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Autore: la luna nera    11/01/2018    7 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Manuel era elettrizzato e tentò di avvicinarsi al luogo dell’atterraggio della presunta navicella aliena armato di cellulare per filmare qualsiasi cosa o qualsiasi essere alieno che fosse uscito da essa.
“Tu sei tutto scemo!” Teresa strattonò il braccio del ragazzo tentando di trascinarlo via. “Andiamocene!”
“Neanche morto. Io ho sempre saputo che gli extraterrestri sono una realtà, l’ho detto un miliardo di volte ed ora ne ho la conferma.”
Cierre, Giulio e Simone si erano portati ai margini del terreno, Eva si era rifugiata fra le braccia di Nico e anche loro stavano a debita distanza da Manuel, letteralmente rapito da quanto stava accadendo.
“M-ma cos’è quello? Stanno girando un film?” Aurora non capiva nulla, era rimasta al di là del fossetto. “Ehi! Avete bisogno di una brava attrice? Mi accontento anche di fare solo una comparsa!” Gridò a voce alta.
Nessuno badò alle sue parole, men che mai gli occupanti della navicella spaziale appena atterrata oltre il boschetto. Contemporaneamente Manuel, totalmente sordo alle richieste di fuga di Teresa, pareva ipnotizzato da quella luce, non sentiva nulla di nulla e i suoi occhi sembravano paralizzati. Ad un tratto la luce si fece leggermente meno intensa, si udì un rumore metallico riconducibile all’apertura di un portellone, poco dopo il ragazzo ebbe l’impressione di scorgere due figure muoversi fra i tronchi degli alberi.
“Ci siamo…. Vieni con me.” Sussurrò Manuel a Teresa.
“Dove vuoi andare? Che cosa vuoi fare?!”
“Incontrarli e dar loro il benvenuto sul nostro pianeta.” Fece qualche passo mentre predisponeva il cellulare per filmare l’incontro.
“Tu sei tutto scemo, te l’ho detto e te lo ripeto! E se sono pericolosi?”
“Ti prego! Secondo te hanno fatto un viaggio lungo anni luce per venir qui a spararmi?” Fece qualche passo verso il boschetto premendo l’icona per far partire la registrazione, Teresa se ne stava nascosta dietro di lui e ad un tratto, illuminati dalla pallida luce lunare, scorsero due figure muoversi nella direzione del cerchio. Sembravano entrambi di sesso maschile, non era facile capire se ciò che indossavano fossero tute spaziali o meno, tuttavia somigliavano moltissimo a paramenti militari, almeno paragonandoli a quelli terrestri. Uno dei due individui aveva una barba piuttosto lunga dal colore chiaro; lunghi e dello stesso colore sembravano pure i suoi capelli che scendevano sulle spalle; l’altro pareva più giovane e possente, i suoi capelli apparivano molto scuri e raccolti in una lunga coda. Fornivano insomma un’immagine estremamente diversa dallo stereotipo dell’alieno solitamente proposto dai film fantascientifici e da certi documentari sulle pseudo forme di vita extra terrestri.

“Benvenuti sul nostro pianeta.” Manuel provò a salutarli.
I due si voltarono appena e proseguirono per fatti loro senza considerarlo minimamente.
“Ehi, non mi hanno nemmeno risposto!”
“E se non parlano la nostra lingua?”
“Credi che debba salutarli in inglese? Oppure prova tu a dire qualcosa in francese, dato che lo parli bene.”
“Non credo che….. ehi! Ma che stanno facendo?” La ragazza indicò il campo su cui era comparso il cerchio nel grano: i due alieni si erano portati ai margini del pittogramma, quello più anziano stese una mano e subito il disegno iniziò ad emettere una debole luminosità. Fu convogliata nella mano del tizio che la plasmò in una sfera, la mostrò all’altro uomo ed iniziarono a parlottare sottovoce fra di loro. Dopodiché tornarono nella navicella e le tenebre avvolsero di nuovo la campagna.
“Incredibile….” Bisbigliò Manuel. Poi controllò il suo cellulare, certo di aver filmato tutto. “No….Non è possibile!” Imprecò sonoramente.
“Che c’è adesso?” Chiese Teresa.
“Il filmato non c’è! Si è bloccato tutto!” Controllò dappertutto, scartabellando ogni file, ma trovò solo un singolo fotogramma sfocato.
“Dovresti saperlo meglio di me che in presenza di alieni accadono fenomeni strani.” Sentenziò la ragazza incrociando le braccia. “Quelli hanno fatto in modo di bloccare il tuo cellulare.”
“Mhm” Mugugnò lui. “Stronzi.”

Nel frattempo Melissa stava tentando di recuperare la tranquillità: sentirsi dire da Orion una tale cosa l’aveva letteralmente sconvolta. “Quindi…. Tu mi stai dicendo che provieni dallo spazio?” La sua voce ancora tremava leggermente e la salivazione era pari a zero.
“Vengo da un pianeta di nome Hilon, è molto simile al vostro e simili sono anche gli abitanti, infatti nessuno di voi sospetta nulla sul mio conto.”
“Dimmi solo una cosa: sei pericoloso? Perché sei qui? Vuoi conquistare la Terra?”
“No, io sono quello che avete conosciuto e …..cos’è la Terra?”
Lei sobbalzò dallo stupore e si fece sfuggire un lieve sorriso. “L-la Terra? Ehm…..La Terra è questo pianeta.”
“Oh, capisco. Per noi Hiloniani è il Pianeta d’Acqua.” Fece una breve pausa.
“Pianeta d’Acqua? E’ così che chiamate la Terra?”
“Già. Fra quelli che orbitano attorno all’Astro Giallo è l’unico in cui vi siano esseri viventi simili a noi. Negli altri tredici non c’è alcuna traccia di vita.”
“Aspetta un attimo….” Lo bloccò. “Io non sono un’esperta di astronomia come mio fratello, ma sapevo che i pianeti del Sistema Solare erano otto o nove, non certo tredici.”
“Ah sì? Beh, forse siete un po’ più arretrati rispetto a noi.”
“Devo prenderlo come un complimento?”
Si fece sfuggire un sorriso. “Scommetto che non siete a conoscenza neanche dell’Astro gemello.”
“Cosa?”
“L’Astro Giallo che splende nel cielo durante il giorno….”
“Intendi il Sole?”
“Esatto. Esso ha un Astro gemello molto meno brillante che si trova al di là dell’ultimo pianeta. Ho sentito parlare di un’ipotesi a riguardo qualche giorno fa, se non ricordo male lo hanno chiamato Nemesis e la comunità scientifica non ha prove concrete circa la sua esistenza.”
“Ma tu guarda. Incredibile!”
“Evidentemente i vostri strumenti non sono sufficientemente potenti da individuarlo.”
“Già.” Restò un attimo a riflettere su quanto loro fossero avanti, poi si accorse che non era la quantità di pianeti orbitanti attorno al Sole o l’esistenza di Nemesis l’argomento di cui stavano discutendo. “Comunque non è questo ciò che mi interessa. Orion, chi sei veramente? Cosa fai qui e come ci sei arrivato?”
Sospirò profondamente. “Come ti ho già spiegato, vengo dal pianeta Hilon. Non saprei dirti con precisione dove si trova perché il cielo è totalmente diverso dal nostro e non ho riferimenti validi. Sin da piccolo ho frequentato l’Accademia Militare, apprendendo l’arte della guerra e del combattimento. So usare praticamente ogni tipo di arma esistente, ma la mia specialità è l’arco con le frecce, attività che esercito nei rari momenti di tempo libero andando a caccia per i boschi e nelle campagne.”
Melissa si fece scappare una smorfia di disappunto. “A me la caccia non piace affatto.”
“Tranquilla, è da tantissimo tempo che non riesco più ad andarci. Da quando è scoppiata la rivolta non ho più un attimo di libertà.”
“Perché?”
“Dovevo difendere il monarca che i ribelli vogliono morto.” Guardò per un istante il cielo stellato. “Sul mio pianeta sono Capitano di uno dei Tagmas che compongono l’esercito di Hilon.”
“Cos’è un Tagmas?”
“Un gruppo consistente di soldati che stanno agli ordini del proprio superiore, il quale a sua volta deve riferire agli alti ufficiali da cui riceve gli ordini. Capito?”
“Sì, credo di sì.”
“Non saprei spiegarti in che modo sono giunto sin qui e soprattutto perché, fra tutti i pianeti abitati nell’universo, mi trovo proprio su questo qua.”
“Se non lo sai tu…..”
“L’unica certezza è che non posso più far ritorno su Hilon, rischierei la vita se lo facessi.”
“Perché?”
“Non ho eseguito un ordine del mio superiore….. nonché mio padre. Dovevo uccidere uno dei ribelli che ha partecipato al tentativo di rovesciare Re Kipsoron dal trono, ma non ce l’ho fatta.” Abbassò lo sguardo, sembrava vergognarsi. “Lui era un ragazzo come me e nei suoi occhi ho visto il vero coraggio, la vera determinazione di andare avanti e lottare senza paura per raggiungere ciò che si brama più di ogni altra cosa, anche a costo della vita. Io ho sempre e solo obbedito, non ho mai fatto nulla di mia iniziativa e in quei brevissimi istanti mille domande hanno affollato la mia mente e….non sono riuscito a scoccare quella freccia.” Nascose la testa fra le mani trattenendo a stento il pianto.
Melissa poggiò d’istinto una mano sulla sua spalla per infondergli un po’ di coraggio e trasmettergli tutta la sua comprensione e vicinanza. “Devi essere fiero di non averlo ucciso, hai salvato la vita ad un ragazzo.”
Lui invece scosse la testa. “L’ha ucciso mio padre a sangue freddo. Mi ha dato del vigliacco, del codardo, si vergognava ad avere un figlio come me, avrebbe preferito vedermi morto piuttosto che in quel frangente.” Quella mano posata delicatamente sulla spalla gli aveva trasmesso un enorme senso di calore, di comprensione e vicinanza. Poteva sembrare un gesto privo di significato, ma per lui, che mai nella sua vita aveva ricevuto una carezza vera, era una grandissima novità, un qualcosa che iniziava a fargli capire che nella vita c’è posto anche per i sentimenti, non solo per la gloria e l’onore come gli avevano sempre insegnato.
“Caspita!” Era rimasta sorpresa dalla furia del genitore. “Non avrà mica tentato di…”
“Sì, ha alzato la sua arma contro di me e quando oramai mi credevo spacciato, qualcosa mi ha fatto scomparire e ricomparire qui. Sono giunto in un momento stranissimo: sia l’Astro su Hilon che quello sul vostro pianeta erano in eclissi. Sarà stato questo a farmi giungere proprio qui?”
Melissa ricollegò ogni dettaglio e capì che quello strano oggetto filmato col suo smartphone in occasione dell’eclissi di sole, altri non era che Orion in arrivo sulla Terra. Quasi sicuramente lo strano individuo fotografato dal fratello sul crinale della collina era sempre lui: ora le cose iniziavano ad essere più chiare.
Poi la loro attenzione fu catturata dalla luce azzurrognola proveniente dal boschetto limitrofo. “Loro sono qui per cercarmi e riportarmi su Hilon.” Sussurrò Orion. “I cerchi nel grano sono uno dei mezzi di comunicazione e ricerca in uso sul mio e sugli altri pianeti abitati dell’universo. Guarda.” Si sfilò la maglietta scoprendosi la spalla destra. “Riesci a vedere questo tatuaggio?”
Non c’era tantissima luce, però riuscì a scorgerlo e riconoscerlo. “Ma questo è il disegno apparso nel campo di Gino.”
“Esattamente.” Si rivestì.
“Che cosa significa?”
“Non lo so. Da quello che ricordo, ce l’ho sempre avuto.”
La ragazza si fece silenziosa, riportando l’attenzione sul cerchio sottostante.
“Capisci adesso? Loro cercano me e questa ne è la prova.” Fece una breve pausa. “Ricordi la melodia che abbiamo sentito l’altro giorno mentre stavamo nel cerchio?” Attese l’assenso della ragazza. “E’ un codice di ricerca. Non appena l’ho percepito, mi sono allontanato immediatamente perché temevo di essere individuato. Ho sperato fino all’ultimo di essere riuscito a nascondermi, ma vedendo quella navicella laggiù inizio a credere di avere le ore contate.”
Tutto sembrava totalmente assurdo, talmente assurdo che poteva essere vero, dal momento che ogni tessera di quel puzzle coincideva alla perfezione. “Se ti trovano, cosa potrebbe accadere?”
Scosse mestamente la testa. “Non voglio pensarci. Io voglio restare qui, imparare a vivere come uno di voi ed essere uno di voi.” Prese Melissa per mano stringendola leggermente. “Tu mi aiuterai, non è vero?”
Si fissarono negli occhi per lunghi secondi: la ragazza ebbe la conferma della non pericolosità di Orion, anzi, se dapprima gli era apparso quasi burbero e violento, adesso si era come trasformato in un cucciolo indifeso in cerca di protezione. Forse questa sua ingenuità e desiderio di normalità lo avevano spinto ad accettare di uscire con Aurora e continuare a starle accanto, nonostante molto spesso lui manifestasse disappunto su certe sue battute. Lui aveva davvero bisogno di aiuto e sicuramente quello sfogo gli aveva permesso di liberarsi da un pesante fardello, aver parlato con qualcuno gli aveva alleggerito l’anima e al contempo gli aveva permesso di trovare una persona su cui fare affidamento, una persona vera e sincera, seppur a momenti un po’ sbadata.

 






 

Ciao a tutti e buon 2018!
Felicissima di ritrovarvi ancora qua, sebbene sia passato molto tempo dall’ultimo aggiornamento. Purtroppo il tempo stringe e, come molti di voi avranno intuito, ne ho sempre di meno. Inizio quasi a temere di non riuscire a terminare questa storia, nonostante la mia testa brulichi di idee. Terrò le dita incrociate!
Passando poi alla storia, ecco che Orion racconta tutto a Melissa, mentre Manuel e Teresa sono i protagonisti di un piccolo incontro ravvicinato. Ci sono ancora molte cose da scoprire, ma oramai è certo che Orion non è pericoloso e che ha solo voglia di lasciarsi Hilon alle spalle.
Ma su Hilon saranno d’accordo?

Vi do appuntamento al prossimo aggiornamento e vi ringrazio tutti per il vostro supporto.

Un abbraccio
La Luna Nera

  
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