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Autore: Minerva Drago    07/01/2018    3 recensioni
Quando la morte ci strapperà via senza pietà da questo mondo, a chi saranno rivolte le nostre ultime parole? Chi penseremo prima di separare spirito e carne per non tornare più? Questo gioco è partito così, con una semplice domanda che ha spinto i nove mercenari a scrivere delle possibili ultime volontà, semmai quel momento arrivasse brutalmente, stroncandoli in battaglia.
Ispirata dal video ufficiale di “Expiration Date” e dall'Antologia di “Spoon River”, ho deciso di scrivere queste lettere per ciascuno di essi, cercando di rispettare ogni personaggio e la sua storia per come vengono rappresentati nel fumetto, cercando il giusto equilibrio tra headcanons e fatti canonici.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SETTORE ATTACCO.

 

I.

Cara Mamma,

sempre sola, con un figlio e i sui capricci sulle spalle. Ti ho fatta disperare, lo so, ti ho dato forse più problemi che soddisfazioni, ma l'affetto non mancava mai. Eh sì, forse sono stati più i vasi rotti che i “ti voglio bene” prima di andare a letto o uscire con gli amici, ma ero sempre con te e non ti ho mai lasciata sola, perché eravamo soli: io avevo te e tu avevi me.

Da piccolo non sopportavo l'idea di non avere un padre e odiavo quando mi dicevi che fosse “scomparso”. Mi rigiravo nel letto e piangevo perché gli altri bambini mi prendevano in giro per questa cosa. Come poteva una persona svanire così nel nulla? Come poteva un padre lasciare una madre con il suo bambino? La sai una cosa? Alla fine ho anche capito che di padre io non ne avevo bisogno. Si vive lo stesso, basta che ci sia amore.

Se papà è davvero scomparso come dici tu e fosse morto come speravi, ti prometto che quando arriverò in cielo gliene dirò quattro. Dio dovrà perdonarmi, perché per lasciare una donna come te ci vuole coraggio.

Tuo figlio,

Jeremy.

 

II.

Credevate tutti non avessi voce, non avessi occhi per vedere, non avessi orecchie per ascoltare o mani per toccare. Ebbene, il mostro vede, sente e parla, e ora vi dirà tutto ciò che sentiva quando era in vita.

Voi non avete idea di cosa abbia visto: l'orrore dei giorni più bui mi tormentava anche in sogno. Il fuoco era l'unica cosa che poteva cancellarlo, riducendolo in cenere per il mio piacere.

Ho sentito dire troppe cose su di me e il fuoco è stata l'unica cosa che riusciva a ripristinare il silenzio.

Ho detto cose che non andavano dette, ma la luce delle fiamme mi lasciavano stordito di fronte a quella meraviglia, tanto da infondermi il coraggio di stare zitto e restare indifferente.

L'inferno io l'ho vissuto in terra e non mi dispiacerebbe andarmene via. Pochi hanno avuto il coraggio di avvicinarsi e solo a loro penserò quando, per la seconda volta, le fiamme mi divoreranno.

Engie, forse quando chiuderò gli occhi sarai tu l'ultima persona a cui penserò. Tra tutti i colleghi sei stato l'unico a credere in me; mi hai portato nel tuo cuore senza chiedere niente, prendendoti cura di un pazzo e trattandolo come un figlio. Ti sei avvicinato spontaneamente quando tutti gli altri mi evitavano, e hai avuto il coraggio di essere l'unico spiraglio di lucidità che ho potuto godere senza soffrire.

Ebbene, Engie, non so se ci sarà un dopo, ma se così sarà continuerò a guardarti le spalle.

Pyro.

 

III.

Zhanna, amore mio,

quante, quante notti ho sognato di te, bella e fiera all'altare.

Te lo avevo promesso, lo avevamo deciso, ma non ce l'ho fatta.

Ti ho salvata e ti ho portata con me in questo viaggio, scegliendo di amarti e proteggerti fino a che avrei potuto. Me ne vergogno: la morte purtroppo è donna ed è gelosa e prima o poi ti trascina nell'abisso per averti tutto per sé. Ti prego di perdonarmi, semmai dovesse arrivarti questa lettera, perché sono mancato al nostro voto e non ti ho dato la vita che desideravi. Sognavamo una grande e bella casa in campagna con tanti figli, un giardino e dei cani, ma non credo di poterti più dare tutto questo.

Quando sarò via, mi auguro che tu posa trovare un uomo che ti tratti come ho fatto io in vita: che ti rispetti, ti onori e ti ami ogni giorno della tua vita, finché morte non vi separi, che ti protegga, ti abbracci la notte quando piangi, ti porti a braccetto quando non avrai più la forza di camminare o di vivere. Quell'uomo, amore mio, avrei voluto essere io.

Per sempre tuo,

Jane Doe.

 

 

SETTORE DIFESA.

 

IV.

Me ne sono andato, non ci sono più.

Scrivo questa lettera soltanto per sfogarmi, perché so che non fregherà a nessuno. Ero sempre solo quando mi ubriacavo come una spugna per non pensare allo schifo di vita che vivevo, e non mi sorprenderei se non vi fosse anima viva ai miei funerali. La mia famiglia pretendeva soltanto da me, i miei amici erano solo di passaggio e mi stavano vicini solo quando conveniva loro. Mi sono fatto un culo così per rendervi fieri, ma alla fine a che è servito? Rispondo io per voi, non c'è bisogno che vi affatichiate le cervella: a niente. Fortuna che, tra una bottiglia di Whisky e l'altra, la poca lucidità che mi rimaneva mi ha fatto scegliere una strada che mi piaceva; almeno muoio senza l'ennesimo rimorso. Perché sì, signori miei, Tavish ha chiuso i battenti col sorriso sulle labbra e vi augura di avere sensi di colpa per tutta la vostra vita, perché io non ne ho di certo.

Il vostro amabile demolitore di quartiere,

Tavish Finnegan DeGroot.

 

V.

Alla mia famiglia.

Vi è poco da fare quando l'ultimo pilastro crolla a pezzi, disintegrandosi al suolo: la polvere si alza alta in cielo, creando un grosso boato che lascia presagire che, prima o poi, anche le altre colonne crolleranno. Questo non accadrà per voi: la velocità con il quale la sterile roccia si sia modellata perfettamente, sorreggendo il tempio, ha presto lasciato me stupito e mi ha convinto a chiudere gli occhi con serenità. Siete tutte donne, ma avete più spirito di cento uomini. Continuerete a camminare per la vostra strada, più forti di prima, come l'invincibile diamante.

Madre, tu, Hestia del nostro tempio, ricorda di amare come hai sempre fatto e di vegliare su quanto rimasto, finché potrai.

Zhanna, Yana, Bronislava, restate sempre unite e ricordate di occuparvi di nostra madre e di sorreggerla in vecchiaia. Crescete forti e scegliete con attenzione il vostro futuro, affidandovi alla saggezza e al cuore.

Jane, tu sei arrivato da poco nella mia famiglia, portandoti via Zhanna. Ero restio a pensare di avere te al fianco di mia sorella, ma voglio ancora credere di aver trovato l'uomo che cercava. Tienila stretta e trattala come una signora, perché lo merita.

L'ultimo mio pensiero adesso vorrei dedicarlo a l'uomo che ha permesso a questa colonna di restare, per quanto possibile, in piedi, che l'ha sostenuta con tutta la forza che avesse nello spirito e nel corpo.

Ludwig, a te devo la vita mille volte e mille volte pregherò per te, sia che ascenda all'etere celeste, sia che sprofondi nel buio del Tartaro. La vita ci ha messi di fronte l'uno a l'altro in tarda età, ma ci ha uniti in una profonda e sincera amicizia che ci ha salvati da mortali e comuni pensieri.

È il momento di andare, vi lascio con queste parole; custoditele e fatene tesoro, tutti voi, perché queste sono le mie ultime volontà.

Addio,

Mikhail.

 

VI.

Cassidy, tu lo sai.

Non scrivo mai lettere, preferisco dire sempre le cose di persona e guardare il diretto interessato in faccia, ma se dovessi leggere questa lettera vorrà dire che non ci sarò più, che avrò abbandonato questa terra per un posto migliore, accanto a mamma e papà, e non potrò più guardarti negli occhi e dirti come stanno le cose.

Ho dedicato la mia intera vita ad aiutare le persone, sono diventato ingegnere come papà e come il nonno, continuando il sogno della nostra famiglia. Mi sono rimboccato le maniche e, osservando tutto ciò che ho creato, dopo tanti anni di lavoro, ho detto a te e i miei nipoti “questo l'ho fatto per voi”.

È così, Cassidy: non vi è mai stato momento in cui non ti abbia pensata, che non abbia pensato al tuo futuro e a quello dei tuoi figli. Fu proprio quando papà ci lasciò e ti portai all'altare al suo posto, che capii di aver ricevuto una grossa responsabilità, ma ho mantenuto la parola e adesso vado via senza rimpianti.

Ti ho insegnato ad andare in bicicletta quando avevi solo cinque anni, a costruire semplici meccanismi con cui intrattenerti, a riparare l'auto e il cuore spezzato che tuo marito ti lasciò, ma adesso voglio insegnarti ad essere più forte di prima anche senza di me. Sei sempre stata una donna coraggiosa e continuerai ad esserlo, perché lo so, Cass, è di famiglia.

Tuo fratello,

Dell Conagher.

 

 

 

SETTORE SUPPORTO.

 

VII.

Nella vita ho sempre avuto ciò che volevo e così sarà anche nella morte.

Ho ingannato il diavolo, l'ho tradito e l'ho superato. So cosa mi aspetta, ma non ho paura, me la caverò come sempre. Quando l'uomo ha la conoscenza dalla sua parte, non vi è forza che possa piegarlo, naturale o sovrannaturale che sia. Non mi pento affatto del mio percorso, non ho alcun rimorso per aver mangiato la mela ed essere diventato il serpente. Non ho provato timore nell'ascoltare la voce suadente del tentatore di Faust, né paura al momento della caduta dal Paradiso, perché ero un dio e nessuno poteva fermarmi. Se ve lo state chiedendo, questa lettera non è indirizzata nessuno, ma non perché non siano esistite persone importanti nella mia vita: la ragione sta semplicemente nel fatto che non ho mai avuto altro desiderio se non quello di andare oltre ogni limite. Di amore ne ho sofferto come tutti, di piccole delusioni ne ho avute a bizzeffe, ma cosa possono mai essere tali problemi di fronte alla possibilità di sfidare Dio?

Ebbene, per quanto blasfeme possano sembrare queste mie ultime parole, è giusto che voi sappiate che siano vere.

È l'ambizione e la sete di conoscenza che hanno portato Adamo a peccare, e io non ho fatto altro che seguire le orme del mio progenitore, come tutti prima o poi.

Addio mondo mortale, la vera sfida mi aspetta,

Ludwig F. Humboldt.


 

VIII.

Cari mamma e papà,

questa lettera non arriverà mai alle vostre mani: ve ne siete andati tempo fa, lasciandomi solo al mondo, ma il vostro ricordo, la vostra presenza mi sembrano ancora vive.

La notte nelle mie preghiere ci siete ancora voi, quando la sera mi giro nel letto e cerco di dormire, penso sempre a quanto mi manchiate. Ho passato la mia intera vita senza dar importanza a quanto sagge fossero le parole di papà. Quando mi raccomandava di dare sempre un bacio alla mamma prima di uscire, perché ogni volta poteva essere l'ultima, lo davo sempre controvoglia, sottovalutando l'importanza di quel gesto. Ora lo so: ero io ad avere torto. Se mamma fosse ancora qui non la lascerei con quel bacio così freddo, privo di timore e affetto. Se potessi la benedirei per tutta la pazienza avuta con me, per tutte le lacrime versate per quel figlio così testardo che non l'ascoltava mai. Se potessi tornerei a sollevarla da ogni fatica, regalandole quel sorriso che non le ho mai, egoisticamente, rivolto. Prenderei il posto di mio padre e lo lascerei leggere comodamente il giornale nella sua poltrona, lasciando riposare la sua povera schiena. Ora so che non posso.

Non posso più redimermi da questa colpa e spero che possiate perdonarmi una volta tornato da voi, lassù in cielo, perché è lì che voglio stare: al vostro fianco, per sempre.

Lo so, non vi ho mai dato alcuna soddisfazione nella vita: non sono diventato avvocato, non ho mai amato alcuna donna troppo a lungo e non ho avuto figli. La verità è che mi bastava tornare a casa e vedervi insieme, all'uscio, che mi aspettavate per cena. Anche se fossi invecchiato solo, comunque, non avrei mai rinunciato a tutto questo. Vi voglio bene.

Vostro figlio,

Mundy.

 

IX.

Alla mia amata,

di errori ne ho fatti tanti in vita mia, ma il più grave fu senz'altro quello di abbandonare te e nostro figlio. Eravamo d'accordo, poiché tu conoscevi benissimo il mio lavoro: sei stata anche tu una spia, una delle migliori che avessi mai incontrato; ero un po' invidioso, lo devo ammettere, ma levandoti la maschera dal volto conobbi una donna diversa. Quando nacque nostro figlio le cose si complicarono e tu dovetti rinunciare alla tua carriera per crescere il bambino. Un po' mi dispiacque, ma sapevamo entrambi che fosse l'unico modo per proteggerlo. Alla fine eccomi qui, vecchio ed escluso da tutte quelle gioie che un padre dovrebbe vivere. Non hai idea di quante volte fui sul punto di abbandonare tutto e tornare da te, stringere nostro figlio e cambiare vita, ma alla fine il mio buon senso mi riportò alla ragione e decisi di lasciar perdere. Avevo fatto la mia scelta tempo prima e non potevo più tornare indietro: nostro figlio cresceva e forse era meglio continuare a non esserci; in fondo non ero nulla prima e non lo sarei stato dopo.

Nonostante il passare del tempo il mio amore per te non è mai cambiato.

Voglio che tu sappia che non ho mai smesso di pensare a noi e alla famiglia che avrei potuto avere con te.

Continua a prenderti cura del ragazzo per me e sii forte come sempre,

Il tuo amato,

Spy.

   
 
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