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Autore: princess_sweet_94    03/01/2018    1 recensioni
Dimenticate tutto quello che sapete sulle Pretty Cure: niente cattivi che vogliono conquistare il mondo, niente principesse o regine in pericolo, niente folletti che donano poteri alla prima bionda/rosa di passaggio... ma una semplice scuola media che, ereditata dalla pro-pro-pro-pro-nipote del suo fondatore, rivelerà un segreto che risale agli albori della creazione dell'Universo.
Sette Anelli per sette ragazze che, sulle proprie spalle, prenderanno il potere di proteggere sé stesse e ciò che hanno di più caro. Tra battaglie all'ultimo respiro e problemi di tutti i giorni, impareranno a crescere e conoscersi diventando, contro ogni aspettativa, non più un gruppo di amiche... ma una famiglia.
✨✨✨
{Scritta a quattro mani con bambolinarossa98}
Genere: Azione, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era difficile concentrarsi sul foglio che le stava davanti quando, con un suono insistente e continuo paragonabile solo all'acqua che bolle in una pentola, il fornello a forma di frullatore poggiato sul tavolino espandeva nell'aria un intenso profumo di caffé. Hikari prese la penna, una stilografica nera e lucente tanto da far schifo, e ne posò la punta sul foglio un po' tremante: la sua firma. Doveva solo mettere la sua firma per autorizzare il Club di Kendo ad usare la palestra, il giorno dopo, per le selezioni. Solo questo.
Strinse le labbra, sentendo una goccia di sudore colarle lungo la fronte, concentrata su quella breve linea retta che aspettava solo di ospitare il suo nome. Strinse gli occhi ed abbanonò la penna sul foglio, con un gemito, prendendosi i lunghi capelli castani tra le dita e stringendoli, abbandonando la testa sulla poltrona.
« Non posso farlo! Non posso! » esclamò, una lieve nota isterica nella voce carica di disperazione.
Serena si aggiustò gli occhiali quasi trasparenti con un gesto della mano, sfiorando i lucidi capelli castano scuro chiusi in una crocchia, con diverse ciocche e la frangetta che le sfuggivano sul davanti. Non si voltò neanche, riempiendosi una tazzina di porcellana con il caffé che ancora bolliva sul fornello.
« Non riesci a mettere una firma? » chiese, tranquillamente, portandosi la tazzina alle labbra. Hikari strinse per un attimo le ciocche tra le mani, poi abbassò il capo puntando gli occhi castani sulla sua assistente.
« Serena... » mormorò, mantenendo uno sguardo da bambola di porcellana « Io sono diventata Direttrice di questa scuola tre giorni fa. Io. Direttrice. Della scuola che frequento. »
« E allora? » domandò pigramente la donna.
Hikari sembrava sul punto di mettersi a piangere « Serena io ho quindici anni. Non posso essere la Direttrice di una scuola! »
« Ma lo sei. »
La semplicità con cui la donna pronunciò quelle parole la colpì come una doccia fredda, riducendola ad un silenzio rassegnato: lei non capiva. Lei non poteva capire come ci si sentisse a girare per la scuola ed essere osservata, indicata e borbottata; come tutti, studenti e i professori, fossero divenuti d'un tratto servili e gentili con lei, quando fino a pochi giorni prima non facevano altro che riprenderla e deriderla per il suo scarso rendimento scolastico: parliamoci chiaro, Hikari era tra le studentesse peggiori dell'istituto quando si trattava di studiare.
« Io non voglio essere la Direttrice di questo istituto » ripeté, come aveva fatto spesso in quegli ultimi giorni « Non sapevo neanche che fosse stato un mio avo a fondarla e mi rifilate in poltrona dalla sera alla mattina, fregandovene altamente di quello che voglio io... e poi pretendete anche che svolga il mio lavoro come si deve! » esplose, dando sfogo a tutte le sue frustrazioni « Io so a malapena risolvere un'equazione non potete davvero aspettarvi che diriga un'istituto! » finì, sbattendo i pugni sul tavolo.
Quando l'eco del botto si fu dissolto (che fa anche rima), Serena mise giù la tazzina e sospirò.
« Hai finito? » chiese.
Hikari sentì le lacrime di frustrazioni e desolazione pungerle gli occhi, e abbandonò la testa sulla scrivania. « Si » gemette.
« Ottimo. Allora torna al tuo lavoro, hai ancora un sacco di cose da fare » ricordò, aggiustandosi gli occhiali. Hikari tirò su con il naso e si drizzò, riprendendo la stilografica e poggiandola sul foglio senza esitazione lasciando, con un movimento del polso, il proprio nome scritto con l'inchiostro nero. 


Hikari Sadawa
 

Si morse il labbro, sentendo lo stomaco stringersi guardando quei simboli impressi sulla carta: era come se, con quella firma, avesse decretato la propria condanna.












Angolo delle cose:
princess_sweet_94: quando le Pretty Cure incontrano bambolinarossa... beh, non poteva uscirne niente di buono.
bambolinarossa98: ehi, eri d'accordo anche tu sul fatto che avessi avuto un'idea geniale!
princess_sweet_94: *sospira* Tecnicamente l'idea di scrivere una storia sulle Pretty Cure è stata mia, ma lei ha trovato l'ispirazione per la trama di base (e lo confermo, sí, è stata geniale). Ad ogni modo, speriamo che la storia sia di vostro gradimento.
bambolinarossa98: non mi sono mai cimentata in questo fandom ma la cosa si prospetta interessante...
kukuku!
princess_sweet_94: credevo che fosse solo Caroline a farmi paura... evidentemente mi sbagliavo.
bambolinarossa98: bando alle ciance e ciancio alle bande, noi ci vediamo al prossimo chappy!
princess_sweet_94: alla prossima!
Baci,
princess_sweet_94 & bambolinarossa98
  
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