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Autore: Saturday Marx    06/01/2018    1 recensioni
Per lui era stato buio, ora era tra di noi. Negli ultimi anni la situazione tra le fazioni era peggiorata, avevamo bisogno di un leader, lui era l'unico.
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Non-con
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Quelle cinghie avrebbero tenuto a bada un rinoceronte. Erano strette, ben stretta, ma d'altronde non si poteva sapere come avrebbe reagito il soggetto una volta sveglio. 12 ore erano passate dall'intervento, il suo risveglio era imminente. Era stato sedato solo il tempo necessario per l'operazione, in quel momento si stava godendo un sonno naturale. Non che avesse bisogno di riposo, negli ultimi anni era stato morto.

L'esterno era tranquillo, come al solito. Il cimitero monumentale di GREEN-WOOD, Brooklyn, era l'unico luogo sicuro della città. Non capivamo perchè era l'unico luogo non stato distrutto dai Rutans. Sapevano che potevamo solo riparaci qui, quindi la nostra cattura era solo questione di tempo. Fuori era freddo, molto freddo; la legna ricavato dagli alberi del posto era l'unica fonte per riscaldare.

Lui si svegliò. Fece l'empressione tipica di chi ha fatto uno strano sogno. Provò a muoversi, ma le cinghie lo bloccarono. Provò a parlare, ma non ci riusciva, non ancora. Si guardava attorno confuso, non capendo. Girando la testa verso destra vide avvicinarsi qualcuno, un ragazzo.
"Ben svegliato, dormito bene ? Non puoi parlare, non ancora. Rispondimi facendo cenno con la testa. Ricordi chi sei ?" disse Wilbur. Dall'altra parte ci fu un cenno di assenso. "Hai qualche ricordo, qualsiasi ricordi antecedente ad oggi ?" chiese il ragazzo. Dopo qualche secondo di spaessatezza ci fu un altro cenno di assenso.
"Ottimo, le funzioni cerebrali sono intatte. Adesso dimmi, sai chi sono o dove ci troviamo?". L'uomo si guardò attorno, un po' spaesato, poi guardò quel giovane avanti a lui, lo guardò molto attentamente. "No!" disse con un filo di voce. Quel no colpì Wilbur, positivamente, non era sicuro che la voce potesse tornare così in fretta. Era soddisfatto del lavoro.
"Molto bene. Adesso cerca di tranquillizzarti, ti trovi tra amici. Ti abbiamo legato perchè non sapevamo come avresti reagito, ma sembra che i risultati siano ottimi." sottolinò il giovane. Dall'altra parte c'era ancora spaesatezza. Era ormai abbastanza sveglio e lucido da chiedersi cosa fossero tutti quegli aghi alle braccia e quei sensori sparsi per il corpo.

Era di natura istintivo e diretto, ma c'era qualcosa in quel ragazzo che lo tranquillizzava, qualcosa che gli diceva di potersi fidare. Wilbur si alzo' e prese un bicchiere di acqua da un mobiletto affiano al letto, lo fece bere al suo ospite. Lo vide tranquillo. Si chiese se poteva azzardarsi a sciogliergli le cinghie. Non era il momento per essere titubanti. Senza pernsarci due volte allungò le mani su di un phone che aveva in tasca e dopo qualche secondo le cinghie si sbloccarono. La reazione dall'altra parte fu di mettere le mani sul petto, ma non per prepararsi ad un attacco, fu solo un gesto insintivo.

Wilbur con attenzione gli levò tutti gli aghi e i sensori. L'uomo si mise a sedere sul lettino, cercando ancora di connettere tutti i neuroni. In quel momento si sentì aprire una porta. "Bene, è arrivata." disse felice Wilbur. L'uomo non fece a tempo a chiedere chi fosse che si ritrovò davanti una donna. Quasi gli prese un colpo, la riconobbe subito malgrado non fosse più bambina. Wilbur se ne accorse. Anche la donna rimase quasi a bocca aperta. "Papà!" disse lei lasciando cadere una busta che aveva in mano. "Laura!" disse Logan quasi commosso. I due si abbracciarono a lungo, Laura aveva le lacrime per la felicità. Logan chiuse gli occhi, felice, voleva godersi il momento.
Era cambiato. Prima che Logan potesse dire altro Laura gli fece una domanda a bruciapelo. "Papà qual'è il tuo ultimo ricordo?" Logan, mentre teneva le mani sulel spalle della figlia tentò di andare indetro nel tempo. "Cavolo. Ricordo che era steso a terra, sanguinante Ricordo di averti detto qualcosa, ricordo le tue lacrime." disse Logan sforsandosi di ricordare. Laura gli fece la brutta domanda. "Ricordi di essere morto ?" Dall'altra parte ci fu uno sguardo incredulto, perso quasi nel vuoto. No, non se lo ricordava. La donna, con l'aiuto del ragazza aiutò a mettere in piedi il padre. Laura lo guardò. "Papà, dobbiamo parlare di tante cose, di 50 anni di storia".
   
 
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