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Autore: mary romanziere    05/01/2018    2 recensioni
Mi chiamo Sasuke Uchiha, ho 18 anni e il prossimo 23 luglio dovrei compierne 19. Ma non penso di arrivarci. è cominciato tutto un anno fa, il giorno in cui Naruto Uzumaki è entrato nella mia vita.
Piccola one-shot per voi.
(Vecchia fan fiction del 2015 che ripubblico)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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25 marzo 2015

Mi chiamo Sasuke Uchiha, ho 18 anni e il prossimo 23 luglio dovrei compierne 19. Ma non penso di arrivarci. E' cominciato tutto un anno fa, il giorno in cui Naruto Uzumaki è entrato nella mia vita.
 

Era un normalissimo giorno di scuola, come di consueto rientrai in casa terminate le lezioni. Mio fratello Itachi non era ancora rientrato dal lavoro. Trascorsi tutto il pomeriggio sui libri, non a caso ero il più bravo a scuola. Ma quella sera cambiò tutto.


"Otouto sono tornato!"
 
Mio fratello era rientrato più tardi del solito. Cenammo insieme, nonostante tutto non avevamo perso certe abitudini. Mia madre morì a causa di un tumore tre anni prima, mio padre la raggiunse un anno fa lasciandoci completamente soli. Mio fratello mi prese in custodia occupandosi di me ed io per ripagarlo caddi in depressione. Nonostante tendevo ad essere freddo e insensibile in realtà, dentro di me, si nasconde un animo estremamente fragile ed insicuro. E mio fratello lo sapeva bene, non poche volte mi era rimasto accanto sostenendomi nei momenti difficili quando credevo di non farcela. 


Quella sera dopo cena accadde tutto. Stavo aiutando Itachi nel riordinare la cucina.

"Com'è andata oggi a scuola?" <
"Regolare. Perché?" 
"Avrei bisogno di un favore."
"Dimmi."
"C'è un mio amico... che è un po' indietro con le lezioni universitarie e mi ha chiesto di dargli ripetizioni. Ma non posso a causa del lavoro! Potresti aiutarlo tu?"
"Io?! Che c'entro io con le lezioni di un universitario?"
"Sei un genio, non sarà difficile per te! E poi è al primo anno!" 
Itachi mi sorrise dolcemente come solo lui sapeva fare. Lo detestavo quando faceva così, riusciva sempre a convincermi.
"E va bene...! Ma sei in debito con me!"


Il giorno dopo il famoso amico di mio fratello si presentò a casa mia. Ricordo quel pomeriggio come se fosse appena accaduto. Andai ad aprire, di fronte a me si presentò un angelo. Corti capelli biondi, pelle abbronzata, alto, con un fisico da urlo, un sorriso meraviglioso e due stupendi occhi azzurri da togliere il fiato. 
"Piacere, io sono Naruto!"
Mi sorrise radioso. Io cercai di mantenere la mia solita aria fredda ed impassibile, anche se la cosa mi risultò alquanto difficile di fronte ad un ragazzo così affascinante.
"Io sono Sasuke." Risposi incolore.
Lo invitai ad entrare conducendolo in camera mia, per iniziare con le ripetizioni.


Dopo circa una settimana mi resi conto che quel ragazzo era un vero idiota. Si distraeva continuamente e cercava sempre le scuse più assurde per non studiare, la cosa mi dava sui nervi. Anche se dovevo ammettere che per il resto era un ragazzo stupendo, solare, gentile, sempre pronto ad aiutarti e soprattutto molto dolce. Come uno stupido mi ero preso una cotta per lui, un ragazzo più grande di me di tre anni per giunta amico di mio fratello, peggio di così non poteva andare. Ma mi sbagliavo, col passare del tempo le cose andarono solo peggiorando.


Le settimane passavano ed io continuavo a dare ripetizione a quel dobe di Naruto. Un pomeriggio mi invitò a prendere un gelato. Non che io amassi i dolci, ma mai e poi mai mi sarei perso l'occasione di passare del tempo con il ragazzo di cui mi ero innamorato. Già, la mia cotta si era evoluta letteralmente. Mi era innamorato di quell'idiota. Dopo essere usciti dalla gelateria, Naruto insistette come un matto per riaccompagnarmi a casa. Io sentivo il cuore in fibrillazione.
"Non mi fido! Mandare un ragazzino minorenne a casa da solo? Non credo proprio!" 
Mi disse mostrando un sorrisetto odioso. Da lì naque una delle nostre solite liti.
Giunti di fronte casa mia io lo salutai freddamente, non volevo espormi, non sapevo come avrebbe reagito se gli avessi confessato i miei sentimenti. Perciò preferivo mantenermi freddo e distaccato. Lui si avvicinò a me dandomi un bacio sulla guancia.
"Ci vediamo domani, Sasuke!" Mi salutò allontanandosi con uno dei suoi meravigliosi sorrisi stampati in volto.
Sentivo le gambe di gelatina per un misero bacio sulla guancia. Mi sentivo un completo idiota. Ma alla fine non potevo nemmeno essere biasimato, a 17 anni non avevo ancora nemmeno dato il mio primo bacio. A scuola ero visto dalle ragazze come un sogno irrangiungibile. Quasi tutte le ragazze a scuola mi venivano dietro, almeno tutte quelle single, ma a me non interessavano. Sono sicurissimo di essere completamente gay, non ho mai amato il corpo femminile. Itachi era pienamente al corrente delle mie preferenze sessuali. A 14 anni ebbi una terribile crisi di identità, poco dopo la morte di mia madre, senza l'appoggio ed il sotegno di mio fratello non credo sarei riuscito ad uscirne. 


Il giorno dopo Naruto si ripresentò come di consueto a casa mia per le ripetizioni. Si comportava in maniera del tutto normale, per lui quel piccolo bacio doveva essere sembrato un semplice gesto d'affetto nei miei confronti, ma su di me aveva avuto un effetto devastante. Mi sentivo incredibilmente nervoso in sua compagnia. Sentivo le mani sudare, lo stomaco in subbuglio ed il cuore impazzito. Non appena terminammo con lo studio gli offrii una cioccolata calda. Lui apprezzò di buon grado.
Quel pomeriggio accadde l'irreparabile. Con le tazze fumanti tornammo in camera mia, il dobe aveva preso a parlare a menetta di non so cosa, io rimasi imbambolato ad osservare il suo splendido viso.
"Sasuke, mi stai ascoltando?" 
Mi sentii richiamare. "Si scusa, mi ero distratto un attimo!" Risposi.
Lui riprese il suo sproloquio da dove aveva interrotto, preso com'ero da lui, non so memmeno come, ma lo baciai. Fu un piccolo bacio a stampo, il mio primo bacio. Sentivo le guance in fiamme, non riuscivo a crederci, lo avevo fatto davvero. D'un tratto sentii la sua mano sul mio viso, mi voltai ad osservarlo, aveva una strana esperessione che non seppi definire, subito dopo si avicinò a me baciandomi. Fu un bacio lento, dolcissimo, non avevo la minima idea di cosa fare, mi lasciai guidare da lui che senza ombra di dubbio era più esperto di me. Mi fece stendere a letto. Sentivo le sue labbra sul mio collo, le sue mani dentro i miei vestiti, non riuscivo più a capirci nulla. 
"Vuoi farlo?" Mi chiese di punto in bianco.
Io mi persi dentro a quei suoi stupendi occhi blu. Annuì. Solo dopo mi resi conto di ciò che stava accadendo.
Avevo fatto sesso con Naruto. Mi ero concesso a lui. Mi sentivo meravigliosamente bene nonostante il terribile dolore alle anche, per anni mi ero chiesto come sarebbe stata la mia prima volta e adesso era successo. 


 Terminato l'amplesso lui mi lasciò a letto dormiente. Dopo quel pomeriggio non lo rividi mai più. Si era preso il mio cuore e la mia verginità lasciandomi il cuore dilaniato. I primi giorni cercai di mostrami normale con mio fratello, non volevo scroprisse ciò che era successo, in fondo me ne vergognavo un po'. La cosa non durò a lungo.
Appena tre giorni giorni dopo vidi Itachi entrare in camera mia come una furia.
"Che diavolo è successo?" Mi urlò.
"Niente, perché?" Risposi tranquillamente. 
"Sasuke, non mentire! Ti conosco fin troppo bene. E' successo qualcosa e tu mi dirai cosa!"
Sentivo le mani tremare, avevo trattenuto le lacrime per troppo tempo. 
"Non so di cosa parli." Risposi, ma la mia voce mi tradì. 
Itachi si avvicinò a me, mi strinse a sé accarezzandomi il capo con delicatezza.
"Confidati con me, ti farà bene." 
Lo odiavo quando mi parlava in quel modo. Come uno stupido scoppiai a piangere, singhiozzando mi aggrappai alla sua maglia in ricerca di un po' di conforto, mi sentivo solo e abbandonato. Poco dopo gli raccontai tutto. Iniziando dalla mia cotta per quel maledettissimo biondo fino ad arrivare a pochi giorni prima. Dopo essermi sfogato mi sentivo leggermente meglio, anche se la voragine che sentivo nel petto era ancora lì. Mio fratello mi teneva stretto a sé con la testa poggiata sul suo petto. Nonostante fossi alto quanto lui mi trattava ancora come un bambino indifeso. Era furibondo, ne ero certo, lo conosco perfettamente. Ma so per certo che non era il tipo da commettere sciocchezze. Molto probabilmente sarebbe andato dal suo amico Naruto per dargli una bella strigliata il giorno seguente. Peccato che ormai era successo l'irreparabile, mi ero innamorato di quell'idiota e a peggiorare la situazione, quel maledetto si era preso la mia verginità buttandomi via subito dopo come con un giocattolo rotto.


I giorni seguenti furono tra i peggiori della mia vita. Nonostante quel maledetto mi avesse spezzato il cuore ne sentivo la mancanza. Qualche settimana dopo lo incontrai casualmente in un bar vicino la mia scuola. Io feci finta di non vederlo, mi sentivo morire. Lui si avvicinò prendendomi per un polso strattonandomi.
"Sasuke, aspetta! Volevo chiederti scusa."
"Hai parlato con Itachi?" Ne ero certo, doveva essere stato lui ad averlo costretto a scusarsi con me.
"Lo ammetto. Ma non c'entra nulla, in realtà mi sento confuso. Volevo solo chiederti se potevamo rimanere amici.." 
Rivedere quel suo meraviglioso viso incorniciato da quei luminosi capelli biondi, i suoi occhi così azzurri e quel sorriso mi fecero sciogliere come neve al sole. 
"Va bene." Risposi. Lui si avvicinò a me dandomi un bacio sulla guancia. Mi sentii infiammare nuovamente. Per colpa di quel dobe sarei andato incontro ad un'orrenda fine, ne ero certo. Quel'idiota, con il suo viso d'angelo, mi avrebbe condotto fino alle porte dell'inferno.
E così fu. Appena una settimana dopo ero steso a letto nudo ad ansimare con quel dobe dentro di me. Andammo avanti cosi per circa un mese finchè non sparì nuovamente dalla mia vita, lasciandomi con un vuoto ben più grande da colmare. Non appena Naruto se ne andò non provai nemmeno a fingere, non ne avevo la forza, Itachi diventò una iena non appena gli raccontai il perché del mio malessere. 
Nei mesi che susseguirono la mia depressione peggiorò notevolmente. Itachi aveva preso un pediodo d'aspettativa pur di rimanere accanto a me per assicurarsi che non commettessi qualche sciocchezza. Io mi sentivo solo un peso per mio fratello, a causa mia aveva dovuto stravolgere la sua vita, abbandonando i suoi sogni. 


Proprio quando riuscii finalmemte a farmene una ragione, poco dopo il mio diciottesimo compleanno, incontrai nuovamente Naruto. Quella mattina stavo andando in biblioteca per riportare un libro che avevo preso in prestito qualche settimana prima. Lo vidi mano nella mano con una ragazza dai lunghi capelli neri. Sentii il cuore infrangersi in mille pezzi, ma mi sbagliavo, il peggio arrivò dopo. Improvvisamente mi sentii chiamare.
"Non si saluta più?" 
Io mi voltai indignato verso il mio interlocutore, mostrando la mia espressione più fredda. 
"Non ho nulla a che spartire con un dobe come te!" Mi voltai, continuando per la mia strada.
"Chi ti credi di essere?" Mi afferrò per un polso alzando il tono della voce.
.. "Volevo solo presentarti la mia ragazza! Infondo eravamo amici."
Io sbarrai gli occhi sconvolto, come poteva dire che eravamo solo amici dopo ciò che era successo?
"Io non sono tuo amico! Non ho bisogno di amici come te!" Risposi velenoso. 
"Sei solo un mocciosetto viziato, arrogante e pieno di sé! Dall'alto del tuo piedistallo ti senti migliore degli altri, ma la verità è che sei solo un bambino troppo viziato dal fratello maggiore!" 
Se ne andò freddandomi con quelle parole. Mi sentivo annientato, letteralmente sconvolto e con il cuore in frantumi, l'animo dilaniato. Cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto questo? Il mio unico sbaglio era stato quello di innamorarmi della persona sbagliata. Me ne tornai a casa, non volevo né vedere né sentire nessuno.


Adesso sono qui, nell'ufficio di mio padre a scrivere questa lettera d'addio per mio fratello. 
 
Ciao Itachi, quando tornerai a casa me ne sarò già andato.
Perdonami se in questi anni ho solo saputo darti mille
preoccupazioni, se non sono stato abbastanza forte.
Ti chiedo di perdonarmi, ma proprio non ce la faccio ad andare avanti. 
L'ho rivisto appena un'ora fa, è stato terribile..
ho sentito distintamente il mio cuore spezzarsi nuovamente.
Sicuramente mi riterrai un un idiota, ma in fondo non cel'ho con lui 
per ciò che mi ha fatto. 
Sono arrabiato con me stesso, per non essere stato capace di andare avanti,
per essere così debole, così fragile, 
per essermi sempre aggrappato a te nei momenti difficili. 
Anche adesso, mentre scrivo questa lettera, non riesco a fare a meno di piangere.
Nonstante mi ostinassi nel voler interpretare la parte del grand'uomo,
in realta non sono altro che un ragazzino viziato che non è capace di badare a sé stesso 
da solo.
Spero tu capisca.. Ti voglio bene, addio. 
Sasuke.


Quando Itachi rientrò dal lavoro erano già le 19:00.
"Sasuke! Ho portato la cena! Ho preso cibo italiano per stasera, il tuo preferito!"
Il giovane si stranizzò non sentendo il fratello minore rispondere. 
"Sasuke?" Cominciò a girare per la casa in cerca del fratello.
"Sasuke???" Non riusciva a trovarlo da nessuna parte, l'uomo iniziò ad allarmarsi. In fondo al corridoio, al piano di sopra, notò la porta dell'ex ufficio del padre aperta. Con passo svelto raggiunse la stanza.
La scena che gli si parò davanti gli fece gelare il sangue nelle vene. Il suo fratellino era riverso a terra in una pozza di sangue, mentre il fucile che suo padre usava per andare a caccia quando era ancora in vita, era a terra accanto al cadavere. Si era sparato alla testa.
"Sa-Sa-su-ke....!" Il giovane dai lunghi capelli neri si portò una mano alla bocca, sentiva gli occhi inondarsi di lacrime. Si avvicinò tremante al cadavere del fratello. 
Un urlo squarciò il silenzio di quella casa.


Poche ore dopo la polizia aveva invaso casa Uchiha. La scientifica stava facendo tutti gli accertamenti necessari per assicurarsi che si trattasse realmente di un suicidio. Itachi era seduto in salotto in stato di shock, circondato dai suoi amici più cari corsi in suo soccorso. La polizia aveva trovato la lettera scritta da Sasuke prima di andarsene. I poliziotti avevano provato ad interrogare il moro ma quello non sembrava reagire. 


Qualche giorno dopo si svolsero i funarali di Sasuke. Ad assistere, poche persone care e qualche amico. Itachi fissava la bara del fratellino con sguardo vacuo, non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che se ne fosse andato per sempre. Concluso il funerale, il ragazzo, accompagnato da Konan una vecchia amica d'infanzia, tornò a casa.
"Se n'è andato per colpa di Naruto." Disse continuando ad osservare il vuoto davanti a sé.
"Cosa?" La ragazza non era al corrente di quella storia.
"Quel maledetto bastardo si è fatto mio fratello e poi lo ha abbandonato con il cuore a pezzi. Non ha avuto nemmeno il coraggio di presentarsi al suo funerale." 
La giovane era scolvolta, e pensare che l'amico biondo non faceva altro che fare il cascamorto con ogni bella ragazza che incontrava..


Dopo quella volta passarono parecchi giorni. Itachi voleva vendetta. Una mattina dopo essersi procurato una pistola si presentò a casa del biondo, freddandolo con un colpo di pistola. Se ne infischiò se avrebbe passato il resto dei suoi giorni in carcere, ormai aveva perso tutto. 
Il giorno cui Sasuke era nato, nel vederlo così piccolo e indifeso dentro quella culla si era ripromesso che lo avrebbe protetto. Adesso il suo fratellino non c'era più. Tutta colpa di un ragazzo che lo aveva fatto soffrire. Non cercò nemmeno di fuggire dopo aver compiuto l'omicidio, si costituì spontaneamente. 
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25 Marzo 2037
Il cadavere di un ragazzino biondo di appena sedici anni, con i polsi squarciati, abbandonato dentro la vasca da bagno. Lo sgurdo perso nel vuoto, il pavimento pieno di sangue mentre le urla e la disperazione delle personae care insieme alla sirene della polizia risuonano per le vie della città.
 
So di non essere per nulla bravo in queste cose, ma vorrei ringraziarvi tutti.
Kiba, che cerca continuamente di rallegrare le mie giornate.
Shikamaru, che mi accompagna puntualmente dallo psicologo.
Sakura, che sopporta pazientemente i miei piagnistei.
Ma la persona con cui sono realmente in debito sei tu, zio Iruka. Ti chiedo umilmente perdono.
Mi dispiace, ma non ci riesco. Non riesco a dimenticarlo.
Quel maledettissimo teme continua ad ossessionare la mia mente,
il mio cuore e la mia anima. 
Ieri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopo essersi preso tutto di me mi ha abbandonato di nuovo lasciandomi solo nel baratro.
Ti chiedo scusa ma non riesco più a farcela, mi sento morire.
Spero mi perdonerete. Vi voglio bene tutti un enorme bacio, 
Naruto.

 
   
 
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