Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: ShioriKitsune    12/01/2018    0 recensioni
“C’era qualcosa di speciale nel modo in cui Taehyung vedeva il mondo. Non “bello”, non “speranzoso”, anzi a tratti anche triste. Ma era un modo tutto suo, ed era questo a renderlo speciale”
[Vkook sottinteso]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
C’era qualcosa di speciale nel modo in cui Taehyung vedeva il mondo. Non “bello”, non “speranzoso”, anzi a tratti anche triste. Ma era un modo tutto suo, ed era questo a renderlo speciale. Lui partiva dal presupposto che chiunque, nella sua vita, prima o poi lo avrebbe lasciato indietro. E quando io, confuso, gli domandavo “Allora perché dai così tanto?”, lui mi sorrideva. Mi sorrideva con gli occhi, non solo con le labbra, e inclinava leggermente la testa di lato, come a voler nascondere i suoi pensieri al mio sguardo curioso. “Non posso fare altrimenti”, diceva. “Perché nonostante tutto, io amo”. 
Non ho mai capito chi o cosa amasse di preciso, se non la vita stessa. Lui non me l’ha mai detto. 
Gli piaceva passare il tempo in mia compagnia, ma in silenzio. Ora che ci penso, in effetti, era raro sentirlo fare un discorso che riguardasse le proprie emozioni. Si preoccupava delle mie, di quelle dei suoi genitori e dei suoi fratelli. Dei nostri amici a volte, ma mai di se stesso. E se a qualcuno capitava di chiedergli come stesse, la risposta era sempre “bene, grazie”. 
Non era vero, io lo sapevo, ma non feci mai nulla. L’ho sempre lasciato stare lì, con la testa sulla mia spalla, mentre guardavamo un film sul divano e parlava del nulla. In 
silenzio. 
Il silenzio era una costante a cui non avevo mai dato il giusto peso, con Taehyung, perché con lui era così. Il momento prima rideva, rideva così forte da trascinare tutti nel vortice della sua allegria, asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi con le dita sottili. Il momento dopo, silenzio. Un rumoroso e opprimente silenzio che nessuno dei due riusciva a spezzare. Ma a lui sembrava andar bene così, e lasciai che andasse bene anche a me.
Taehyung era forse la persona più altruista che io abbia mai conosciuto. Amava fare volontariato, amava portare il cibo ai randagi del suo quartiere, amava ascoltare le persone. Lui ascoltava, per davvero, e motivava, e forniva innumerevoli ragioni per avere fiducia nel mondo. Gesticolava tanto e faceva tante smorfie, e quel suo modo di esprimersi goffo e confuso non faceva che renderlo ancor più etereo di quanto non facessero già i suoi lineamenti dolci, con i capelli abbastanza lunghi da finirgli sugli occhi e donargli quell’aria infantile, sognante quasi, che lasciava le persone a bocca aperta.
“Ti preoccupi sempre di cosa vogliono gli altri”, gli dissi una volta, mentre stesi sul prato guardavamo le stelle. Le luci della città erano troppe e troppo forti per permetterci di scorgere qualche astro, ma Taehyung diceva che erano comunque lì e, per questo, andavano osservati.
“Cos’è che vuoi tu?”
Non rispose subito, né diede l’impressione di avermi udito. Continuò a fissare il cielo per un lasso di tempo indefinito, un flebile sorriso a piegargli gli angoli della bocca. Poi, quando voltandomi gli feci capire che avevo abbandonato la speranza di una sua risposta, mosse il capo nella mia direzione. 
“Ciò che voglio io è qualcosa che non posso avere”, ammise. Un velo di tristezza calò sulle iridi scure, ma durò solo un attimo. Non l’avevo mai visto così vulnerabile. “Ed è per questo che mi piace donare agli altri. Posso compensare, in un certo qual modo, quel vuoto che ho dentro”. 
Quella frase mise fine alla conversazione. Rimasi a fissare il blu intenso del cielo notturno, gli occhi sbarrati e la consapevolezza di non aver avuto una vera risposta. La consapevolezza che, nonostante tutto, non si sarebbe mai fidato di me al punto di farmi entrare nella sua testa. E se da un lato quella realizzazione mi ferì, dall’altro mi fece rendere conto di quanto fossi impotente. 
E, ancora una volta, il silenzio calò su di noi. 
 
Col senno di poi è facile dire che avrei dovuto fare qualcosa. Col senno di poi, mi rendo conto di essere stato uno stupido a non capire di cosa Taehyung avesse bisogno. Lui aveva bisogno di ciò di cui hanno bisogno tutti: sentirsi amato. Ma preso com’era dal suo continuo dare, si era scordato di pretendere qualcosa in cambio. Si era scordato che da un pozzo ormai prosciugato non si può tirar fuori altra acqua, se qualcuno non lo riempie. 
Col senno di poi ho la presunzione, forse, di dire che avrei potuto dargli ciò di cui aveva bisogno. Se solo non fossi stato così cieco, se solo non fossi stato così egoista, se solo non fossi stato così in silenzio. Perché era facile amare Taehyung, facile come battere le palpebre o schioccare le dita. E, nonostante questo, non avevo avuto il coraggio di farlo. 
“Sono sicuro che un giorno sarai felice, Guk”, diceva contento, quando tentava di distogliermi dai miei rantoli su quanto odiassi la mia vita. “Anche se adesso credi che il mondo sia solo un enorme ammasso di cattiveria, sono convinto che un giorno ripenserai a tutte le mie parole e dirai che avevo ragione”.
 
Quel giorno non è mai arrivato, Taehyung. Ma in quel momento ci ho davvero creduto, perché ci credevi tu ed io credevo in te. Forse, avresti dovuto credere in te stesso anche tu. 
 
Un pomeriggio come tanti altri, Taehyung scomparse. Nessun messaggio, nessuna nota, niente di niente. Sembrava svanito nel nulla, come se non fosse mai esistito. 
Nessuno ha mai saputo dove sia finito, né cosa possa essergli successo. Se quel silenzio che cercava di combattere abbia finito col divorarlo o se, da qualche parte nel mondo, qualcuno sia riuscito a spezzarlo. 
Quel qualcuno, in ogni caso, non sono io. 
E questo sarà per sempre il mio più grande rimpianto. 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: ShioriKitsune