Lowell fatica a tenere gli occhi aperti. L’oscurità della stanza in cui si trova si confonde con le tenebre dell’oblio eterno, già pronte ad accoglierlo.
Un attacco di tosse improvviso rischia di squassargli il petto in due. Si copre la bocca con una mano scheletrica, quasi cadaverica, e quando torna a posare il suo sguardo su di essa la trova imbrattata di sangue.
Reso esausto da quel semplice gesto, torna ad accasciarsi sul cuscino posto dietro la sua testa. Brividi freddi gli attraversano tutto il corpo ma, allo stesso tempo, ha la sensazione di star andando a fuoco.
Dunque è questo che si prova a morire, pensa quasi con indifferenza. È sempre stato a conoscenza che la tubercolosi non gli avrebbe lasciato scampo, e oramai ha accettato il suo destino.
Un lieve singhiozzo lo spinge a voltare appena la testa per degnare di almeno un minimo d’attenzione le persone accorse al suo capezzale.
Sua madre e suo padre lo fissano con le lacrime agli occhi, il viso di lei premuto quasi totalmente contro il petto di lui, non riuscendo a sopportare la vista del suo unico figlio soffrire in quella maniera. Il duca Dangering, al contrario, ha un’espressione imperscrutabile. Conoscendolo, il giovane ha oramai rinunciato a domandarsi se all’uomo sia mai veramente importato qualcosa di lui.
Alla fine, i suoi occhi si posano sull’elegante figura di Elisa, con le guance bagnate di lacrime e le mani premute sul petto, come se stesse cercando di impedire a una mano invisibile di strapparle via il cuore. Lowell prova una tristezza infinita nel rendersi conto, ancora una volta, di non riuscire a ricambiare il sentimento così puro che la ragazza prova nei suoi confronti.
Istintivamente, sposta lo sguardo alla ricerca di una chioma bionda, due brillanti iridi acquamarina e un sorriso luminoso, ma non li trova. Lei non c’è.
Georgie non tornerà mai più. Non attraverserà ancora una volta mezzo mondo per trovarlo, e, anche se dovesse farlo di nuovo, lui non sarà più lì ad accoglierla.
Un altro attacco di tosse, più violento del precedente, lascia schizzi di sangue cremisi sulle candide lenzuola bianche da cui è avvolto. Una fiacchezza e un torpore maggiori a quelli provati in precedenza lo assalgono, mentre le due donne presenti nella stanza scoppiano a piangere, dando finalmente sfogo al loro dolore.
Oramai è giunta la sua ora, ne è pienamente cosciente, e non può fare a meno di rivolgere una preghiera al Signore, in modo tale che protegga tutte le
persone a lui care.
L’ultimo pensiero lo dedica a Georgie, quella bellissima giovane donna che è riuscita a cambiargli la vita, stravolgendogliela e facendogliela veramente chiamare tale. Continuerà a vegliare su di lei dall’alto, come un angelo custode, proteggendola da chiunque voglia farle del male e garantendole un futuro sereno.
Muore con il sorriso sulle labbra, Lowell, grazie alla speranza garantitagli dalla sua ultima promessa.

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Questa è la prima storia che scrivo sul fandom di Georgie, e ammetto di essere molto emozionata. *^* L’ho voluta dedicare a uno dei miei personaggi preferiti di questo stupendo anime/manga, ovverosia Lowell, raccontando gli ultimi istanti della sua morte. Purtroppo non vedo Georgie da un po’, perciò mi scuso per eventuali imprecisioni riguardanti la famiglia Gray. :’) Verso la fine non ho resistito e ho fatto qualche lieve accenno alla mia seconda OTP di questo fandom, la Lowell/Georgie, ma spero di non aver calcato troppo la mano. Inoltre, spero anche di aver descritto senza strafalcioni i sintomi della tubercolosi. Se vi va, lasciate una recensione, che sia positiva, neutra o critica: mi piacerebbe molto sapere la vostra opinione riguardo questa fanfiction. ;) Ringrazio comunque di vero cuore chiunque abbia anche solo letto la flashfiction in questione. ;*
Baci da Fandoms_Are_Life.