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Autore: mary romanziere    04/01/2018    2 recensioni
Dolore. Una semplicissima parola che racchiude in se un grande significato.
Piccola one shot d'esordio nella categoria originale.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Buona sera a tutti! Intraprendo il mio esordio nella categoria originale con questa piccola one-shot. Spero vi piaccia, un bacio.

Dolore, una semplice parola. Leggendo questo termine sul vocabolario o su wikipedia per gli amanti della tecnologia, il suo significato viene associato ad un sentimento negativo presente nell'animo umano, o al dolore fisico, quello che ci si procura quando ci si ferisce. Più di un semplice graffio o qualcosa di più grave come la dislocazione di una caviglia o molto peggio. Questa visione così fredda e asettica di questo termine, vista dall'esterno magari potrà sembrare quasi stupida, superficiale, ma la realta è che non si tratta di un semplce sentimento negativo o di un aspetto fisico.
E' una voragine...
Un baratro da cui è difficile uscire, da cui sei circondato costantemente. Un po' come cadere nel gran canyon e non riuscire più a risalire. Non puoi scacciarlo o esiliarlo, sta li pronto ad emergere in qualsiasi momento pronto a buttarti giù alla prima buona occasione. Non puoi liberartene.
O forse si?
Il giorno in cui moriremo smetteremo di soffrire, almeno questo è ciò che penso.
Inizia tutto quando nasci. Inizi a vivere e a capire, e ogni tanto soffri. Fa parte di noi, della nostra natura. Da piccoli stiamo male per banalità. Per una caduta, un giocattolo a cui teniamo che si è rotto, qualcosa che desideravamo ma ci è stato negato. Cose futili, banali.
Crescendo arriva il bello. Vai a scuola, inizi con il frequantare la scuola dell'infanzia, inizi ad avere il primo amico o amica. Dipende, se si è maschi o femmine. E li inizi ad avere le prime delusioni ed il dolore inizia a diventare più intenso e profondo, inizi a concepire il senso di delusione che ti assale quando qualcuno a cui ti eri affezionato ti tradisce preferendo qualcun'altro al posto tuo.
Crescendo le cose non migliorano, anzi, è sempre peggio.
La società è complicata e come puzzle e tu devi riuscire a trovare il tuo posto, devi essere scaltro, crearti una posizione, gli amici giusti. Se non ci riesci diventerai uno scarto, inutile, il rifiuto, ciò di cui tutti inizieranno a prendersi gioco di te.
Già dalle elementari inizia questo stupida lotta alla popolarità, già da allora è possibile stabilire chi sarà il boss e chi lo zerbino. Chi il bullo e chi la vittima.
Sembra quasi stupido concepire che dei bambini in tenera età, siano già in grado di concepire chi è migliore di un altro. Ma purtroppo è così, fin da piccoli si può capire chi sarà il vinto e chi il vincitore.
Se sei fortunato crescendo riuscirari a dare un senso a tutto, a trovare un piccolo posticino nella gerarchia della vita, con qualche amico che ti dia fiducia e ti mostri almeno un po' di amicizia. Se un po' meno verrai umiliato, deriso, scernito per il resto della tua vita.
Essere la vittima non è un ruolo che scegliamo, semplicemente ci viene imposto dalla società. Gli standard da seguire sono semplici.
Il primo è la bellezza. Hai un difetto? Preparati a ricevere eterne critiche su quel tuo piccolo, misero, insulso difetto. Può essere qualsiasi cosa, un naso non proprio perfetto, un semplice paio di occhiali, un corpo un po' rotondetto, una statura un po' troppo bassa o un po' troppo alta, acne, nei, apparecchio ai denti... Ce ne sono a milioni di difetti estetici da elencare.
Se sei un po' fortunato e nasci con un carattere forte e carismatico, riesci a compensare la tua poca bellezza esteriore con la bellezza interiore.
Non fraintendetemi, non sempre le persone brutte sono fragili e docili, indifese come vengono descritte nei film o quant'altro. Delle volte possono essere burbere, forti. Avere una tale tenacia da far passare in secondo piano i loro difetti estetci.
Mi è capitato, in passato, di incontrare gente davvero poco attraente, per non dire orribile. Ma caratteralmente compensavano completamente la loro bruttezza. Spesso vedevo gente davvero inguardabile avere più partner di altre persone talmente belle da far invidia ai protagonisti del mondo dello spettacolo. Ed il motivo era semplicissimo. Avevano carattere, grinta, tenacia, carisma, simpatia.
No, io non faccio parte di questa categoria. Da un lato ne sono felice, almeno so di non essere tanto orribile esteticamente. Ma dall'altro lato me ne dispiaccio.
Poi ci sono i bellissimi. Quegli esseri immondi che si sentono al centro del mondo solo perché madre natura è stata generosa con loro e li ha resi bellissimi, senza difetti, senza imperfezioni. Con corpi perfetti e visi altrettanto perfetti. Li detesto. Forse anche più di quelle persone brutte ma con un carattere attraente.
I bellissimi sono i peggiori, si sentono intoccabili, credono che gli basti schioccare le dita per avere tutto. Si sentono in dovere di criticare tutto e tutti, non si curano mai delle persone che gli stanno intorno, del fatto che le loro parole possano ferire e segnare l'autostima di molte persone magari meno belle e perfette di loro.
Un'altra categoria che non riesco a tollerare...
In realtà odio tutto e tutti, detesto il mondo intero, chi sorride, chi ha schiere di amici pronti a correre in loro soccorso al primo problema.
Forse è quella la categoria che sopporto di meno, quelli che possiedono una miriade di amici, quelli che hanno sempre qualcuno pronto a correre in loro soccorso. Li odio.
Perché io non ho un amico?
Perché nessuno ha mai cercato di comprendermi?
Perché nessuno ha mai guardato sotto la maschera?
Perché.. Perché.. Troppi perché, non riuscirei a dare un senso a tutte queste domande.
So solo che è stato un inferno senza nessuno pronto ad aiutarti solo con le tue lacrime, quelle che ti hanno accompagnato per tutta la vita, quelle che ancora adesso sono pronte ad emergere, ma non vuoi versare perché fa male, perché non vuoi essere triste, sei stanco di essere triste, di chiederti...
"Perché non vado bene a nessuno?"
La cosa anche peggiore è che c'è gente che si diverte nel vedere soffrire gli altri. Purtroppo, esiste anche questa categoria.
Persone che godono del vedere la gente star male. Sono forse gli esseri più subdoli a questo mondo, loro vivono solo per tormentare, per infastidire gli altri. Basta poco per renderli felici. Un livido, una caduta, un pugno, un po' di sangue, delle lacrime. Sono conosciuti anche come bulli ai tempi d'oggi. Già, i bulli...
Ricordo che alle superiori di bulli intorno a me ne avevo parecchi. La cosa peggiore è quando cerchi di difenderti, ma poi capisci che è inutile, che non smetteranno mai, che non finirà mai. Per liberartene hai una sola opportunità, cambiare scuola. Perché difenderti non serve a nulla se non hai nessun amico che ti appoggia. Ma poi capisci che nemmeno quello servirà. Magari hanno amici nella tua nuova scuola, amici anche più subdoli e malvagi. Che chiacchierando con i tuoi ex aggressori verranno a sapere ciò che cercavi di nascondere, ciò che volevi non accadesse. Ed ecco che ricomincia. Le botte, le lacrime, gli spintoni, gli scherzi, le ingiurie.
E li la tua voglia di vivere, di studiare decolla ed inizi a prendere brutti voti, ad andare male a scuola, a non voler studiare, a voler smettere di star male.
Dicono che bisogna denunciare, informare, presidi, insegnanti, genitori. Ma come puoi difenderti da gente influente? Persone che possono mandarti sull'astrico. Giovani, figli di persone importanti in grado di rovinare la tua famiglia con uno schiocco delle dita. Non puoi. Allora sei costretto a stare zitto e sopportare, sopportare in silenzio.
E piangi,piangi continuamente, di giorno, di notte, è indifferente, perché pensi che non avrà mai fine. Sarà un tormento continuo, un susseguirsi di violenze fisiche e psicologiche senza fine.
La cosa peggiore è quando ti ritrovi a non avere nessuno, nessuno a cui aggrapparti, nessuno che ti porga una mano e ti dica:
"Io sono qui! Sfogati, ti ascolterò!"
Lì inizi a perdere fiducia nelle persone. Quando vieni continuamente criticato, giudicato. Inadeguato, sbagliato, fragile. Ma tu cerchi di essere forte e di non farti sottomettere. Eppure non ci riesci.
Poi arrivano loro. Quelli con il carattere agressivo, quelli che solo a gurdarli fanno paura. Quelle persone che attacano briga per un non nulla. Quelli che si credono migliori di altri solo perché non hanno mai avuto bigogno di nessuno. E cercano di darti insegnamento, si sentono dei maestri della sopravivenza, ma non capiscono, non ti comprendono.
Una volta uno di loro mi ha chiesto. "Perché ti picchiano? Perché ce l'hanno con te?"
Lì ho risposto. "Non ne ho idea! Semplicemente non sono come loro."
Poi fa male sentirsi dire "non sei come noi!".
Vorrei riflettere su questa frase. Che significa? "non sei come noi"?
Mi chiedo ancora oggi che significa... Ma una cosa l'ho capita.
Non voglio essere come nessuno. Voglio essere ciò che sono. Un essere sbagliato, una pecora nera in un gregge di pecore bianche. O forse... una pecora bianca in un gregge di pecore nere? Ma che signigìfica essere bianco o nero?
Allora è vero che dobbiamo seguire uno standard. Se esci dalla prospettiva sei sbagliato, diventi il colore che macchia la tela.
E' ampio questo argomento, potrei cimentarmi per giorni, mesi, anni... Non finirei mai.
Questo argomento è anche fin troppo complesso. Ci sono talmente tante cose che rendono le persone diverse l'una dall'altra. Il colore degli occhi, il colore dei capelli, della pelle, la nazionalità, la lingua, il sesso, l'orientamento sessuale. Poi non so...Il carattere, un'opinione, gli hobby, le passioni, il modo di approcciarsi, la religione. Qualsiasi cosa ci rende diversi gli uni dagli altri, anche la più misera. E' proprio questo che mi da sui nervi. Perché delle volte bisogna fare discriminazioni anche sulle cose più futili. Proprio non lo sopporto.
Comunque...
Spesso capita, quando meno te lo aspetti. Arriva qualcuno, una sorta di salvatore onnipotente che scaccia via tutti i mali. O semplicemente una sorta di amico che ti difende, una persona che viene in tuo soccorso e allontana le persone che vogliono aggredirti. Lì ti senti felice, inizi a pesare di aver trovato finalmente qualcuno che a te ci tiene veramente. Una persona a cui sei simpatico, a cui piaci. Non è vero che bisogna per forza innamorarsi del proprio salvatore, lo si puo considerare semplicemente un amico o un amica. Quell'amico/a che per tanto tempo hai atteso e che finalmente hai trovato. Almeno era ciò che vedevo io. Degli amici, persone a cui ti affezioni, con cui esci, condividi dei momenti insieme, magari ti confidi e poi ti tradiscono.
Si. Ti tradiscono. L'ho detto in modo molto leggero, superficiale e inappropriato. Ma per me è quasi una routine essere tradita, fidarmi e poi stare male. Mi è capitato fin troppo spesso. Esempi ne potrei citare tanti, fin troppi. La cosa che ti dilania... è quel dolore sordo nel petto che senti quando ti rendi conto che coloro che consideravi amici. O colui, o colei che condideravi amico o amica, ti stavano accanto, sopportavano la tua nauseante presenza. Solo perché gli servivi. Avevano bisogno di te. Non perché gli eri simpatico. Solo perché gli servivi.
I motivi del perché la gente ci sfrutta? Sono infiniti.... poi variano da persona a persona. E qualsiasi esso sia fa male. Fa così male che solo a parlarne senti gli occhi inumidirsi e lacrimare incontrollati. E poi ti chiedi perché. Perché sei così patetico? Perché devi soffrire? Sempre.
Non riesci a comprenderlo e ci stai ancora più male.
La cosa peggiore è che il dolore che ti arrecano i tuoi aggressori fa meno male. Le botte, i calci, i pugni, le parole crudeli, fanno meno male. Almeno sai già che loro ti feriranno. Sai già che cercheranno di arrecarti male in ogni forma e maniera. Perciò sai già che ci soffrirai.
Ma la delusione profonda che scaturisce quando qulcuno a cui ti affezioni ti tradisce fa molto più male. Quella è indescrivibile. Ti ferisce davvero tanto, magari cerchi di non pensarci, vuoi convincerti che non fa nulla, che non ne vale la pena. Ma la verità è che vuoi piangere, inginocchiarti sul pavimento e urlare, urlare a squarcia gola contro il mondo. Urlare il tuo dolore, quello rinchiuso nel tuo petto. Quello che ti sta squarciando dall'interno, che non puoi esprimere, che ti fa sentire solo ed inutile.
Continui a chiederti. Perché ce l'hanno tutti, continuamente con te? Perché ti ritovi continuamente di fronte gente che ti ferisce? Che ti fa star male?
Non ne puoi più. Non ce la fai più. E piangi in silenzio, di nascosto, di notte, sotto le coperte. Quando sei certo che nessuno ti sentirà e ti giudicherà. Tanto si sa già che nessuno ti capirà. Nessuno ti porgerà una mano e una spalla su cui piangere. Sapranno solo dirti di rialzarti e lottare. Ma a volte è difficile rialzasi. Ci si stanca. La vita è stancante.
E poi ricomincia tutto da capo, ogni giorno. Le botte, le prese in giro. Nessuno ti porgerà mai una mano. Ormai sei diventato lo zimbello, quello da trattare come un animale.
Credo che la beffa maggiore siano quelle idiozie che sentiamo continuamente in TV sulla lotta alla legalità. Tutte quegli stupidi messaggi contro il bullismo, il razzismo o l'omofobia.
Dio.... Quante cazzate che devo ascoltare.
Un ricordo mi sorge in mente. Durante le superiori, credo al terzo anno, i miei insegnanti avevano praticamente costretto la nostra classe ad unirsi ad un progetto contro il bullismo. Tanto per aumentare il livello di ipocrisia già presente in questa società.
Quelli furono tra i giorni peggiori della mia vita. Le idiozie che dovevo sorbirmi ogni pomeriggio da quei dannati pscicologi del cazzo erano esorbitanti. Balle sulla fiducia, l'onestà, il rispetto reciproco. Nulla di più nauseante.
Una mattina l'insegnante di italiano approfittando dell'assenza dell'insegnante di chimica, decise di organizzare un incontro con quei dannati psicologi.
Mi chiedo io? Avevamo ben tre ore di buca. Le ultime tre ore. Dove potevamo benissimo andarcene a casa e starcene ognuno in santa pace per i fatti nostri.
No! Quella stronza deve costringerci ad ascoltare tutte quelle idiozie.
Alla beffa si aggiunse anche il danno. Lo so di solito la frase corretta e: Al danno si aggiunge la beffa. Ma nel mio caso è stato il contrario.
Sempre l'unsegnante di italiano, era perfettamente a conoscenza del mio pessimo, per non dire catastrofico, rapporto con il resto della classe. Perciò, pensò bene di usufruire di quell'occasione per risolvere la situazione. Mai idea fu più sbagliata.
Dopo aver sentito per quasi un'ora la prof. e la psicolaga. Dicidono di fare un gioco sulla "fiducia".
In pratica ognuno di noi doveva scrivere su un foglietto il nome del compagno di cui ci fidavamo di più, poi a turno avremo dovuto consegnare il suddetto foglietto all'insegnante. Dopo di che, la persona, cui nome era riportato sul foglietto, doveva posizionarsi alle nostre spalle. E li dovevamo lasciarci andare tra le braccia della nostra "persona fidata".
Personalmente... Io su quel foglio non scrissi il nome di nessuno. Ad essere sincere volevo scrivere un nome. Non volevo fare la parte dell'asociale. Ma non ci riuscivo. Non potevo mentire a me stessa in quel modo, anche perché dopo non sarei mai riuscita a gettarmi tra le braccia della persona dietro di me senza alcun timore.
Ricordo che la professoressa rimase notevolmente colpita dal mio foglio bianco. Ci isolammo a parlare per un bel po'. Mi sentivò così sciocca. Anche adesso, mentre descrivo questo ricordo ho la stessa sensazione, lo stesso dolore. Da li ebbe inizio il peggio.
Quell'insegnante si impuntò nel voler capire da dove scaturisse l'odio che l'intera classe provava nei miei confronti. Fu davvero assurda la faccia della psicologa quando si rese conto che in realtà non c'era un motivo, lo facevano per puro divertimento.
Mi sentivo così a terra, umiliata. Ricordo le parole di una delle mie compagne. Quella volta si era impuntata nel volermi aiutare.
Diceva: "Ti aiuto io! Se ti danno fastidio non esitare a venire da me!"
Tutte belle parole. Ma in realtà, voleva solo farsi bella con l'insegnante per il fatto che andasse male nella sua materia. Poi non è mai corsa in mio soccorso. Al contrario. Alzava due ragazzi contro di me, invogliandoli nell'infastidirmi maggiormente.

Non so nemmeno perché abbia cambiato drasticamente argomento, riportando qui questi mio ricordo.
Dove eravamo rimasti? Ah, si! Il fatto che veniamo trattati come animali.
E' esilarante il fatto che i politici, non so, gente dello spettacolo, studiosi, ricercatori e chi più ne ha più ne metta, lottino giornalmente per la lotta ai diritti umani, quando poi alla fine... Ci ritroviamo nel dover vivere costantemente con la consapevolezza che nessuno ci rispetterà mai se non abbiamo un ruolo determinante nella loro vita.
Riflettendoci attentamente. Forse le uniche persone che ci amano veramente, senza secondi fini sono i nostri genitori. Coloro che ci mettono al mondo. Quelle persone che ci crescono ci educano, ci insegnano come comportarci in questo mondo meschino.
Ma inizio a credere che forse tutto dipende seriamente da come veniamo educati. Se ci viene insegnato il rispetto, portiamo rispetto. Se ci viene insegnato ad essere superbi, altezzosi, boriosi, non possiamo far altro che essere tali.
Perché i bambini, quando nascono, non sanno nulla. Non sanno parlare, camminare, mangiare. Nemmeno le cose più basilari, sono contemplate nella loro mente. I loro genitori sono responsabili anche di questo.
Poi c'è anche da dire che ognuno ha il suo carattere.
Si può essere estroversi o introversi. Socievoli o timidi. Gentili o arroganti. Cocciuti o malleabili. Siamo tutti diversi, su questo non ci piove.
Credo che ciò che alimenti il dolore sia anche questo. Il modo in cui veniamo cresciuti. Delle volte non in tutte le famiglie è possibile esprimere se stessi.
Magari vogliamo fare un tatuaggio? Ma i nostri genitori ce lo vietano. Semplicemente, perché a loro non piace.
Adoriamo la musica punk? E ci prendono per dei pazzi satanisti.
Non crediamo nel loro dio? E allora pecchiamo.
E' tutta una ruota che gira, gira, gira. Ti ritrovi a dover esiliare il tuo vero io, da qualche parte dentro di te.
Perché?
"Non ti comporti da persona matura!" Ti viene detto.
Ma... Che significa essere maturi?
Per come la vedo io per essere maturi, non bisogna obbligatoriamente comportarsi in maniera perfetta ed impeccabile, sempre. Si può anche fare qualche piccola follia. E' ciò che ci rende umani. E poi... penso che si può essere maturi anche se a trent'anni giochiamo ancora con i videogiochi. Non bisogna per forza escludere ciò che ci allieta per essere adulti.
Mi viene in mente un altra cosa.
Vi è mai capitato di trovarvi ad avere a che fare con una persona boriosa?
A me, putroppo si. E vi assicuro che è un'esperieza a dir poco esasperante.
Le persone boriose sono quanto di più insopportabile si possa concepire. Si credono migliori di tutto e tutti in qualsiasi ambito. Anche in ciò che non è di loro competenza. Tendono a criticarti e sminuirti in continuazione, ed il bello è che sono più che convinti di aiutarti imponendoti la loro opinione.
Sono quanto di più odioso una persona possa incontrare sulla sua strada. E sono in grado di arrecarti un'immensa quantità di dolore grazie alle loro continue critiche.
Qualsiasi cosa tu farai, non importa quanto impegno ci metti, quanta determinazione. Avrai sempre sbagliato tutto. Criticheranno di te ogni singolo dettaglio. A partire dal colore di tuoi occhi o capelli, sino al mignolo della tua mano. Qualsiasi cosa, non andra mai bene. E se per sbaglio scoprono che tu sai realmente fare qualcosa meglio di loro, preparati al peggio.

Sono un po' stanca. Continuare a menzionare persone ed episodi negativi non cancella il dolore presente nei nostri cuori. Esternare le proprie sofferenze fa bene, ci aiuta a sentire un po' meno il peso di tale dolore. Ma non lo cancella. Quello rimane e ci cambia nel profondo.
Ci rende diversi, almeno io sono diversa, una persona totalmente diversa dalla bambina che ero ai tempi dell'asilo, alle elementari, alle medie e alle superiori.
Il dolore ci cambia. Ci cambia nel profondo.
Ci rende più schivi e attenti. Impariamo a non fidarci di nessuno e a mantenere una certa distanza con tutto e tutti. Provare dolore ci rende anche chiusi ai sentimenti, ci impedisce di fidarci totalmente di qualcuno. E' brutto, pensiamo sempre che dietro ogni gesto ci sia un secondo fine. Che quella persona possa tradirci da un momento all'altro.
E' più forte di noi. La visione della vita diventa negativa. Non riesci ad abbandonarti mai totalmente a qualcuno per paura di soffrire di nuovo. Magari speri di sbagliarti e quando accade ne sei felice. Ma quella sensazione di inadeguatezza ti accompagna, lo farà sempre. Ti farà sentire sempre sbagliato agli occhi di tutti e ne soffrirai.
Il dolore è una spirale che ci accompagnerà sempre e per sempre, purtroppo.
Provarlo è umano, non c'è nulla di male in tutto ciò. Fa parte di noi esseri umani.
Gli umani sbagliano, sono imperfetti. Peccato che in molti siano convinti del contrario, perciò arrecano sofferenza al prossimo. 
Adesso vi lascio, un saluto e siate voi stessi. Sempre.
MARY
   
 
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