhi rossi come il sangue non le davano pace  da diverso tempo ormai. Si domandava come stesse.. come procedeva il suo viaggio.. se sarebbe tornato da lei alla fine.. se gliene voleva ancora così tanto per averlo spedito lontano dal regno.. se la sua scelta fosse stata quella giusta. “Kurogane..”.

Il gruppetto di viaggiatori spazio temporali era stato catapultato nel nuovo mondo. Il cielo era scuro e freddo. Era notte. Dopo essersi ricomposti dall’atterraggio, Fay chiese: “Percepisci piume della principessa Mokona?”.  Il batuffolo bianco si concentrò: “Mmmmm.. Mokona sente un grande potere in questo mondo.. ma non è sicura si tratti di una piuma magica..”. Kurogane l’alzò da terra con poca maniera: “Ehi polpetta! Dovresti renderti più utile! Mi sa che ti mettiamo in pentola questa sera!”. Mokona gli sfuggì impaurita nascondendosi sotto il mantello di Shaoran: “Kouropon vuole magiare Mokona!!”. Scoppiarono tutti a ridere e Sakura la rincuorò: “Non temere.. nessuno ti mangerà!”. Il piccolo animaletto spuntò dal suo riparo dubbiosa mentre Kurogane la fissava con sguardo fintamente affamato. Fay intervenne: “Sarà meglio trovare riparo per questa notte.. domani ci metteremo in cammino..  Avanti Kororin, andiamo a cercare della legna!”. Il compagno lo seguì guardandolo in cagnesco: “Smettila di storpiarmi il nome mago da strapazzo!!”.  Sakura e Shaoran trovarono una rientranza nella roccia poco distante e decisero sarebbe stato il riparo di quella notte umida. Accesero il fuoco  e prepararono la cena. Come il solito trascorsero il momento conviviale tra scenette comiche e finti battibecchi finché non decisero fosse ora di riposare. Ne avevano bisogno tutti. Kurogane si posizionò verso l’imboccatura della rientranza rocciosa, al fine d’avere la situazione sotto controllo in caso di bisogno. Si addormentarono tutti, o quasi, in pochi istanti. Mokona aveva insistito per dormire tra Shaoran e Sakura quella sera, cosa che superato il primo imbarazzo, aveva fatto piacere ad entrambi i ragazzi. Fay, dall’altro lato del falò riposava rilassato con la sua tipica espressione sorniona. Lo spadaccino si prese un attimo per scrutare il cielo. Non c’erano né luna né stelle. Tutto uniforme e nero.. a parte per alcune piccole lucine che fluttuavano nell’aria verso l’alto. Kurogane aguzzò la vista cercando di capire se si trattasse di qualcosa per cui preoccuparsi o meno. Erano solo delle lanterne di carta. Questo gli fece ricordare fosse una tradizione del suo mondo e la tristezza lo colse nel cuore. Aveva perso la cognizione del tempo, dacché comunque Mokona li stava transitando oltre che da un mondo all’altro, anche da un’epoca ad un’altra. Però ricordava bene il capodanno nel regno. Grandi festeggiamenti e tradizioni a cui lui non aveva mai voluto prendere parte; le riteneva cose da femmine, non da uomini. Tuttavia il ricordo non gli impedì di pensare a lei: alla sua principessa. Gli tornarono in mente i dettagli del suo volto, i lunghissimi capelli blu come la notte, la pelle candida come la neve e lo sguardo dolce. Ancora faticava a capire il motivo per cui lo avesse esiliato dal regno spedendolo così lontano da lei.. chi l’avrebbe protetta in caso di bisogno? Sapeva bene essere il più forte di tutti nel loro mondo, e per questo ancora non si capacitava del perché di questa sua decisione, anche se qualcosa aveva cominciato ad intuire. Con queste riflessioni si abbandonò al sonno.

Come in tante delle sue notti, gli incubi tornarono a bussare alla porta. Rivide sua madre morta, davanti a lui, trafitta da una spada spuntata da una porta dimensionale apertasi sul muro. Sentì il dolore sopraffarlo mentre il tetto veniva squarciato da un mostro alto quanto una montagna che in bocca teneva il braccio mozzato di suo padre che ancora brandiva la sacra spada di famiglia benedetta dalla madre prima che partisse. Percepì di nuovo la rabbia invaderlo alla vista della katana che si conficcava nel legno del pavimento mentre ciò che restava di suo padre si frantumava in mille pezzi a terra come fosse stato di vetro. Poi il buio.

“Kurogane..”

“Chi mi chiama..?”

“Kurogane..”

“Conosco questa voce..”

Lo spadaccino alzò lo sguardo. Era tornato adulto. Nel buio una luce si fece strada e la figura prese definizione.

“Kurogane..”

Il ragazzo sgranò gli occhi: “Principessa Tomoyo.. siete voi..”.

Lei lo guardò pensierosa: “Fai ancora questi incubi..? Dopo tanti anni..”. Lo spadaccino distolse lo sguardo irritato: “Non sono affari vostri..”. La principessa addolorata, voleva donargli un momento di pace. Si concentrò ed intorno a loro di delineò un’immensa pianura verdeggiante con alberi di ciliegio in fiore, ruscelli e ponti tipici del loro mondo. Kurogane provò un dolore fisico all’altezza del petto che gli tolse il fiato. Nostalgia? Felicità? Non conosceva bene questi sentimenti, quindi gli era difficile dare un nome preciso a quello che provava in quel momento. La principessa si sedette a terra invitandolo a fare lo stesso. Restarono in silenzio a contemplare il paesaggio, finché lo spadaccino chiese: “Questo è un mio sogno.. o siete veramente qui?”. La sacerdotessa rispose: “E’ stato Capodanno la notte scorsa.. e a scapito del mio ruolo, il desiderio che ho espresso con la mia lanterna questa volta è stato diverso..”. La ragazza si alzò in piedi e dandogli le spalle continuò: “..Ho chiesto di poterti vedere..”. con la coda dell’occhio sbirciò la reazione totalmente spiazzata di lui e pensando d’aver fatto un passo falso, riprese: “Volevo sapere come procedeva il tuo viaggio.. e se eri riuscito ad apprendere il vero senso della forza..”. La delusione dipinta sul volto di Kurogane la ferì. Con voce grave il ragazzo puntualizzò: “Ecco cosa v’interessava.. che sciocco.. per un momento..”, ma s’interruppe dal continuare la frase dato che la figura della principessa aveva iniziato a levitare nell’aria. La sacerdotessa si girò a guardarlo con gli occhi lucidi: “La mia permanenza qui sta scadendo.. il mio desiderio è stato accordato solo per il tempo in cui la lanterna avrebbe solcato il cielo.. e temo sia giunto il momento del commiato..”. Lei allungò la mano e Kurogane protese la sua a prendere quella della  principessa. Tomoyo gli si avvicinò e depositò un leggerissimo bacio a fior di labbra sulle sue sorridendogli: “Prometti che tornerai da me..”. Lo spadaccino completamente stordito da quel gesto, fece appena un cenno col capo e in silenzio guardò la figura della sua principessa dissolversi nell’aria fino a scomparire del tutto.

Kurogane si svegliò. Era l’alba e gli altri erano già in pieni intenti a preparare la colazione. Sakura si accorse di lui e lo salutò col salito garbo: “Buongiorno! Hai dormito bene?”. Lo spadaccino si drizzò a sedere: “Buongiorno..”. Mokona saltellò verso di lui: “Sicuramente ha fatto bei sogni Kororin!!”. Lui fulminò la palla di pelo: “Polpetta! Cerchi guai di prima mattina?”. Fay intervenne a difesa della loro mascotte: “Affatto! Mokona ha ragione! Per la prima volta, il tuo volto nel sonno era rilassato.. e sembravi quasi felice Kuropon!”.  Il compagno li mandò tutti a quel paese con suo consueto modo brusco dirigendosi all’entrata della rientranza. Si fermò giusto appena fuori e sfiorandosi le labbra con le dita ripensò al sogno trascorso mentre un mezzo sorriso si faceva largo nella sua espressione imbronciata: “Un giorno.. tornerò..ma non prima d’aver capito qual è il vero significato della forza!”        

  
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