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Autore: Lire    02/01/2018    0 recensioni
Roh è un avventuriero ed un esploratore e si trova proprio in mezzo ad uno dei suoi viaggi quando gli elementi naturali stanno per sopraffarlo. A salvarlo sarà un anziano che in qualche modo Roh sembra conoscere e rispettare, ma in cambio gli affida una missione di grande importanza.
Sarà in grado di portare a termine l'impresa ed evitare che il pericolo dilaghi?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Cavaliere era inquieto, sentiva che qualcosa era cambiato. Qualcosa di grave minacciava l'equilibrio del mondo. Non sapeva cosa fosse, era qualcosa, qualcuno, un pericolo che non si era ancora formato, era nel suo stadio iniziale, ma sapeva che presto si sarebbe rivelato. Qualcuno doveva intervenire, lui non poteva, non aveva mai potuto intervenire in questioni simili e anche questa volta avrebbe dovuto delegare ad altri. Molte persone avevano deciso di seguirlo e una di queste forse sarebbe stata adatta all’incarico.

Il viaggiatore proseguiva con passo svelto attraverso la neve. Sapeva dove si trovava, i monti del Kesh, ma non sapeva dove era diretto: quei monti sembravano essere invalicabili! Stringendosi nei suoi pesanti abiti malediceva il tempo, che era stato inclemente durante quei lunghi giorni di viaggio. Era sempre stato in grado di cavarsela in qualunque situazione, ma questa stava cominciando a sopraffarlo, eppure non voleva cedere. Un’improvvisa folata di vento lo fece rabbrividire, un’altra tempesta di neve stava giungendo. Cercò riparo, ma non sembrava esserci nemmeno una sporgenza nella roccia o nel ghiaccio. Lui non se ne preoccupò, era preparato a tutto, come sempre. Appoggiò lo zaino a terra e prese la vanga, che gli era stata utile in innumerevoli occasioni. “Se non posso proteggermi sopra la neve, mi ci rifugerò sotto!” pensò e con questo iniziò a scavare. Non erano trascorsi che pochi minuti quando giunse la tempesta. Questa lo colse alla sprovvista. Tentò di ignorarla, ma più scavava, più neve si accumulava dove la vanga procedeva nel suo lavoro. Decise che era meglio rimettersi in viaggio. Rapidamente raccolse tutto ciò che aveva posato, prima che scomparisse sotto al manto bianco, e s’incamminò. Nonostante tutti i suoi sforzi anche proseguire stava divenendo impossibile e ogni passo che faceva lo prosciugava di una parte delle poche energie che gli rimanevano. Incespicò, le forze lo stavano abbandonando e lui si sentiva svenire. Sentì una voce nella bufera: – Quindi sei tu Roh di Torrefredda.
La voce era quella di un vecchio, ma era forte e chiara, come se le intemperie non la potessero turbare. Roh si guardò intorno, ma non vide nessuno, forse era stata un’illusione, forse la sua mente, ormai stremata, lo aveva ingannato. Anche se sapere non sarebbe servito a nulla rispose: “Sì, cosa volete da me?”. Passarono alcuni interminabili secondi. Il vento non portò alcuna risposta. Quando Roh decise che era meglio ricominciare a muoversi si trovò steso sulla neve, non riusciva più a reggersi in piedi. Cercò di trascinarsi in un posto riparato ma non vedeva nulla che potesse avere tale funzione. Qualcosa lo toccò su una spalla. L’uomo pensò di essere ormai morto e non oppose resistenza a quello che stava per succedergli. Tentò di vedere cosa lo avesse toccato, era una mano umana. Improvvisamente si sentì pieno di rinnovato vigore, sembrava che il suo corpo si fosse risvegliato dallo stato di dormiveglia in cui era caduto. Si rialzò senza alcuna fatica e cercò la figura del suo salvatore sullo sfondo bianco del ghiacciaio. Vide soltanto un’ombra che si stava allontanando e la seguì.
Prestò si trovò di fronte a una caverna nel ghiaccio, che prima non aveva notato, e si inoltrò in quella. La temperatura era innaturalmente alta per il luogo dove si trovavano, tanto che dovette togliersi le pesanti pellicce che portava. Tolti i suoi abiti si guardò riflesso sul ghiaccio. Era un uomo di mezza età, con una grande esperienza, particolarmente alto e robusto, tanto da incutere timore negli uomini che si trovava di fronte, eppure tutto questo pochi istanti prima non gli era servito a nulla. Proseguì verso l’interno della montagna per quasi un minuto, rimanendo sempre più stupito di come potesse esistere un luogo simile. Giunse infine in un ampio salone riccamente arredato con mobilio in legno e ogni sorta di oggetto necessario alla sopravvivenza. Al centro della stanza si trovava un tavolo con due sedie accanto. Su una di esse stava un vecchio che sorseggiava da una enorme tazza stretta tra le sue mani scheletriche. La lunga barba bianca e i radi capelli che gli ricadevano sulle spalle gli davano un aspetto pittoresco, ma i suoi occhi azzurri, color del ghiaccio, trasmettevano una grande severità. L’anziano non attese che Roh parlasse, ma prese la parola:
– Perché ti sei inoltrato in queste montagne, sai che non è concesso superarle! – Fece una pausa carica di attesa – Ma tu sai anche che non sarei dovuto intervenire se non mi fosse stato ordinato, nessuno deve provare a valicare questi monti senza assumersi la responsabilità delle conseguenze che questo comporta. Ma tu sei fortunato! Oh, sì, forse troppo! – Un’altra sosta interruppe la conversazione – Mi ha mandato il Cavaliere in persona per affidarti un incarico di vitale importanza. Ha percepito qualcosa di anomalo in queste terre, qualcosa di malvagio. Non ha potuto comprendere cosa fosse, il pericolo è ancora troppo vago, ma serve che qualcuno intervenga prima che dilaghi.
Con un gesto indicò la sedia libera a Roh, e una volta che si fu seduto gli porse una tazza ricolma di  un liquido scuro e caldo.
– Bevi, bevi… Ecco cosa devi fare – prese da sotto la sua leggera veste un rotolo di pergamena e lo pose sul tavolo. – Dovrai indagare sul pericolo, probabilmente è un essere umano, forse un negromante, almeno, questo è quello che sono riuscito a sapere raccogliendo le testimonianze di altri Guardiani. Spero riuscirai a risolvere rapidamente la questione ma se non ci riuscissi dovrai tornare a Torrefredda e portare in un luogo più sicuro Vilia, la ragazza che hai portato lì diversi anni fa, ti ricordi chi è?
Solo allora Roh prese a parlare: – Come potrei non ricordarmene! Dopo aver conosciuto la sua storia non è possibile dimenticare chi sia, so anche quali pericoli potrebbe correre…
L’anziano riprese: – Sappi che una gilda di assassini la vuole morta, puoi immaginare il perché, ma fa attenzione, non sono persone normali, qualcosa è successo loro…
Roh rimase in silenzio, sorseggiando e pensando al compito che gli era stato affidato, poi fece per alzarsi, ma il vecchio lo fermò ancora una volta: – Riposati su questo letto, domani ti risveglierai nella tua casa, da lì cominceranno le tue ricerche.
L’uomo fece un profondo inchino e, prima di coricarsi, disse ancora: – Grazie Venerabile.

Cadde in un sonno profondo, libero da sogni, e, quando si svegliò, si ritrovò a Torrefredda. Nella stanza vicina vide Vilia dormire sul suo letto e pensò: – Quali sofferenze deve ancora provare prima di poter vivere in pace quella povera ragazza?
   
 
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