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Autore: Musubi    10/01/2018    2 recensioni
Si avvicina il Natale.
Konoha è un tripudio di colori.
C’è la neve.
C’è gioia.
Sembrerebbe tutto perfetto.
Ma se il team 7 venisse trattenuto da un’improvvisa tempesta di neve che li costringe a ritardare il loro rientro al Villaggio?
E se... Hinata stesse in qualche modo architettando qualcosa?
[Questa storia partecipa al Contest “ Christmas Fluff! - #NaruHinaLove" indetto da Nede]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Nick EFP/Forum:  _Ayaka_
Titolo: “Arigatou”
Immagine scelta: 13
Raiting: Verde
Genere: Romantico, Fluff
Note: Questa storia partecipa al Contest “ Christmas Fluff!  - #NaruHinaLove" indetto da Nede

 

 


Era stata Hinata a dare a Mirai la carta magica sulla quale scrivere la lettera a Babbo Natale, Kurenai si chiese dove l’avesse presa dato che non tutti andavano in giro con roba simile nelle tasche.
Ma alla fine, un po’ perché lo si leggeva chiaramente negli occhi della giovane kunoichi, la maestra aveva già capito tutto.
Dopotutto, poteva vantare la capacità di riconoscere gli occhi di una ragazza innamorata.


< Razza di stupido! >
La voce di Sakura si alzò di quasi cinque ottave e il giovane ninja fu costretto a tapparsi le orecchie, ma questo gesto, probabilmente, venne mal interpretato così un poderoso pugno lo colpì sulla testa, gettandolo a terra.
Naruto pensò che era da un bel po’ di tempo che non veniva preso così a pugni e non ci era più abituato < S-Sakura... mi fai male, basta > gracchiò quello tastandosi la testa con la paura di vedere del sangue.
< È colpa tua, stupido! Sono passati anni e ancora fai le cose senza pensare! > lo rimproverò ancora lei, furiosa e preoccupata allo stesso tempo.
Era comunque certa che non esistesse al mondo un ninja capace di ferire gravemente i suoi due compagni di squadra ma questo non le impediva di preoccuparsi quando questi tornavano dalla battaglia con qualche ferita di troppo.
Stava per dargliene un altro di pugno quando una mano sulla spalla la fece arrestare < Lascia perdere. Non cambierà il suo modo di fare, neanche se lo uccidessi > e Sasuke sapeva bene di cosa stava parlando.
Sakura annuì concedendosi di lasciar vagare lo sguardo sul viso dell’uomo di cui era da sempre innamorata, prima di voltarsi bruscamente verso il biondo inarcando le sopracciglia < Sasuke ha ragione. Ma la prossima volta cerca di pensare prima di agire! >
< Eddai, Sakura, ho diciannove anni ora. Non sono più un- >
< Bambino? > lo interruppe Sakura divertita inclinando divertita la testa, un tono che fece sbuffare un Naruto infastidito che si era appena rialzato da terra.
Non fece neanche in tempo a rispondere alla sua compagna di team sentì la punta del naso bagnarsi leggermente, cosa che lo portò ad alzare gli occhi verso il cielo < Piove? >
Anche la ragazza fece lo stesso e sgranò gli occhi < No. È neve > rispose allargando le labbra in un sorriso entusiasta.
< È ora di tornare > disse Sasuke a qualche metro da loro, stupendoli.
Era da un mese, e cioè da quando quella missione particolarmente difficile aveva avuto inizio, che i due cercavano di convincerlo a passare il Natale al villaggio e finalmente, alla fine, aveva accettato.
Certo, non avrebbe potuto festeggiarlo con la sua famiglia ma sia Naruto che Sakura si erano proposti di passarlo insieme, come una famiglia. Una volta rientrati avrebbero anche invitato Kakashi, magari anche Iruka, Sai (che come Sasuke non aveva nessuno di famiglia con cui stare) e Hinata.
L’idea di proporlo anche a Hinata era stata di Sakura, anche se era stato Naruto a pensarci per primo: se doveva festeggiare il Natale con la sua famiglia allora doveva esserci anche lei.
Sakura però era pensierosa < Non so se ce la faremo ad arrivare in tempo >
< Non preoccuparti, Sakura! Ce la faremo senz’altro. Cosa potrebbe andare storto adesso che abbiamo terminato la missione?! > esclamò il biondo con energia, avvicinandosi al suo migliore amico piantandogli una mano sulla spalla < Dico bene, Sasuke? Forza, un po’ di ottimismo! >
L’Uchiha sollevò gli angoli della bocca per un attimo mentre Sakura si sistemava lo zaino in spalla camminando verso di loro, anch’ella con un sorriso stampato in volto.
Sapeva che i suoi genitori l’avrebbero aspettata in piedi, pronti ad augurarle un felice Natale a qualunque ora fosse tornata. Si sentiva fortunata, soprattutto se pensava che una volta al villaggio Sasuke avrebbe dovuto passare la notte da solo.
Questo perché lui non aveva accettato la gentile offerta: “Non importa. Sakura, tu torna a casa dei tuoi genitori e tu, Naruto, sono certo che vorrai andare da Iruka-sensei. Io starò bene”, aveva detto.
In cuor suo sapeva che non poteva lasciare Sasuke da solo, non a Natale.
Gli anni passati Sasuke era sempre stato fuori, in viaggio, aveva sempre passato il Natale da qualche parte che non fosse Konoha e soprattutto da solo. Questa volta non avrebbe commesso lo stesso errore.
Sakura osservò la pianura che si colorava sempre più di bianco, arrossendo per il freddo ma anche per la vicinanza che nonostante tutto Sasuke le mostrava < Torniamo a casa >


Quando Shikamaru e Choji, che forse passeggiavano tranquillamente in vista della popolare cena di vigilia, l’avevano vista con un abete verde sulle spalle e un enorme scatolone tra le braccia quasi non credevano ai loro occhi.
Soprattutto perché Hinata camminava tranquillamente per le strade ormai innevate di Konoha incurante degli sguardi di stupore che le persone le lanciavano.
Grazie al Byakugan riusciva a non inciampare e a non sbattere contro niente e nessuno, nonostante la scatola che si ostinava a trasportare impedivano a chi le stava di fronte di vederle gli occhi.
< Oh, Shikamaru, Choji, felice di incontrarvi > disse fermandosi davanti a loro, i quali fecero appena in tempo a salutarla a loro volta che la ragazza riprese a muoversi < Scusate se non rimango a parlare, ma ho tantissime cose da fare, per cui arrivederci > e senza dire altro se ne andò.
I due ninja dapprima si guardarono, forse chiedendosi l’un l’altro il perché di quello strano avvenimento. Che avessero finito gli abeti a villa Hyuuga? O peggio, Hinata aveva litigato con suo padre e aveva deciso di andare a festeggiare il Natale in un hotel per fatti suoi?
Ma poi Shikamaru capì che il luogo in cui era diretta la Principessa del Byakugan non era né villa Hyuuga, né un hotel, quindi convinse anche l’amico a proseguire la passeggiata, magari si sarebbero fermati sulla loro panchina a osservare le nuvole: anche perché aveva seriamente bisogno di svagarsi con la mente, in quanto non era sicuro di poter sopravvivere alla serata indetta da sua madre, il Natale “Ino-Shika-Cho”.
Sì, a suo parere, era davvero una gran bella seccatura.


< Che guaio >
Sakura sospirò affranta, il tempo era peggiorato così all’improvviso che ringraziò il fatto di aver trovato una grotta nelle vicinanze dove ripararsi.
Di fronte a lei Naruto guardava fuori, la neve si abbatteva violenta contro le piante e i lamenti del vento erano persistenti. Li aveva colti una vera e propria tempesta di neve.
< Resteremo qui finché sarà necessario > disse Sasuke rivolto più che altro al biondo shinobi che già non vedeva l’ora di tornarsene a casa.
Sakura sospirò ancora, questa volta imbronciata < Questa tempesta non ne vuole proprio sapere di fermarsi presto > disse, quasi tra sé e sé.
< Non possiamo volare con il tuo Susanoo? >
Il moro gli lanciò un’occhiata di sbieco < Durante la battaglia ho fatto troppo affidamento sul Rinnegan e poi con questa tempesta non è prudente volare nemmeno con un falco >
< Sasuke ha ragione. Aspettiamo e speriamo che smetta presto >
Naruto annuì lentamente, in un certo senso aveva perso un po’ del suo ottimismo iniziale: se fosse arrivato tardi non avrebbe fatto in tempo a fare quello che aveva in mente di fare, non poteva presentarsi da Iruka o da Hinata a notte fonda, per di più la notte di Natale.
Lo avrebbero cacciato a pedate!
D’altro canto Sakura sarebbe tornata a casa e quasi sicuramente avrebbe invitato Sasuke a stare da lei, non poteva chiedere loro di stare tutti insieme... alla fine fece un respiro profondo abbandonandosi contro la parete della caverna, gli occhi fissi sulla neve che scendeva impetuosa.
Mentre i suoi occhi andavano sempre più chiudendosi per via della stanchezza, sentiva le voci dei suoi due compagni parlare piano e poi una voce gentile accarezzargli l’animo: la stessa voce che negli ultimi tempi aveva imparato ad amare.


Quello stesso pomeriggio Ino la vide entrare nel suo negozio con foga, come se avesse corso per tutto il villaggio per un motivo apparentemente inspiegabile e che finalmente aveva trovato il suo angolo di paradiso.
< Salve, Ino > fece Hinata con un sorriso gentile e portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio; una volta regolarizzato il respiro, continuò < Volevo chiederti se avessi ancora quei fiori di Natale di cui mi parlasti l’altro giorno >
La bionda kunoichi annuì, avviandosi spedita verso un vaso ricolmo di fiori rossi < Questa è l’Euphorbia Pulcherrima, altrimenti detta Poinsettia o Stella di Natale > le spiegò con calma < Preferisci che te li sistemi in un vaso o in un centrotavola? >
< Mi va bene un vaso, grazie >
Ino cominciò subito a raccogliere i fiori per poi poggiarli al bancone.
Con la coda dell’occhio vide Hinata intenta a fissare l’orologio con insistenza, segno che aveva fretta, per cui la bionda cercò di terminare nel più breve tempo possibile.
Non senza cercare di capire perché tanto affanno, ovviamente < Allora, Hinata > cominciò a dire mentre tagliava le estremità di ogni fiore con le cesoie < Cosa hai in programma per questa sera? >
Probabilmente presa in contropiede, Hinata sobbalzò sul posto < Beh... ecco, cenerò insieme a mio padre, Hanabi e gli altri del clan > spiegò lentamente, come se stesse soppesando le parole, ma non aggiunse altro.
< Bene > fece Ino < Io passerò la Vigilia con mia madre, Shikamaru e Choji. Abbiamo voluto riunirci tutti quest’anno. Ah, e ho invitato anche Sai! > esclamò felice.
Qualche minuto dopo Ino terminò e mise tutto in una busta < Ecco a te >
< Grazie > fece Hinata, pagò e fece per andarsene ma la voce di Ino la fermò < Sì? >
< Felice Vigilia di Natale >
Hinata sorrise gentilmente < Anche a te >


La prima volta che la incontrò nevicava.
Gli era sembrata tremendamente piccola e carina, ma lo stupido bambino che era non se n’era nemmeno reso conto.
Quando la rivide fu all’Accademia, ma non la vedeva veramente. Certo, perché in quegli anni aveva la convinzione di essere innamorato di Sakura e quindi l’idea di conoscerla meglio non gli era passata neanche per la testa.
Poi entrambi crebbero e lui aveva solo una cosa in testa: Sasuke.
Doveva riportarlo indietro a qualsiasi costo, altrimenti non sarebbe stato degno di diventare Hokage, non avrebbe mai più potuto guardare Sakura negli occhi dopo averglielo promesso, non avrebbe mai più indossato il coprifronte della Foglia.
Un ninja che non riesce a riportare indietro il suo migliore amico non serve a nessuno.
Men che meno sarebbe potuto diventare Hokage.
In quegli anni Naruto aveva lottato contro innumerevoli avversari, uno tra i più potenti fu lo stesso che uccise il suo maestro, il suo padrino.
Pain.
E in quell’occasione ecco che lei era riapparsa lì, di fronte a lui, con tutto il suo coraggio e l’aveva spinto a continuare a lottare. Ma più importante gli aveva rivelato i suoi sentimenti, gli aveva detto chiaro e tondo che l’amava.
E poi?
Poi com’era finita?
Naruto si sarebbe potuto giustificare dicendo che con la Guerra e tutto il resto non aveva avuto un attimo di respiro, ma sapeva che era tutta una bugia.
Aveva forse paura di innamorarsi di Hinata? Perché la vedeva piccola, troppo gentile, disposta a perdonare ogni suo difetto senza pensarci due volte, disposta ad amarlo incondizionatamente, sempre e per sempre?
Sì.
A volte ci pensava, Naruto, e in quel momento tornò a pensarci: lei avrebbe davvero sopportato le sue stupidate?
Sì.
L’avrebbe davvero amato come nessuno, a parte i suoi genitori e Iruka, erano riusciti a fare?
Ovvio che sì.
L’avrebbe protetto dalle incertezze, l’avrebbe liberato dai dubbi, l’avrebbe aiutato a creare la famiglia che tanto desiderava?
Assolutamente sì.
Allora qual era il problema?
< ...to >
Lui amava veramente Hinata, in tutto.
Chiunque l’avrebbe amata.
< ...uto >
Il problema?
L’unico “problema” era...
< Naruto!! >
La voce con cui Sakura lo stava chiamando e la forza con cui scuotendo lo fece svegliare di soprassalto, convinto di essere nel bel mezzo di un attacco nemico < Chi?! Cosa?! Che succ-? > ma un pugno sulla nuca lo fece zittire immediatamente.
< Ti sto chiamando da mezz’ora! La tempesta di neve è finita, possiamo muoverci > spiegò lei mollandolo a terra e avvicinandosi a Sasuke che era già fuori dalla caverna.
Naruto si toccò la testa con una mano sperando che il dolore passasse subito, intanto si alzò, si sistemò i pantaloni e seguì i due amici < Ahio, Sakura! > si lamentò con veemenza < Mi hai quasi ucciso >
< Se avessi voluto ucciderti ti avrei colpito molto più forte, credimi > sibilò lei, al che il biondo shinobi sentì i capelli rizzarsi per lo spavento.
< Andiamo > fece Sasuke, che non poteva non sentirsi veramente a casa tra quelle discussioni infantili < Prima che ricominci a nevicare forte >


Erano andati al negozio di giocattoli in centro a cercare un regalo di Natale per la piccola Mirai quando la videro fermarsi prima dall’anziana signora del pesce e subito dopo dal fruttivendolo, stranamente allegra.
Non che solitamente fosse triste ma negli ultimi due giorni avevano avuto modo di vederla sempre con un’espressione pensierosa in volto, alla fine si erano preoccupati e le avevano chiesto cosa avesse.
Non ho nulla, ragazzi, tranquilli” aveva risposto.
Kiba sospettava che Akamaru, con i suoi sensi da cane, avesse capito qualcosa ma non gli chiese nulla, anche perché se fosse stato qualcosa di serio Hinata sicuramente ne avrebbe parlato con loro, i suoi compagni si team.
Quando Kiba la salutò, Hinata quasi fece cadere le buste che aveva tra le mani, segnale che fece immediatamente capire ai due ninja che qualcosa non quadrava.
< Tutto okay, Hinata? > chiese l’Inuzuka < Mi sembri strana >
La mora scosse la testa sorridendo < Tutto bene, Kiba. Ho solo tante cose da fare prima di stasera >
< Va bene, se lo dici tu > Kiba le sorrise ampiamente mentre Shino si limitava a osservarla dietro i suoi occhiali scuri < Comunque io e Shino stiamo cercando un regalo per Mirai e, già che ci siamo, anche per Kurenai-sensei. Vuoi venire con no-? >
< Ci accontenteremo anche di un’idea > disse Shino, interrompendo il compagno < Se hai fretta non c’è bisogno di restare, ma siccome tu sei una ragazza, avrai sicuramente un’idea di cosa potrebbe piacere a Kurenai-sensei >
Hinata ci pensò su, tra tutte le cose che doveva fare, si era dimenticata di pensare a un regalo per Kurenai e Mirai, a questo punto non le rimaneva che una cosa da fare.
< Datemi il tempo di posare la spesa e vi raggiungo, decideremo insieme >
Kiba annuì < Va bene! >
< Ti aspettiamo davanti al parco?> fece Shino, facendo voltare l’Inuzuka verso di lui confuso.
La ragazza annuì e corse via, facendosi spazio tra le numerose persone e decisa a rientrare in tempo per finire di sistemare tutto entro quella stessa sera.
< Scusa, ma perché le hai detto al parco? Da casa sua non è più vicina l’Accademia? >
Shino si voltò a guardarlo < Vuoi farmi credere che non hai capito dove sta andando Hinata in questo momento? >
L’amico aggrottò le sopracciglia non capendo dove Shino volesse andare a parare.
A quel punto l’Aburame si lasciò andare a un sospiro, per poi cominciare a incamminarsi verso il parco.
< Ehi! Shino! Aspetta! > esclamò Kiba riprendendo a camminare per raggiungerlo < Mi vuoi dire dove sta andando Hinata? Eddai! >


Alle porte del villaggio i tre ninja incontrarono Raido e Kakashi, il primo era di guardia, il secondo era solo passato per dei saluti prima che tutti sparissero chissà dove.
< Siete in ritardo > disse l’Hokage divertito, forse fiero di se stesso in quanto per una volta era lui a doverlo dire a loro < La scusa? >
< Una tempesta di neve ai confini con il Paese della Terra > spiegò Sakura, visibilmente infreddolita per via della bassa temperatura < Siamo dovuti restare fermi per mezza giornata >
< Già! > esclamò Naruto indignato < E poi quei ninja ci hanno fatto perdere un sacco di tempo. Non facevano altro che nascondersi e scappare, ci abbiamo messo un mese per riuscire a trovare la loro base sotterranea e consegnarli allo Tsuchikage! >
Kakashi annuì soddisfatto < Non vi trattengo oltre, avrete fretta di tornare a casa immagino > disse < Felice Vigilia di Natale >
< Anche a lei, maestro! > fecero in coro Naruto e Sakura, al quale si aggiunse silenziosamente anche Sasuke < Buona Vigilia >


Naruto arrivò a casa che era mezzanotte meno venti minuti.
Quasi con terrore aprì la porta, entrò a testa bassa e la richiuse alle sue spalle. Sicuramente a quest’ora, si disse, Sakura stava riabbracciando i suoi genitori dopo un mese di assenza e molto probabilmente Sasuke era lì che li osservava.
Naruto avrebbe voluto esserci anche solo per vedere la faccia di Sasuke mentre il padre di Sakura lo abbracciava per augurargli buon Natale, doveva avere una faccia da far sbellicare dalle risate.
Si tolse lentamente i sandali e fece dei passi in avanti quando dei bagliori non attirarono la sua attenzione. Lì per lì Naruto pensò a dei ladri, poi si dovette ricredere: dei ladri non lasciavano accese delle lucine colorate a intermittenza come quelle che intravedeva dall’ingresso.
Alla fine si decise a raggiungere il salotto dove lo aspettava il suo solito salotto... ma pieno zeppo di cose che non aveva mai visto lì. A partire dall’albero di abete messo in un angolo, decorato con mille palline colorate e luci che si accendevano e si spegnevano senza tregua, che davano alla casa quella luce calda e accogliente che non aveva mai avuto, almeno il giorno di Natale.
Naruto solitamente comprava un piccolo abete che piazzava su un tavolino e finiva lì.
Invece quel salotto sembrava non essere il suo.
Sotto la parete, sul tavolo dove solitamente lasciava un infinità di cose dalla dubbia provenienza, ora c’era una tovaglia riccamente decorata di rosso, candele mezze consumate dallo stuzzicante aroma di vaniglia ed era tutto apparecchiato: piatti, bicchieri e posate così puliti da sembrare nuovi.
“Non ci credo”, pensò, ritrovandosi a osservare un grazioso vaso di Stelle di Natale appoggiato accanto alla finestra.
Fece vagare ancora lo sguardo e vide sotto l’albero tanti, tantissimi regali.
“Non ci credo”, pensò ancora.
In tutta la sua vita, casa sua non era mai stata così bella e calda come quella sera.
Era rimasto davvero a bocca aperta.
Poi, finalmente, i suoi occhi inumiditi dalle lacrime di commozione si posarono sulla sua figura, graziosamente appoggiata sul divano. Le si avvicinò silenziosamente, un sorriso di vera gratitudine impresso sulle labbra e il cuore palpitante.
Avrebbe voluto stringerla e ringraziarla, avrebbe voluto gridarle che era lei la donna di cui si era perdutamente innamorato, avrebbe voluto svegliarla e baciarla.
Lui era stato solo.
Il Natale era diventato un giorno come un altro, nessuno era lì ad augurargli buon Natale appena si svegliava, nessuno gli aveva mai fatto trovare dei regali sotto l’albero se non Jiraya durante gli anni di allenamento.
“Non ci credo che hai fatto tutto questo solo per me” pensò, asciugandosi una piccola lacrima prima che colasse giù lungo la guancia “Grazie, Hinata”
Allungò la mano e le accarezzò gentilmente i capelli, sperando con tutto se stesso che non si svegliasse: doveva essere stanca dopo aver organizzato quella meravigliosa sorpresa.
Con la coda dell’occhio, Naruto individuò un foglietto ripiegato accanto ai piedi di Hinata e, curioso, lo afferrò per poi aprirlo.
Ciò che lesse lo lasciò praticamente senza fiato.

Caro Babbo Natale,
non so a chi altro scrivere, per cui penso che vada bene se ne parlo con te.
Ti prego.
Naruto è sempre stato solo, temuto da tutti, isolato in quanto forza portante, preso in giro per via del suo sogno… Doveva sentirsi davvero molto solo.
E’ cresciuto senza i genitori.
Ha dovuto affrontare ostacoli enormi per potersi riscattare, per essere accettato da tutti al villaggio, ha dovuto lottare contro il suo migliore amico, ha portato sulle spalle il peso  della salvezza delle cinque terre ninja e non ha mai vacillato.
Non voglio toglierti troppo tempo, Babbo Natale, ma... io vorrei davvero che per lui questo Natale fosse speciale.
Naruto lo merita, merita di essere felice, di vivere serenamente, di celebrare il Natale con le persone che ama di più e se non sono io non importa. Io voglio davvero che sia felice.
Quindi ti prego, Babbo Natale, fa che Naruto sia felice.
Perché io...


< Naruto? >
Il biondo shinobi volse lo sguardo verso quella voce tanto gentile, incrociando gli occhi perlacei di lei fissi su di lui con apprensione < Stai bene? Mi dispiace, mi sono addormentata... f-forse non è stata una buona idea venire qui e- > ma non fece in tempo a dire altro che si ritrovò stretta tra le braccia di Naruto.
< H-Hinata! > mugugnò lui, le labbra schiacciate contro la spalla della ragazza, imbarazzata ma allo stesso tempo contenta di aver ricevuto quell’abbraccio inaspettato < Grazie, Hinata. Grazie, grazie, grazie...!! > e continuò a ripeterlo per un tempo indefinito, almeno fino a che il campanello della porta non suonò.
Naruto sciolse di malavoglia l’abbraccio asciugandosi le lacrime di felicità prima che Hinata potesse dirgli qualcosa, per adesso si accontentava di vederla sorridere.
Andò ad aprire, chiedendosi chi diavolo potesse essere a quell’ora della notte e non appena lo fece si ritrovò davanti non solo Iruka con un pacco tra le mani, ma anche Sakura e Sasuke.
< Iruka-sensei... ragazzi... >
< Vedo che sei già in dolce compagnia > disse il maestro non appena vide Hinata avvicinarsi un po’ imbarazzata all’ingresso < Comunque io sono venuto qui solo per darti il mio regalo personalmente. Hinata ha girato per tutto il villaggio a raccogliere i regali di tutti, dovresti ringraziarla come si deve >
Naruto annuì.
Iruka lo abbracciò forte e il biondo fece lo stesso.
< Noi ci siamo salutati da poco > iniziò Sakura con un sorriso dolce < Ma dovevamo ancora darti il nostro regalo e quindi... eccoci qui! > esclamò infine tirando fuori un pacco regalo dalla tasca.
< Grazie, Sakura >
I due si abbracciarono e subito dopo Naruto si voltò verso Sasuke, che sorrise impercettibilmente alzando il pugno della mano destra.
Naruto sorrise di rimando e fece incontrare il suo pugno con quello dell’amico < Allora? Questo regalo? > chiese il biondo < Su, Sasuke, non fare il timido > lo prese in giro Naruto, divertito dall’espressione scazzata che aveva messo su il moro.
Quest’ultimo però inarcò un sopracciglio < Hai già ricevuto il mio regalo, testa quadra >
< Eh?! Come?! E quello sarebbe un regalo? > si lamentò Naruto mettendo su un’espressione fintamente sconvolta.
In realtà a lui andava benissimo così.
Aveva già ricevuto troppo.
Sasuke alzò le spalle e fece per dire qualcosa ma Sakura lo fermò aggrappandosi al suo braccio < Ora basta. Non vi permettete di litigare anche oggi > li ammonì severa per poi sciogliersi in un sorriso < Comunque adesso noi andiamo, Naruto. Auguri! >
< Auguri anche a voi! >
< Auguri, Sasuke, Sakura e Iruka-sensei > fece Hinata che, fino a quel momento aveva assistito alla scena felice come non lo era mai stata.
In un certo qual senso il suo desiderio era stato esaudito.


Naruto richiuse la porta di casa dopo che i tre amici se ne furono andati.
< N-Naruto io a-andrei a casa > balbettò Hinata, ora imbarazzata a morte dopo essersi resa conto di essere lì da sola con lui.
Il biondo sgranò gli occhi raggiungendola nuovamente all’ingresso < Eh? Perché? >
< P-Perché...? >
Naruto le mise entrambe le mani sulle spalle guardandola negli occhi < Voglio che tu rimanga qui con me > le disse sinceramente, stringendo di poco la presa sulle spalle di lei.
Come se la stesse pregando.
Hinata arrossì per via della vicinanza.
Alla fine prese coraggio, annuì e gli sorrise con quella dolcezza che solo lei sembrava possedere. Una dolcezza che era capace di cancellare la tristezza, la rabbia e qualsiasi sentimento negativo dal suo cuore.
Qualcosa a cui non avrebbe rinunciato per niente al mondo.
< Grazie Hinata >
< Grazie a te... Naruto >
Il biondo stava quasi per allontanarsi, avrebbe voluto baciarla ma forse avrebbe dovuto farlo solo dopo aver cenato: dopotutto, anche se era quasi mezzanotte, non aveva mangiato niente e Hinata aveva molto probabilmente già preparato tutto.
O forse avrebbe dovuto farlo quando sarebbe scoccata la mezzanotte?
Ora capiva quando Shikamaru gli diceva che l’amore era, per certi versi, una seccatura, non sapeva dove mettere le mani!
Poi però, a un certo punto, notò qualcosa.
Anzi, entrambi lo notarono, alzarono insieme la testa verso il soffitto e con sommo stupore videro del vischio. Hinata arrossì ancora una volta, non capacitandosi del fatto che un rametto di vischio potesse essere lì quando lei non ce l’aveva certo messo!
< Quell’idiota... > il sussurro di Naruto la portò ad abbassare la testa, puntando gli occhi perlacei verso di lui, chiedendosi a chi si stesse riferendo.
Poi capì.
E mentre Naruto si avvicinava sempre di più fino a toccare le labbra delicate dell’unica donna che abbia mai amato, assaporandone la dolcezza...
Hai già ricevuto il mio regalo, testa quadra” aveva detto lui.
“Già grazie anche a te, teme”
Che sdolcinati
“Zitto, Kurama!!”


...lo amo.
Hinata

P.S. se potessi anche regalargli del buon senso  mi rendo conto che non faresti una cosa cattiva.

 

   
 
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