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Autore: Rumyantsev    04/01/2018    1 recensioni
[Suburra]
Il fatto che avesse deciso di convivere con una negra e pure zoccola la diceva lunga sull’opinione che Aureliano Adami aveva del pregiudizio e dell’amore “convenzionale”.
[Aureliano/Spadino]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Scritta per l'undicesima edizione del P0rn Fest indetto da Fanfic_Italia su Lande di Fandom con il prompt "Alberto Anacleti /Aureliano Adami, Fantasie". 


Elucubrazioni sull’amico perso


Il fatto che avesse deciso di convivere con una negra e pure zoccola la diceva lunga sull’opinione che Aureliano Adami aveva del pregiudizio e dell’amore “convenzionale”. Era successo, l’aveva accettato e non era sano che uno come lui si trovasse a questionare la propria moralità. Già la parola “moralità” faceva sorridere sulla sua bocca, ma si amava anche tra i criminali, forse anche più intensamente quando si aveva la sensazione costante di avere la vita che fugge sulla punta delle dita. Non era giusto doversi sentire ipocriti per aver accettato di amare una negra e rifiutato l’idea che un suo amico – qualcuno cui doveva più di quanto avrebbe mai potuto rendergli – amasse lui. Non era giusto pensare che aver insultato un frocio lo rendesse ingrato.
Ancora più di questo, era assurdo che il suo unico pensiero fosse che forse, forse sarebbe valsa la pena tenersi un frocio de merda accanto per conservare un’amicizia per lui preziosa – non senza imbarazzo – quanto l’amore della sua donna.
Magari il nucleo del problema era che non riusciva a capire come fosse potuto succedere.
Cosa pensava Spadino quando – cazzo! – l’aveva baciato sulla bocca? «M’hai cambiato la vita»? Sì, ma non bastava, perché la sua vita era cambiata per colpa di e grazie a Spadino, ma non per questo l’aveva baciato.
Cosa pensava quando era assieme a sua moglie? Quando era assieme a lui, Aureliano? Quando gli aveva detto di spogliarsi? Quando si era spogliato davanti a lui? Quando gli aveva toccato la schiena nuda, mentre si bagnavano di fango, cosa aveva provato Spadino?
Ricordava il suo tocco sgarbato, sbrigativo. Non aveva comunicato altro che la sua riluttanza a trattenere le mani su di lui. Ed era quasi come sentirlo sulla pelle ancora… Era sentirlo sulla pelle attraverso la sua stessa pelle. Attraverso le mani che seguivano le clavicole immaginando di essere quelle di Spadino, per capire, per sentire. Scivolare su sé stesso, esplorarsi come se non si fosse toccato mai, rincorrere un desiderio non suo tra i tatuaggi sul suo addome, la vergogna di scoprire che per afferrarsi era dovuto tornare con la mente a quei momenti in cui Spadino era stato suo amico.
Poco importava che fosse ridicolo anche solo il suo nome, che quell’idea non avrebbe neanche dovuto sfiorarlo. Si era imbrattato la mano di bianco e niente avrebbe mai potuto ripulire la sua coscienza nera da tante cose, oltre che quella.
Ma “il tuo treno è lontano come un anno”, no, Spadì?
Non che lo avesse mai voluto davvero. Erano solo fantasie.

   
 
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