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Autore: LadyMintLeaf    09/01/2018    1 recensioni
"Lei era bella e gentile a tal punto che nessun'altro fuorché un folle avrebbe potuto desiderare di farle del male.
Ma Loki le aveva fatto del male, molto male; troppo forse, ed in un istante ad esso tornarono in mente un antico poema runico norvegese che aveva letto una volta in un libro proveniente da Midgard.
"Þurs vældr kvinna kvillu, kátr værðr fár af illu", diceva e tradotto, significava "Il gigante causa dolore alle donne, pochi uomini gioiscono della sfortuna.".
E forse lui non era figlio di uno di quei giganti che tanto facevano tremare la gente al solo sentirli nominare?
Ma no.
Lui non voleva essere considerato un mostro..... Non voleva fare del male a nessuna donna.
Eppure a Sigyn aveva già fatto del male."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giovane Loki guardava fuori dalla finestra della propria stanza, con i gomiti poggiati allo scrittoio e l'aria assente.
Fuori, il sole splendeva sui magnifici giardini del palazzo.
Era un vero peccato restarsene chiusi in casa a studiare, con un tempo così bello.
Davanti a lui, sul piano di legno, c'era una pagina di somme, e vicino a quella un'altra pagina, con l'inchiostro ancora umido, ma il ragazzino dai capelli neri non le guardava.
Era perso lontano, immaginando di essere fuori a correre in giardino con Thor e magari, per una volta di essere lui il vincitore in una delle gare che spesso inventavano per mettere alla prova le loro capacità.
Di solito era sempre Thor a risultare vittorioso.
Con sguardo annoiato, Loki si volse  verso l'interno della stanza, guardando il fratello dai capelli biondi seduto accanto a lui.
Thor impugnava la penna come se fosse stata il suo adorato martello di legno, dal quale ormai non si separava più e ad ogni frase che scriveva tirava fuori la punta della lingua, mentre tracciava le parole con lettere storte e traballanti.
Fissava con ostilità il foglio di carta, come se questo fosse uno dei suoi nemici immaginari e lui dovesse farlo a pezzi per poter riportare la pace nel Regno.
Quasi come ogni altra volta che lui e Loki dovevano dedicare qualche tempo allo studio, Thor era svogliato e tutt'altro che concentrato.
<< Nooooo. Accidenti! >> brontolò Thor all'improvviso, quando si accorse dell'occhiata divertita che Loki stava indirizzando sul proprio banco: << Questa penna perde gocce in continuazione! Mi si è macchiato un altro foglio! >>.
Sul foglio dove stava scrivendo, in effetti, era caduta un enorme goccia di inchiostro nero e la macchia si stava allargando sempre di più, inzuppando la carta.
<< Adesso devo riscrivere tutto daccapo! >> continuò a piagnucolare Thor.
<< Dovresti stare più attento. >> ridacchiò Loki, guadagnandosi una furente occhiataccia da parte del fratello.
Loki scosse il capo, fissando il fratello con aria critica: << E poi non dovresti stringere la penna d'oca così forte, Thor. >> gli consigliò, con un tono di voce che ricordava vagamente quello di loro madre, quando li rimproverava per aver combinato qualche guaio in giardino, mentre giocavano: << Se continui così, rischi di spezzarla a metà. >>.
<< Stai zitto, Loki. >> mugugnò Thor, volgendosi a guardare l'altro solo il tempo necessario a scoccargli un'altra occhiataccia imbronciata.
Loki parve non fare caso alla reazione di Thor e, facendoglisi più vicino, iniziò a scrutare le parole scritte da Thor sulla pagina posata sul tavolo di fronte a lui.
Si lasciò sfuggire un risolino, nel constatare quanto il fratello fosse disordinato nello scrivere.
<< Tienila con più delicatezza. >> continuò a sussurrare all'altro, rischiando di beccarsi un'altra occhiata storta da parte di Thor che, invece continuò imperterrito a muovere la penna sul foglio, fino a quando questa non iniziò a strusciare su di esso, ormai priva di inchiostro.
Thor allora, fece per allungare la penna d'oca verso il calamaio, quando Loki glie la prese di mano, esclamando: << Adesso ti faccio vedere come devi tenerla. Guarda! >>.
E così dicendo, si fece rigirare la penna d'oca fra le dita sottili, impugnandola con la giusta inclinazione.
<< Vedi? >> domandò all'altro: << Riusciresti a scrivere molto meglio e molto più rapidamente se tu tenessi la penna in questo modo. >>.
<< Io sono un guerriero! >> si lamentò Thor sbuffando e allontanandosi dal volto una ciocca di capelli biondi che gli era finita davanti agli occhi: << A che cosa mi serve imparare a scrivere dritto? >> scosse il capo, con aria esasperata: << L'importante è che io cresca forte e allenato, giusto? >>.
Fece una pausa in attesa di una risposta da parte di Loki, che però non parlò.
Così Thor proseguì esclamando  a gran voce: << Per poter difendere Asgard! >>, senza nemmeno accorgersi che il fratello minore stava ripetendo le stesse parole a voce bassissima, come se già le conoscesse.
Ed in effetti era così, dato che quelle erano le affermazioni pronunciate sempre più spesso da Thor.
<< Ma tu non pensi ad altro? >> gli domandò poi Loki.
<< Difendere il proprio regno è una dei doveri di un re saggio. >> replicò Thor, con estrema convinzione, incrociando le braccia sul petto e guardando Loki come se lo sfidasse a negare le sue ultime parole.
<< Un re saggio sa anche scrivere. >> puntualizzò Loki per tutta risposta.
Thor si strinse nelle spalle, riprendendo la penna d'oca dalle mani dell'altro.
<< Io so scrivere, ma non ne ho voglia, adesso. >> mugugnò.
Loki sorrise appena: << Chissà perché la cosa non mi sorprende. >>.
<< Smettila di fare il sapientone Loki. >> sbottò Thor, intingendo la penna d'oca nel calamaio posato sul banco di fronte a lui.
Chinò il capo e scrisse goffamente un'altra frase.
<< Va bene, va bene. Stavo solo.... >>
<< Cercando di farti quattro risate alle mie spalle. >> terminò Thor per lui: << Ultimamente l'hai fatto in più di una occasione. Sembra che tu ti diverta un mondo a farmi notare che io sono meno bravo di te nello studio. >>.
<< Non è vero. >>
Thor lo ignorò, continuando a fissare con ostilità il foglio di carta che aveva davanti.
<< Non mi permetterei mai di scherzare su qualcuno che da grande vuole farsi costruire un elmo con le ali. >> sogghignò Loki, scoccando un'occhiata divertita all'altro.
A Thor sfuggì un sorriso, sebbene tentasse di mostrarsi serio e offeso: << Parli bene, piccoletto che vuoi un elmo con le corna lunghe due metri per sembrare più alto e imponente. >>.
<< Non è per sembrare più alto. >> si difese Loki immediatamente: << Le corna servono a rendere più elegante l'elmo. >>
<< Elegante?! >> Thor lo guardò come se il fratello si fosse tramutato in un essere di un'altra galassia.
Loki annuì e Thor gli diede una spinta per gioco.
Entrambi scoppiarono a ridere per un istante, immaginandosi l'un l'altro come sarebbero apparsi da adulti, con i loro elmi calati sul capo.
Poi si calmarono e Loki tornò a guardare fuori dalla finestra.
Per un pò, nessuno dei due parlò più.
Poi, improvvisamente, Loki tornò a volgersi verso il fratello, mentre si rammentava improvvisamente di una cosa che, da tempo teneva segreta all'altro, ma che ormai non riusciva più a tenergli nascosta.
<< Thor... >> lo chiamò piano.
Il fratello maggiore si volse a sua volta a guardarlo, mugugnando tuttavia, prima ancora di sapere cosa l'altro avesse intenzione di dire: << Non provare a dirmi ancora una volta che sbaglio qualcosa quando scrivo, perché altrimenti straccio il foglio e lo getto dalla finestra. >>.
<< Quanta irruenza, fratellone. >> lo schernì Loki, aggrottando la fronte: << Comunque no, non volevo parlarti dei compiti, ma...>>
<< Di che cosa? >> domandò allora Thor, senza lasciare che l'altro concludesse la frase.
<< Ho scoperto un nuovo passaggio segreto. >> rivelò Loki tutto d'un fiato, senza riuscire a contenere tutta l'eccitazione che provava.
Era fiero di potersi mostrare almeno in alcune cose più in gamba del fratello maggiore e, scoprire i vari passaggi segreti che riempivano i corridoi del palazzo reale era diventato uno dei suoi passatempi preferiti, quando non giocava insieme a Thor.
Questa volta si era ripromesso di non rivelare al fratello l'esistenza di quel nuovo passaggio segreto, almeno fino a quando non avesse trovato un modo molto teatrale per annunciare la sua scoperta.
Tuttavia ora, non riusciva più a tenere il segreto.
Doveva dirlo a Thor.
Voleva vedere la sua faccia stupita mentre glie lo raccontava; e magari desiderava anche mettere un po nei guai il fratello maggiore.
Se Thor, già svogliato di per sé, avrebbe rinunciato a fare i compiti, lui avrebbe fatto bella figura con la madre, oscurando per una volta la luce che pareva sempre illuminare Thor di fronte agli occhi degli Asgardiani.
Una luce potente che, in confronto faceva sentire Loki sempre avvolto da un'ombra oscura e impossibile da dissipare.
<< Dici sul serio? >> Thor rimase con la penna d'oca a mezz'aria, fissando l'altro con attenzione: << Dove si trova questa volta? In camera di nostro padre e nostra madre? Nel salone principale? Oppure...? >>.
<< Se smetti di chiacchierare e ti sbrighi a finire la tua parte di compiti, te lo mostrerei, invece di restare qui seduto a guardarti negli occhi. >>
Come se Thor non avesse ascoltato nemmeno una delle parole appena pronunciate dal fratello, tornò a domandargli, sempre più eccitato: << Ci sei già entrato? Hai visto dove conduce? >>.
<< Una volta, si. >> annuì Loki: << Ma non sono arrivato fino in fondo, anche se credo di sapere dove conduca il passaggio. >>; sorrise, quindi tacque di nuovo.
Per un attimo Thor continuò a guardare il fratello minore come se avesse desiderato aggiungere qualcosa, ma non sapesse se fosse il caso di dire ciò che pensava, oppure no.
Poi, con riluttanza, tornò a chinarsi sul folgio, continuando a scrivere per un po, e Loki, pesando che la loro piccola conversazione fosse finita lì e che lui non fosse riuscito a incuriosire abbastanza il fratello da spingerlo a smettere di studiare, tornò a guardare fuori dalla finestra, sospirando.
Ma poi, dopo poco, il silenzio venne interrotto di nuovo dalla voce di Thor: << Loki. >>.
<< Che c'è? >> domandò lui quasi distrattamente.
<< Andiamo! >> esclamò Thor, quasi saltando in piedi sulla sedia, tanta era la foga delle proprie parole.
<< Che cosa? >> Loki si voltò a guardarlo come se fosse ammattito, anche se quelle parole erano esattamente quelle che lui avrebbe desiderato sentire dal fratello.
<< Non ho più voglia di studiare. >> si lamentò Thor, scuotendo il capo: << Dai; mostrami questo passaggio segreto! Voglio vederlo! Ora! >>
Loki sorrise debolmente.
Come aveva sospettato, Thor non aspettava altro che trovare una scusa per smettere di studiare, e lui, abilmente, glie ne aveva offerto una.
Mascherando la propria euforia, Loki tornò a guardare il fratello maggiore con aria costernata, mugugnando: << Nostra madre non sarà affatto entusiasta di questo. >>.
Omise però di aggiungere che, probabilmente l'unico che avrebbe subito una sonora ramanzina, sarebbe stato proprio Thor, visto che era lui, e non Loki, a non aver finito la sua parte di studio.
Thor gettò il libro sulla scrivania e corse alla porta, afferrando il suo inseparabile martello giocattolo, mentre passava accanto al letto.
Aprì l'uscio con cautela, quindi guardò fuori.
<< Io non credo sia una buona idea. >> mugugnò Loki alle sue spalle, sentendosi improvvisamente un po in colpa per quello che stava facendo.
Voleva che Thor venisse sgridato, però non gli sembrava giusto ingannare il fratello a quel modo.
Certo, così sarebbero andati a giocare prima, tuttavia....
Il fratello si volse di scatto verso di lui, tenendo un dito sulle labbra e interrompendo bruscamente i suoi pensieri: << Andiamo e basta! Il fratello maggiore sono io e così ho deciso! >>.
Ecco, si disse Loki, adesso non aveva più alcun dubbio.
Thor meritava di essere punito solo per quella sua fastidiosa arroganza.
Solo perché era il fratello maggiore, credeva di poter sempre decidere tutto anche per Loki e questo lui non lo sopportava.
Era sempre e solo Thor a decidere i giochi, quando e dove farli e lui era stanco di seguire l'altro ogni volta, come un fedele agnellino.
Voleva decidere anche lui e, se non avrebbe potuto farlo normalmente, l'avrebbe fatto con l'inganno, facendo credere a Thor che fosse lui a scegliere, mentre invece era Loki che gli suggeriva le mosse da fare, senza che l'altro nemmeno se ne accorgesse.
Era bello essere furbi!
Così, con questo rallegrante pensiero nella mente, Loki non parlò più e si limitò a fare come l'altro diceva.
Camminarono per un po,  in silenzio, l'uno dietro all'altro, muovendosi con cautela.
Thor faceva strada e Loki lo seguiva da molto vicino, continuando a lanciare tutt'attorno a sé sguardi preoccupati.
Poi, improvvisamente Thor si spostò dalla parete, diede una gran manata sulla spalla del fratello, facendogli stringere i denti, quindi lo fece voltare e lo spinse avanti, lungo il corridoio, annunciando: << Va bene, fratellino, ora tocca  a te andare avanti per primo! Portami al passaggio segreto! >>.
Loki assentì leggermente e, in silenzio ricominciò a muoversi, precedendo l'altro.
Sapeva che quando il fratello maggiore prendeva una decisione era pressoché impossibile fargli cambiare idea, quindi non tentò più di persuaderlo, suggerendogli di tornare alla loro camera e di proseguire gli studi.
Thor aveva deciso di ignorare i suoi doveri per iniziare subito a giocare e, se qualcuno li avesse scoperti, si disse Loki, lui non aveva alcuna colpa.
Continuarono a percorrere il corridoio con le spalle rasenti il muro, finché non arrivarono nei pressi di una statua d'oro rappresentante un soldato.
Loki si guardò attorno circospetto, poi vi si infilò dietro.
Qui c'era una porticina di legno, abilmente occultata.
L'aprì in fretta e si infilò nel buio, senza nemmeno voltarsi per accertarsi che Thor lo stesse seguendo.
Il giovane principe dai capelli biondi si stava ancora guardando attorno, esterrefatto dalle risorse del fratello minore, quando la faccia di Loki sbucò di nuovo dal buio oltre la porta aperta.
<< Muoviti, avanti! >> sussurrò: << Ci farai scoprire così! >>.
E senza lasciare a Thor il tempo di ubbidire alle sue parole, lo tirò entro l'uscio socchiuso, verso il buio che c'era oltre.
Quando gli occhi di Thor si furono abituati alla nuova oscurità, il giovane si ritrovò in un corridoio piuttosto stretto.
Alle pareti ai due lati erano appese altrettante torce, ma erano completamente spente.
Nonostante la scarsa illuminazione, tuttavia, più avanti si potevano scorgere alcune scale che portavano verso il basso.
<< Come hai scoperto questo posto? >> domandò Thor sempre più ammirato, guardandosi attorno con aria esterrefatta.
<< Ascoltando di nascosto i discorsi degli adulti. >> rispose Loki con un sorriso furbetto sulle labbra: << Credo conduca direttamente al giardino, ma non so bene in che punto. Quando nostro nonno Bor regnava su Asgard, aveva fatto costruire questi passaggi per consentire alle donne ed ai bambini di fuggire dal palazzo con maggior facilità. >>.
<< Fuggire?! >> Thro scosse il capo, senza riuscire a capire: << Perché mai le donne e i bambini avrebbero desiderato fuggire da Asgard? >>.
<< Rifletti, Thor. Mi sembra ovvio. >> borbottò Loki, portandosi l'indice alla tempia destra, prima di concludere: << Per via della guerra. I Giganti di Ghiaccio hanno tentato di invadere Asgard parecchie volte, in passato. Questi cunicoli servivano ad aiutare i più deboli a fuggire e a nascondersi. >>.
Thor aggrottò la fronte, ancora scettico: << Posso capire le donne, ma i bambini.... >>.
<< I bambini non sono tutti sconsiderati come te, Thor. >> lo interruppe l'altro scuotendo il capo.
<< Se fossi vissuto al tempo di nostro nonno, avrei difeso Asgard anche con gli anni che ho ora! Mi sarei reso disponibile alla battaglia, facendomi onore come gli adulti. >> affermò Thor impettendosi: << Non avrei mai pensato di fuggire! >>.
<< Ecco la sconsideratezza di cui parlavo poco fa. >> sospirò Loki, iniziando ad incamminarsi lungo il passaggio segreto.
Raggiungendo in fretta le scale di fronte a loro che conducevano verso il basso e si fermò solo un istante, guardando in giù, verso le ombre sottostanti; poi riprese a camminare, iniziando a scendere con cautela gli irregolari gradini dinnanzi a lui.
<< Tu saresti fuggito, Loki? >> domandò Thor all'improvviso, fissando il fratello minore con insistenza, come se ne stesse valutando il valore.
Loki smise di colpo di avanzare e s'irrigidì per un breve istante, come se non si fosse aspettato dall'altro una domanda simile.
Poi, con un alzata di spalle, mormorò con sincerità: <<.... è probabile. O per lo meno mi sarei nascosto. >>.
<< Ti saresti comportato da codardo! >> sbottò Thor con enfasi, alle sue spalle iniziando a vorticare il martello giocattolo nell'aria.
Loki si volse di scatto a guardare l'altro, affermando: <<  Mi sarei comportato da bambino quale sono; senza cercare di imitare i modi degli adulti, sapendo che avrei rischiato di fare una brutta fine. >>.
<< Ossia mi stai dicendo che avresti pensato solo ed esclusivamente a te stesso?! >> tonò a domandare Thor, abbassando di colpo il martello di legno, quasi si fosse aspettato una risposta differente da parte del fratello minore.
Loki si strinse nelle spalle: << Avrei protetto se necessario le donne e gli altri bambini. Sempre se i Giganti di ghiaccio fossero riusciti a scovarci in questo magnifico passaggio segreto. >> sorrise: << E questa è una cosa che dubito vivamente sarebbe potuta accadere. >>.
Si voltò e, rapido, ricominciò a scendere i gradini intagliati nella roccia.
Thor rimase a guardarlo immobile per un istante ancora, poi si affretto a seguirlo.
Lo raggiunse in fondo alle scale.
<< Quanto manca ancora? >> indagò Thor, cercando di sbirciare oltre la spalla del fratello che camminava sempre davanti a lui.
<< Poco. >> replicò Loki con estrema convinzione: << Vedo la luce là in fondo. >>.
Infatti, lui e Thor non dovettero fare molti altri passi, prima che il giardino si spalancasse davanti a loro, illuminato dall'intensa luce del sole del mattino e costrinse i due fratelli a socchiudere gli occhi.
Loki si schermò la fronte con una mano, tornando a volgersi verso Thor con quella sua espressione astuta che, sempre più spesso si faceva largo fra i suoi lineamenti sottili, facendolo somigliare alcune volte a un piccolo, astuto folletto: << Che ti dicevo? Ecco il giardino! Bel passaggio segreto, vero? D'ora in avanti, quando vorremo evitare di studiare, potremmo venire qui! Cosa ne dici, fratellone? >>.
<< Dico che è fantastico, Loki! >> replicò Thor, quasi rimasto a bocca aperta per la sorpresa di ritrovarsi veramente nel giardino del palazzo; su un lato coperto, inoltre, dove raramente gli adulti si spingevano.
<< Quello che conta veramente è che nessuno ci scopra. >> disse Loki, riprendendo di nuovo parola: <<  Altrimenti, rischiamo di... >>.
< Chi vuoi che vi scopra? >> domandò allegramente Thor, che pareva aver completamente rimosso dalla propria mente il fatto che solo pochi attimi prima aveva lasciato la sua camera di nascosto, abbandonando i propri studi a metà: << Noi due siamo imbattibili, se restiamo insieme, dovresti saperlo bene, fratellino! >>.
S'interruppe un attimo, per dare una gran manata sulla schiena di Loki e stringergli forte la spalla destra con la mano, in un gesto d'affetto che, tuttavia strappò una smorfia al più minuto Loki.
Thor scordava sempre la sua forza, quando mostrava al fratello minore il proprio affetto.
Loki avrebbe potuto lamentarsi, perché ogni volta aveva l'impressione che l'altro lo stesse stritolando, ma invece non lo faceva mai.
Gli piaceva quando Thor lo abbracciava o, come questa volta lo prendeva per le spalle, sorridendogli.
Lo faceva sentire al suo pari, e questo voleva dire molto per Loki.
Perciò lo lasciava fare, permettendo all'altro di esternare le proprie emozioni  a modo suo; per quanto questo potesse risultare quasi violento.
<< È per questo che mi farò sempre coprire le spalle da te, quando da grandi affronteremo mille battaglie ... >> continuò Thor fiduciosamente: << E naturalmente insieme, le vinceremo tutte quante! >>.
Nell'udire quelle ultime parole, il volto del giovane Loki si oscurò leggermente e lui, si scostò da Thor, rompendo il loro breve contatto.
<< Ti fidi così tanto di me? >> mormorò, sentendosi di colpo un traditore.
Forse non avrebbe dovuto incuriosire Thor al punto da lasciare gli studi quel giorno.
Se il fratello maggiore fosse finito nei guai, sarebbe stata solo colpa sua.....
<< Ora e sempre, fratellino! >> annunciò Thor con la sua solita spensierata allegria.
Loki non replicò e chinò leggermente il capo; domandandosi perché lui sempre più spesso provasse invidia di Thor e desiderasse che lui venisse punito dagli adulti, o almeno, messo un po da parte da Odino, in sua preferenza, quando invece Thor sembrava sempre così sincero e spontaneo con tutti; compreso  con lui.
Loki fissò l'erba sotto ai propri piedi.
Forse, non era poi tanto degno della fiducia che Thor gli offriva.
Nonostante il giovane principe dai capelli scuri fosse caduto improvvisamente in un oscuro silenzio di cui lui solo conosceva il motivo, Thor non parve far caso alla propria cupa reazione e, invece continuò, allegramente: << Forza, muoviamoci, prima che qualcuno ci scopra veramente. >>, e senza lasciare all'altro il tempo di dirgli che magari era meglio tornare in camera, ora che avevano visto dove conduceva veramente il passaggio segreto, afferrò il fratellino per un braccio, trascinandoselo letteralmente dietro.
Loki non oppose resistenza; tuttavia lui e il fratello dai capelli chiari non  avevano fatto che pochi passi fuori dal passaggio segreto, quando Thor andò ad urtare violentemente contro qualcosa di solido che si parava fra lui ed il giardino.
Contemporaneamente un vocione tonante si sollevò a riempire il silenzio circostante, esclamando: << Scoprire? Che cosa? >>.
<< Ops... Temo che ormai sia troppo tardi.... >> sussurrò Loki a voce bassissima, parlando direttamente nell'orecchio di Thor, mentre sollevava lo sguardo verso l'alto, fino ad incrociarlo con quello bonario ma incuriosito di uno degli Einherjar che pattugliavano i dintorni della residenza reale.
<< Da dove sbucate voi due marmocchi? >> tornò a domandare la sentinella, parlando loro come avrebbe fatto con qualsiasi altro bambino del regno, senza far caso che si stava rivolgendo invece ai figli di Odino e perciò a due principi: << A quest'ora non dovreste essere nella vostra stanza a studiare? >>.
<< Bè, si.... In verità.... >> farfugliò Thor, arrossendo violentemente in volto, senza riuscire a mettere insieme una frase decente, tanto era agitato.
Loki alle sue spalle sorrise appena, pensando che il fratello non era proprio abituato ad inventare frottole.
<< Lascia fare a me, Thor. >> sussurrò Loki all'orecchio del fratello, con un aria astuta sul viso da bambino; poi lo superò e si mise direttamente dinnanzi all' Einherjar, fissandolo con la sua espressione più sconsolata.
Quindi iniziò la sua recita, assumendo un tono di voce piagnucolante e confuso: << Stavamo studiando, ma abbiamo sentito un suono sospetto provenire dal giardino, così, siamo venuti a dare un'occhiata, per accertarci che tutto fosse in ordine. Adesso stavamo giusto per ritornare nella nostra camera. Vero Thor? >> così dicendo, diede una gomitata al fratello maggiore, fermo accanto a lui che, per tutta risposta si limitò a grugnire una frase incomprensibile.
Probabilmente non aveva nemmeno parlato, ma si era semplicemente lamentato per le costole doloranti, la dove Loki lo aveva colpito.
<< Ummm... Davvero?! >> domandò l' Einherjar massaggiandosi pensosamente il mento, come se stesse realmente valutando le parole di Loki; anche se era ben evidente che non credeva a una sola delle sue parole, visto che dopo un istante aggiunse, sorridendo: << Non mi stai raccontando una bugia, vero, Loki? >>.
Loki parve offendersi e, imbronciandosi, domandò all'alto uomo in armatura: << Perché ultimamente tutti pensano che io racconti delle bugie? >>
<< Forse perché è vero. >> mormorò Thor al suo indirizzo, senza tuttavia fasi sentire dall' Einherjar.
Loki gli scoccò un'occhiataccia poco gentile.
Tuttavia, prima che potesse ricominciare a parlare, già pronto a raccontare un'alta frottola inventata proprio in quel momento, l' Einherjar che li aveva scoperti a gironzolare per quel lato del giardino, rivelò: << Comunque non m'importa del motivo per cui siete qui. In realtà mi avete risparmiato un bel po di strada. >>.
Sorrise ai due bimbi e tacque, volontariamente, per incuriosirli.
Thor stava quasi per aprire bocca e fare la domanda che, naturalmente era sorta spontanea nella mente di entrambi i fratelli, quando l' Einherjar riprese a spiegare loro: << Sarei dovuto venire a chiamarvi nelle vostre camere per dirvi di smettere di fare i compiti, quindi... >> agitò la mano nell'aria come per accantonare la faccenda: <<.... La cosa non ha poi tanta importanza. >>.
<< Stavate venendo a dirci di smettere di studiare?! >> domandò Loki, parlando un attimo prima che potesse farlo Thor.
Aggrottò la fronte da bambino, assumendo un'espressione che lo faceva sembrare molto più grande della sua età, quindi impettendosi, tornò a domandare: << Per ordine di chi? >>.
L' Einherjar parve non far caso all'aria grave assunta dal principe dai capelli scuri e non ripose direttamente alle sue domande.
Invece si rivolse al fratello maggiore, annunciando: << Principe Thor! Tuo padre ti cerca! >>.
<< Padre? Davvero? >> domandò lui, avvicinandosi alla sentinella con la sua armatura luccicante per guardarla con occhi incuriositi.
<< Ha detto che deve parlare con te di una questione molto importante. >> replicò l' Einherjar, senza spiegare alcun particolare.
<< Riguarda Mjolnir? >> tornò allora all'attacco Thor, iniziando a saltellare eccitato.
<< Non lo so, principe Thor. >> rispose pacatamente l' Einherjar, senza tuttavia riuscire a trattenere un sorrisetto, nel notare l'entusiasmo sfrenato del principe dai capelli biondi: << Il Padre degli Dei non mi ha detto nulla di più. Vuole parlare con te. Tutto qui. >>.
<< Corro subito da lui! >> affermò allora Thor e, senza esitare iniziò a dirigersi di corsa verso il palazzo, disdegnando l'entrata segreta da cui lui e Loki erano usciti solo pochi attimi prima.
Loki lo seguì a ruota, muovendosi quasi automaticamente, arrotolando fin sul gomito la manica destra della casacca che gli era scesa sul polso mentre si muoveva nell'angusto passaggio segreto.
Non aveva fatto che pochi passi dietro a Thor, tuttavia, quando la guardia gli mise una mano davanti al viso, sbarrandogli il cammino e costringendolo a fermarsi.
Loki sollevò lo sguardo sulla guardia, fissando l' Einherjar  confuso.
<< Tu no, principe Loki. >> mormorò quella, scuotendo il capo: << Odino è stato chiaro.  Desidera parlare solo con il maggiore di voi due; quindi tuo fratello Thor. >>.
<< Oh... >> mugugnò lui, senza riuscire ad aggiungere altro, chinando il capo, per fissare la punta delle proprie scarpe.
Era deluso e confuso e, ancora una volta si sentiva messo da parte.
Si sentiva diverso e solo e improvvisamente aveva voglia di mettersi a piangere, mentre il bambino che c'era dentro di lui urlava per uscire allo scoperto.
Lui tentava sempre di mostrarsi più responsabile e adulto del fratello maggiore, per farsi notare da loro padre, che magari così, avrebbe riflettuto sulla possibilità di dare a lui Mjolnir e non a Thor.
Ma ora non importava.
Adesso che si vedeva un altra volta lasciato da parte, mentre Thor poteva andare a parlare con Odino.
Già si immaginava il fratello seduto sulle ginocchia del padre, a parlare con lui del suo futuro da re.
Loki invece..... Quante volte Odino lo aveva preso fra le braccia?
Stranamente non se ne ricordava adesso.
Aveva sempre l'impressione che fosse stato Thor il preferito da loro padre,
Quell'attimo di sconforto durò tuttavia solo pochi istanti, poiché all'improvviso la guardia tornò a parlare, quasi con bonomia: << Non fare quella faccia, principe Loki. Tuo padre Odino non vuole vederti, ma in compenso c'è tua madre che ti cerca. >>.
<< Madre vuole vedermi? >> domandò Loki, sollevando immediatamente lo sguardo, adesso rasserenato verso l' Einherjar, ancora immobile accanto a lui.
Questo annuì: << Ti aspetta in biblioteca e sembra abbia una sorpresa per te. >>.
Sorrise e gli strizzò l'occhio con aria d'intesa.
Loki sorrise a sua volta, stranamente grato a quella guardia per averlo trattato con tanta gentilezza e in un istante, iniziò a correre nella direzione della biblioteca, dimentico dei pensieri tristi che un attimo prima lo avevano tanto turbato.
  
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