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Autore: Sistxh    08/01/2018    15 recensioni
La prima cosa che dovete sapere leggendo queste pagine è che non vi è un vero e proprio inizio.
Né una vera conclusione, a dirla tutta. Questa è la mia versione dei fatti.
Questi sono i miei pensieri riguardo tutto quello che è successo e se state leggendo, quasi sicuramente è perché sono morto.
Qui non ci sono bugie -che è poi quello che vi aspettavate da me- solo la realtà dei fatti.
Diffidate di quello che vi è stato detto, l'Oscurità è una forza cosmica troppo vasta per comprenderla.
Datemi del cinico, freddo e disumano ma io non sono mai stato tipo da accettare le cose sulla parola,
e si dà il caso che sappia che la mia storia non è altro che trama e metafora, che è poi ciò di cui sono fatte tutte le storie.
E ciò che le rende un successo o una leggenda, è come la storia viene raccontata, e da chi.
Altri hanno già avuto l'occasione di raccontare la loro versione dei fatti.
Questa è la mia. Partiamo dal giorno in cui sono nato...
-Benjamin Solo.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Han Solo, Kylo Ren, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Klelia and Kylo Trilogy.'
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                                                                               Illazione.

Il mondo era silenzioso come se avesse avuto fine durante la notte ed il sole era decisamente ancora al di sotto dell'orizzonte. Attraverso i grandi finestroni aveva una visuale perfetta del cortile esterno dell'Accademia; il prato del giardino era rivestito da fiori, sui petali sedevano innumerevoli gocce d'acqua, ciascuna una sfera perfetta, brillante nei raggi del mattino. Le goccioline non erano abbastanza pesanti, né singolarmente, né prese nell’insieme, per piegare le fioriture verso la terra. Presto il dolce calore del mattino le avrebbe rimandate alle nuvole e le corolle si sarebbero aperte, richiamando le api estive. 
Per fortuna non c'è nessuno, pensò Aidan mentre cominciava a spolverare. La polvere fluttuava pigramente nell'aria rendendogli difficile la respirazione. Dapprima gli ricordò la neve, ma invece di essere di un bianco brillante, era di un grigio sporco deprimente e il pensiero che fosse costituita dal novanta per cento di cellule morte della pelle gli diede il voltastomaco. La luce proveniente dalla finestra illuminò le particelle nella loro orribile danza, mentre vorticavano in labili turbinii, raccogliendosi dappertutto fino a dove riusciva a vedere.
La sera prima aveva fatto a pugni con un altro allievo, che lo aveva ridicolizzato dinanzi a tutti nella mensa a causa dei suoi occhi "duali"; con quell'espressione si era riferito alla sua eterocromia. Il suo Maestro, la donna più intimidatoria che avesse mai conosciuto, lo aveva punito dandogli l'incarico di pulire la biblioteca prima dell'inizio delle lezioni. 
D'un tratto sbadigliò profondamente, fermandosi sulla scala appoggiata alla libreria; era vecchia ma ancora integra ed essenziale, resa incantevole dalla corteccia cruda ai bordi. Portava la natura nel tempio, un promemoria del fatto che facevano parte del mondo vivente. A un'ispezione più ravvicinata riuscì a notare le varie scheggiature e le parti dove il legno era stato bruciato, estese la mano e toccò la superficie trovandola estremamente ruvida, tuttavia sorrise. Quei particolari la rendevano interessante, proprio come le cicatrici di una persona- per lui rappresentavano sempre gli indizi di una storia. 
Spostò dei libri per pulire meglio la mensola, ed uno di essi cadde sul pavimento. Aidan emise un verso di frustrazione prima di scendere dalla scala per recuperare l'oggetto. Lo prese fra le mani, non sapeva di cosa si trattasse ma la curiosità ebbe il sopravvento; era rilegato in pelle, rovinata in alcuni punti, tenuto chiuso da una collana con un diamante nero. Aidan arricciò il naso mentre passava una mano sulla superficie, rimuovendo il leggero strato di polvere che si era venuto a creare ed esponendo un nome sul fondo della copertina. Benjamin Solo.
È un diario, pensò Aidan facendo scorrere velocemente le pagine. Il movimento creò un soffio leggero che gli sollevò un ciuffo di capelli scuri dalla fronte. Poi, d'improvviso, qualcosa di bianco scivolò giù dalle pagine; era un foglietto più o meno grande, s'inginocchiò e lo prese in mano, leggendo:
 
"Quanto del mio peso ci vorrà per rompere il ghiaccio,
dimmi di cosa ho bisogno affinché tu possa frantumarti e lasciarmi entrare,
scivolando sulla superficie della tua pelle spessa.
Voglio solo innamorarmi, dovrò aspettare fino alla primavera... "
 
"Chi sei? Di cosa parli?" chiese ad alta voce, riponendo il foglietto nel diario. Mentre sfogliava le altre pagine per capire la fonte del messaggio, sentì una folata fredda alle sue spalle, provenire dalla porta. Capì immediatamente e si rialzò di scatto, la voce che ruppe il silenzio lo fece trasalire.
"Aidan... non dovresti stare pulendo?" chiese il suo Maestro con un tono tutt'altro che simpatico. 
"Sì, Maestro, ora riprendo subito." 
Era a pochi passi da lui e, dall'alto del suo metro e ottanta, lo sovrastava di almeno trenta centimetri. I lunghi capelli scuri erano legati in una treccia, indossava una tunica bianca, e legata alla cintura vi era la sua fedele compagna di battaglie; la sua spada-laser. "Cos'hai lì?" 
"Niente." rispose Aidan nascondendo il diario dietro la schiena.
Il Maestro gli rivolse un'occhiata curiosa "Forza," lo intimò sorridendo "fammi vedere."
Lentamente Aidan glielo mostrò.
"Oh..." l'espressione della donna mutò drasticamente, il sorriso scomparve dal suo volto. 
"Che cos'è, Maestro?"
Per un attimo pareva essersi persa in vecchi ricordi, poi scosse lievemente la testa ed appiattì la propria espressione. 
"Quello... quello apparteneva a Kylo Ren." 
Aidan sgranò gli occhi "L'uccisore di Jedi?" 
La donna si lasciò sfuggire una risata, era la prima volta che si mostrava divertita, libera dalla sofferenza. Una donna così bella avrebbe dovuto ridere più spesso. Subito dopo, però, tornò seria. "Io l'ho conosciuto quando era Ben Solo." sciorinò sedendosi su una poltrona.
"Adesso... adesso devo... devo proprio andare!" balbettò Aidan "Ho ancora tutte le mensole da pulire."
Sua madre gli aveva sempre detto di non immischiarsi negli affari degli altri, per evitare problemi.
"Resta," pronunciò indicandogli la poltrona di fronte a lei "è giunta l'ora che qualcun altro conosca la vera storia." 
"Ne è sicura?"
"Aidan, dovrai leggere per me... o preferiresti tornare a pulire?" gli chiese inarcando il sopracciglio. 
"Mi sa tanto di ricatto." 
"Bene, allora me ne vado." la donna fece per alzarsi, ma si fermò vedendo il ragazzo prendere frettolosamente posto di fronte a lei. Aidan fece un respiro profondo.
"Comincio?" suggerì poi, con il diario fra le mani.
La donna annuì sorridendo, pronta a fare un tuffo nel passato...
 
   
 
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