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Autore: _BlueHeart    10/01/2018    6 recensioni
'Era sinceramente preoccupata per la sua amica.
Il tono con il quale Emma le aveva raccontato di quell’odioso pirata, la sua espressione un misto fra tristezza e rabbia avevano smosso qualcosa in Regina che lei stessa faticava a decifrare.
Avrebbe voluto poter far qualcosa per lenire il suo dolore, per cancellare da quegli occhi limpidi e attenti quel velo scuro che da ormai qualche anno le rendeva triste lo sguardo.'
Storia scritta seguendo una trama del prompt natalizio del gruppo facebook 'Maybe I Need you'.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Ciao a tutti,
sono decisamente in ritardo , ma purtroppo ho avuto un lutto in famiglia durante queste feste e come potete immaginare sono stati giorni difficili.
Ho scritto questo capitlo a singhiozzo.. spero possa piacervi ugualmente.
Ho apprezzato tantissimo le vostre recensioni , per tanto ringrazio tutte le ragazze che hanno speso qualche minuto per potermi scrivere due parole, e tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra la preferite, le seguite e le ricordate. 
Detto questo vi lascio il capitolo e spero che sia una lettura piacevole.
Ci sentiamo alla fine :)
Capitolo 2 : Stella di Dono

Regina se ne stava appoggiata con le braccia sul muretto che faceva da recinzione alla pista di pattinaggio. 
Sul viso un sorriso rivolto al suo bambino che felice insegnava a Violet a pattinare. 
I capelli mossi da un vento leggero, ma molto freddo che le aveva gelato il volto.
Regina rabbrividì. Cercò calore stringendosi nel capotto e provò a liberare la mente da ogni pensiero per godersi quel momento che sembrava così tranquillo.
Assorta come era non si accorse che una figura snella ed infreddolita si fosse avvicinata a lei. 
‘Ehi’. La voce di Emma Swan risvegliò il sindaco che si voltò con un gesto repentino ‘Ehi’ rispose di rimando. 
Emma assunse una posizione simile a quella di Regina sul volto un’espressione concentrata.
‘Facevo un giro di perlustrazione e ho notato Henry e Violet , così ho deciso di raggiungervi, tanto ho quasi finito il turno’. Regina rise appena e scosse la testa ‘Quasi, non vuol dire che sia finito sceriffo!’ 
Emma ridacchiò . 
In realtà di suo figlio e Violet aveva scorto le figure solo avvicinandosi. 
La verità, che non seppe dirle, era che il suo sguardo era stato catturato dalla sua eleganza mentre si spostava i capelli dal viso, si era incantata per qualche secondo, mentre gli automobilisti avevano preso a suonare il clacson. Così senza pensarci aveva fermato l’auto e aveva cominciato a camminare in direzione della mora , seguendo poi il suo sguardo, capì perché quel sorriso fosse così luminoso e dolce. 
Sul suo volto se ne dipinse uno molto simile quando i suoi occhi posarono su Henry che aveva un braccio intorno alla vita di Violet . 
Stava crescendo davvero troppo in fretta
‘Allora.. cosa avete fatto di bello oggi?’ Emma porse quella domanda guardandola appena per poi tornare a seguire i due ragazzini sulla pista.
‘Niente di che .. abbiamo pranzato da Granny’s e poi l’ho accompagnato qui che aveva un appuntamento con Violet. Tra po’ devo andare a ritirare l’abete che ho ordinato qualche giorno fa. Nel pomeriggio dovremmo decorare casa ‘ . Spiegò naturalmente Regina . 
Dalla cena del Ringraziamento le due avevano passato molto tempo insieme . L’assenza di Hook e la voglia di Henry di trascorrere più tempo con entrambe le madri avevano permesso al loro rapporto di rafforzarsi. 
Si ritrovavano a parlare molto più spesso di prima , a condividere pranzi e cene , a guardare film e a raccontarsi le rispettive giornate. 
Regina si era spesso fermata a ripensare al loro legame. 
Questa nuova tregua a Storybrooke , le permise di notare come inevitabilmente entrambe si cercavano con una tale naturalezza da non darci nemmeno troppo peso. 
Solo in un’altra occasione questo pensiero attraversò la sua mente, proprio durante la tregua dopo la sconfitta di Peter Pan e prima dell’arrivo di Maleficent, Ursula e Cruella. 
Per il resto del tempo della loro conoscenza Regina non poteva dire di aver cercato Emma in quanto Emma , ma piuttosto di averlo fatto per sconfiggere questo o quell’altro nemico. 
Si era sempre trovata una giustificazione logica al perché si ritrovassero puntualmente a sacrificarsi l’una per l’altra o ad allearsi pur di salvare la città dal male. 
Lo facevano per Henry. 
Ma ora Henry era più che felice e stava bene. Ma Emma e Regina continuavano a cercarsi , ad attrarsi in un modo tale da spaventarla se si fosse permessa di pensarci troppo a lungo.

‘Tu? Novità?’ La voce di Regina era stranamente calma e leggera, in netto contrasto con la bionda che sospirò pesantemente ‘ho parlato con Hook’. 
Il sindaco si voltò verso di lei lasciando perdere per qualche secondo suo figlio e la sua prima fidanzatina . 
‘Come? Non era in un mondo senza magia?’ 
La più giovane annuì ‘ Si, beh.. mi ha lasciato la conchiglia magica prima di partire’. Regina alzò teatralmente gli occhi al cielo e rivolse lo sguardo verso la pista di pattinaggio subito dopo. ‘Bell’affare!’ Esclamò infastidita . 
La conchiglia incantata non permetteva di fare una vera e propria conversazione, ma di lasciare messaggi più o meno lunghi. Spesso la magia era turbata o attratta da altro e non sempre si riusciva a stabilire una connessione solida . 
Emma e Killian si erano scambiati molti messaggi .
La ragazza aveva cercato di fargli capire quanto quella storia l’avesse turbata , ma Killian sembrava non cogliere il tono scocciato e le frecciatine di sua moglie e continuava a raccontargli solo delle sue avventure. 
Regina era piuttosto infastidita dal racconto della bionda e sospirò così tante volte che Emma non poté non notarlo. 
‘Fammi capire, non ti da un minimo di considerazione?’ 
Chiese spazientita , mentre Emma un po’ agitata cominciava a muoversi sul posto. 
‘Non lo so , non lo capisco’. 
La Salvatrice si girò su se stessa e si poggiò con la schiena al muretto , incrociando poi le braccia al petto. 
‘Forse ho sbaglio a decidere di sposarmi. Forse avrei dovuto aspettare ancora un po’. ‘ 
Quelle parole stupirono decisamente il sindaco che adesso la guardava stranita e meravigliata al tempo stesso. 
‘Sai..’ riprese a parlare la bionda che continuava a fissare un punto indefinito sull’asfalto. ‘In questi anni, siamo sempre stati presi da cose più grandi di noi. Sopravvivere era la nostra quotidianità. 
Ma adesso che nulla ci spinge a combattere insieme contro qualcosa, adesso che le acque si sono calmate , sembra che non ci sia la voglia di passare del tempo insieme. 
O meglio c’è , ma non è così importante da mettere da parte altre cose. 
Insomma quante altre volte capiterà che io voglio solo passare del tempo con la mia famiglia , con mio figlio, mentre lui vorrà girare il mondo sulle navi? Ma ho la mia vita , il mio lavoro . Io non lo seguirò solo perché sono sua moglie!’ Esclamò piuttosto seccata da quella situazione. 
‘Infatti non devi farlo! Dovete trovare un compromesso. Tu potresti andare con lui qualche volta , ma lui deve capire l’importanza che hanno per te i componenti della tua famiglia o qualsiasi altra cosa ti stia a cuore’. 
Emma annuì felice che Regina avesse colto il punto . 
‘Non credo che lui sia disposto a fare ciò. L’avrebbe fatto adesso, no? 
Insomma se non riesce a capire cosa vuol dire per me passare il primo Natale con la mia famiglia.. come potrà capire semplicemente che non posso seguirlo in ogni sua spedizione o missione che sia?’ 
Regina ispirò profondamente,l’aria fredda che le pizzicava le narici. 
Le peggio una mano sul braccio in segno di conforto ‘ ci devi parlare Emma. Non con una conchiglia. Ma appena mette di nuovo piede a Storybrooke ci devi parlare e capire cosa lui sia disposto a fare per te. Se è disposto a scendere a compromessi, a fare promesse e mantenerle .’ 
Lo sceriffo annuì per l’ennesima volta e finalmente alzò il volto rivolgendole lo sguardo. 
Regina stava guardando l’orologio che aveva al polso e subito dopo cominciò a camminare facendole segno di seguirla. ‘Dove stiamo andando?’ Domandò la più giovane saltando un paio di passi per raggiungerla. 
‘Devo sbrigarmi o chiude il vivaio . Vieni con me? Così possiamo continuare a parlare’. Spiegò dando per scontato che Emma l’avesse seguita. 
‘Vorrei .. ma ho l’auto di servizio , devo riportarla alla centrale’. 
Sbuffò dispiaciuta . 
Regina arrestò i suoi passi veloci . ‘ Facciamo così , riporta l’auto alla centrale e poi mi raggiungi .. probabilmente direttamente a casa. Ti va di fare un albero di Natale ?’ 
Il voltò di Emma si illuminò lentamente mentre realizzava che presto si sarebbe potuta trovare con suo figlio e Regina a decorare il numero 108 di Mifflin Street. 
Il sorriso che le rivolse e lo sguardo gioioso fecero sorridere anche la mora ‘lo prendo come un si?’ 
Emma annuì ‘non ti da fastidio? Non è una tradizione fra te ed Henry?’ Dubitò un pochino . Insomma lei era solo un’amica per Regina , anche se la considerava parte essenziale della sua famiglia . 
‘Sarei molto felice di condividere questa tradizione anche con te . Potrebbe essere l’inizio di una nuova, no? Fare l’albero insieme’. Azzardò il sindaco meravigliandosi delle sue stesse parole . Sollevò leggermente le spalle in imbarazzo, ma si rilassò nel notare l’espressione felice di Emma. Ne era valsa la pena. 
‘Ok, allora ci vediamo fra poco’.

Pochi minuti più tardi Emma era già nel suo maggiolino. I pensieri confusi sul rapporto con suo marito. 
La voglia di sentirsi amata per quello che era e non per quello che gli altri avrebbero voluto che fosse.
Emma stava mascherando un bel po’ di agitazione. 
Respirò profondamente con le mani saldamente ancorate al volante e cercò di condurre i suoi pensieri verso qualcosa di carino e che le dava gioia: Henry e Regina l’aspettavano per condividere con lei un’altra tradizione di famiglia. L’accenno di un sorriso comparve sul suo volto. 
Le tradizioni di famiglia, il Natale e le feste in generale le avevano sempre provocato una certa tristezza. Da quando era a Storybrooke quel peso lo sentiva decisamente molto meno. Ed ora che potevano vivere quel periodo come in ogni altra città , Emma non aveva intenzione di costruire altri ricordi tristi. 
Avrebbe voluto che Killian fosse lì con lei. Avrebbe voluto vivere quelle tradizioni con lui e con la sua famiglia , ma lui era andato via incurante della tristezza che stava lasciando nel cuore di sua moglie. 
Inaspettatamente però la presenza di Regina e di suo figlio stavano colmando, giorno per giorno, tutti quei vuoti che l’avevano fatta soffrire fin da bambina. 
La ragazza si sistemò sul sediolino, e con quella consapevolezza che le provocava ancora più confusione , si affrettò a chiamare Regina scoprendo che la donna era ancora al negozio a causa della folla.

Il vivaio era molto grande e c’era un bel po’ di gente intenta a scegliere alberi e addobbi. 
Emma fece vagare lo sguardo sui tanti ripiani che ospitavano, in occasione del Natale, vari oggettini e piante a tema. 
Regina qualche metro lontana la chiamò provando a non alzare troppo la voce e sventolò una mano per farsi notare. 
Emma le sorrise in risposta e la raggiunse rapidamente. 
‘Hai fatto presto’ constatò la più grande. La ragazza infilò le mani nelle tasche posteriori dei Jeans e alzò le spalle leggermente ‘Beh non è poi così lontano’. 
La mora camminava fra gli scomparti lentamente soffermandosi su qualche oggetto che le piaceva maggiormente nell’attesa di essere servita . 
‘Devi prendere altro oltre all’albero?’ 
Chiese osservando come scrutava ogni oggetto presente nel negozio. Il sindaco poggiò un elfo in terracotta sopra uno scaffale ‘se trovo qualcosa di carino, perché no? Sai mi piacerebbe mettere qualche ghirlanda in alto’. Spiegò gesticolando. ‘Prima essendo sola e non avendo la magia mi era impossibile .. ora siamo in tre e abbiamo anche la magia’. Sorrise facendole un occhiolino. 
Emma ricambiò il sorriso e cercò con lo sguardo quello che la mora aveva appena suggerito. 
Una luce le fece però girare il viso e le sue labbra si schiusero appena. 
Era magia. 
Un fascio di energia giallo pallido e uno di un rosso violaceo si intrecciavano fra loro e viaggiavano indisturbati nel negozio. 
Emma si bloccò sul posto per poi cercare con gli occhi la fonte di quella luce. Non c’era nessuno, apparentemente , in grado di usare la magia oltre loro , ma lei e Regina non stavano facendo niente. 
‘Regina da dove viene?’ Chiese con un filo di voce tra l’ammaliato e il preoccupato . 
Il sindaco guardò nella sua stessa direzione e corrucciò la fronte ‘cosa?’ La Salvatrice si voltò verso di lei ‘non la vedi questa luce? È magia'.
Regina scosse appena il capo , mentre Emma sembrò non rispondere di se stessa e cominciò inevitabilmente a seguire quel sentiero disegnato da un bagliore non identificato. 
La luce si intensificò fino a raggiungere uno scaffale dove erano riposti tanti piccoli oggetti in cristallo. Il raggio luminoso avvolgeva un cigno che portava sul capo una bellissima corona impreziosita con minuscoli svarosky. 
La ragazza allungò una mano lentamente , come per paura di scottarsi e sollevò l’oggetto grande quanto il palmo della sua mano . 
Il bagliore svanì e con lui anche i riflessi creati dal cristallo che l’avevano quasi accecata poco prima. 
‘È sparito!’ Esclamò esterrefatta. 
Regina che l’aveva seguita incuriosita , continuava ad osservarla cercando di capire cosa fosse successo. 
‘Era una luce forte , mi ha portato fino a qui ..’ spiegò indicando il cigno che aveva in mano ‘quando l’ho preso .. la luce si è spenta’ . Regina stupefatta prese l’oggetto dalle mani della Salvatrice, nel farlo le sfiorò il palmo procurando ad entrambe un brivido ingiustificato.
La donna cercò di concentrarsi sul piccolo oggetto che aveva fra le mani evitando volutamente di soffermarsi sulla strana sensazione di calore che si espanse sul suo petto. 
Lo guardò attentamente per cercare tracce di magia , ma non sembrava contenerne . 
‘Da dove veniva?’
Emma scosse il capo lentamente ‘non riuscivo ad identificarlo’. 
Regina rigirò ancora il piccolo cigno fra le mani . Era davvero bello. 
‘Era la magia del Natale!’ 
Una vocina squillante ed infantile le fece voltare in sincrono. Entrambe sorrisero a quelle parole.
Una bambina che non poteva avere più di nove anni le guardava dal basso con i suoi occhioni verdi. 
Aveva i lunghi capelli rossi raccolti in due trecce. Le guance rosa coperte da tante piccolissime lentiggini. 
Indossava un completino scozzese verde e rosso e portava un cappello della stessa fantasia. 
‘Lo spirito del Natale ha voluto darti un messaggio’. Esplicò saccente. 
‘Ma lo spirito del Natale non esi..’ cercò di replicare la bionda ‘esiste?’ Chiese la bambina spalancando gli occhi . ‘Siete la Salvatrice e la Evil Queen, avete la magia più potente e non credi possa esistere lo spirito del Natale?’ Chiese sbigottita. Regina posò una mano sulla spalla della piccola e si piegò sulle ginocchia per essere alla sua altezza. ‘Come ti chiami?’ 
La bambina le sorrise e le porse la mano ‘mi chiamo Annael, Regina’. 
La donna non riuscì ad individuare la sensazione di fastidio causata da una sconosciuta che le parlava con tanta confidenza , perché al tempo stesso era come rapita da quella bambina e il suo cuore di madre provava solo tenerezza per quei due occhi colmi di emozione . 
Annael prese il cigno dalle mani della mora e lo tenne per la cordicella . ‘Sapete cosa rappresenta? Questa è la Regina dei Cigni (Swan Queen).
Se prendete le singole parole potete notare che può ricondurre a voi Swan disse indicando Emma . 
Queen indicando Regina .’ Regina significa Queen e tu lo sei anche stata’. 
La piccola porse l’oggetto di cristallo alla Salvatrice ‘Questo è un regalo per te. Rappresenta il vostro legame. Abbine cura’. 
Regina ed Emma si guardarono per una frazione di secondo per poi posare ancora lo sguardo sul cigno di cristallo che la bionda continuava a rigirare fra le mani. 
Improvvisamente Regina scosse impercettibile la testa ‘Dov’è la tua mamma Annael?’ Ma quando si voltò nuovamente, la bambina non c’era più . 
‘Ma dove è finita?’ Chiese Emma sbigottita . 
Un paio di secondi e la ragazzina era sparita nel nulla. Si guardarono attorno , ma non c’era più . 
‘Annael?’ Chiamó la Salvatrice , ma la bimba era come svanita nel nulla.
‘Sindaco Mills , ci scusi per averla fatta attendere, oggi c’è davvero confusione .’ 
Un uomo piuttosto giovane richiamò la loro attenzione interrompendo la loro ricerca. 
‘Non si preoccupi..’ rispose la mora mentre continuava con gli occhi a cercare fra la gente quella bambina. 
‘Venga, da questa parte’ 
Indicò il ragazzo, con un gesto della mano, la direzione dove procedere. 
Le due donne seguirono il commesso per poter finalmente ritirare l’abete e accantonarono la ricerca della ragazzina.

Più tardi quando giunsero a casa del sindaco le due avevano un bel po’ di borse piene di oggettini, ghirlande e nuove decorazioni anche per gli esterni.
Ma l’oggetto che entrambe avevano a cuore, anche se nessuna delle due l’aveva ancora ammesso, era un piccolo cigno di cristallo riposto in una scatola di polistirolo. 
Fu il primo oggetto che trovò il suo posto , sul camino insieme ad una ghirlanda e una serie di piccole luminarie colorate .

Henry tornò a casa a pomeriggio inoltrato. Ritrovarsi ancora una volta entrambe le sue madri non poteva non renderlo felice. 
Il sorriso che illuminò il suo volto fece gioire le due donne.
‘Hai fatto anche i biscotti?’ 
Chiese Henry con gli occhi improvvisamente da bambino . 
Per un attimo a Regina sembrava di aver visto quel bimbo sveglio e con il cuore grande che correva per casa . Annuì sorridente.
‘E anche la cioccolata calda’ . 
Rispose mentre gli accarezzava i capelli.
Fin da quando Henry era piccolissimo , Regina aveva sempre preparato cioccolata e biscotti per accompagnare la preparazione dell’albero e dell’intera villa. 
Il ragazzino adorava gli addobbi Natalizi e adorava passare del tempo con sua madre mentre disponevano festoni, candele e oggetti di ogni genere in giro per casa. 

Henry seduto a terra accanto all’albero di Natale aveva preso fra le mani una lunga serie di luminarie . 
‘Ehi mamma , sai come si fa a disporle in modo equilibrato ?’ 
La bionda sorrise scuotendo la testa facendo oscillare i boccoli lunghi. Aveva già fatto qualche albero di Natale, ma nessuno si era preoccupato di insegnarle come fare per renderlo bello come quelli che aveva visto da bambina nei film. Ogni anno Emma sperava di riuscire a decorarlo degnamente , ma gli addobbi che aveva a disposizione erano quasi sempre tutti rovinati e le luci troppo poche. ‘Mi sa che devi insegnarmelo tu ‘. 
La ragazza prese posto accanto a suo figlio che felice le spiegava cosa fare.
Emma ascoltava attentamente e scoprì che bastava davvero poco per riuscirci: Apri i rami e nascondi i fili, distribuisci le luci a spirale. 
Quando Regina rientrò in salone con un vassoio pieno di biscotti e tre tazze di cioccolata calda, si bloccò sull’uscio. 
Si appoggiò allo stipite della porta e il suo cuore si riempì inaspettatamente di gioia. 
Emma ed Henry non si erano ancora accorti della sua presenza impegnati com’erano a decorare l’abete.
Regina si incamminò all’interno della stanza e poggiò il vassoio sul tavolino. 
Osservò l’attento lavoro che i due continuavano a fare, non stupendosi neanche un po’ che non fosse preciso come quando era lei a farlo. 
Sorrise , nonostante tutto si aspettava di peggio. 
‘È pronta la cioccolata ’. Aveva annunciato ed i due si voltarono immediatamente verso di lei. 
L’adolescente mollò le luci lasciandole cadere scompostamente sui rami e corse a prendere la sua tazza . 
‘Ragazzino non puoi lasciarmi così non posso farlo da sola!’ Aveva esclamato Emma , sbuffando seccata dalla sua fuga improvvisa. 
‘Ma la cioccolata si fredda!’ Si giustificò prendendo un biscotto e immergendolo nel liquido scuro . 
Emma schiuse le labbra . Non sapeva cosa dire , ne cosa fare. 
‘Ti aiuto io’. Regina le sorrise intenerita da quello sguardo da cucciolo smarrito. Le si avvicinò e prese le luci che poco prima erano fra le mani di suo figlio. 
Pian piano che passavano da un ramo all’altro , la mora le spiegava i trucchetti per fare in modo più veloce ed ordinato.
Le parlava dolcemente e con un tono di voce molto basso che somigliava quasi ad un sussurro. 
Ad Emma sembrò che quel suono le stesse accarezzando il cuore. Non era quello che le diceva, ma il come lo stava facendo. 
La voce del sindaco era calda e quel tono così profondo le stava provocando sensazioni insolite. 
Le loro mani si sfiorarono più volte accidentalmente ed ogni volta un brivido percorreva la sua schiena chiara. 
La voglia di prendere e stringere quelle dita sottili era veramente forte, ma si trattenne dal farlo. Sarebbe stato un gesto inappropriato e decisamente ingiustificato. 
E poi Regina le sorrideva. 
Le rivolgeva un sorriso luminoso che poche volte aveva avuto la fortuna di vedere.
Sorrideva ogni volta che i loro sguardi si incontravano, ogni volta che diceva qualcosa di carino o simpatico. 
Sembrava felice, Regina non le era mai sembrata veramente felice.

Poco più tardi , quando avevano bevuto la loro cioccolata ed insieme ad Henry avevano appeso le palline e i vari addobbi , l’albero era un esplosione di colori e luci. 
Emma era esterrefatta. Aveva davvero contribuito a realizzare una tale meraviglia? 
‘Credo di non averne mai visto uno così bello dal vivo’ . 
Sentenziò continuando ad ammirare i giochi di luci e le palline con i glitter scintillanti. 
‘Siamo stati bravi'. Rispose Henry sorridendole. 
Regina annuì . 
Le luci non erano messe perfettamente e non c’era una distribuzione perfetta degli addobbi , ma quello era l’albero più bello che avesse mai avuto in casa. 
Con due biscotti in una mano e una candela presa da uno scatolone nell’altra, la Salvatrice prese a girare per la stanza ‘questa dove va?’ Chiese addentando un biscotto . 
Regina le sorrise ancora ‘cerca un posto che ti piace. Cominciamo a decorare il resto della casa!’ 
Lo sceriffo seguì le indicazioni di Regina e poggiò la candela su un davanzale. 
Andarono avanti così per tutto il pomeriggio fino a sera inoltrata.
Emma , lo sguardo meravigliato simile a quello che potrebbe avere una bambina di cinque anni, le labbra dischiuse e i capelli in disordine , se ne stava seduta sul divano con le ultime decorazioni da appendere . 
Ricordò di essere andata con Regina quel giorno per continuare a parlare di Hook, ma quel peso sul petto, che la stava accompagnando da quando aveva parlato con il pirata, sembrava non esserci più. 
In quel momento si sentiva quasi bene . Regina ed Henry le avevano fatto dimenticare i problemi con suo marito e lei voleva godere ancora un po’ di quella sensazione. 
Non voleva tornare a pensarci. 
‘Che ne dici di sistemare anche queste così abbiamo finito?’ 
Le chiese Regina che da dietro il divano si era poggiata con una mano sullo schienale e le si era avvicinata pericolosamente senza rendersene conto. 
Quando Emma si girò di scatto verso di lei , una ghirlanda scivolò dalle sue gambe e cadde ai suoi piedi attorcigliandosi su se stessa. 
Si ritrovarono a pochi centimetri l’una dall’altra . Emma deglutì e cercò di distogliere lo sguardo dal suo , ma ciò non portò nulla di buono visto che si ritrovò a fissare le labbra del sindaco che si dischiusero istintivamente . 
Il respiro caldo del sindaco le stava accarezzando il volto facendole contorcere lo stomaco e bloccandole il battito cardiaco per qualche istante. 
Regina riuscì in qualche modo a rompere il contatto visivo e si allontanò leggermente. 
Così lo sceriffo ispirò profondamente e si alzò portando con se le ultime ghirlande. 
Prima l’una e poi l’altra cominciarono ad appendere i festoni con la magia. 
In alto sulle finestre , a costeggiare gli archi architettonici , sulla parte alta del camino . 
Regina aveva lo sguardo soddisfatto ed orgoglioso ed Emma un’espressione incantata. 
La Salvatrice aveva sempre pensato che case del genere esistessero solo nei film. 
Aveva avuto solo una volta l’occasione di passare un Natale con una famiglia , ma non addobbavano la casa così bene. 
‘Mamme è venuto benissimo’. Henry i piedi nudi sulle scale in marmo e il pigiama blu appena infilato, sorrideva felice alle due donne che avevano appena terminato di addobbare il numero 108 di Mifflin Street . 
Corse ad abbracciarle per poi guardare ogni cosa che avevano posizionato mentre lui si faceva la doccia. 
Regina aveva insistito affinché suo figlio si andasse a cambiare, il giorno dopo ci sarebbe stata scuola ed Henry doveva andare a letto presto. Emma le aveva ricordato che il loro bambino non aveva più dieci anni , ma Regina era stata irremovibile. 
Quando Henry finì di perlustrare la casa diede la buonanotte ad entrambe e corse in camera sua. 
Regina era consapevole che non si sarebbe addormentato subito. 
Ne avrebbe approfittato per scambiare messaggini con Violet e avrebbe scritto qualche riga per adempiere i suoi doveri da autore. 
Per questo aveva insistito affinché non facesse troppo tardi. Sapeva che a qualsiasi ora non avrebbe rinunciato alle sue abitudini. 
‘Non hai fame?’ Chiese il sindaco guardandola appena. 
‘Un po’ si'. Ammise con una smorfia la Salvatrice . 
Henry aveva mangiato quasi tutti i biscotti che Regina aveva preparato. 
La donna l’aveva rimproverato più volte , ma alla fine, presa come era in quello che stava facendo aveva rinunciato inconsapevolmente. 
Contrariamente a ciò che si sarebbe aspettata , Emma ne aveva mangiati una decina , ma era stata troppo coinvolta nell’addobbare la casa per prestare più attenzione a quei deliziosi biscotti . 
Così Henry aveva ingurgitato quasi un chilo di biscotti al cioccolato e ovviamente aveva chiesto di non cenare , ricevendo l’ennesima ramanzina di sua madre. 
Era anche per questo che il ragazzo non aveva insistito sul restare con loro fino a tardi. Sapeva che aveva già tirato troppo la corda con la storia dei biscotti e della cena saltata. 
‘Anche io’ ammise il sindaco poggiandosi una mano sullo stomaco. ‘Vado a preparare qualcosa al volo’. 
Annunciò subito dopo. Regina di biscotti ne aveva mangiati soltanto due.

In cucina , Regina si convinse che preparare dei toast con prosciutto e formaggio fosse la scelta più veloce. 
Così dopo circa dieci minuti , li posizionò su un vassoio insieme ad una bottiglia di vino e due calici. 
Arrivata in salone però trovò la bionda profondamente addormentata. 
Era raggomitolata su un lato del divano . I capelli cadevano morbidamente sulle sue spalle e sul piccolo cuscino che Emma aveva posto sotto la testa. 
L’espressione non le sembrò poi tanto serena e sperò che il suo sonno non fosse accompagnato da incubi e pensieri infelici. 
Le lucine colorate accarezzavano delicatamente il suo volto disegnandone i contorni dei lineamenti. 
Lo sguardo di Regina scivolò dai suoi capelli scomposti alla sua fronte, scese giù sulle palpebre e le ciglia chiuse, sul naso e poi sulle labbra morbide e delicate di Emma. 
Deglutì a fatica. 
Poggiò il vassoio sul tavolino da caffè e si avvicinò alla sua amica delicatamente. 
Utilizzò la magia per sfilarle gli stivali evitando di svegliarla. 
Poi si fece apparire una calda coperta fra le mani e delicatamente la poggiò sul corpo della Salvatrice che sembrava decisamente infreddolita. 
Sorrise quando notò i suoi muscoli distendersi lentamente al calore. 
Fece per afferrare il vassoio ed andar via , ma un leggero bagliore catturò la sua attenzione. 
La donna camminò fino ad arrivare a toccare una mensola dove qualcosa brillava più del necessario. Spostò un angioletto di porcellana e finalmente poté vedere da vicino quella luce. 
Era magia. Due fasci energici si intrecciavano fra loro e si chiudevano ad anello. 
La mora pensò che per qualche strana ragione persisteva ancora dopo che lei ed Emma avevano giocato ad appendere gli addobbi , ma quando cercò di dissiparla quell’energia rimase intatta. ‘Ma cosa?’ 
Regina ci provò ancora qualche volta , ma stranita non riuscendo a distruggere quella piccola massa di luce , decise di conservarla e studiarla per capirci qualcosa in più . 
Fece apparire nella mano sinistra un’ampolla , mentre aprì la mano destra e condusse l’anello luminoso all’interno del piccolo involucro.
Regina guardò la boccetta qualche secondo, aveva già visto qualcosa di simile, ma non ricordava dove.
Doveva essere qualche strano incantesimo di conservazione che una delle due aveva lanciato per sbaglio. Molto più probabile che fosse stata Emma , pensò Regina. 
Scosse la testa e mandò con un rapido gesto della mano l’oggetto in camera sua. 
Fece per riprendere ancora il vassoio intenta a portarlo su in camera e mangiare lì visto che non aveva compagnia, ma ancora una volta qualcosa la bloccò .
Emma le aveva afferrato una mano facendola sussultare spaventata.
‘Resta’ mormorò ad occhi chiusi. 
Una sola parola . 
Una semplice richiesta.
Probabilmente un delirio del sonno, pensò il sindaco. 
Le scaldò il petto, le sue labbra si dischiusero appena e i suoi occhi si sgranarono meravigliati. 
Subito dopo però ricordò di quanto Emma stesse soffrendo a causa del pirata e le si strinse il cuore. 
La ragazza le sembrava così fragile in quel momento e si chiese se avesse bisogno di compagnia perché quel dannato pirata aveva risvegliato in lei i sintomi della sindrome dell’abbandono o se volesse la sua presenza in quanto tale. 
Istintivamente si sedette al suo fianco e osservò come il suo volto sembrò rasserenarsi. 
La bionda aveva portato le loro mani al livello del viso proprio vicino alle labbra . 
La sua presa era salda,non aveva intenzione di lasciarla andare. 
Il respiro si infrangeva irregolare contro le dita del sindaco che trattenne un sospiro e continuò a fissarla. 
Avrebbe voluto abbracciarla e rassicurarla, lei non sarebbe andava via. Avrebbe voluto stringersi al suo fianco nello spazio ristretto del divano e sentire direttamente sul viso quel respiro caldo farsi sempre più profondo e regolare. Perché, cavolo! Sentirlo sulle sue dita le stava facendo contorcere lo stomaco e le stava mandando in tilt il cervello. 
Regina cercò di respirare profondamente e di scacciare quei pensieri dalla sua mente. 
Ogni volta che le era capitato di pensare ad Emma in quel modo aveva allontanato quei desideri , represso quegli istinti , abbandonato quella voglia di esserle accanto più di quanto dovesse. 
Insomma lei ed Emma ? Era assurdo e altamente improbabile. 
Ogni volta quei pensieri avevano avuto vita per pochi secondi per poi essere mandati abilmente via. 
Quella sera però scacciarli fu decisamente difficile, probabilmente complice l’intimità che aveva raggiunto il loro rapporto in quel periodo. 
Con la mano libera la donna le scostò qualche ciocca di capelli dal viso e le sistemò la coperta sulle spalle. 
Osservò come pian piano il respiro di Emma si facesse regolare e sempre più pesante . 
Era nuovamente in un sonno profondo. 
‘Non puoi farmi questo Emma’ . 
Sussurrò quasi impercettibile con le labbra che sfioravano i boccoli chiari. 
Molto lentamente si allontanò e sfilò con cautela la mano dalla presa ora più morbida dello sceriffo. 
Si alzò dal divano e prese finalmente il vassoio dal tavolino. 
Quando cominciò a mangiare però , il magone, che non riusciva a mandar via, le impedì di deglutire fluidamente. 
Alla fine Regina ci rinunciò e si mise a letto digiuna , ormai le era passata la fame.

Era ormai notte , quando Henry decise di smettere di messaggiare con Violet e di prendere il libro delle favole . La penna incantata scivolò veloce sul foglio leggermente ruvido scrivendo qualcosa che confuse inizialmente l’autore .
‘Quel giorno la Stella di Dono indicò alla Salvatrice la potenza del suo vero amore. La felicità non era mai stata per lei così vicina’.
Henry lesse più volte quella frase.
Le tornò alla mente che ‘stella di dono’ era il significato di un nome di qualche personaggio di una vecchia fiaba che leggeva da bambino . 
Così aprì il suo portatile e digitò sul motore di ricerca quelle tre semplici parole.

'Annael è un nome elfico il cui significato è Stella di Dono. Deriva da Anna= dono e El= stella. 
La creatura, che ha l’aspetto di una giovane fanciulla nordica, appare per lo più nel periodo Natalizio e come il suo stesso nome ci dice è portatrice di doni.
Spesso aiutata dalla magia del Natale, Annael è solita offrire regali ben più importati di oggetti e denaro. 
Il carattere dolce e romantico la induce da sempre a dedicarsi alla sfera emotiva. 
Ed è per questo che se a Natale vi dovesse capitare di incontrare una strana fanciulla, che vi dà criptici consigli sugli affetti e sull’amore , dovreste darle ascolto , ringraziarla e magari chiamarla con il suo nome, Annael'.


Henry chiuse il portatile sorridendo. 
Cercò di immaginare cosa la bambina avesse potuto consigliare a sua madre . 
Forse le aveva dato un modo per chiarire con Killian. 
O forse le aveva indicato qualcun altro? E se non fosse Hook il vero amore di sua mamma? 
Ad ogni modo la ragazzina era per indole sincera e poteva averle indicato soltanto la strada giusta.
Henry si distese , chiuse gli occhi e si convinse di non interferire in quella storia. 
Decise che avrebbe letto i progressi attraverso il libro , spiava già abbastanza gli abitanti di Storybrooke senza doversi volutamente impicciare.
Sicuramente sua madre avrebbe apprezzato il gesto e quando il libro avrebbe raccontato di più, probabilmente Emma avrebbe voluto parlargli.

‘Al prossimo Natale, Annael’. Sussurrò il ragazzino prima di scivolare in un sonno profondo. 
Ad ogni modo quella fanciulla aveva aiutato sua madre.

 
Eccoci alla fine del secondo capitolo, mi auguro che vi sia piaciuto.
Annael è realmente un nome associato ad un elfo donna e significa davvero 'Stella di Dono', mentre le sue caratteristiche sono una mia invenzione.
La frase 'Questa è la Regina dei Cigni' in Inglese sarebbe stata 'This is the Swan Queen' avrebbe avuto più senso che scrivessi 'Questa è la Swan Queen' ? Ma suonava strano e non si sarebbe capito il gioco di parole. In inglese 'Swan Queen' è davvero il modo con il quale si indica la regina dei cigni, Odette.. protagonista del famoso balletto 'Il lago dei cigni' e di tutte le opere tratte da esso.

Mando a tutti un abbraccio e vi ringrazio se siete arrivati fin qui. 
A presto Swen <3
  
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