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Autore: Vanessa1995    08/01/2018    2 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La regina Daenerys era intenta a scrivere alcuni documenti, o meglio controllava dei conti con l’aiuto del suo Primo Cavaliere della Regina, ovvero Jorah Mormont, che era seduto dinanzi a lei dall'altra parte della scrivania e stringeva tra le mani delle pergamene. Una piccola pila era sul tavolo di legno.
« Ah! » un urlo di donna proveniente da poco distante fece trasalire l’uomo, che istintivamente si voltò verso la porta del solare che dava sul corridoio.
« Jorah, per favore, intendo finire questo controllo prima che il bambino - o bambina - sia nato. » lo rimproverò con indifferenza, continuando a scrivere. Il cavaliere era impallidito in volto e posò i fogli sulla scrivania.
« Insistete per restare qui nel vano tentativo di non pensare, vero? » da quella mattina Alicia era in travaglio e non c’era ancora nessuna novità. Era ormai pomeriggio, sebbene l’ora di pranzo fosse passata solo da qualche ora.
« Non dite sciocchezze. » protestò la bionda, che a Jorah in quel momento ricordava un padre che aspettava impaziente la nascita di un figlio e di avere notizie della sua creatura e della moglie. Mellisandre non aveva dubbi sul fatto che il bambino che sarebbe nato sarebbe stato forte e sano e che la madre non avrebbe avuto particolari complicanze, eppure la Madre dei Draghi non era affatto serena.
« Dovreste incominciare a far trapelare un po’ i vostri sentimenti, a meno che il vostro obbiettivo non sia essere soprannominata la Regina dal Cuore di Ghiaccio. » notò serio, sebbene dentro di sé trovava la prospettiva divertente, però non voleva rischiare di irritarla. Da quando la ragazza era entrata in travaglio era particolarmente irritabile. A parte che, ad essere sinceri, lo era sempre, tuttavia quel giorno più del solito.
« E voi dovreste darmi dei consigli che mi tornino veramente utili. » protestò acida, fulminandolo con lo sguardo e ricominciando a scrivere con maggiore enfasi. L’altro tirò un sospiro e riprese a leggere i conti da controllare, augurandosi che con il passare del tempo si sarebbe calmata, o in ogni caso che sarebbe diventata più malleabile.

Qualche ora dopo

Con il passare del tempo le cose non migliorarono. Più le ore passavano più la Targaryen diventava irritabile e il poveretto era la sua vittima con cui sfogarsi, sebbene non l’avesse colpito o danneggiato in qualche modo. Tuttavia gliene diceva di tutti i colori, sfogando le sue frustrazione su di lui, anche se non ci poteva fare nulla. Mica era colpa sua se il travaglio si era rivelato così lungo. Se ci fossero state delle novità, possibilmente rassicuranti, sarebbe stato un sollievo.
« Regina Daenerys. » avevano appena finito il loro operato, quando una serva irruppe nella stanza come una furia in preda all'agitazione e la bionda si alzò in piedi.
« C’è qualche novità? » chiese agitata. La sua maschera di indifferenza si era spezzata in mille pezzi.
« La principessa Alicia ha dato alla luce un bel maschietto. » annunciò. La Targaryen si precipitò fuori dalla stanza e per poco non fece cadere la serva che sorrideva gioiosa e guardando Jorah si limitò ad alzare e abbassare le spalle come commento.
Arrivata davanti alla porta della camera da letto della nipote, Dany vide il maester che usciva intento a pulirsi le mani sporche di sangue in uno straccio macchiato.
« Allora? » chiese impaziente, in preda all'angoscia.
« La principessa Alicia è molto stanca, però sta bene, e il principino lo stesso. Dovete sentire che polmoni! » a conferma si sentì un forte pianto. Strano che non l’avesse udito fino al suo solare, forse le urla di sua madre erano state ancora più forti.
« Ho sentito. » trattenne a fatica il sorriso divertito che minacciava di apparire sul suo viso. « Posso entrare? » preferiva evitare di stancarla troppo, tuttavia desiderava pure vedere il suo erede, l’unico forse che mai avrebbe avuto.
« Pochi minuti, la madre e il bambino si devono riposare. » rispose. Ricevuto il permesso entrò nella stanza. Una donna l’accolse con un neonato in braccio, avvolto in una coperta bianca, e le sorrise teneramente.
« Vostra maestà, vi presento il nostro nuovo principino. » annunciò felice. Lo prese tra le braccia, trattandolo come se fosse la cosa più delicata al mondo e lo strinse piano, temendo che potesse rompersi per nulla. Possedeva un viso piccolo dalla palle chiarissima, ovvero il colorito pallido tipico dei Targaryen, le sue labbra erano carnose e aveva un bel nasino.
« È bellissimo. » esclamò. Il piccolo la fissava con i suoi occhi color verde smeraldo che brillavano proprio come due pietre preziose. « Peccato per gli occhi. » sperava che non avesse anche i capelli dorati tipici dei Lannister, e possibilmente che fossero biondo-argentati; però neanche quelli rossi della madre le sarebbero dispiaciuti e, anche se non li sopportava, di sicuro sarebbero stati sempre meglio di quelli tipici della famiglia di suo padre.
« Ho visto occhi di bambini che erano chiari appena nati, ma poi con il passare del tempo si sono scuriti. » sarebbe stato splendido se fosse accaduto pure al bimbo.
« Speriamo. » commentò poco convinta, ridandole il piccolo. Si diresse verso il letto, mentre l’altra usciva con il pargolo stretto tra le braccia. Alicia era coricata sotto le coperte che, a giudicare dal buon odore, erano state cambiate con alcune pulite. Si sedette su una sedia accanto al letto e le diede una carenza sulla fronte. L’avevano pulita e profumava vagamente di fiori, seppure aleggiasse in giro ancora odore di sangue. « Come state? » chiese preoccupata.
« Bene, sono solo stanca e ho ancora un po’ male. Sapete, è stato peggio degli altri due parti. » affermò, voltandosi verso di lei e fissandola triste. « Vorrei che Tyrion fosse qui. In alternativa mi sarei accontentata persino di Jaime. » era lui il padre alla fine, nonostante a Danìenerys piacesse dimenticarlo e fingere che fosse veramente il suo marito deceduto. Attualmente lo Sterminatore di Re era al di là del Mar Stretto e viveva a Dorne con Cersey e Myrcella, che secondo i pettegolezzi sarebbe stata anche lei incinta.
« Mi dispiace, però se vi può consolare, ammesso che Aegon cresca forte e in salute, non dovrete subire una quarta gravidanza. » la rassicurò, sfiorandole con le dita la guancia.
« Non so se voglio altri figli, ma prima dovrei trovare un uomo in ogni caso, no? » scherzò ed era lieta che avesse ancora il segno dell’umorismo, in quanto significava che non stava poi tanto male alla fine.
« Immagino proprio di sì. » rispose. « Adesso sarà meglio che vi lasci riposare, altrimenti chi lo sente il maester. » commentò ironica, alzandosi in piedi e uscendo fuori dalla stanza in modo che si potesse riposare dalle fatiche del parto.

Tre anni dopo

La regina Daenerys Targaryen era una buona regnante e voleva bene al suo popolo, sebbene fosse avvezza a qualche raro momento di follia. Era capitato che desse delle punizioni ritenute eccessive da alcuni, tuttavia da qui a dire che fosse folle come il padre o altri suoi predecessori ce ne voleva.
Oberyn Martell era venuto a corte per fare una proposta alla regina, o per essere più precisi a sua nipote Emily, per questo aveva attraversato il Mar Stretto ed era giunto fino alla capitale del regno, ovviamente senza omettere prima di annunciare il suo arrivo con un corvo. Non si aspettava chissà quale accoglienza e neppure gli interessava.
Entrato nella Sala del Trono di Spade scoprì Dany seduta sul trono, con indosso la sua preziosa corona composta da vari fili d’oro intrecciati e con qualche rubino incastonato. L’aveva forgiata lei stessa servendosi del fuoco dei suoi draghi. Il suo vestito era di colore rosso, proprio come le pietre della sua corona, ed era seduta sulla sedia di metallo con aria autorevole dipinta sul viso.
« Regina Daenerys, i miei omaggi. » la salutò con una riverenza appena fu a pochi passi da lei. La bionda gli sorrise facendogli segno con una mano di sollevarsi e lui ubbidì.
« Siete il benvenuto, principe Oberyn Martell. » lo salutò, scendendo dal trono, e si diresse verso di lui levando i pochi metri che li distanziavano.
« Grazie, regina Daenerys. Gradirei conferire con voi in privato. » sottolineò attentamente l’ultima parola, lanciando un’occhiataccia a Missandei, che stava perennemente appiccicata alla draghessa. Lo fissò offesa, però non gli importava assolutamente di averla ferita. Era già brutto che conferisse prima con Daenerys che con la diretta interessata.
Si erano recati in giardino. La regina riteneva che quello fosse il luogo più appropriato per poter discutere in santa pace ed era meno difficile che qualcuno li avrebbe uditi, seppure di quest’ultimo particolare la Nata dalla Tempesta non era del tutto convinta, ne era certo, ma non osò obbiettare.
« Quindi cosa desiderate dirmi? » domandò curiosa, mentre passeggiavano lungo uno dei numerosi sentierini del giardino.
« Sono venuto qui per chiedervi la mano di vostra nipote. » a quella frase la donna si bloccò e lo fissò con gli occhi spalancati, colta impreparata dalle sue parole.
« Intendete dire Alicia? » sorrise divertito.
« Avete altre nipote? » domandò ironico. La regina sbatté le palpebre e riprese a camminare, seguita a ruota dalla Vipera Rossa.
« No, semplicemente non mi aspettavo una proposta del genere. La principessa non si è ancora ripresa dalla morte di suo marito e io voglio tener conto della sua volontà. Ho paura che non accetterà la proposta. » lo informò. Si maledì mentalmente per non aver considerato una simile possibilità e si considerò proprio uno stupido.
« Oh beh, con il passare del tempo potrebbe cambiare idea. » rispose speranzoso e proseguirono sereni la loro passeggiata.

Dieci anni dopo

La proposta venne accettata e partirono una settimana dopo per Lancia del Sole. A Emily dispiaceva separarsi dal figlio, tuttavia la zia le aveva promesso che poteva vederlo una volta all'anno - come del resto gli altri due - o addirittura di più appena sarebbe cresciuto e avrebbe potuto lasciare la sua casa per affrontare un simile viaggio.
Emily era appena giunta ad Approdo del Re accompagnata dal marito e dai suoi due figli minori: Ethan e Visenya. I bimbi aveva rispettivamente sette e quattro anni.
Arrivati nell'atrio del castello vennero accolti da un bambino e due ragazzi, che corsero loro incontro. Joanna era ancora una bambina, seppure graziosa con addosso un vestito di colore giallo, e suo fratello maggiore, invece, era ormai un ragazzo bello che cresciuto che ricordava terribilmente il padre defunto.
« Mamma! » strillò il principe Aegon, correndole incontro e abbracciandola forte. La donna gli sfregò una mano tra i capelli biondi e gli diede un bacio sul capo.
« Come stanno Myrcella e i cuginetti? » chiese Joanna, riferendosi ai cinque figli maschi di Myrcella. Questa aveva giurato a se stessa di non fermarsi finché non le sarebbe nata una figlia femmina e il marito era felice, ma pure preoccupato al pensiero di numerosi bambini urlanti.
« Sta bene e aspetta il sesto figlio. » con la sua fortuna sarebbe stato l’ennesimo maschio, tuttavia la speranza era l’ultima a morire.
« Anch'io devo dare un annuncio importante. » si voltò verso il figlio maggiore.
« Oddio, non dirmi che hai messo incinta un’altra giovane. » qualcuno, non sapeva il nome, aveva avuto la brillante iniziativa di portarlo al bordello vicino a Grande Inverno in modo che perdesse la verginità e imparasse… ehm… qualcosa. Era finita con la prostituta che nove mesi dopo si era presentata con in braccio una neonata. Considerando che la bimba aveva gli occhi viola e, a parte lui, l’unico uomo con sangue Targaryen era Jon, e che questi non avrebbe mai tradito la moglie, era senza alcun dubbio sua figlia. Inutile dire che sua madre e sua zia Dany non avevano fatto esattamente i salti di gioia.
« No, madre. Mi sposo tra un anno! » annunciò al settimo cielo, cogliendola del tutto impreparata. Sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, eppure sperava il più tardi possibile. Scoppiò in lacrime abbracciandolo.
« Il mio bambino si sposa! » strillò singhiozzando, poi si allontanò da lui e lo fissò perplessa. « Ditemi, chi è la fortunata? » domandò infatti.
« È una delle numerose nipoti di Wald… » non finì la frase perché sua madre lo interruppe.
« Una Frey? Oddio, mi sento male, mi sento male... » disse sconvolta. Improvvisamente le era mancato il fiato e cadde a terra svenuta. Joanna si rivolse a Robert.
« Te l’avevo detto di dirglielo con cautela. » gli sussurrò sottovoce, senza nascondere il suo sorriso divertito e tirando una pacca sulla schiena del fratello allibito.
   
 
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