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Autore: Classicboy    02/01/2018    0 recensioni
Contiene Spoiler su "Danganronpa V3: Killing Harmony"!
Uso di headcanon e presenza di OC irrilevanti per la trama.
Personaggi: Amami Rantaro, Tsumugi Shirogane
...
La 52° stagione di Danganronpa sta per arrivare alla fine con il suo ultimo processo di classe, ma i nostri eroi devono compiere un'ultima drastica scelta: 2 di loro potranno andarsene, ma gli altri 2 verranno puniti.
Cosa farà Amami? Sarà pronto a mettere la vita dei suoi amici davanti alla sua? E in cosa consisterà questa punizione?
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: Classicboy

Titolo storia: Assieme

Rating: Verde

Genere: Angst, Malinconico, Triste

Personaggi: Rantaro Amami, Tsumugi Shirogane, presenza di OC

Note: Spoiler su V3, Missing Moments, uso di headcanons, presenza di OC, uso di violenza tipica del canon

Note autore: All'interno di questa storia saranno presenti degli OC, che saranno in pratica i personaggi che hanno partecipato alla stagione precedente a V3, ma di per sé saranno pressoché irrilevanti per la trama. L'headcanon usato per la storia è il seguente: oltre ad Amami anche Shirogane era una partecipante della 52° stagione del gioco, ed ha deciso di offrire la sua vita assieme ad Amami per salvare i suoi amici ancora in vita. Durante la punizione la memoria della ragazza è stata completamente riscritta e le hanno fatto credere di essere volontariamente un membro del team Danganronpa, togliendole completamente i ricordi del tempo che aveva trascorso con Amami come giocatrice della 52° stagione. Il talento di Amami è quello di “SHSL Adventurer”, cioè è il Super Avventuriero (fatto canon confermato dagli autori di Danganronpa). Nel corso della storia si può vedere volendo un accenno alla Amami x Shirogane, ma è interpretabile a seconda. I personaggi si riferiscono uno all'altro usando il nome proprio rispettando la traduzione inglese del gioco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ASSIEME

 

“Due di voi possono lasciare la scuola e sopravvivere, ma gli altri due saranno puniti!”

Le parole continuavano a rimbombare nella sala, mentre Amami stringeva con forza il podio di fronte a sé. Di fronte a lui la Mente sorrideva trionfante, certa di avere ormai la situazione in pugno. Poco distanti da lei Rika e Toshiro si stringevano le mani, troppo impauriti e preoccupati da ciò che sarebbe potuto accadere per parlare, mentre alla sua sinistra poco distante Shirogane aveva lo sguardo rivolto verso terra, le mani abbandonate lungo i fianchi, ormai completamente priva di forze.

E nel silenzio l'unico rumore che si sentiva era la risata perfida di Monokuma.

E forse fu proprio quell'unico rumore a risvegliare Amami dal suo stato di shock e a fargli decidere di prendere la situazione in mano.

“Molto bene, in tal caso mi offro come una delle due persone che devono essere punite” esclamò soltanto alzando la mano.

Rika lo fissò shockata, prima di urlare: “Rantaro, no, non puoi! Le tue sorelle sono lì fuori da qualche parte che ti stanno aspettando, non puoi lasciarle!”

L'avventuriero sentì una fitta di dolore al cuore al sentire nominare le sorelle, ma si limitò a sfoggiare il suo sorriso triste: “Rika, è l'unico modo. Inoltre sono stato io, con le mie deduzioni, a portare a questa conclusione, quindi è giusto che sia io ad essere punito”

“No, non è giusto...” mormorò la ragazza. Mentre le lacrime cominciavano a scenderle sul volto.

“Sei davvero sicuro di volerlo fare?” gli domandò Toshiro. Amami notò che stava facendo forza su sé stesso per non tremare.

Il ragazzo coi capelli verdi annuì: “Più che sicuro”

“Awww, che tenero il nostro caro Rantaro, sempre l'eroe della situazione - lo prese in giro la Mente (perché Amami si rifiutava di chiamarla in qualunque altro modo, dopo aver scoperto la verità sul suo conto) - Però uno è troppo poco. Se volete procedere c'è bisogno di un'altra vittima sacrificale”

“Lo farò io”

La voce giunse talmente inaspettata e improvvisa che tutti si voltarono a guardarla con stupore.

Shirogane era ferma, la mano alzata in aria, sul volto uno sguardo che nessuno le aveva mai visto prima, fiero e combattivo.

“Tsumugi... - singhiozzò Rika - No... I nostri cosplay... avevi promesso che saremmo uscite di qui insieme e che-e che mi avresti accompagnato al mio primo Comicon, e-e... Tu non puoi offrirti... Non puoi! È ingiusto!”

L'urlo di disperazione risuonava peggio di un colpo di pistola nella sala, mentre Toshiro attirava a sé la ragazza e cercava di calmarla.

Amami invece continuava a osservare confuso la cosplayer.

“Tsumugi... perché?”

La ragazza si esibì in uno dei suoi soliti sorrisi timidi: “Perché è semplicemente la cosa giusta da fare. I miei personaggi preferiti si comporterebbero sicuramente così - e ridacchiò leggermente - E poi... perché l'abbiamo promesso Rantaro, non te lo ricordi?”

L'avventuriero sbiancò. Ora se lo ricordava: ad inizio gioco, appena finito il primo processo di classe, lui e Tsumugi se lo erano promesso: “Arriveremo fino in fondo a questo mistero. Assieme”

Il ragazzo si trovò a ridacchiare un po', prima di sorriderle: “Hai ragione, Tsumugi: assieme”

La ragazza annuì, prima di guardare la Mente diritta negli occhi: “Ora hai i tuoi due sacrifici - dopodiché si voltò a guardare verso Rika e Toshiro, e la sua espressione si addolcì - Rika, non piangere per favore. Questa è la mia decisione, per una volta non mi sto facendo trascinare dagli eventi, ma sono io a dirigerli. Mi dispiace di non poter rispettare la nostra promessa, ma spero che tu viva per soddisfarla per entrambe. Toshiro, per favore, prenditi cura di lei. Mi dispiace per le nostre iniziali... divergenze, ecco, ma sappi che ti considero un grande amico e una grande persona. Sono felice di avervi incontrato”

A Rantaro non piaceva il tono definitivo nella voce della compagna, ma sapeva anche che era l'unico da adottare, e che avrebbe dovuto assumerlo anche lui, perché quella volta non c'era modo di sfuggire al fato che li attendeva: “Toshiro, Rika, mi dispiace che sia andata a finire così. Vi prego, una volta usciti di qui continuate a vivere ricordandovi di me, di Tsumugi e di tutti gli altri. Continuate a vivere per noi, e ricordatevi che qualunque decisione prenderete noi saremo lì al vostro fianco a supportarvi. Vi voglio bene, ragazzi, ed è stato per me un onore e un piacere vivere quest'ultima avventura con voi” e si esibì in un ultimo sorriso di incoraggiamento. Quel sorriso che così spesso li aveva guidati nei momenti bui facendo ritrovare loro la speranza.

Dopodiché il ragazzo coi capelli verdi si voltò verso Monokuma: “Ormai è deciso, siamo pronti a votare”

L'orsetto non se lo fece ripetere due volte e diede il via all'ultima votazione del semestre.

Tutto andò come previsto: la Mente venne dichiarata colpevole e subì con gioia folle la sua esecuzione, dopodiché i 4 ex-compagni si scambiarono gli ultimi addii e Toshiro e Rika se ne andarono dalla scuola, lasciando lì dentro solo lui e Shirogane.

“Molto bene! - trillò allegro Monokuma - Ora è giunto il momento che anche voi due discoli veniate puniti!”

Amami annuì grave: “Siamo pronti”
Shirogane lo affiancò e gli prese la mano: “Fa partire l'esecuzione”
L'automa inclinò la testa: “Esecuzione? E chi ha mai parlato di uccidervi?”
Rantaro sgranò gli occhi mentre sentiva la bocca farsi secca: “C-come?”
“Voi due verrete puniti, ma io non ho mai specificato come. Upupupu... gioite, miei cari, perché avete appena vinto una borsa di studio per il prossimo semestre omicida!” e prese a ridere, mentre lo schermo dietro all'orso proiettava la scritta “Danganronpa V3” e comparivano i volti di altri 14 ragazzi che Amami non aveva mai visto prima in vita sua.

Il ragazzo osservò lo schermo, incapace di realizzare appieno ciò che stava vedendo, mentre il mondo attorno a lui crollava un pezzo per volta e le sue certezze si disintegravano dinnanzi ai suoi occhi.

Al suo fianco Shirogane cadde in ginocchio, il volto cinereo completamente privo di espressione.

“Upupupu... esattamente miei cari. La sentite questa sensazione che vi divora da dentro? Questa è disperazione, ahahahah!”

A sentire la gioia nella voce del robot per la seconda volta il sopravvissuto si riscosse, per poi chinarsi verso la compagna: “Tsumugi, alzati”

Lei si voltò a guardarlo, il volto che pareva privo di vita, mentre le lacrime scendevano lungo le guance senza praticamente controllo: “Perché? Il nostro sacrificio è stato tutto inutile, Rantaro. Dovremo rivivere quell'inferno, dovremo vedere di nuovo i nostri amici morire. È tutto inutile, questo gioco non finirà mai...”

“Ti sbagli” la voce decisa ma gentile la portò a guardare dentro gli occhi del compagno.

“Ci è stata data un'altra possibilità, e noi la sfrutteremo. Te lo prometto: noi metteremo fine a Danganronpa. Insieme” e le porse la mano per aiutarla a rialzarsi.

Shirogane la osservò un attimo, prima di asciugarsi le lacrime e prenderla. Aveva di nuovo uno sguardo combattivo sul volto.

“Insieme” promise.

 

 

Amami sentì un dolore acuto sul retro della testa, più forte e intenso di qualunque altro avesse mai sperimentato prima. E forse fu proprio quel colpo, oppure il fatto che ormai stava morendo, a far sì che riacquistasse la memoria.

La memoria dei suoi giorni prigioniero lì dentro.

La memoria di tutti i suoi amici che erano morti in quell'assurdo e spietato gioco.

La memoria di Rika e Toshiro, che probabilmente stavano assistendo impotenti alla sua morte.

La memoria di lei, e della loro ultima promessa.

E probabilmente fu proprio quest'ultimo ricordo a far sì che quell'unica piccola lacrima scendesse lungo la sua guancia, mischiandosi al suo sangue, mentre vedeva l'immagine sfocata della sua figura e capiva che era stata lei a ucciderlo.

Aveva infranto la promessa che le aveva fatto. Non erano stati in grado di far finire il gioco.

Non erano stati capaci di farlo assieme.

 

 

Shirogane era nel rifugio della mente, di fianco a MadreKuma. Il primo processo di classe era appena finito, e Kaede era stata giudicata colpevole e punita per l'assassinio di Amami, tutto era andato secondo i piani.

Ora la ragazza coi capelli blu stava riguardando le immagini dell'intero processo con un sorriso folle sul volto.

Ad un tratto i suoi occhi caddero su di uno schermo che rimandava l'immagine del cadavere di Rantaro, e il sorriso scomparve.

Senza sapere perché la cosplayer provò una sensazione di vuoto e tristezza invaderle il petto.

Ad un tratto sentì le guance umide e si portò una mano al viso. Lacrime? Ma da dove venivano? Perché tutto ad un tratto provava una cosa del genere nei confronti di una persona che non aveva conosciuto prima di qualche giorno fa?

Sarebbe dovuta essere felice: si era liberata non di una, ma di ben due spine nel fianco e il gioco poteva proseguire senza intoppi.

Ma allora cos'era quella sensazione di dolorosa tristezza che la stava pervadendo da capo a piedi? Perché continuava a sentire la sua voce che continuava a ripetere incessantemente nella sua testa “insieme”?

Quella notte, senza sapere perché, Tsumugi Shirogane pianse tutte le sue lacrime.

 

 

Shirogane sbatté un paio di volte gli occhi per adattarli alla luce intensa del luogo in cui si trovava.

Facendo attenzione si mise a sedere, mentre sentiva un forte dolore pervaderle la testa. Si trovava su quella che pareva essere una collina in fiore, mentre sopra di lei il sole risplendeva in un azzurro cielo primaverile.

Cosa le era successo? L'ultima cosa che ricordava...

Con uno shock si ricordò tutto: il processo, Shuichi che la smascherava, il colpo di scena finale! Si ricordava che stava salutando le telecamere mentre attorno a lei la scuola crollava e poi...

Probabilmente era stata schiacciata da uno dei detriti o qualcosa del genere.

Quindi in quel momento lei era...

“Morta... Sono morta...” mormorò soltanto mentre si portava una mano alla bocca.

Però, Danganronpa era anche giunto ad una fine definitiva. Quel pensiero le causò un altro shock, e venne subito travolta da nuovi ricordi. I ricordi di partecipante alla cinquantaduesima stagione del gioco, quando non era ancora la Mente, quando aveva dei veri amici, quando aveva incontrato...

Le lacrime cominciarono a scenderle dagli occhi azzurri.

Ora si spiegava tutto.

Ad un certo punto sentì una voce che la chiamava, e si voltò. Subito sgranò gli occhi, incapace di realizzare cosa vedeva.

Dietro di lei in piedi, con un sorriso sul giovane volto, se ne stava un ragazzo con degli strani capelli verdi.

“Finalmente ci hai raggiunto anche tu, Tsumugi” disse Amami mentre alzava la mano in cenno di saluto.

Shirogane si alzò lentamente, sempre stupita: “R-Rantaro? Sei tu? Ma allora sono davvero... davvero...”
“Morta? - completò l'avventuriero per lei, prima di scrollare le spalle - Temo di sì, mi dispiace”
“Rantaro, io... io... - la giovane prese a singhiozzare - Mi dispiace così tanto. Ti ho ucciso, e-e poi ho fatto ricadere la colpa su Kaede. Io non so cosa stavo pensando. Ti prego perdonami” mormorò solo prima di distogliere lo sguardo, incapace di guardare il vecchio compagno di prigionia negli occhi.

Amami si limitò ad osservarla per qualche secondo prima di avvicinarsi e stringerla a sé in un abbraccio. Shirogane rimase sorpresa di quel gesto, ma ben presto si mise a piangere nel suo maglione, liberando finalmente tutti i sentimenti sopiti dalla perdita di memoria causata dal team Danganronpa.

Dopo un paio di minuti i due si staccarono.

“Tsumugi - mormorò il ragazzo - Non c'è bisogno che ti scusi, non è davvero colpa tua. E poi non è il giorno per essere tristi questo”
“N-no?” mormorò lei asciugandosi gli occhi.

Amami scosse la testa, il sorriso sul volto: “No, perché ce l'abbiamo fatta. Non noi, ma Shuichi, Maki e Himiko sì. Hanno messo fine a Danganronpa. E quindi è il caso di festeggiare... tutti assieme”
“T-tutti assieme?”
Rantaro annuì di nuovo, prima di spostarsi e mostrarle un gruppo di 11 persone tra ragazze e ragazzi che le sorridevano radiosi.

Tsumugi si portò le mani alla bocca, mentre li riconosceva.

“Benarrivata, Tsumugi”
“Yay, finalmente ci ha raggiunti anche Tsu-chan!”
“Ce ne hai messo di tempo, eh, Tsumugi?”
“Mph, era anche ora sai”

“Non essere sgarbato e sorridi una buona volta, tu. Non badargli Tsumugi, in realtà è felice anche lui di vederti”
“Dovresti vedere la tua faccia, sembra che tu abbia visto dei fant... ouch! E questo per cos'era?!”
“Per la battuta di pessimo gusto. Anche una volta morto continui ad essere un idiota sappilo”

“Tsumugi, è bello vederti di nuovo”

La ragazza si voltò verso Amami al suo fianco, incredula.

Il ragazzo le offrì il braccio in maniera scherzosa: “Beh, che stiamo aspettando? Mi vuole accompagnare, madame?”

La cosplayer si asciugò le lacrime di felicità dagli occhi, prima di sorridergli: “Volentieri, sir. E spero di avere un vestito adatto per la festa” e i due si avvicinarono ridendo agli altri compagni, pronti a godersi il resto dell'eternità senza dover pensare ad altro se non a vivere finalmente in pace.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*note autore: nell'ultimo paragrafo le persone che Shirogane incontra sono i partecipanti alla 52° stagione, non il cast di V3, in quanto considero loro i suoi veri amici, mentre quelli di V3 erano più delle pedine nelle sue mani, a cui non si è mai veramente legata.

   
 
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