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Autore: Undead    09/01/2018    3 recensioni
E se l'operazione di Nina fosse andata diversamente ed un nuovo braccialetto, lo stesso giorno avesse fatto la sua comparsa?
Sono passati più di cinque mesi dall'operazione al cervello di Nina, il suo tempo per risvegliarsi scadrà alla mezzanotte del 31 Dicembre, ormai si sta soltanto sperando in un miracolo di Natale ed Achille, se pur da ultimo arrivato, è intenzionato a fare tutto il possibile per svegliarla e la notte tra la Vigilia ed il giorno di Natale va a trovarla in camera per un tentativo disperato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nina, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Luglio

POV narratore

Un'eliambulanza sta atterrando all'entrata dell'ospedale, al suo interno ci sono tre ragazzi due di loro sono estremamente preoccupati e invasi da un misto di dolore e senso di colpa, la terza è stesa sulla barella incosciente e con il collo bloccato dal collare. Appena l'eliambulanza atterra, la ragazza, viene subito portata dentro all'ospedale dai dottori, che già la stanno seguendo per il suo cancro al seno, anche loro sono evidentemente preoccupati e scossi per quello che è successo.

 
Vale, Cris e Nina erano a fare una piccola vacanza, un momento di svago gli era stato concesso, ma forse dato quello che è successo sarebbe stato meglio restare ognuno al suo posto. Ad ogni modo i ragazzi in quella settimana si erano divertiti molto e poche ore prime di riprendere il traghetto per tornare a "casa" è successo il fattaccio, Cris ha avuto un piccolo malore mentre era in acqua e Nina, preoccupata per la salute della sua amica e del figlio che ha in grembo, si tuffa dagli scogli e sbatte la testa contro quelli nascosti sul fondo, nonostante questo riesce a soccorrere Cris, dopo poco Vale le raggiunge in spiaggia e vedendole in pericolo prende una tavola da surf e corre in loro soccorso, le carica su ma nessuno si accorge dell'ematoma sulla testa di Nina che, svenendo, scivola dalla tavola; fortunatamente Vale si gira e si accorge che lei è nuovamente in acqua, la recupera per la seconda volta e, tornati a riva, insieme a dei passanti, chiamano i soccorsi… ed ecco come sono finiti in ospedale.


Nina, subito dopo i primi esami per controllare le reazioni, ai quali non reagisce, viene subito portata a fare una TAC e una volta ricevuti i risultati, i dottori, per quanto possibile, sono ancora più preoccupati di prima e sono consapevoli che, l'unica possibilità che hanno per salvarle la vita è fare un'operazione estremamente rischiosa, per via dell'emorragia ormai molto estesa e che tocca punti molto delicati del cervello, quasi irraggiungibili.
Si deve agire il prima possibile così i dottori hanno solo il tempo di lavarsi prima di correre in sala operatoria per cimentarsi in questa impresa.
 
***

POV Achille

Arrivo all'ingresso dell'ospedale, le porte mi si spalancano d'avanti agli occhi ed il panorama che mi si presenta non è certo dei più rassicuranti, sono tutti agitati e sembrano non sapere che fare, penso c'entri la ragazza che ho visto essere scaricata dall'elisoccorso e portata di corsa all'interno. Ora però devono occuparsi di me, mi hanno fatto venire qui di corsa per paura che scappassi chissà dove e chissà perché… sono anni che aspetto di operarmi, certo non mi aspettavo di farlo senza il consenso del giudice e bypassando la lista d'attesa per via un cancro, ma va bene anche così il risultato sarà quello desiderato, sempre che mantengano la promessa.
Vado alla reception, ovviamente doveva essere stata avvisata ma, a quanto pare, non era così perché, dopo aver ricevuto i documenti chiede: «Ah bene qui c'è tutto, la paziente dov'è?»
«Ehm… sono io. Non l'hanno avvisata che fossi transessuale?»
«Quindi mi sta dicendo che Sara è lei?»
«All'anagrafe, ancora sì, tra pochi mesi dovrei avere il cambio nome sui documenti. Ora mi chiamo Achille, piacere» poi indicando il lato di uno dei fogli consegnatole «Vede, c'è segnalato anche qua»
«Oh, scusi sono stata distratta. La faccio subito accompagnare nella sua stanza, la dottoressa Lisandri verrà da lei appena terminerà l'intervento d'urgenza che sta eseguendo»
«Bene, grazie».

La stanza sembra accogliente, un solo letto e tanto spazio intorno per sistemare le mie cose. In realtà non mi sono portato tanto oltre alla roba da vestire, ho preso qualche libro, il computer, le cuffie, qualche disco e un paio di quadernetti dove poter scrivere, in caso mi vengano ispirazioni durante la degenza, che sarà abbastanza lunga o almeno così mi è stato detto.
Guardandomi intorno, vedo alcuni dei ragazzi che avevo incrociato prima con la ragazza priva di sensi… so che non è un buon momento e che dovrei starmene nella mia stanza ma sono curioso e così decido di provare a scoprire cosa sia successo, non sarà semplice dato che non potrò andare da loro e chiedere informazioni, mi sembrano molto turbati dalla situazione, si vede che sono tutti molto legati. Proverò ad origliare non facendomi notare, di solito sono molto bravo in questo.

Poche ore dopo riesco a scoprire tanto quanto mi basta, seguendo un po' i ragazzi e captando alcune discussioni dei medici e degli infermieri, a quanto pare Nina, così si chiama la ragazza, è conosciuta ed amata da tutti qui dentro.
Non so perché ma spero che ce la faccia, non mi è mai importato molto delle altre persone, soprattutto di quelle che non conosco, però con lei è diverso… non l'ho mai vista, se non di sfuggita praticamente tutta coperta, ma è come se la conoscessi, come se fossimo legati da qualcosa.
In un momento ho capito cosa avrei fatto del mio tempo in ospedale, avrei indagato su di lei, avrei conosciuto i suoi amici e, una volta ripresasi dall'operazione, avrei parlato con lei e capito cosa mi spingesse a volerla conoscere.
 
***

POV narratore

L'operazione è terminata, non è andata alla perfezione ma meglio del previsto, la dottoressa Lisandri è riuscita a fermare l'emorragia, Nina, però, è ancora in coma e ha subìto gravi danni, viene attaccata ai macchinari che continueranno a tenerla in vita nella speranza che migliori e che si svegli.

 
Dicembre


POV Achille

Sono passati quasi sei mesi da quando ho varcato la soglia di quest'ospedale, da allora sono successe diverse cose ma una è rimasta invariata.
Partiamo con le cose allegre. Il mio tumore è stato rimosso, quindi addio utero e ovaie! Ora sto facendo dei cicli di chemio per eliminare eventuali rimasugli e renderli innocui; a Febbraio, se tutte le analisi sono nella norma dovrei tornare sotto i ferri per fare una mastectomia bilaterale, non vedo davvero l'ora! In teoria avrebbero dovuto togliere tutto in un'unica operazione ma ci hanno messo più tempo del previsto e iniziare anche la seconda procedura era troppo rischioso, sarei stato in anestesia per troppo tempo; ho conosciuto i braccialetti, i ragazzi più famosi dell'ospedale, e sono diventato uno di loro… mi hanno parlato delle loro avventure, raccontato le loro storie e anche quelle di chi non era più con noi… hanno risposto a tutte le innumerevoli domande che ad ogni loro racconto mi sorgevano spontanee, infine mi hanno raccontato tutto di Nina… già Nina, ecco lei è la parte triste di questi mesi. Non si è ancora svegliata dal coma e, praticamente, non ci sono stati segnali di ripresa… il suo tempo sta per scadere perché con lo scoccare della mezzanotte del 31 Dicembre i dottori saranno costretti a dichiararne la morte cerebrale irreversibile per poter procedere alla donazione degli organi, in caso si aspettasse più tempo questi ultimi diventerebbero inutilizzabili e non potrebbero salvare altre vite.
Noi non ci arrendiamo però, mi hanno raccontato quanto sia forte e lo sento anche io tutte le volte che andiamo a trovarla, la sua aurea me lo comunica, lei sta lottando e noi dobbiamo aiutarla standole vicini. Passiamo nella sua stanza almeno una volta al giorno, ci sediamo tutti intorno a lei e le parliamo. Una delle prime volte mi sono presentato, le ho raccontato tutta la mia storia, sono stato ore a parlare con lei, così concentrato a guardarla e a non dimenticare niente che gli altri braccialetti erano scomparsi, cioè erano lì con noi ma io non li vedevo e non li sentivo…
Svariate volte portavamo lo stereo, oppure la chitarra e ci mettevamo a cantare, cercavamo di farla stare in un clima allegro, sapevamo che ci poteva sentire… i braccialetti ci erano già passati con Rocco e lui ha assicurato che Nina ci sentiva, a lui avere i suoi amici accanto ha aiutato molto quindi non potevamo arrenderci e perdere le speranze, anche se con l'ultimatum alle porte era sempre più difficile non far percepire la nostra preoccupazione gli uni agli altri e soprattutto a Nina.

 
Era una notte particolarmente difficile, da poco avevo iniziato a frequentare i braccialetti. Non ero ancora uno di loro ma pian piano stavo riuscendo a farmi accettare e soprattutto a stringere dei veri rapporti, cosa che fuori da lì non avevo mai avuto seriamente. Le dinamiche del gruppo erano molto chiare, Leo, se pur malato da tantissimo tempo e in pericolo di vita per il suo "nuovo" cancro al cervello, è il leader indiscusso e cerca in tutti i modi possibili di mantenere positivo l'animo del gruppo, anche quando lui stesso è distrutto e vorrebbe solo rintanarsi in camera sua e piangere, come tra l'altro mi è capitato di vederlo fare la notte in cui hanno operato Bobo, dato che finalmente era rimasto solo. Quella è stata una notte molto difficile per tutti i braccialetti: Bobo sotto i ferri per un trapianto estremamente difficile; Nina che non migliorava più, dopo essere riuscita a farsi staccare dal respiratore, riusciva a respirare da sola ma sembrava non bastare ai dottori che avevano proclamato l'ultimatum; Flam che aveva ancora una volta una brutta sensazione con Chicco che non si sapeva dove fosse finito e Margie troppo in pensiero per Bobo, che finalmente era diventato il suo ragazzo; Cris e Leo che ancora una volta avevano litigato, Vale che cercava di fare da interprete ai comportamenti dei due innamorati; infine c'era Toni che da bravo portantino continuava a svolgere il suo lavoro ma in modo talmente distratto che è entrato nella mia stanza ed ha iniziato a raccontarmi di tutti i problemi che c'erano tra i braccialetti, dei suoi problemi amorosi con Mela, accorgendosi con chi stava parlando soltanto quando alla sua domanda su cosa doveva fare, la voce che gli ha risposto non è stata quella del deceduto Davide, ma la mia. Il suo stupore è durato solo pochi istanti e poi mi ha detto: «Ehi ma tu hai un braccialetto rosso, vuoi entrare nel gruppo? Sono sicuro che sarebbero tutti felici, soprattutto in una notte come questa». Io non aspettavo altro, volevo far parte di quella famiglia e così gli risposi «Mi piacerebbe molto, non sono sicuro però che oggi sia la nottata giusta, sai Leo l'ho visto in camera sua che piangeva, credo che abbia bisogno di sfogarsi per essere nuovamente un Leone con la luce del giorno»
«Non importa, chiamiamo gli altri, a Leo ci penso io» così dicendo esce dalla stanza e pochi secondi dopo si riaffaccia alla porta dicendo «Ci vediamo nella stanza di Nina tra un'ora, tu cerca Flam e Margie poi chiamate gli altri, io trovo Chicco e poi parlo con Leo».
Il furbo aveva sempre una soluzione, me lo avevano detto, non credevo però fosse vero… A dir la verità non mi sembrava per niente furbo, piuttosto avrei detto che fosse completamente pazzo.
Ad ogni modo eseguo gli ordini e una volta radunati tutti ci dirigiamo nella stanza di Nina, pochi minuti dopo ci raggiunge anche Toni con il ritrovato Chicco, che si era addormentato ancora una volta nella lavanderia, ed il Leone ancora turbato ma pronto a nasconderlo, nessun'altro avrebbe dovuto sapere cos'era successo tra le mura della sua stanza quella notte, lo sapevano già troppe persone.
Lo sguardo di sfida di Leo nei miei confronti è stato micidiale, diceva tutto quello che a parole non poteva fare ed io avevo capito chiaramente l'avvertimento… A me però non faceva paura e così lo sguardo in risposta fu altrettanto potente e convincente che Leo si mise affianco a me, mi prese il braccio, nel quale avevo il braccialetto e, una volta alzatolo in aria, pronunciò la loro parola "magica" «WATANKA» e così, solo grazie ad una parola, ero diventato ufficialmente un braccialetto rosso.
Il resto della notte lo passammo lì in camera con Nina aspettando che Bobo uscisse dalla sala operatoria, lui non mi era mai stato troppo simpatico ma speravo comunque che l'operazione andasse per il meglio e che lui stesse bene.


 
Ci stiamo avvicinando alla vigilia di Natale, ormai mancano poche ore e per tutti noi questo non si prospetta un bel Natale, non possiamo pensare ad altro che a quanto poco tempo rimane a Nina e all'imminente operazione di Leo, già la Lisandri ieri ha ceduto alle pressioni del Leone e ha accettato di operarlo, studierà il caso con la massima attenzione e appena sarà pronta lo porteranno sotto i ferri, lui vorrebbe succedesse a Natale perché crede sia una giornata in cui i miracoli possano accadere con più facilità.
In realtà lo stiamo sperando tutti, ci stiamo autoconvincendo che questo Natale ci regalerà dei miracoli, ormai è una delle ultime speranze che abbiamo… Solo un miracolo può svegliare Nina.

 
Vorrei poter far qualcosa, rendermi più utile, ormai andare da lei e parlarle non mi sembra abbastanza. Devo trovare il modo di stare da solo con lei, le devo aprire il mio cuore, magari una dichiarazione la farà svegliare… Un'altra speranza alla quale mi aggrappo, questa però deve restare nascosta, gli altri non lo devono sapere, anche se penso che Flam, Bobo e Cris lo abbiano già capito… Mi dicono cose strane ogni tanto, dandomi consigli in una visione ottimistica del futuro, consigli che accetto molto volentieri e metto in cassaforte. Anche queste piccole cose ci fanno andare avanti, ci fanno avere fede, non fanno appassire la speranza, ci mantengono forti e propositivi… Ci fanno anche ridere ogni tanto, non dobbiamo perdere il sorriso, dobbiamo essere forti per Nina, dobbiamo trasmettere tutta la nostra forza a lei.


Dopo poche settimane dall'operazione Bobo si era rimesso completamente, tutto era andato per il meglio ed era una cosa che doveva per forza essere festeggiata, probabilmente in poco tempo lui avrebbe potuto lasciare l'ospedale, anche se sappiamo tutti che non smetterà di venire a trovare Nina, così come stanno continuando a fare Flam, Margie e Chicco… Ogni tanto viene anche Rocco, che però ho conosciuto poco di persona, è troppo impegnato con la scuola e sua madre ha passato fin troppo tempo dentro quell'ospedale e cerca di starne il più lontana possibile.
Per quest'occasione però siamo riusciti a radunarci tutti, Mela compresa. Una festa a sorpresa all'insegna della gioia e della speranza… Vale e Bella erano riusciti a procurarsi una torta a forma di cuore anatomico bellissima, ottima per l'occasione.
Dopo l'ultimo giro di visite degli infermieri, con il consenso della Lisandri, siamo andati nella stanza di Nina, ovviamente non potevamo scegliere nessun'altro posto, l'abbiamo decorata sotto gli occhi un po' spaesati dei genitori mentre Leo gli spiegava cosa stavamo facendo. Ormai si erano abituati alle nostre stranezze e si erano convinti che tutto ciò potesse solo far bene alla loro amata bambina quindi ci lasciavano fare, decisero anche di aiutarci a preparare gli ultimi dettagli… Alle nove Margie, puntuale come un orologio svizzero, fa entrare Bobo nella stanza, completamente buia, di Nina ed appena lui accende la luce noi gridiamo varie cose, non ci eravamo messi d'accordo su quello… l'effetto però, ad essere onesto, non è stato per niente male.
Durante quella serata ci siamo sentiti uniti, non solo tra noi braccialetti ma anche con i medici, gli infermieri ed i genitori che erano presenti… Avevamo speranza, le cose belle succedono e Bobo da oggi potrà iniziare a vivere sereno, come mai aveva fatto fino ad ora…
Verso mezzanotte ci siamo messi a suonare e cantare, qualche canzone di Vasco per ricordare Davide, le canzoni che hanno scritto i braccialetti quando avevano creato una band e tutto quello che ci veniva in mente, ovviamente non sono mancate le canzoni preferite di Nina.
Tutta la festa è stata trasmessa sulla web-radio, i commenti di chi seguiva le nostre avventure e disavventure erano tantissimi… Anche tutti loro, in qualche modo, ci erano vicini e ci donavano forza e speranza.


 
È la Vigilia, ho deciso che questa notte farò la mia mossa… è il giorno perfetto, ho saputo che i genitori di Nina non possono venire perché sono stati bloccati dalla burrasca di neve che è durata tutta la giornata. Tutta la città è bloccata nelle proprie "case" da stamattina.
Leo andrà sotto i ferri tra poche ore, tutti i braccialetti saranno con lui, o meglio fuori dalla sala ad aspettare. Non posso stare lì con le mani in mano anche io, devo cogliere l'occasione e fare qualcosa… è il momento di stare da solo con Nina.

È tutto il giorno che sono rintanato nella mia stanza, sto pensando e ripensando a cosa dire. Ho preparato non so quanti discorsi che puntualmente poi sono stati gettati nel cestino. La mia mano ormai ha i crampi per quanto ho scritto, lo so che tanto poi mi perderò e dirò cose senza un senso logico, però senza una base sarei ancora più disastroso… non sono bravo a parlare, nello scritto me la cavo molto meglio, soprattutto quando si tratta di sentimenti. Penso che tutto quello che vorrei dire sia banale, lei deve sentirsi dire cose speciali perché non è come le altre… forse sono tutte mie pare, come sempre d'altronde, però voglio fare le cose per bene, voglio essere soddisfatto del mio tentativo e per questo la preparazione è importante.
Finalmente ho scritto qualcosa che mi sembra accettabile e ora devo solo provarlo e riprovarlo, voglio saperlo a memoria perché so che mi perderò a guardarla e non riuscirò a leggere.
È sicuramente la prova più dura che abbia dovuto affrontare fino ad ora, il percorso di transizione in confronto è una passeggiata… i sentimenti sono la cosa più spaventosa di questo mondo, mettersi a nudo ed esporsi, essere in balia di un'altra persona, darle il proprio cuore tra le mani in modo che possa farci quello che meglio crede… il rischio è che lo spezzi.
 
È scoccata l'ora X, sono le undici di sera e stiamo accompagnando Leo in sala operatoria, a mezzanotte, con la nascita del nuovo giorno, con la nascita del giorno di Natale, avverrà la prima incisione e da lì un'altra nottata insonne, per tutti, comincerà.
Pochi minuti prima che l'operazione cominci io mi dileguo, dico a Cris che vado da Nina, non può essere lasciata sola proprio oggi, insieme pregheremo anche per Leo.
I corridoio sono deserti e raggiungo la stanza senza incontrare ostacoli, le luci sono spente ma io so quali accendere per non essere troppo fastidioso. Ora siamo in penombra, da fuori non si vede nulla e dentro il giusto per potersi guardare da pochi centimetri di distanza, una volta che gli occhi si saranno abituati sarò anche in grado di leggere.
È ora di iniziare un lungo monologo, ho il cuore che batte all'impazzata, non ho mai fatto questo per nessuno, non ho mai provato niente del genere per nessuno prima d'ora… mi sento piccolo, inesperto ed impaurito, un po' come un bambino che per la prima volta deve andare in bicicletta senza ruotine ed è l'unico a non saperlo ancora fare.
«Ciao Nina, sono Achille, anche se lo avrai capito dalla voce. Lo so che non ci conosciamo bene, insomma tu mi ha solo sentito raccontarti di me, ed io ho solo sentito i braccialetti parlare di te… beh non è proprio vero questo, insomma ho visto i video nel blog, le foto che ti ha fatto Margie, le cose che ci hanno raccontato i tuoi genitori, ora ti vedo, sei proprio qui di fronte a me e vorrei che potessi vedermi anche tu.
Sai oggi è Natale, da cinque minuti per la precisione, fuori c'è la neve… è tutto bianco, è bellissimo… immaginalo, sei fuori a correre sulla neve, tra gli ulivi e tutti insieme facciamo la battaglia con le palle di neve, diciamo che lo facciamo per Flam, in realtà però ci divertiamo tutti. Possiamo anche fare un pupazzo di neve, magari lo vestiamo da dottore e poi… e poi ci stendiamo a terra e facciamo gli angeli… Lo sai, non le ho mai fatte queste cose, non ho mai visto così tanta neve e tu?
Ah, oggi i tuoi genitori non sono riusciti a venire, sai fuori c'è stata una burrasca che è durata tutta la Vigilia e si sono trovati bloccati in treno, stai tranquilla stanno bene, hanno chiamato la Lisandri e hanno chiesto di farti compagnia, arriveranno non appena riprenderà la viabilità. Non dovrei dirtelo ma hai tanti regali che ti aspettano sotto l'albero… Eh sì hai un'albero in stanza, lo abbiamo decorato con le stelle e con i pianeti, è un'albero tutto particolare, tutto per te.»
Riprendo fiato e nella stanza c'è un silenzio quasi pauroso…
«Leo è in sala operatoria, gli altri sono là fuori ad aspettare, ci vorrà molto tempo. Ho detto che avremmo pregato per lui, io però non sono bravo in queste cose, non sono uno di chiesa… non so se tu lo sei, però magari insieme possiamo provarci, possiamo dire una breve preghierina no… Insomma ci facciamo il segno della croce, diciamo qualcosa per Leo e poi magari un Padre Nostro o qualcosa di simile e poi nuovamente il segno della croce… che ne dici? Ci proviamo?» Faccio il segno della croce, le prendo la mano e nella mia mente inizio a "pregare" per Leo, già che ci sono anche per Nina, finisco e lasciandole svogliatamente la mano, faccio nuovamente il segno della croce.
«Dai non è stato così difficile no?
Certo, quando ci saranno novità ci faranno sapere. È meglio se ci distraiamo un po' però adesso, pensiamo a cose più allegre. Sai ieri Toni…» inizio a raccontarle delle marachelle che aveva combinato Toni, degli inseguimenti che ci sono stati tra le corsie degli ospedali perché non si poteva uscire e i bambini volevano giocare e tante altre piccole cose divertenti.
Ormai ero lì da quasi cinque ore, tra poco più di due l'operazione di Leo sarebbe dovuta terminare, era il momento di dichiararmi.
Prendo coraggio, apro la lettera, la scorro velocemente con lo sguardo, mi alzo dalla sedia e mi siedo sul letto… respiro profondamente, le prendo nuovamente la mano e, con il cuore in gola, inizio a parlare: «Sai Nina, oggi non sono qui solo per farti compagnia, per raccontarti quello che succede fuori da questa stanza. Oggi sono stato tutto il giorno chiuso nelle mia stanza a scrivere, a cercare le parole giuste per potertelo poi dire adesso, in questa notte… Questa notte che dovrebbe essere magica e che tutti speriamo ci doni un po' della sua magia, come quando eravamo piccoli e credevamo a Babbo Natale. Ci serve credere nella magia ed io vorrei sfidarla, vorrei che davvero questa notte fosse magica… per farlo, beh, mi vuole anche il tuo aiuto. Tranquilla non devi fare niente di particolare, inizia solo con l'ascoltare, ascoltare molto attentamente… non solo le mie parole, prova a percepire tutto ciò che c'è intorno a te, prova a sentire la mia mano, il mio corpo, le emozioni che sono nell'aria, le tue emozioni… lasciati trasportare da tutto e fai vivere la magia.
Sei pronta? … Bene iniziamo allora.
Cara Nina, sono seduto sul tuo letto d'ospedale in questa notte di un Natale appena arrivato, un letto nel quale sei costretta da quasi sei mesi ormai, e io non ti ho vista, realmente, fuori da queste lenzuola. Non ho visto il tuo sorriso, i tuoi splendidi occhi, non ho sentito la tua voce ma è come se lo avessi fatto, quando chiudo gli occhi per andare a dormire, la tua immagine sorridente mi appare e la tua voce mi culla fino a che non sprofondo in un sonno tranquillo e cullato dalla tua presenza. Lo so, penserai che è strano, impossibile, però è così… Ho preso tutte le informazioni che mi sono state fornite, tra foto, video, racconti e le ho percepite così tanto come reali, come se davvero in quei momenti fossi stato presente anche io… e ti vedevo ridere, correre, ti sentivo parlare e cantare. Hai avuto momenti di gioia e altri di estrema rabbia e tristezza, la vita non è semplice ma dobbiamo affrontarla, dobbiamo continuare a combattere finché non c'è più nessuna speranza, ed anche allora dobbiamo cercare di trovare una scappatoia e crearci una nuova speranza. Io so che tu stai combattendo, stai lottando con le unghie e con i denti per restare aggrappata alla vita, le tue speranze non sono ancora finite, e oggi vorrei provare a darti una mano a combattere, questa notte lotteremo insieme e chi lo sa, magari un miracolo di Natale si degnerà di vederci e di compiersi per noi.
Forse quello che ti voglio dire ti sembrerà assurdo, forse penserai che sia tutta una fantasia, che niente è reale ma, fidati, è tutto reale… Ti giuro che niente è mai stato così reale per me.
Lo so, sto vaneggiando e prendendo tempo… è che ho paura, sai è difficile ammetterlo ma quello che sto per rivelarti è, senza dubbio, la mia più grande paura. Quindi come puoi immaginare non è facile farla uscire, però voglio farlo, voglio dirti quello che provo per te.
Fin dal primo momento che ti ho vista, quel giorno di tanti mesi fa, mentre ti scaricavano dall'elisoccorso ho percepito una strana vibrazione, poi quando ho sentito cosa stava succedendo mi sono preoccupato veramente, e a me non era mai fregato nulla degli altri, non capivo perché mi preoccupavo per te, insomma non sapevo niente di te, solo il tuo nome perché lo avevo sentito dai braccialetti mentre origliavo le loro conversazioni. Ho deciso in quel momento che avrei dovuto saperne di più, volevo assolutamente conoscerti e così ho fatto amicizia con i braccialetti, sono entrato nel gruppo e mi sono ambientato. Venendoti a trovare, conoscendoti sempre meglio sentivo in me qualcosa che cresceva, un legame… percepivo la tua anima e la sentivo affine alla mia. Non so se queste cose le sento solo io o se in qualche modo le senti anche tu e provi ad usarle per comunicare. Ad ogni modo, con il tempo il legame diventava più forte, prima pensavo fosse solo empatia, poi amicizia e infine ho capito che era molto di più.
Quando entro qui, il mio cuore lavora come un pazzo, lo senti? Ti giuro che batte così solo per te.
Sai Cris, Bobo e Flam lo hanno capito da un pezzo che mi piaci, mi piaci da impazzire, e mi hanno dato dei consigli su come prenderti, su come dirtelo, su quello che ti piace e quello che non ti piace… io non lo so, se ho le caratteristiche che ti piacciono in un uomo, non so se quello che sto facendo possa essere di tuo gradimento, so solo che sto giocando le mie carte… Insomma avrei preferito portarti fuori a cena in un bel ristornate ma le condizioni non lo permettono quindi, questo è il meglio che posso fare, per ora.
La senti la musica? Beh io non so ballare ma se tu volessi, imparerei per poterlo fare con te.
Lasciati cullare da questa melodia… è una delle tue canzoni preferite, lo so, l'ho scelta apposta e poi piace molto anche a me.
Ho tante idee da proporti, la mia mente viaggia e crea dei film bellissimi dove io e te siamo i protagonisti indiscussi… ti porterei in mille posti, ti farei realizzare tutti i tuoi sogni. Devi solo dirmi di sì… insomma svegliarti e dirmi di sì.
Beh immaginavo non fosse così semplice, tranquilla ho ancora qualche asso nella manica da giocarmi. Sai non ho intenzione di arrendermi, la giornata è ancora lunga… già ormai è giorno, non so che ore sono ma sapevo avrei tardato nel decantarti questa lettera e sicuramente ora sarà giorno, aspetta guardiamo fuori dalla finestra…

Come previsto la luce del sole sta filtrando dalle fessure della tapparella, aspetta le alzo così da poterti vedere meglio, se ti interessa sono le sette e tra un ora Leo esce dalla sala, questo vuol dire che abbiamo poco tempo per stare totalmente tranquilli quindi torniamo a noi…
Immagino che sentirti dire che ti porterei da qualche parte senza dirti dove, può non essere poi così allettante, quindi vorrei rivelarti alcuni dei miei piani…
Vale mi ha detto che sull'isola gli avevi fatto promettere che avrebbe dovuto correre la maratona di Venezia con te, sai si sta preparando, vuole mantenerla la promessa… Ma lo sai quale maratona è veramente bella? Quella di New York, persone di ogni tipo si trovano per correre poco più di 42 kilometri, ti piacerebbe andarci? Se la risposta è sì farò in modo di portartici ed ovviamente di farci partecipare, ti avverto però… Ci dovremmo allenare duramente non possiamo arrivare ultimi!
Lo ammetto, quest'idea è stata un po' scopiazzata ma ora arriva il pezzo forte, magari non il migliore ma quello voglio giocarmelo se vorrò chiederti di sposarmi, per cui, per ora dovrai accontentarti di questo che sono sicuro ti piacerà.
Il tuo telescopio è sempre lì, alla finestra lo abbiamo messo cosicché quando apri gli occhi puoi tornare a vedere le tue amate stelle, e proprio le stelle sono al centro di un nostro appuntamento, sempre che tu me lo conceda. Vorrei portarti in uno degli osservatori astronomici migliori in Italia, in quello di Asiago per la precisione dove possiamo trovare, tra gli altri, il telescopio di Cima Ekar, che immagino conoscerai bene, potrai osservare il cielo da quello e da tutti gli altri telescopi che ci sono, ascoltare gli astronomi e fargli tutte le domande che desideri, infine c'è anche una sala multimediale che si dice consenta di immergersi nel fascino del cielo inseguendone i misteri…
Ora farò una cosa che forse non vorresti facessi, però devo farla, voglio farla e non lo so… credo che possa essere un punto di svolta.
Ora metterò giù il foglio, scenderò dal letto e ti bacerò… Sì hai capito bene, ti bacerò.
Sei pronta?»


La lettera termina così ed anche il mio lungo monologo, come descritto nell'ultima riga poso il foglio sul comodino, mi metto in piedi affianco a Nina e, dopo averla guardata ancora per qualche istante, le porto una mano sul lato della testa e chinandomi su di lei le bacio delicatamente le labbra. L'accarezzo dolcemente scostandomi appena, per vedere se ci sono state reazioni… mi sembra di aver scorto un lieve accenno di sorriso.
Torno ad avvicinarmi alle sue labbra, sono così morbide e hanno un sapore estasiante… indugio qualche istante, per controllare il suo respiro, mi sembra sia aumentato di frequenza, come il mio d'altronde… mi fiondo nuovamente su quella bocca così magnetica per me, provo a schiuderle le labbra ed inserire la mia lingua per cercare la sua, la sfioro appena ed il mio cuore, per quanto possibile batte ancora più forte, è come se stesse per uscire dal petto… Sono così concentrato e perso in quell'incontro di lingue che ci metto un po' ad accorgermi della mano che mi accarezza la testa, una mano calda e morbida. Pensando di essere impazzito mi blocco per qualche istante, poi mi stacco dalle labbra di Nina e alzo piano la testa e con essa lo sguardo, non posso credere ai miei occhi… lo spettacolo che mi si presenta d'innanzi è il più bello del mondo, due iridi azzurre ed un sorriso a trentadue denti che mi guardano… rimango così, immobile a fissarla… a fissare la ragazza più bella del mondo che si è appena svegliata da un coma durato quasi sei mesi, si è svegliata sotto i miei occhi, mentre la baciavo.
Non so se ho davvero realizzato quello che sta succedendo, apro la bocca ma non esce alcun suono.
Ad un tratto una voce giunge al mio orecchio «Ciao Achille, penso che un miracolo ci abbia notato» era ancora più soave di quello che avevo immaginato dai video, ascoltarla dal vivo, per la prima volta è stato meraviglioso, non riesco a fare altro che fissarla con un sorriso ebete stampato in volto… lei risponde al sorriso ma so che aspetta che io dica qualcosa, solo che non ci riesco, sono come pietrificato dalla gioia. Così è nuovamente lei a rompere il silenzio «Ehi, non mi dici più niente? Hai finito tutte le parole questa notte?» In quel momento, come riprendendomi da uno shock, ritrovo la parola e le rispondo «Sei bellissima. Saranno tutti felici di sapere che sei tornata.»
«Ti devo ringraziare, avevi ragione una dichiarazione è riuscita a farmi vivere di nuovo.»
«Quindi… mi hai sentito veramente? Tutto quello che ho detto?»
«Certo, scemotto… vorrei che davvero mi portassi a New York e soprattutto all'osservatorio… vorrei anche baciarti di nuovo» dice Nina arrossendo quasi impercettibilmente ed io per tutta risposta mi metto a ridere, avvicinandomi nuovamente a lei e baciandola ancora.
Questa volta il bacio è durato parecchi minuti, quando ci siamo staccati non avevo praticamente più fiato e quasi sognante dico, più a me stesso che a lei, «Allora è vero che a Natale tutto può succedere».





Note dell'autore: Questa storia è scritta per il gioco della Tombola indetto nel gruppo FB de: "Il Giardino di EFP"
Il prompt era: "Può succedere di tutto a Natale"
Personaggi presta volto:
Denise Tantucci è Nina
Jeremy Sumpter è Achille
   
 
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