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Autore: MissCadaverous    08/01/2018    1 recensioni
Con coraggio e una ' bella faccia tosta' vengo qui per smontare un po' le vostre fantasie e creare qualcosa di insolito ma pur sempre affascinante con questa raccolta di one shots e flashfics su Raven e Robin cronologicamente ambientate dopo Birthmark
[Robin-Raven] e accenni di [Starfire-Cyborg] e [BB-Terra].
I suoi demoni erano riusciti a prenderla, ancora una volta, e ora se ne stavano impossessando. I suoi occhi diventavano sempre più rossi , bruciando d'odio qualsiasi cosa guardasse, lui compreso e Robin si sentì per la prima volta spaventato.L'autocontrollo di Raven svaniva visibilmente mentre la ragazza cercava di resistere, invano. Si. Aveva paura di lei, ma non si sarebbe mosso di un centimetro.
< < Lasciami vedere chi sei Raven. Lasciami vedere cosa sei, lasciami vedere il peggio di te > >
ci fu un secondo di silenzio < < e poi lasciami amarti comunque > > aggiunse.
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Robin, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Robin si sentiva usato.
Come al solito, s'era vestita e se n'era andata senza neanche un ultimo bacio , sparendo dalla sua stanza come se fosse acqua santa per il demonio.

Raven aveva fatto di lui una semplice abitudine, ci andava quando ne aveva voglia, facevano quello che lei voleva, poi si alzava, si vestiva e se ne andava Senza una parola, senza un'emozione sul suo viso. Senza neanche un maledetto e scomodo ' grazie ' tipo ' grazie per la cavallata scemo che non sei altro ' Veniva. Lo toccava. Lo aveva. Se ne andava.
E lui la accettava, dava il meglio di lui per quello che lei voleva, e poi rimaneva solo nel letto freddo, sudato e triste con la speranza di vederla restare distrutta ancora una volta.
Perché sotto la scusa di Raven ' non ho mai provato emozioni non so come gestirle ', il cuore di Robin si spezzava un pò ogni volta che lei usciva dalla stanza senza neanche un ultimo sguardo.

Si sentiva semplicemente un oggetto comodo e soddisfacente. Un semplice nulla, un buono a niente tranne che in quella situazione specifica. Come un...come un attaccapanni che non e buono a nient'altro se non ad attaccare i panni.
Le aveva monstrato il suo amore, le aveva dato il suo cuore, l'aveva distesa dolcemente nel suo letto, il letto che aveva condiviso con qualcuno per la prima volta, e lei...lei era rimasta con tutt'altre idee.

Così lei continuava a tornare per le sensazioni, lui continuava ad accettarla per l'amore.

Raven era un specie d'infezione e guarirla avrebbe richiesto troppo tempo. Perciò la lasciava così. Continuare. Sapeva che un giorno si sarebbe stancata delle sue prestanze e se ne avrebbe cercato un altro, sapeva che tutto questo era qualcosa che lui si era andato a cercare, personalmente
Ma andava bene così. Raven era capace di offrirgli qualsiasi cosa ma non l'amore che lui tanto desiderava

Perciò Robin si trovava in quello stato. Gli spazzi più neri e cupi della sua mente erano occupati da lei. La notte le era inchinata, e ogni sogno la ritraeva accanto a lui cosi come la desiderava... fino a farlo impazzire.
Non riusciva più neanche a riposare , perché spesso la trovava protagonista delle sue notti cosmiche.
Una specie di vittima soffocata dalle voci dentro la sua testa che urlavano il suo nome come fosse la sua dea della salvezza.
A volte, Robin si chiedeva quanto questa situazione era capace di continuare così. E sapeva in un certo senso che nulla poteva cambiare finché lui non ne faceva qualcosa al riguardo.
Ma da dove cominciare, come risolvere questa piaga che complicava la sua vita peggio di un romanzo gotico.

Perciò decise l'impensabile.
Parlarne con Raven
E non come lo faceva di solito, di sfuggita, superficialmente.
Questa volta chiaro, verde in faccia, la verità, i suoi sacrifici, l'impegno e la dedicazione che lui ci ha messo nella loro relazione.
Una specie di piano in parallelo con quello che lei ha fatto per lui, e quello che lui ha fatto per lei.

Si alzò, si vestì e andò a cercarla prima che il coraggio sparisse fra le paure e le preoccupazioni di perderla completamente.
Non sapeva esattamente dove trovarla, ma era abbastanza certo che Raven non si trovava quasi mai in un altro posto se non la sua stanza, perciò iniziò da lì.
E trovatosi davanti alla porta della stanza di Raven si domandò come avrebbe dovuto comportarsi.
Bussare e chiamarla? Raramente funzionava.
Aprire semplicemente? Probabilmente la sua porta era sempre chiusa a chiave.
Cercare di ascoltare cosa succedeva dentro? Solitamente c'era sempre un silenzio soprannaturale oppure piccoli rumori indistinguibili.

Decise di forzare la sua fortuna e tentare di aprire lentamente la porta.
Sì, lo sapeva non era cordiale, non rispettava l'intimità di Rae, era un gesto sgarbato e la sua attitudine da gentleman non avrebbe mai dovuto toccare punti così bassi, ma era arrabbiato. Questa volta c'era rabbia dentro di lui, non era una furia impazzita ma c'era pur sempre qualcosa di machiavellico nella sua persona che gli diceva che per questa volta lo scopo giustificava i mezzi.

Perciò spinse la maniglia della porta che nelle sue mani divenne leggera e si mosse senza intoppi lasciando spazio ad uno scenario che Robin non si aspettava minimamente di vedere.

Circondata dalle sue perenni ombre demoniache che sembravano sollevarla fino al soffitto, gli occhi di Raven erano rossi ed erano quattro, il suo mantello svolazzava e dentro la stanza c'era un vero e proprio vortice, un tornado di energia e poteri elettrizzanti che lasciarono Robin completamente spaventato ed immobile.
Quando gli occhi rossi di Raven lo colpirono, Robin si risvegliò.

< < Raven cosa ti sta succedendo > >
Robin urlò non sapendo se la sua amica fosse capace di sentirlo

Per un corto, cortissimo secondo l'espressione di Raven cambiò e l'odio, la furia che erano dipinti sul suo volto si transformarono in uno ghigno disperato

< < Non....non lo so. Vai via > > ma fu breve, perché la sua faccia tornò ad abbracciare la rabbia di prima

< < Raven. Raven sono qui. Cerca...cerca di calmarti, io non andrò via > >

Robin cercò di schiarirsi le idee, sapeva lavorare sotto pressione, aveva visto Raven andare fuori di testa così, sapeva che erano cose che lei non poteva controllare.
C'era qualcosa che poteva fare. Doveva esserci.

< < Rae...Rae... Rimani qui. Rimani qui con me non....non andare da quella parte, non buttarti in quel buio > > il tono di voce di Robin suonava come una richiesta implorante, come una preghiera, il tocco di disperazione che si sentiva in quelle parole lasciava capire quanto Robin fosse spaventato e quanta paura avesse di Raven in quel momento

I suoi demoni erano riusciti a prenderla, ancora una volta, e ora se ne stavano impossessando.
I suoi occhi diventavano sempre più rossi , bruciando d'odio qualsiasi cosa guardasse, lui compreso e Robin non sapeva cosa fare.
L' autocontrollo di Raven svaniva visibilmente sempre di piú mentre la ragazza cercava di resistere, invano.

Si. Aveva paura di lei, ma non si sarebbe mosso di un centimetro. 
< < Lasciami vedere chi sei Raven. Lasciami vedere cosa sei, lasciami vedere il peggio di te > >  ci fu un secondo di silenzio  < < e poi lasciami amarti comunque > >  aggiunse.

   
 
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