Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Ricorda la storia  |       
Autore: A_Typing_Heart    06/01/2018    0 recensioni
* in corso di revisione * L'Uomo in Blu è una leggenda moderna, un uomo misterioso che appare in un paesino del Sorrentino per rendere omaggio a una lapide senza nome né fotografia. Circolano infinite voci su di lui, sulla sua origine, e sul perché visiti una tomba avvolta dai segreti. Ma nessuno sa la verità, e le motivazioni dell'Uomo in Blu sono radicate al tempo in cui il futuro boss Sawada Tsunayoshi fu ferito in un attentato. Un momento che cambiò la vita del giovane e di chi gli stava accanto per sempre.
Genere: Drammatico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Enma Kozato, Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nell'elegante ufficio all'ultimo piano di una sontuosa villa italiana, un giovane uomo giapponese guardava dalla vetrata per cercare di calmare i nervi. La mano del giovane era pallida e affusolata e si mosse lentamente per scostare un ciuffo di capelli castani dal viso, liberando la visuale agli occhi grandi e color nocciola. Quelli vagarono nell'oscurità fuori dalla finestra, soffermandosi sulle luci lungo i sentieri del giardino. Per qualche motivo percepiva una sottile inquietudine, come se ci fosse qualcosa che non andava, qualcosa di minaccioso nascosto nel buio...
All'improvviso un lampo squarciò la notte, le fiamme esplosero e l'onda d'urto incrinò i vetri della finestra. Tutto l'ufficio tremò, il bicchiere di vino sulla scrivania oscillò in modo allarmante e la mano affusolata del giovane l'afferrò per evitare di rovesciarne il contenuto, ma fu impotente riguardo alla piramide di carte alta quattro piani che rovinò in una mucchia.
-Tch.- fece il giovane, lanciando uno sguardo di disappunto fuori nel parco.
Apparentemente incurante dell'incredibile evento appena accaduto, si alzò dalla poltroncina di pelle e si accostò alla finestra incuriosito e indispettito in egual misura. Fece appena in tempo ad accostare le labbra al calice e a prendere un sorso di vino rosso che la porta si spalancò.
-Decimo!-
-Hayato, sono francamente sorpreso che tu ci abbia messo tanto a entrare... mi aspettavo che fossi un passo dietro la porta.-
L'uomo chiamato Hayato guardò l'altro con occhi verdi che cercavano un segno d'ira che il "Decimo" non provava realmente. Prima che potesse dire qualcosa, un altro uomo varcò la porta, con passo nettamente più disinvolto e tranquillo. Questi occhieggiò il bicchiere del Decimo e fece un sorriso enigmatico, mentre la mano guantata spostava i lunghi capelli dietro la schiena.
-Io invece sono francamente sorpreso che tu stia lì a bere vino francese mentre fuori qualcuno spara contro la tua finestra, Tsunayoshi.-
-Mh... hai ragione, sai?- ammise Tsunayoshi, guardando il bicchiere. -Avrei preferito un whisky, ma il dottore dice che il vino rosso fa bene.-
Si voltò verso i due ospiti, ancora indeciso se chiedere loro se gradissero un bicchiere di vino o se prima chiedere qualche notizia su cosa fosse esploso poco prima, ma non ebbe modo di fare nessuna delle due domande: il calice gli esplose in una miriade di frammenti fra le mani e il vino schizzò sui suoi abiti e sul tappeto. La pallottola si conficcò sulla parete lasciando un grosso foro con un rumore sordo.
L'espressione dei due uomini cambiò fulminea. Hayato corse in avanti e allontanò Tsunayoshi dalla finestra tirandolo per il braccio; Mukuro invece lo fissava con la paura di un cane che si aspetta una punizione esemplare dal padrone.
-Mi spiegate che cosa diavolo state facendo, voi due inutili babbei?-
-Decimo, è meglio che...-
-Sai che cosa è meglio, Gokudera?-
Hayato, sentendosi chiamare per cognome, si irrigidì e lasciò il braccio del suo capo. Conosceva molto bene il tono basso e mortifero, vibrante di una rabbia fin troppo ben contenuta, così come lo conoscevano tutti i suoi uomini più fidati. Non osò replicare, fu già abbastanza impegnativo fissarlo negli occhi.
-È meglio che tu e quegli altri quattro idioti facciate qualcosa immediatamente... come vi permettete di oziare al punto da permettere a qualcuno di sparare due volte contro la mia finestra? Due volte!-
-Ci... ci penso io, Decimo! Mukuro, pensa al Decimo mentre mi occupo di quella gente!-
Hayato corse via lungo il corridoio. Mukuro lo guardò andarsene con vaga indifferenza, la stessa che Tsunayoshi sembrava riservare alle eco di colpi provenienti dal parco. Stizzito borbottò qualcosa sulla camicia e la giacca irrimediabilmente schizzate di vino e non fece una piega neanche davanti alla misteriosa apparizione di un alto tridente affilato nella mano di Mukuro.
-Tsunayoshi sama, permette che crei una barriera per proteggerla, nel remoto caso qualcuno possa arrivare fino qui?-
-Sì, sì.- gli rispose distrattamente lui, togliendosi la giacca. -Che dici, verrà via la macchia? Mi piaceva questa giacca...-
-Se le interessa in qualche modo, trovo che il viola non sia il suo colore ideale.-
-Mh, tu dici?-
Mukuro battè il tridente sul pavimento di marmo e una specie di bolla li avvolse, distorcendo i colori della stanza intorno. Anche quella pareva non essere una novità degna di nota per Tsunayoshi, che ora guardava con aria delusa la sua giacca color porpora.
-Alla festa di Cavallone stava benissimo con la giacca blu.- osservò Mukuro, pur sempre senza incrociare lo sguardo del suo capo. -Oppure quella color carta da zucchero, con i pantaloni grigi.-
-Quella? Ma dai, è uno straccetto...-
-Uno straccetto che le sta bene, Tsunayoshi sama.-
-Sei sempre stato bravo a ungere la gente, Mukuro... il migliore.-
-È una delle mie migliori doti... ma lo sai già, mi hai scelto anche per questo... perchè so fare quello che tu non sei capace di fare.-
Tsunayoshi accennò un sorriso, non si era offeso per il vistoso cambio di registro di Mukuro. In realtà lui gli parlava con deferenza soltanto quando stava per perdere il controllo e arrabbiarsi seriamente, o in poche occasioni in cui lo accompagnava in qualche visita ufficiale. Fece un passo verso di lui e gli posò la mano sul viso, passando delicatamente le dita sul suo sopracciglio destro.
-Sai... alla fine...-
Un secondo boato, più dirompente del primo, sventrò la parete esterna dell'ufficio. L'urto fece tremare la bolla e fece perdere l'equilibrio ai due che vi si nascondevano all'interno: Tsunayoshi cadde all'indietro e Mukuro si accasciò di lato, investito da una nuvola di polvere e detriti che li fece tossire entrambi. L'occhio destro di Mukuro, dalla pupilla rossa, si riaprì nonostante la polvere e si fissò sulla figura che stava in piedi nel punto in cui poco prima troneggiava la preziosa scrivania di mogano. Una figura dalla corporatura media, magra, che diveniva sempre più nitida con il disperdersi delle polveri... una figura con vistosi capelli rossi...
-Cerco Sawada Tsunayoshi.-
Tsunayoshi riuscì ad aprire gli occhi e guardò l'uomo dai capelli rossi che aveva, presumibilmente, distrutto il suo ufficio. Aveva occhi rossi, vestiti neri, una sorta di armatura nera uncinata sulle braccia e un anello al dito che emetteva una fiamma rossa... ma cosa molto più immediata e interessante, per Tsunayoshi, era che aveva l'aria bellicosa di qualcuno venuto a cercare vendetta a qualsiasi prezzo...
-Non ti muovere, Tsunayoshi, non può trovarti se resti dentro la barriera!- disse Mukuro, afferrando il braccio del suo capo. -Ci penso io...-
-Non vedi che mi ha già trovato, Mukuro?- disse lui senza alcuna traccia di paura, spostandogli la mano quasi con delicatezza. -Non c'è dubbio che mi stia fissando.-
In effetti l'uomo dai capelli rossi stava fissando una persona che avrebbe dovuto essere completamente celata dietro la barriera eretta da Mukuro, e il suo sguardo lo seguì anche nel momento in cui si alzò in piedi. Tsunayoshi fece un sorriso e uscì dalla bolla di protezione.
-Mi cercavi e mi hai trovato... so di essere rigido sugli appuntamenti che prendo, ma almeno ci hai provato prima di decidere di sfondare il muro del mio ufficio?-
-Ho una sola cosa da dirti prima di cancellarti da questa terra, Sawada Tsunayoshi.- disse il giovane, facendo fare uno strano rumore metallico alle giunture delle sue dita. -In ogni istante di agonia che avrai prima di morire dovrai pentirti di quello che hai fatto a Mami Kozato.-
-Mami Kozato?- domandò Tsunayoshi, in tono insolitamente cauto. -Chi è?-
La domanda però sortì l'effetto di un colpo di mortaio, perchè l'uomo dai capelli rossi scattò come una molla e sferrò un poderoso pugno sulla faccia di Tsunayoshi, che venne scagliato con violenza all'indietro contro una libreria. Questi emise un flebile gemito e si aggrappò a uno scaffale per reggersi in piedi, tremando. La schiena faceva male da morire, il fiato era come spezzato... sperò di non essersi di nuovo rotto qualche costola con quello scherzetto...
-Tsunayoshi!-
Mukuro uscì dalla bolla e avanzò verso di lui, ma Tsunayoshi non riuscì a dare voce alla sua percezione di pericolo e restò immobile mentre il nemico lo colpiva con un calcio, mandandolo a sbattere rovinosamente contro una vetrina che conteneva un servizio di bicchieri e qualche altra bottiglia di vino. Mukuro cadde tra schegge di vetro e pezzi di legno, con clangore assordante della sua arma metallica, e non si mosse neanche quando un posacenere in cristallo lo colpì sulla faccia cadendo dai resti del ripiano.
L'uomo dai capelli rossi lo guardò per un attimo, per poi rivolgere la sua mortifera attenzione verso Tsunayoshi.
-Non voglio nessuno dei tuoi guardiani fra i piedi, Sawada Tsunayoshi, questa è una questione privata.-
-Mukuro... Mukuro!- lo chiamò Tsunayoshi, senza badare affatto alle dichiarazioni del nemico. -Mukuro, non è affatto leale da parte tua evitare uno scontro in questo modo patetico! Alzati, subito!-
Proprio come si era aspettato, Mukuro continuò a restare immobile, ignorando del tutto quello che il suo capo gli stava dicendo. Sapeva che non avrebbe mai usato un espediente simile, e aveva visto il colpo inverosimilmente potente che lo aveva centrato in pieno. Quell'individuo belligerante non era un avversario normale...
-Nessuno può toccare i miei guardiani.-
-Ti dà fastidio, Sawada?- domandò l'altro con vaga sorpresa. -Se è così mi premurerò di ucciderne altri, se dovessero arrivare... in ogni caso, se assistono un mafioso come te, non possono essere persone che valga la pena salvare.-
Tsunayoshi fece uno scatto improvviso, balzò davanti all'avversario e gli afferrò l'avambraccio coperto dall'armatura nera. Dovette sforzarsi parecchio per mantenere la presa e impedirgli di muovere l'arto, ma vi riuscì e la cosa, con suo piacere, non rese felice l'uomo dai capelli rossi.
-Con chi credi di parlare, tu? Questa è casa mia... e loro sono i miei guardiani... tu non devi permetterti nemmeno di rispondergli sgarbatamente, hai capito?-
Un sinistro rumore metallico venne dal braccio dell'uomo, che lo guardò con un misto di rabbia, incredulità e panico: la mano di Tsunayoshi era coperta da un guanto metallico rosso e le sue dita stavano aprendo delle crepe nella sua armatura. Tentò di sottrarsi alla stretta e il non riuscirvi trasformò il panico nell'emozione dominante.
-Spero tu non soffra di vertigini, Rosso.-
"Rosso" alzò lo sguardo e sembrò voler dire qualcosa, ma Tsunayoshi non era disposto ad ascoltare nessuna supplica, non dopo aver intravisto il volto di Mukuro che si stava riempiendo di sangue. Piegò il braccio destro dietro la spalla sinistra per caricare al massimo il colpo e impattò l'avversario all'altezza della guancia con il massimo della potenza. Quello volò fuori dalla stessa apertura che aveva creato e una serie di schiocchi lasciò intuire a Tsunayoshi che doveva essere finito tra i rami degli alberi. Stava per seguirlo ma un colpetto di tosse lo trattenne.
-Mukuro!-
Mukuro non era cosciente, si muoveva appena e tossiva piano per via della polvere sparsa ovunque in quello che fino a poco prima era un bell'ufficio ordinato e pulito. Aveva una ferita alla testa che sanguinava e la sua spalla aveva uno strano angolo, uno molto poco probabile...
-Gli altri si prenderanno cura di te... ora vado a prendere quello che resta di quel bastardo...-
Sfiorò i capelli di Mukuro con la mano e si rimise in piedi mentre Gokudera entrava di corsa nello studio: era decisamente scarmigliato, ma illeso. Dietro di lui entrarono altri due dei suoi guardiani, Yamamoto Takeshi, con la sua spada legata alla schiena; e Ryohei Sasagawa, con i pugni pronti a fronteggiare innumerevoli nemici, che però non erano lì.
-Onisan, occupati di Mukuro, per favore... sta sanguinando sul tappeto...-
-Decimo, dov'è quel...?-
-Da qualche parte, vicino alle betulle, credo...-
-Andiamo a prenderlo.- disse Yamamoto.
-No... me ne occupo io... non è un avversario per voi, quello.-
Anche se le facce dei suoi guardiani bramavano spiegazioni, Tsunayoshi non aveva tempo per dire niente. Doveva andare a prendere quel tizio prima che se ne andasse. Non gli avrebbe mai permesso di nascondersi per attaccare di nuovo, per colpire i suoi guardiani o lui, non importava per quale motivo futilmente nobile lo facesse. Accese le fiamme del cielo di un arancione sgargiante e volò fuori da quello che era stato il suo comodo ufficio, dirigendosi dove la traiettoria lineare avrebbe dovuto lanciare il corpo del nemico. Notò un albero seriamente danneggiato, con un grosso ramo penzolante aggrappato con un'ultima fibra al suo tronco... doveva essere il punto dell'impatto...
Scese circospetto e posò i piedi sulla ghiaia del sentiero, guardandosi intorno. C'erano tracce di passi e gocce di sangue che si dirigevano dietro una siepe di pitosforo, che emanava un dolce profumo e offriva una generosa macchia verde e rossiccia dove potersi nascondere. Scattò in quella direzione e scostò le foglie, ma trovò soltanto una giacca nera intrisa di sangue. Un'astuta ma debole difesa, pensò Tsunayoshi, allontanandosi nella direzione della fontana. Gli sarebbe bastato un momento per scoprire che era solo una giacca, e che il suo proprietario doveva essersi diretto altrove... distraendolo nella speranza di fuggire e tornare un altro giorno più preparato, e forse non più da solo...
Tsunayoshi sorvolò la fontana e notò, alla luce degli eleganti lampioncini a lanterna, una macchia scura sospetta sul muretto bianco. Si fermò a mezz'aria e aguzzò la vista, scrutando nell'oscurità oltre il cancello, concentrato al massimo e teso... finchè non riuscì a percepire un movimento. Da quell'altezza sembrava un topolino in fuga in mezzo all'erba, ma era certo che fosse il suo obiettivo.
-Così me lo stai rendendo anche troppo facile.-
Inclinò il corpo e con un colpo di fiamma si slanciò oltre l'alta cancellata di ferro battuto, atterrando senza più bagliori e rumori sul selciato circostante. Avanzò nel buio, cercando di non incespicare e di fare meno rumore possibile, era molto difficile seguire qualcuno che si vedeva appena e che emetteva soltanto qualche debole fruscio scostando le piante...
La sua preda scese lungo le terrazze dei giardini sorrentini, forse pensando che Tsunayoshi e i suoi guardiani non fossero ancora consapevoli che non si trovava più nella villa, dato che proseguiva con molta più calma. Alla fine Tsunayoshi riuscì a vederlo quando lasciò il riparo della vegetazione e uscì allo scoperto sulla spiaggia: anche con il solo chiaro di luna distingueva i capelli rossi della figura che arrancava cercando l'acqua del mare. Lo vide barcollare, cadere in ginocchio e proseguire carponi fino a immergersi le gambe e la vita nell'acqua salata, e restare accovacciato lì a testa bassa e mani in grembo. Non aveva idea di cosa stesse combinando, ma ne aveva abbastanza di lui, delle sue stranezze e della sua arroganza, quindi uscì dalla vegetazione e tese la mano prendendo la mira. Poteva essere un'occasione ghiotta...
L'uomo dai capelli rossi si voltò di scatto verso di lui, tese le braccia e sparò contro di lui qualcosa. Tsunayoshi, preso completamente alla sprovvista, pose le braccia davanti al viso per proteggersi dalla minaccia che sibilava contro di lui e che riconobbe come acqua solo quando venne colpito. Era acqua pressurizzata al punto tale che strappò il tessuto della camicia dagli avambracci e iniziò a strapparne la pelle, ma fortunatamente il getto si era esaurito.
-Ecco... cosa stavi facendo in acqua... dannazione... non mi aspettavo un'arma del genere...-
Tuttavia, l'espressione sconvolta sul viso del Rosso lasciava intendere che si aspettava un risultato più efficace da quell'attacco, e questo portò Tsunayoshi a sorridere istintivamente, soffocando il dolore per la pelle perduta.
-Anche tu...?-
-Se vuoi la mia testa dovrai venire a prendertela alla vecchia maniera, signor Giustiziere.- disse Tsuna, serrando i pugni. -E spero che tu sia bravo, perchè io ho tutte le intenzioni di staccare la tua dal collo e di provare a battere il mio record di palleggi.-
Senza attendere che il Rosso assumesse una qualsiasi posizione di attacco o di guardia Tsunayoshi si lanciò in avanti. Non fu comunque del tutto sorpreso di essere bloccato, ma gli scontri corpo a corpo erano diventati ormai una specialità per lui, non temeva confronti. Il suo avversario non era un novellino in ogni caso: i colpi si susseguivano, ne prese alcuni all'addome davvero dolorosi, e per quanto i suoi schemi di attacco fossero molto creativi e anche anticonvenzionali la difesa del suo nemico reggeva bene. Questo finchè non notò qualcosa, aiutato dalla sua speciale intuizione... notò le aperture, i punti che il Rosso tendeva a lasciare scoperti pur di proteggerne altri...
-Finisce qui.-
Tsunayoshi portò un poderoso pugno verso la faccia del suo avversario, ma quando egli lo parò si accorse, troppo tardi, che era tanto carico di fiamma da sbriciolare letteralmente il metallo che impattò. Senza lasciargli tempo di reagire il Decimo caricò il pugno sinistro e lo scaricò in un fulmineo attacco al basso ventre, che cedette con un sinistro scricchiolio metallico.
Il Rosso, senza fiato, barcollò indietro e guardò Tsunayoshi con autentico orrore quando ritrasse il pugno stringendovi un nucleo pulsante di rosso che prese a schizzare liquido in ogni direzione. Stremato, si accasciò e cadde riverso sulla schiena, il braccio frantumato e il nucleo ancora collegato al corpo da due sottili nervi.
-C-come... hai fatto... a capirlo?-
-Proteggevi il basso ventre combattendo, e in una persona normale non ci sono organi degni di particolare riguardo in quella zona... hai scoperto punti come la gola e il petto pur di proteggerlo... era fin troppo ovvio.-
Tsunayoshi lo guardò con vago interesse prima di lasciar cadere sulla sabbia il componente.
-Non so perchè volevi farmi la pelle e nemmeno mi interessa.- disse con la più completa indifferenza per le condizioni pietose dell'avversario inerme. -Ma sappi che il motivo per cui stai per morire è che nessuno può permettersi di toccare il mio guardiano della nebbia come hai fatto tu.-
Tsunayoshi tese la mano a distanza di un paio di metri appena dal bersaglio e il suo palmo si aprì come un otturatore rivelando un foro non dissimile da una canna di arma da fuoco. La fiamma arancione vivo del cielo si condensò al suo interno per alcuni secondi di caricamento e il bagliore illuminò il viso del Rosso. 
-Anche tu... hai l'Engine...-
Il Rosso scoppiò in una versione molto affaticata di una risata amara e volse lo sguardo al cielo notturno. Dai suoi occhi rossi sgorgarono quelle che senza ombra di dubbio erano lacrime.
-Non potevo vincere... perdonami, Mami...-
Il Rosso chiuse gli occhi e inclinò la testa di lato. Tsunayoshi guardò per un momento le sue lacrime che venivano bizzarramente illuminate dalla luce come fossero diamanti su quel viso, poi il bagliore della fiamma si affievolì fino a scomparire e l'arma sul palmo si richiuse. Si guardò la mano, provando a flettere le dita, e sentì un fastidioso cigolio e un attrito della nocca dell'indice destro.
-Spanner si arrabbierà se gli dico che non ho provato il 2744... oh, beh... ci saranno altre occasioni per il collaudo...-



× Come di consueto, la storia viene aggiornata ogni settimana di sabato. Eventuali ritardi o salti saranno comunicati agli utenti sul profilo Twitter e sulla pagina di Facebook.

Segui curiosità e aggiornamenti delle storie su...
Facebook:  https://www.facebook.com/atypingheart/
Twitter: https://twitter.com/a_typing_heart
Instagram: @a_typing_heart

Making of, bozze originali, altri componimenti e articoli su...
digitandonuvolette.wordpress.com

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: A_Typing_Heart