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Autore: Dea Elisa    08/01/2018    0 recensioni
[MAMMA MIA!]
[SamxDonna]
Ripeté il suo nome all’orecchio, più volte, e l’impazienza si faceva sempre più intollerabile.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dreams




“You do this sort of thing often?”

[prompt from Fanfiction Memes (http://ficmemes.tumblr.com/)]







 

 

Era sdraiato sopra di lei, una gamba tra le sue.

Le labbra sempre più calde le scrivevano sulla pelle del collo. Scendevano lente, mentre le slacciava il reggiseno e lo gettava oltre il letto, sul pavimento dove erano sparsi gli altri vestiti.

Intorno a loro la luce era soffusa, e l’unico rumore erano i loro respiri, irregolari, che chiedevano di più ad ogni bacio, ad ogni carezza.

“Donna.”

Infilò le dita nel bordo delle mutandine, e le fece scendere in basso, fino ai piedi. Tornò ad assaltare la sua bocca, e Donna allargò le gambe perché Sam potesse sistemarvisi in mezzo.

Ripeté il suo nome all’orecchio, più volte, e l’impazienza si faceva sempre più intollerabile.

“Donna?”

Sentì la testa pesantissima mentre cercava di sollevarla dalle braccia incrociate a mo’ di cuscino.

“Donna, sono le 4.”

Sbatté gli occhi alla luce del pomeriggio, e inquadrò Sam, che la fissava con l’espressione un po’ turbata. Corrugò la fronte, chiedendosi come mai Donna lo stava guardando così, come se fosse venuto da un altro pianeta. Cosa che effettivamente era: da un altro continente, da un’altra epoca. Diverso, ma lo stesso di prima.

E lei come una sciocca a sognare di lui, e a continuare a farlo anche in quel momento, sebbene ad occhi aperti.

Stordita, a disagio, incapace di mettere in fila due parole, provò a chiedergli di Sophie, se si stava preparando, con chi, e se non era troppo in ritardo, ma forse no, visto che Sam indossava ancora i vestiti di quella mattina.

“Ehi ehi ehi, va tutto bene, c’è ancora tempo” gesticolò Sam per interrompere il suo discorso agitato e confuso. “E comunque non potrebbero mai iniziare senza di te” la rassicurò, porgendole una mano.

Donna la fissò qualche istante, per poi alzarsi senza sfiorarla. Anche se avrebbe voluto intrecciare le dita con le sue, anche se avrebbe voluto afferrarla e condurla sul proprio corpo e vedere come Sam avrebbe reagito alla quella spudoratezza.

“Fai spesso questo genere di cose?” le chiese, rimettendo la mano in tasca senza battere ciglio.

“Che genere di cose?” Sognare di fare l’amore con te?

Davanti all’espressione dubbiosa di Donna, indicò il tavolo apparecchiato per il matrimonio, dove si era addormentata, dopo che la sua mente si era persa, arrovellata, torturata con l’unico obiettivo di pensare a lui.

Più spesso di quanto credi.

“Intendo dire… stai bene?”

Donna lo guardò annuendo e si sforzò di sorridergli per convincerlo che tutto fosse perfettamente sotto controllo, anche se probabilmente l’esito non fu dei migliori. Non era sua abitudine cadere nel sonno – e dentro il piatto nel senso letterale del termine –, né risvegliarsi con il soggetto dei suoi sogni davanti agli occhi. Reale.

Sam sollevò la stessa mano di prima, stavolta fino a raggiungere la sua guancia. Le si mozzò il respiro, mentre sentì il cuore batterle in gola. Chiuse gli occhi e lo rivide su di lei, le immagini del sogno sovrapposte ai ricordi di vent’anni prima, e si chiese come sarebbe stato adesso, e se anche lui da quando si erano rivisti non pensava ad altro.

Ma la carezza che Donna aspettava non arrivò mai, perché quel gesto fu solo per spostare dietro l’orecchio le sue ciocche bionde sfuggite dal fermaglio. Agognava la sua pelle, sentirla su di lei, si sentiva irrequieta, tesa, il fiato corto e il viso accaldato. Come faceva lui a non accorgersene?

“Ci vediamo più tardi” la salutò incrociando i suoi occhi. La sua mano si allontanò in fretta, ma Donna ebbe il tempo di sfiorarne il dorso con la propria, che aveva alzato non sapeva per quale automatismo o pazzia o desiderio. Sam, già voltato per andarsene, si bloccò, tornando a guardarla. E stavolta lo fece in modo diverso.




   
 
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