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Autore: Tony Stark    08/01/2018    4 recensioni
il suo viso era insieme una benedizione e una condanna; Il riflesso odiato di un uomo già morto.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Timothy Lawrence(Jack's Double)
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Look-alike,Sound-alike, Doppelganger...Him
 
"Non sono te, Jack"
Quelle parole, quelle dannate parole, se Timothy avesse saputo quello che gli avrebbero portato se le sarebbe rimangiate. Sarebbe persino arrivato a cadere in ginocchio di fronte a lui e supplicarlo di perdonarlo... Ma no, doveva essere un idiota. Doveva lasciarsi Jack alle spalle. 
E, nella sua genialità, doveva proprio scegliere Pandora per nascondersi. Che idiota. Uno stupido idiota con più insicurezze che certezze e che era buono solo per una cosa: Uccidere per Jack. 
Elpis, Promethea, Eden, TP-12 erano stati stupendi, passeggiate rispetto a Pandora. Sapeva quello che doveva fare, non doveva neanche pensare. Fa quello che dice Jack, pensa come Jack, agisci come lui. 
Quanta gente aveva ucciso? Per quante persone il suo sorriso noncurante e divertito era stata l'ultima cosa che avevevano visto?
Timothy chiuse gli occhi, scuotendo la testa come a cacciare quel pensiero, mentre si stringeva un po' di più quella scusa di una coperta addosso, cercando di non rabbrividire al vento gelato che smuoveva la sabbia del deserto quella notte, tutte le notti a dire il vero. Il fuocherello che aveva acceso tremulava e gettava ombre inquietanti tutto intorno a lui, allungando le ombre delle rocce e affilando quella dei cactus, facendolo sentire circondato da mostri ancora più di quanto già non fosse.
Sentì un rumore, qualcosa che si muoveva nella sabbia o su questa, scivolando agilmente. Per un secondo la sua mente gli fece apparire davanti la vista di un enorme Tork, le zampe chitinose affondate nella sabbia il corpo oblungo molliccio e viscido che si dimenava come un tentacolo mozzato e le tenaglie che scattavano... Ma non era su Elpis, non c'erano Tork su Pandora.
Strinse la presa sulla pistola, la sensazione del freddo metallo che lo salutava come un vecchio e apprezzato amico, ricordandogli che era ancora vivo... e che dio gli fosse testimone nessuno avrebbe ucciso il maledetto J... No, era Timothy, Timothy Lawrence si ricordò. Seppure la persona di Jack gli stesse scivolando addosso come un abito fatto su misura, calmando il battito del suo cuore, facendolo sentire più tranquillo, più al sicuro.
Si alzò in piedi silenziosamente, lasciandosi scivolare la coperta alle spalle, il tessuto che si raggruppava come una densa pozza scura. Tenne l'arma pronta e si guardò intorno. Le lenti colorate della maschera che indossava, per la sua protezione, non poteva girare per Pandora senza nessuna cura a meno che non volesse essere ucciso lì sul momento, che rendevano ancora più difficile vedere qualcosa in quell'oscurità.
Pensò di levarla, e poi lo senti di nuovo. Si voltò con uno scatto, stendendo il braccio e puntando la pistola come se questa facesse parte del suo braccio, niente più insicurezze, niente più dubbi, Timothy che spariva, Jack prendeva il controllo.
Ad una quarantina, forse di più, di metri di distanza uno skag camminava, affondando il muso nella sabbia come se stesse cercando qualcosa. Non l'aveva ancora notato, perfetto.
Puntò l'arma, rilasciò la sicura e...
BANG
Lo skag voltò il muso verso di lui giusto in tempo perché un proiettile, con carica elettrica, gli spaccasse il cranio in due facendolo volare all'indietro, l'elettricità rilasciata che faceva contorcere il corpo come un verme tirato via dalla terra.
Jack sbatté le palpebre e nell'istante in cui riaprì gli occhi era di nuovo Timothy. 
Lo stesso ragazzo che non avrebbe avuto il coraggio di uccidere un ragno neanche se questo fosse stato velenoso... delle dimensioni della sua testa... e veramente aggressivo. 
Timothy lasciò un lungo sospiro, dal suono così basso da confondersi col vento. Mentre trascinava la carcassa dello skag lontano dal suo "campo", per poi spellarla e scannarla.
Ehy, non poteva mica morire di fame... E per quando quello fosse skag, la carne era pur sempre carne.
...
... Una parte di lui si ricordava ancora che una volta, prima di tutta questa cosa del doppio, era vegetariano.
---
Timothy evitava contatti con i pandoriani il più possibile, perché se poteva nascondere il suo viso non poteva mascherare la sua voce. Ma... visto che l'universo lo odiava e visto che probabilmente la sfortuna gli era attaccata addosso come l'odore del sangue, ovviamente, doveva finire in una situazione in cui l'unico modo per salvarsi era cercare di ragionare con quei bastardi... o almeno distrarli abbastanza da potersi riprendere la pistola e poi dire loro "ciao ciao" mentre gli faceva saltare via la faccia.
...Quando diavolo era diventato così insensibile?
<< Allora, ragazzo, si può sapere come tu e il tuo compare siete riusciti a trovarmi? >> chiese. E subito volle tirare indietro le sue parole... Perché diavolo aveva usato proprio quel modo di esprimersi?! Già la sua voce poteva attirare sospetti, ma anche quel modo di fare.... che diavolo gli era preso? 
Il bandito e lo psycho, suo compagno, lo guardarono... a metà fra l'essere confusi e l'essere in allerta.
<< Non sei nella posizione di parlarmi così stronzo >>
<< Oh, sul serio? >> disse Timothy prima di potersi fermare << Hai la minima idea di chi io sia? >>
<< Uno stronzo che sta per finire col cervello sparso nella sabbia se non chiude la bocca >>
<< Sbagliato, cupcake >> disse Timothy, mentre si preparava a scattare per levare la pistola di mano a quel bandito e usarla per ammazzarli. << Io sono il vincitore >>; Tim non aveva la più pallida idea di come fosse riuscito a muoversi abbastanza in fretta, dopo aver tirato una testata allo psicopatico che lo bloccava, strappando la pistola di mano al bandito e aprendogli un nuovo occhio in mezzo alla fronte, prima di fare lo stesso con lo psycho. Sentendo un sorriso soddisfatto stendergli le labbra. << E voi siete gli stronzi che finiscono col cervello sulla sabbia >>
 
Gli c'era voluto qualche istante per rendersi esattamente conto di ciò che era successo. Qualche istante perché la raggiante soddisfazione sadica delle sue parole si trasformasse in un retrogusto acido che gli si appiccicava al palato.
Un moto di nausea che gli faceva contorcere lo stomaco. Perché lui, lui non parlava in quel modo, poteva essere sarcastico, un tantino scattante, ma non era così insensibile...
Quello, quello era Jack non lui.
---
Timothy cercava di ricordare e di appuntarsi mentalmente tutto ciò che ricordava di sé stesso, non voleva dimenticare. Ora che Jack era morto, ora forse sarebbe potuto tornare ad essere sé stesso...
Ma chi prendeva in giro? Non sarebbe mai più tornato sé stesso.
Ma cercava comunque di ricordare...
Cosa ricordava...?
Ricordava che amava la scrittura creativa, ricordava che il suo sogno era stato quello di diventare uno scrittore.
Ora invece di una penna aveva una pistola in mano e il sangue di troppe persone a macchiarle.
Ricordava che il suo caffé preferito fosse decaffeinato con abbastanza zucchero e panna da non farlo sembrare più neanche caffé e che aveva una tolleranza agli alcolici talmente bassa che ai tempi dell'università bastava una birra per fargli sentire la testa leggera.
E poi? Poi cos'altro ricordava?
Cos'altro?
 
Timothy cercò di pensare a qualcosa, ma nulla gli sovvenne alla mente. Solo i consigli di Jack e... e il fatto che nulla di ciò che ricordava gli appartenesse più.
Non aveva scritto una parola in anni e non sentiva più il desiderio di farlo, il solo pensiero di sedersi dietro una scrivania e creare una storia lo annoiava.
Aveva bevuto solo caffé nero e amaro negli ultimi dieci anni della sua vita e pensava che se avesse cercato di prendere quel caffé che un tempo tanto amava lo avrebbe trovato stucchevole, troppo dolce, troppo poco da... sé. E che aveva costruito una tolleranza abbastanza alta all'alcool, Jack non poteva permettersi che il suo doppio si potesse ubriacare dopo solo un gin martini.
Più Timothy ricordava più si rendeva conto che la persona che era stato non esisteva più..
Più cercava di pensare a ciò che era più sentiva una risata isterica e spezzata, impregnata di disperazione ribollirgli nel petto bloccata da neanche lui sapeva cosa.
 
 
Fu al calare del sole che Timothy Lawrence si rese conto di una cosa...
Una cosa importante, fondamentale... e ovvia... a tal punto che si chiese come non se ne fosse reso conto prima.
Timothy Lawrence era davvero morto, quel giorno, quando Jack lo aveva ingannato facendogli praticare quelle otto ore di intervento, sveglio senza anestesia... era stato come se gli avessero ricostruito il cranio con uno scalpello arruginito per quanto faceva male.
Quello che c'era ora...
Quello, si rese conto levandosi la maschera da psycho che indossava e lanciandola nella sabbia, quello che era ora e sarebbe stato per sempre....
Quello...
Beh, quello era Jack.
 
Timot..-no, Jack sorrise, mentre richiamava due suoi digicostrutti.
Gli altri due Jack comparvero al suo fianco come spettri tinti da un aura verde-acqua.
<< Andiamo ad uccidere qualche cattivo >> dissero in un coro metallico ed elettrico.
Jack ghignò mentre annuiva.
 
Il re è tornato ed è meglio che questo cesso di pianeta fosse stato pronto alla tempesta che gli avrebbe scatenato contro.
   
 
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