Fumetti/Cartoni americani > I Peanuts
Ricorda la storia  |      
Autore: Biblioteca    05/01/2018    7 recensioni
Giorno: 1 gennaio.
Charlie Brown si è ripromesso che sarà un anno diverso.
Ma andrà davvero così?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Brown, Linus van Pelt, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Auguri, Charlie Brown'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(alla fine di questa storia c'è un messaggio per voi)

“Un altro anno è passato.” Sospirò Charlie Brown osservando la neve che ricopriva tutto il campo da baseball di bianco, in forte contrasto con il cielo grigio scuro che prometteva tempesta.
Linus, al suo fianco, non poteva succhiarsi il pollice per il freddo; teneva le mani in tasca e la sua fedele coperta lo avvolgeva come una sciarpa.
“Non sei contento Charlie Brown? Anno nuovo, vita nuova, dicono.”
“Lo so. Ma in quanti poi rispettano davvero questo detto?”
I due rimasero in silenzio.
In lontananza scorsero Lucy e Violet che lavoravano a un pupazzo di neve.
“Sai, pensavo che forse per cambiare davvero, dobbiamo iniziare con l’abbandonare le nostre abitudini.”
“Che intendi dire Linus?”
“Che se tutti noi cambiassimo qualcosa, anche solo una, di noi stessi, forse gli altri cambierebbero con noi…”
“Oppure farebbero di tutto per riportarci a ciò che eravamo, non risconoscendoci più.”
“Ti riferisci a qualche esperienza personale, Charlie Brown?”
“Dimmi, se Pig-Pen si lavasse, tu saresti in grado di riconoscerlo?”
“Ah… Ecco…”
“E gli altri lo riconoscerebbero?”
Linus non rispose.
“Mi hai capito. E tu rinunceresti alla tua coperta?”
Linus istintivamente afferrò la coperta e fece un balzo indietro.
“Vedi? Mi hai capito benissimo.”
Charlie Brown calciò un sasso non ancora del tutto sepolto dal bianco. Vide Peperita Patty e Pig-Pen passeggiare assieme ridendo. Forse stavano parlando dei fuochi d’artificio della sera prima.
“E tu invece, Charlie Brown? Cosa vorresti cambiare di te stesso e pensi che non sarai mai in grado di farlo?”
Charlie Brown non rispose, ma si incamminò verso la città facendo un piccolo cenno a Linus. L’amico lo seguì e insieme arrivarono davanti alla casa della ragazza con i capelli rossi.
“Vuoi deciderti a lasciarla perdere?”
“No. Voglio decidermi a parlarle di persona. Un buon proposito che avevo scritto su un foglietto da appendere sopra al camino. Ma Snoopy lo ha mangiato.”
“Oh. Mi dispiace Charlie Brown. Non sapevo di questa tradizione dei foglietti appesi al camino.”
“L’ho inventata io.”
“Che cosa ridicola!”
A parlare era stata Lucy, comparsa all’improvviso insieme a Violet. C’erano anche Peperita, Pig-Pen e Schroeder. Charlie Brown li osservò domandandosi come fosse possibile una coincidenza così pazzesca.
“È anche peggio dell’idea del Grande Cocomero di mio fratello! Che senso ha appendere i buoni propositi sopra al camino?”
Charlie Brown non rispose.
“Già Ciccio, che senso ha inventarsi una tradizione se poi sei tu il solo a seguirla?” chiese Peperita.
Charlie Brown rimase in silenzio.
“E poi a cosa serve fare dei buoni propositi? Se ne parla ogni anno, poi tanto tutto resta uguale.” Affermò Pig-Pen.
Charlie Brown non commentò.
“Io ho fatto un buon proposito. Voglio organizzare una festa per l’anniversario di Beethoven e fare le cose in grande questa volta.”
“Ah che bello!” Lucy gli andò subito incontro “Ci saranno anche dei regali!?”
“Non per noi.” Rispose Schroeder gelido.
“Oh ma è assurdo! Cosa se ne fa Beethoven dei regali?”
“Possibile che la tua unica ossessione sia sempre quella di avere, avere e ancora avere!? Non pensi mai a qualcos’altro!?”
“È così che il mondo funziona, chi più ha, meglio sta! E se proprio ci dovesse essere un buon proposito per quest’anno, per me sarebbe quello di avere di più dell’anno prima!”
Charlie Brown avrebbe voluto esclamare “Misericordia!”, ma si trattenne.
“Io ho un buon proposito! Voglio prendere dieci a matematica! Se lo farò, sono sicura che i miei mi porteranno finalmente in Francia, come mi avevano promesso.” Disse Violet. Poi si girò verso Pig-Pen osservandolo con disprezzo “Tu però hai più bisogno di me di un buon proposito. E ti dico anche quale: una bella doccia ogni due ore.”
“Ma perché ti da tanto fastidio vedermi sporco? E se davvero è tanto insopportabile per te, allora semplicemente non guardarmi!” protestò Pig-Pen.
In breve, tutte quelle carrellate di “buoni propositi”, si trasformarono in una scintilla che accese una lunga discussione, al quale Linus non potè fare a meno di partecipare, cercando di dispensare le sue perle di saggezza mentre stringeva forte la sua coperta.
“Tu dovresti lasciar perdere la coperta!”
“Tu dovresti smetterla di essere così prepotente!”
“Tu non dovresti essere così vanitosa!”
“Tu devi staccarti da quel maledetto pianoforte!”
Le urla e le accuse salivano sempre più di tono.
Charlie Brown osservò la scena e si sentì fortemente tagliato fuori. Come al solito. Ma per la prima volta, quel senso di solitudine non fu un peso, un macigno che gli schiacciava la schiena.
Fu invece qualcosa di fortemente rilassante.
Una sensazione che non aveva mai provato prima.
Qualcosa di nuovo, finalmente.
E in quel momento di solitudine, con la sola compagnia di quelle urla, trovò la lucidità giusta per elaborare un pensiero: “Sono sempre stato un perdente. Un testardo perdente. Quindi, se fallissi anche questa volta, cosa cambierebbe davvero? Nulla. Perciò tanto vale provare a fallire.”
Salì i gradini e suonò alla porta della casa della ragazza con i capelli rossi.
Nell’attimo stesso in cui risuonò il ding dong del campanello, i suoi amici si bloccarono di colpo.
Charlie Brown sentì il loro sguardo trafiggergli la schiena e immaginò le risate che sarebbero seguite in caso di rifiuto.
Arrossì e deglutì. Si preparò a girarsi e correre via.
Ma la porta fu aperta e comparve finalmente la ragazza con i capelli rossi.
“Ciao…”
Charlie Brown passò da essere un pomodoro a diventare bianco come un pupazzo di neve.
Gli aveva detto ciao?
“Ci conosciamo?”
“No, cioè sì, voglio dire sono Charlie Brown e…” balbettò lui mentre il cuore rimbombava nel petto.
La ragazza lo interruppe: “Charlie Brown? Quello delle valentine?”
“Ah… Le hai… Lette quindi.”
“No, solo il nome sulla busta. Ne ricevo sempre tante e non ne leggo mai nessuna. Non ho mai sopportato San Valentino.”
Charlie Brown si sentiva le gambe di ricotta.
“Comunque, almeno tu sei venuto a parlarmi di persona. Solo che ora non posso perché sto preparando il pranzo. Vogliamo vederci domani?”
“Domani? Vederci?”
“Sì, perché no? Andiamo magari a prendere una cioccolata calda, che ne dici?”
“Ah… Ecco….”
“Domani alle quattro puoi?”
“Sì, io…”
“Allora ci vediamo domani. Ciao, Charlie.”
E chiuse la porta.
Charlie Brown ci mise un minuto intero per girarsi, scendere le scale e incamminarsi verso casa.
I suoi amici si fecero largo senza dire nulla appena lui passò in mezzo a loro, ma gli parve di vedere Linus che sorrideva.
Arrivò a casa, raggiunse la sua stanza e crollò sul letto.
“Ah eccoti!” esclamò Sally “Domani vado a comprare un paio di scarpe nuove! Tu cosa farai?”
“Credo… Credo che la ragazza con i capelli rossi mi abbia appena invitato ad uscire….”
Silenzio.
Poi Sally sorrise ed esclamò: “Finalmente! Così la finirai di lagnarti ogni santo San Valentino!” e se ne tornò nella sua stanza.
Charlie Brown rimase steso a fissare il soffitto.
Un pensiero scuro entrò nella sua testa: era stato tutto un sogno, ci aveva fatto una figuraccia, l’uscita non sarebbe andata bene, di sicuro sarebbe accaduto qualcosa che l’avrebbe fatto arrivare in ritardo… Esistevano infinite possibilità che rendevano quell’uscita la più grande sconfitta della sua vita.
Poi però, si ricordò un’affermazione di Linus: “Per ogni cosa esiste anche il suo contrario, Charlie Brown”.
Ciò significava che esistevano anche infinite possibilità che quell’uscita sarebbe stata un successo, il primo, della sua vita.
O forse no. Forse il suo primo vero successo era stato quello di suonare il campanello e parlarle di persona.
“Ho cambiato qualcosa…” pensò allora Charlie Brown.
E sorrise al soffitto.

 
 
(Buon anno nuovo a tutti! Questa fan fiction è stata scritta come tributo a Shultz e al protagonista indiscusso delle sue strisce: Charlie Brown. Pur avendo un’ampia raccolta delle sue strisce, non sono del tutto sicura che Charlie Brown abbia mai incontrato la ragazza con i capelli rossi all’interno di esse (lei non compare mai, nessuno sa che aspetto abbia anche se io me la sono immaginata in un certo modo). Una ricerca su internet mi ha detto di no e che ciò è capitato solo nei cartoni animati. Ma non posso esserne totalmente sicura. Tuttavia, nel caso sia effettivamente accaduto, di prendere a questo punto tale storia come un incontro alternativo. Ci tenevo a scriverla non solo per fare gli auguri a tutti voi, ma anche per riflettere su quanto sia proprio la volontà di cambiare a portarci qualcosa di buono. Non servono buoni propositi appesi al camino, non serve avere, non serve essere saggi come Linus, a volte basta decidere di correre il rischio, di provare qualcosa di nuovo, di non lasciarsi intimidire dal giudizio altrui o dai propri pensieri oscuri. È facile? No. Io fallisco ogni giorno, come Charlie Brown. Ma a furia di fallire e sbagliare ho imparato tante cose e sono riuscita anche a prendermi dei successi e delle soddisfazioni. Auguro anche a voi, per questo 2018, di fallire e di trionfare, di fare entrambe le cose con coraggio e senza che il giudizio altrui o l’autocritica eccessiva vi fermi o vi butti giù. Buona fortuna a tutti dunque e Alla prossima!!)
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > I Peanuts / Vai alla pagina dell'autore: Biblioteca