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Autore: Fujikofran    02/01/2018    2 recensioni
Torna Franca Strangoni, protagonista della serie simil AU "Irruzione in una vita", combinata con il fandom di Lupin III. Franca è tornata in famiglia per le feste natalizie, ma le arriva la proposta di un Capodanno speciale, durante il quale potrà rivedere il suo Jigen. Accetterà la proposta? Brano da ascoltare durante la lettura: "Fallss" dei Bayonne (2017)
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Rebecca Rossellini, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Irruzione in una vita'
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"Che faccio, rientro a Roma?” si domandava Franca Strangoni, durante il giorno di Santo Stefano, un 26 dicembre tranquillo e trascorso con i familiari, lontana dalla sua amata Urbe. In città non c’era nessuno dei suoi amici per festeggiare Capodanno: chi era tornato al paese di origine, chi era in vacanza con il partner, chi era fuori per lavoro e non aveva festeggiato nemmeno a Natale. C’era anche chi non voleva saperne di festeggiare, ritenendo le festività come qualcosa di troppo convenzionale e “di massa”. Franca si ritrovava spesso a salutare l’arrivo del nuovo anno con i suoi genitori e, talvolta, alcuni parenti; non che le dispiacesse, ma vedere le foto di gente festosa postate sui social e riguardanti il Capodanno nelle capitali europee o in una mega discoteca, la rendeva pensierosa, specie se si trattava di persone che di solito piangevano miseria anche per andare a vedere un film al cinema o un concerto. Franca era la prima a dover fare i conti con i soldi, che non erano mai abbastanza, ma quando si trattava di svagarsi, cercava sempre di non farsi mancare nulla, in barba a chi l’accusava di spendere troppo anche per una pizza. “Stacco dai pensieri o dai social?” pensava, inoltre. Prima delle feste, aveva assaporato dei momenti piacevoli, specie da quando era tornata Valeria, amica di vecchia data che viaggiava molto per un lavoro che amava tanto: fare l’attrice di teatro. Umbra, più grande di Franca di un paio di anni, Valeria rappresentava per lei l’allegria in persona nonché un modello di forza interiore. Da quando, poi, aveva lasciato un fidanzato che non l’amava, sembrava anche rinata. Valeria e Franca avevano creato un’amicizia simbiotica, ricostituita dopo il ritorno della prima a Roma. Per le feste natalizie Valeria era tornata dai suoi genitori, necessitando di un periodo di relax e delle coccole dei suoi gatti e del suo cane. Ma nemmeno lei sapeva che Franca amava un uomo di cui doveva quasi vergognarsi e con cui aveva vissuto una parte dell’estate a Barcellona: Daisuke Jigen, colui che, secondo la giustizia, le vacanze le avrebbe dovute trascorrere nei pochi metri quadri di una cella. Dopo l’estate, non si erano più visti e si sentivano di rado tramite Whatsapp. Ma le sue amicizie non sapevano nemmeno della cifra di 3.000 euro che Rebecca Rossellini le aveva versato, dopo aver lavorato come parte dello staff di un evento culturale, l’anno prima. Quei soldi non era riuscita a toccarli, li aveva messi da parte perché desiderava fare un viaggio da sola o con Valeria. La vacanza a Barcellona l’aveva pagata tutta Jigen, con soldi guadagnati onestamente, a suo dire. Si sentiva in colpa per non aver tirato fuori nemmeno un centesimo, per quel viaggio, ma il suo uomo glielo aveva sempre impedito. Ma era, poi, davvero il suo uomo? Ancora non riusciva a stabilirlo, Franca, anche se aveva in pugno una grande certezza: lui l’amava sul serio. Solo che lei non era abituata a sentirsi troppo amata, al punto tale da arrivare a dubitare di tutti gli uomini e persino di certe sue amicizie. Il dubbio era la sua ombra, anche se col tempo quell’ombra aveva allentato la presa.


“Vuoi venire a una rimpatriata di Capodanno?” recitava un messaggio da parte di un compagno di classe del liceo, ma Franca declinò l’invito. Ogni tanto si facevano vivi gli ex compagni di Franca, invitandola a cene all’insegna del revival liceale. Ma lei aveva odiato il liceo, con tutto il cuore, e solo l’Università l’aveva salvata da un periodo frustrante e poco memorabile. Seguì un altro messaggio e Franca era pronta a mandare a quel Paese il nostalgico compagno di scuola. “Saremo a Roma per Capodanno. Fujiko”. Fujiko? Sì, Fujiko Mine. Nella mente di Franca era comparsa una sorta di equazione: Fujiko=Goemon=banda Lupin=Jigen. Anche quest’ultimo sarebbe venuto a Roma? Perché non le stava inviando alcun messaggio? Senza alcuna esitazione, Franca chiese se la banda sarebbe stata al completo. “Non lo so, per ora siamo solo due e mezzo” aveva risposto Fujiko. Per “due e mezzo” la donna intendeva lei, Goemon e il bambino che avevano appena avuto. Partire per Roma per reggere le candele? Era questo il pensiero che tormentava Franca, quasi pentita di aver rinunciato alla rimpatriata con gli odiati ex compagni di liceo. Poco dopo, squillò nuovamente il telefono e un’imprecazione stava per fare capolino tra le labbra della donna.

-Cherie, mi sono giunte voci che non sei nella tua amata Città Eterna: è così?-
Quella voce carica di allegria ed energia non avrebbe ingannato nessuno: Franca era al telefono con Lupin III.

-Sì, sono fuori Roma e ancora indecisa se rientrare o meno: i miei amici festeggeranno tutti fuori città-

-Anche noi siamo tuoi amici e che ne dici di raggiungerci? Rebecca terrà una festa a casa sua, per pochi intimi, ovvero noi, due sue cugine e il fidanzato di quella maggiore-

-Fammi capire: sarete tutte coppie e io dovrò far compagnia alla cugina di Rebecca?-

-Non preoccuparti per la cugina di Rebecca: tu sarai compresa tra le coppie, perché ci sarà una sorpresa. Anzi, la sorpresa te la rivelo, ma tu fai finta di nulla: ci sarà anche il tuo bel Daisuke-

-Ma perché non mi ha avvisata lui?-

-Perché, appunto, voleva farti una sorpresa. Allora, sbrigati a partire e, non appena lo vedrai, fingi di essere stupita al massimo-

-Oooooooh…scusami, sto facendo le prove per lo stupore-

Franca era ironica e faticava a nascondere una irrefrenabile contentezza. Avrebbe detto ai suoi genitori ed alcuni amici che avrebbe trascorso il Capodanno con Valeria e sarebbe partita per Roma.
 
Franca giunse in città la sera del 29 e la prima cosa che fece fu quella di sdraiarsi sul divano, per riposarsi dalle fatiche del viaggio. Chiamò Valeria, che le rivelò di avere una brutta influenza e la loro conversazione telefonica durò quasi due ore. Le dispiaceva mentire a una delle sue più care amiche, ma non aveva fatto alcun cenno alla festa da Rebecca. Si fece consegnare un hamburger ordinato online e scambiò qualche messaggio con Fujiko, che le fece una richiesta. “Domattina passeremo a salutarti e a farti conoscere Junior: sarai in casa?” le chiese via Whatsapp. Junior? Il bambino si chiamava Goemon Ishikawa XIV, infatti, e aveva 6 mesi. Franca accettò la proposta di Fujiko e la mattina seguente accolse la coppia in casa sua.

-Prendilo in braccio- disse Fujiko, rivolta a Franca –pesa un pochino, ma è buonissimo: non si divincolerà-

Franca, con il piccolo in braccio, che, al contrario di quanto era stato detto prima, non smetteva di divincolarsi, fece accomodare la coppia nel soggiorno. Offrì loro da bere un aperitivo analcolico e si parlò del Capodanno da Rebecca.

-Sai, ti abbiamo invitato perché ci sarà una sorpresa per te e…- disse Fujiko

-…lo so, verrà Daisuke, ma io dovrò fingere di non saperne nulla- rispose Franca, un po’ seccata- Speriamo che non avremo la sorpresa di ritrovarci Zenigata tra le scatole, invece-

-Zenigata non è al corrente di questa festa: Rebecca ha fatto il possibile per tenerla segreta- disse Goemon

Fujiko si mise ad allattare Junior e Franca si sentì in imbarazzo, anche perché sentiva di essere osservata da Goemon.

-Non so…posso offrirvi qualcos’altro?- domandò poi Franca, per spezzare un improvviso e strano silenzio.

-No, grazie, ma vorremmo chiederti un piccolo favore: potresti tenerci un po’ Junior? Abbiamo bisogno di far delle compere, compresi gli abiti per Capodanno. Ti lascio tutto l’occorrente, ci sono anche un biberon, delle salviette e dei pannolini. Andiamo in bagno, così ti insegno a cambiare un pannolino-

Franca fu colta impreparata e non poté obiettare. “Sono tornata a Roma per cambiare un pannolino” pensò tra sé e sé. Riuscì solo a domandare quando sarebbero venuti a riprendersi il bambino.

-Prima di cena saremo sicuramente da te. Per qualsiasi problemi puoi chiamarci-

La coppia salutò Franca prima di pranzo e uscì per una mezza giornata di shopping. Junior dormiva beato.

-Ti prego, dormi fino a stasera e non rompermi le scatole, piccolo- mormorò Franca, che poi andò in camera sua.

Aveva voglia di accendere lo stereo, ma non voleva svegliare il bambino. Aprì l’armadio, per guardare il suo guardaroba.

-Non ho un cavolo da mettermi per la festa-

Non aveva abiti abbastanza eleganti per una festa di Capodanno chic. O, almeno, credeva di non averli. Notò, infatti, una gonna di velluto e una maglia con delle paillettes, entrambe di colore nero. Le indossò, sperando che non le stessero strette, dato che l’ultima volta che le aveva addosso era stata dieci anni prima. Le stavano discretamente: poteva tirare un sospiro di sollievo. Andò in soggiorno, Junior dormiva ancora e lo osservava, cercando di capire a quale genitore somigliasse di più e constatò che somigliava più a Fujiko. Anzi, somigliava solo a Fujiko, di Goemon sembrava non aver nulla, ma, quando si tratta di un bambino molto piccolo, di solito è difficile individuare le somiglianze. Gli accarezzò il viso, avendo premura di non svegliarlo, e le piacque sentire sotto le dita le sue guance paffute. Era un bambino bellissimo. Quando la coppia, carica di buste da shopping, tornò a riprendersi il figlio, Franca aveva compiuto il suo dovere: Junior era sazio e il pannolino era stato cambiato per ben due volte.

-Complimenti! Potresti essere una mamma perfetta, Franca! -esclamò Fujiko- grazie ancora per l’enorme favore e dicci quanto vorresti-

-Ehm…in che senso? Cioè vorreste pagarmi?-

-Beh, si, sappiamo che non hai grosse entrate e che sei stata una perfetta tata, quindi…-

-Quindi?-

-Dicci quanto vuoi: in questo periodo abbiamo, per così dire, “racimolato” un po’ di soldini e ne abbiamo anche per te-

-No, grazie, ragazzi, davvero, non c’è bisogno che…-

-Fujiko, non insistere- disse Goemon- Sai che a Franca non interessa entrare nel nostro mondo-

Franca concordava con le parole di Goemon, ma preferì non dire nulla, chiedendo solo di poter cenare con loro, dato che non aveva tempo di cucinare

-C’è un ristorantino cinese qui vicino, si mangia molto bene e fa anche pietanze giapponesi –disse, infatti- così piacerà anche a Goemon. Ovviamente, se vi va, altrimenti non saprei se…-

-Aggiudicato!- esclamò Fujiko.

La sera della festa di Capodanno, Franca, non totalmente a suo agio con i suoi abiti eleganti acquistati in un outlet, si presentò alle cugine  di Rebecca, che sfoggiavano abiti da sera che, senza dubbio, non erano costati poco. Rebecca, invece, indossava un maglione di lana e dei jeans. Tutti erano vestiti in tiro, tranne lei e Franca trovò molto simpatico il gesto imprevedibile della ragazza, soprattutto perché, grazie a lei, non si sentiva a disagio, al cospetto dell’eleganza di Fujiko e delle cugine della milionaria padrona di casa. Doveva fingere di rimanere sorpresa nel vedere arrivare Jigen, che indossava un completo gessato grigio scuro. Bastò un abbraccio di quell’uomo a rimuovere tutte le ansie che avevano investito Franca in quei giorni festivi.

-Mi sa che sapevi già della sorpresa, ho indovinato?- disse lui dopo averle baciato delicatamente le labbra.

-Veramente…sì, lo sapevo, Lupin non è riuscito a non dirmelo. Perdonami-

-Perdonarti di che? Di essere la donna che amo più di me stesso? Ti perdono-

Franca arrossì. I due cercarono un luogo in cui isolarsi, anche solo per scambiarsi dei baci lontano dagli occhi indiscreti, ma si imbatterono in Rebecca e Jigen si sentì in imbarazzo, dopo che Rebecca gli diede un mazzo di chiavi.

-Vi lascio una parte di casa tutta per voi, piccioncini -disse Rebecca- magari tra nove mesi Junior avrà un amico con cui giocare-

Franca rise, per mascherare un certo disagio, dopo l’affermazione della donna.

Tutto era pronto per festeggiare l’arrivo del nuovo anno: la grande tavola apparecchiata, come in un ristorante, era al centro del sontuoso soggiorno che Rebecca aveva fatto decorare al meglio. Jigen e Franca decisero di non isolarsi ancora nella parte di casa che la milionaria aveva riservato loro e interagirono con gli altri invitati. Lupin, ormai legato ufficialmente a Rebecca, almeno secondo le parole di quest’ultima, si comportava come una sorta di padrone di casa e anima della festa, con la sua vitalità e vivacità.

-Propositi per il nuovo anno? Ne avete? Facciamo un gioco: scrivete i vostri propositi in forma anonima, me li date e tra una portata e l’altra li leggiamo. Robson, ci potresti portare carta e penne?-

-Ma non era meglio giocare a tombola?- disse Rebecca –io ero pronta a tirarla fuori-

-Perché non pensiamo a mangiare? Tra mezz’ora dovrò allattare Junior e…- affermò Fujiko

-Sì, ma piantala, non puoi condizionarci-disse Goemon -io il gioco lo voglio fare-

Franca non si pronunciò, anche se, probabilmente, tra gli invitati, era quella che aveva più propositi o, meglio, desideri.

-Facciamo il gioco dei buoni propositi e a fine cena potremmo giocare a tombola- disse Jigen e tutti, alla fine, accolsero la sua proposta.

La cena e i giochi comprendevano l’arrivo della mezzanotte e l’inizio del nuovo anno. “Cin cin”, “Cheers”, “Kanpai”…i termini che accompagnarono il brindisi furono pronunciati tutti e i festeggiamenti si protrassero fino a tarda notte.
 
La festa era finita intorno alle 3 di notte e Franca e Jigen si erano ritirati nella parte di casa che Rebecca aveva loro riservato e, nonostante l’orario, sentirono il bisogno di un momento di intimità.

-Hai indovinato di chi erano i buoni propositi del gioco?- disse Franca, abbracciata a Jigen, che le accarezzava i capelli.

-Credo di sì: “Prendermi qualcosa che ancora non ho” poteva essere di Lupin oppure di Fujiko; “Essere più altruista” o era di Rebecca o di Fujiko; “Allargare la mia famiglia” era di Goemon senza dubbio…com’era l’altro? “Comprare un gatto persiano”…forse era della cugina minore di Rebecca, dato che l’altra non ha voluto partecipare al gioco. Poi c’erano: “Raggiungere la serenità” e “Aiutare chi amo ad avere maggiore serenità”. Erano molto simili. Il secondo era il mio-

-Credo tu abbia indovinato di chi fosse il primo-

I loro sguardi si incrociarono, seguirono dei baci e Jigen sorrise.

-È il primo Capodanno che festeggiamo insieme,- disse poi –è stato molto bello. Tornerai dai tuoi fino all’Epifania?-

-Non lo so-

-Noi partiremo tutti, Rebecca compresa: farà un viaggio con Lupin a Parigi. Mi spiace doverti salutare domani dopo pranzo-

-Non importa, se il mio buon proposito per il nuovo anno deve essere raggiungere la serenità, è giusto che io inizi a pensare in modo più positivo: ho trascorso una bellissima festa con l’uomo che amo e questo mi basta. Carpe diem, si dice, no?-

-Hai ragione. Anche io voglio pensare a qualcosa di positivo: voglio dormire fino a tarda mattina-
Risero.

La mattina seguente il telefono di Franca squillò, mentre Jigen dormiva ancora.

-Una malada gon vebbre e ravvreddore di dà gli auguri di buon anno…babbabia, sdo morendo!-

Era Valeria, con la sua immancabile ironia.

-Buon anno, scema!-
 
 
 Buon anno a tutti da Fujikofran
 https://www.youtube.com/watch?v=_2iNiApmK9k
   
 
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