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Autore: lagertha95    12/01/2018    11 recensioni
Kylo Ren, alias Ben Solo: retaggio familiare pesante, solo, giovane, rabbioso, deluso, poco paziente, diviso, nerovestito, Lato Oscuro della Forza con sprazzi improvvisi di Luce.
Rey di Kakku, alias la mercante di rottami: retaggio familiare inesistente, sola, dinamica, entusiasta, alla ricerca di una figura a cui far riferimento, giovane, vestita di colori chiari, Lato Chiaro della Forza con sprazzi di Oscurità.
Kylo Ren e Rey di Jakku sono due facce della stessa medaglia, attratti inevitabilmente l'uno dall'altra, complementari: impareranno a vedere o si limiteranno a guardare?
Assolutamente Reylo, da raccolta di OS si è trasformata in una long che, pian piano, sto portando avanti.
"Nella guerra degli sguardi, vince chi riesce ad andare oltre ciò che vede." cristinik, twitter.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Salve a tutti/e!
Sono Lagherta e sono nuova in questo fandom. Nuova come scrittrice, perchè il mio amore per Star Wars ha radici profonde, nate una quindicina (anno più anno meno) di anni fa. 
Sono stata una purista della trilogia originale per molto tempo, anche se non ho mai disprezzato la trilogia prequel, ma una volta finite mi hanno lasciato un vuoto così grande nel cuore che ho tentennato molto prima di riaccostarmi alla saga, con Rogue One e la trilogia sequel, perchè avevo una dannata paura di rimanere scottata o delusa. Poi ho seguito il mio cuore, che scalpitava indomabile, e sono ritornata alle origini.
Shippo la Reylo, come ho shippato Padme e Anakin a suo tempo: Kylo, oltre al fatto che per me è davvero bello e affascinante, è un personaggio che sento molto vicino. Ha un caos di emozioni dentro che lo rendono più umano di chiunque altro e che spingono me a tirare fuori il mio lato da crocerossina. Rey è il suo opposto e al tempo stesso è simile a lui e sono convinta che sia l'unica a tirar fuori il Ben che è dentro di lui.
Non ho mai sopportato il fatto che i Jedi dovessero rinunciare a qualcosa di bello come l'Amore o la passione. Non amo il Lato Oscuro della Forza, ma neanche il Lato Chiaro perchè entrambi limitano l'individuo e la personalità, senza portare equilibrio.
Spero quindi che Kylo/Ben e Rey possano portare l'equilibrio che serve alla galassia. 
E perchè no, spero anche in tanti piccoli pargoli dai capelli neri e il naso all'insù che si divertano a far impazzire C3PO sostenuti da R2D2, BB8 e Chewbecca! *-*

Comunque, spero davvero che questa raccolta di deliri vi piaccia! 
Fatemi sapere che ne pensate! 
A presto, 

Baci, Lagherta :*


 

Osservare immobile

 

"La vie commence là où commence le regard"
"La vita comincia la dove comincia lo sguardo"
Amélie Nothomb

 

Era successo tutto molto velocemente.

Gli avevano detto di una ragazza. Un'insulsa ragazzina che gli aveva portato via di sotto il naso un droide e uno stormtrooper ribelle distruggendogli un paio di navicelle, apparentemente senza fare neanche troppi sforzi.
Si era infuriato, tantissimo, ma aveva anche sentito un briciolo di ammirazione per quella ragazza che lo aveva fregato in quel modo.

Poi era arrivata la chiamata: il droide, lo stormtrooper e la ragazza erano stati visti da Maz Kanata e lui non aveva perso tempo. Aveva organizzato l'attacco, era salito sulla sua astronave e si era diretto da lei. Aveva ignorato sua madre e suo padre, aveva lasciato che gli stormtrooper si occupassero del ribelle e del droide.
Non gli importava nulla se non lei.

Così l'aveva seguita nel bosco, silenzioso come solo lui sapeva essere. L'aveva osservata mentre si muoveva cauta e spaventata tra gli alberi, le rocce e la neve, guardandosi ogni tanto alle spalle, e aveva guardato la sua faccia impaurita quando le era apparso di fronte, ammantato nelle sue vesti nere e con la spada laser rossa e crepitante sguainata.
Lei si era battuta, o almeno aveva cercato di farlo, spaventata ma coraggiosa.
E lui non le aveva fatto niente se non bloccarla con la Forza. Chissà perché poi. Avrebbe potuto tranquillamente torturarla, per divertimento anche, prima di prendere con la forza le informazioni dalla mente di lei per poi ucciderla, senza rimorsi, come aveva sempre fatto. Nessuno gli avrebbe detto niente.
Eppure lei rappresentava un'eccezione che neanche lui si sapeva spiegare.

L'aveva fatta svenire e poi l'aveva raccolta, trasportandola, sempre stretta a sé, dal bosco dove si era rifugiata alla sua navicella.
Era salito con lei ed era decollato, seguito dagli stormtrooper sopravvissuti all'attacco della Resistenza. Non aveva degnato nessuno né di una parola né di uno sguardo.
Non l'aveva mai lasciata andare, tenendola sempre tra le braccia, svenuta, mentre il respiro lieve di lei, caratteristico di chi dorme, gli sfiorava il collo. Sentiva il suo odore, leggero, sudato, ma non sgradevole. Diverso da qualunque odore avesse mai sentito: diverso dall'odore di Leia, fiorito e dolce; diverso da quello di Han, di grasso di motore e aria fresca; diverso da quello di Luke, vecchio ma pulito.
Era un odore nuovo, che sapeva di donna, di buono, di libertà e innocenza e al tempo stesso di Forza grezza.

E adesso erano lì, nella cella della Starkiller, lei legata e svenuta e lui che le stava seduto davanti, i gomiti poggiati sulle cosce, le mani intrecciate in mezzo alle gambe, in attesa del suo risveglio.
Continuava ad osservarla. Con gli occhi neri come il carbone, schermati dalla maschera, ne percorreva i tratti del volto: il taglio obliquo degli occhi, il naso piccolo, affilato e all'insù, le lentiggini che adornavano leggere e delicate il naso e le guance, gli zigomi alti, le labbra carnose e schiuse, luccicanti di saliva e sudore.
Era…carina, sì. Molto carina. Non che avesse grandi metri di paragone, dal momento che sulla Starkiller non c'erano molte donne e che le poche non avevano mai destato il suo interesse. Ma lei - il vederla così inerme, dopo l'averla vista decisa e battagliera quando aveva cercato prima di di sfuggirgli, poi di resistergli - gli suscitava emozioni nuove, calde, luminose.
Non poteva – lo sapeva benissimo – ma non riusciva a non esserne affascinato e quindi continuava a guardarla, abbeverandosi alla sua luce, lasciandosi riscaldare da essa, relegando in un angolo nascosto l'oscurità permeante la sua anima, solo per un momento, soltanto uno.

Poi lei aggrottò le sopracciglia, come a dire di essere prossima al risveglio e lui eresse nuovamente le proprie difese. Non ne aveva bisogno, non per lei almeno, che aprendo gli occhi avrebbe visto una forma umanoide ammantata di nero, con una maschera vagamente somigliante a quella di Darth Vader, seduto di fronte a lei, in silenzio.
No, non ne aveva bisogno per lei, ma ne aveva bisogno per se stesso, per sentirsi forte, al sicuro, certo delle scelte compiute molto tempo prima.


* * *
 

La osservò aprire le palpebre lentamente, sbattendole ripetutamente, per abituare di nuovo gli occhi alla luce, nonostante questa non fosse troppo forte.
Aveva gli occhi nocciola, screziati di verde e giallo, luminosi e caldi, così diversi dai suoi, neri e freddi come l'ossidiana.
Lo sguardo di lei vagò per pochi istanti, nel tentativo di capire dove fosse, per poi posarsi su di lui, che ringraziò di avere la maschera a coprirlo: incontrare il suo sguardo gli aveva provocato un brivido che non era riuscito a reprimere.

«Dove sono?» chiese lei, la voce sottile ma decisa.

«Sei mia ospite» rispose lui, la voce modificata dalla maschera.

«Dove sono gli altri?» chiese ancora lei, ignorando il suo tentativo di essere gentile.

«Intendi gli assassini, traditori e ladri che chiami amici? Ti solleverà sapere che non ne ho idea. Vuoi ancora uccidermi...»

«Capita, quando ti dà la caccia una creatura con la maschera»

Per un istante, calò il silenzio. Nessuno parlava, nessuno si muoveva: solo i respiri veloci di lei risuonavano nella cella.
Poi lui portò le mani guantate dietro il collo, spinse un pulsante e si tolse la maschera.

Lei trattenne il fiato e aggrottò la fronte: si aspettava un mostro.
Lui se ne accorse e dentro di sé sogghignò, soddisfatto.
Posò malamente la maschera e le si avvicinò, godendo del suo distogliere lo sguardo, nel tentativo di sfuggirgli.
Vedeva il suo smarrimento, il volto della ragazza era come un libro aperto, non riusciva a nascondere niente, men che meno il suo sentirsi disorientata dal ragazzo alto e sottile che ora le si stava avvicinando.

Parlami del droide”

Gli avrebbe risposto. Lo vedeva da come i tratti del suo viso si erano ammorbiditi, da come gli occhi si erano schiariti, dall'espressione di sorpresa e sollievo che aveva assunto. Non era più così restia ad avere un contatto.

È un'unità BB con drive al selenio e iperscambi a indicator termico” rispose subito lei la voce ferma e priva di esitazioni.

Ha una sezione di una carta di navigazione” disse, distogliendo lo sguardo fino a quel momento fisso su di lei. “E noi abbiamo il resto, recuperato dagli archivi dell'Impero, ma ci serve l'ultimo pezzo e non so come, hai convinto il droide a mostrartelo.”

Tornò a fissarla, mentre lei cercava un altro punto, un qualsiasi altro punto dove puntare lo sguardo. Gli piaceva come lo rifuggiva, lo faceva sentire potente, ma voleva anche osservarla, scoprire quale fosse il vero colore dei suoi occhi, ammirare la punta del naso all'insù...No. Non poteva e non doveva. Era una prigioniera, la sua prigioniera.

Tu. Una mercante di rottami. Sai che posso avere quello che voglio...” Si avvicinò a lei, abbassandosi fino a porre le labbra al livello delle orecchie. La guardava, osservandone il profilo netto, così diverso dal suo.
Sei così sola. Hai paura di partire.” Nella sua mente il buio, poi un forte senso di solitudine e abbandono, ma anche di speranza. Speranza che un giorno sarebbero tornati, che tutto sarebbe tornato al proprio posto. E fino a quel momento la certezza di dover restare, di non dover andar via.
Di notte non riesci a dormire. Immagini un oceano, lo vedo. E vedo l'isola.” Continuava a sussurrarle all'orecchio, come si fa con un'amante. Leggeva il caos chiaro che dominava la mente di lei, dandogli accesso solo a sprazzi di pensieri, sensazioni troppo forti per essere dominate, che prendevano il sopravvento. Era forte, la ragazzina. Non addestrata, lo percepiva, ma forte. Una pietra grezza che però esprime già tutto il suo potenziale. Poi un volto, così dolorosamente familiare, accompagnato da una sensazione di calore e sicurezza.
E Han Solo. Lo vedi come il padre che non hai mai avuto. Ti avrebbe molto delusa.” L'amarezza, il dolore, l'abbandono, la rabbia presero il sopravvento nell'animo di Kylo Ren. Indurì i lineamenti e il tono di voce, indossò una maschera, quella che usava per proteggersi dal dolore che quell'uomo gli aveva causato. Perchè tutti amavano Han Solo? Era soltanto una canaglia, inadatto a fare il padre, che amava più quel coso peloso e quella ferraglia del Falcon del proprio figlio, che non aveva esitato a spedire su un pianeta lontano e sperduto.

Sta. Fuori. Dalla mia testa.” La voce di lei lo distolse dai propri pensieri. Lo aveva detto a denti stretti, sputando fuori le parole con rabbia e fatica, resistendo con sforzo alla sua intromissione e cercando con tutta la propria forza di cacciarlo.

Lo so che hai visto la mappa. È lì dentro.” Tornò a guardarla e ammorbidì di nuovo viso e tono di voce. Aveva capito che lei era combattuta. Era suo nemico, l'aveva rapita e la teneva prigioniera. Eppure non le aveva fatto del male, nemmeno su Takodan, ma l'aveva raccolta, portata in braccio sulla navicella. E ora che ci faceva caso gli stalli a polsi e caviglie non erano neanche così stretti da ferirla. Era suo nemico, sì, ma era anche un ragazzo e lei percepiva il suo essere combattuto, la sua solitudine, il senso di abbandoni, il dolore, la rabbia...Lo riconosceva.
E ora la darai a me.” Aveva assunto un tono quasi carezzevole, continuando a parlarle all'orecchio, sussurrandole le parole, annusando il suo odore di sabbia e sole e sudore.
Hai paura, sento anche questo.” La vedeva combattere. La vedeva sforzarsi di convincersi del suo essere nemico, di non guardare oltre. Sapeva che lei stava rimpiangendo di avergli fatto togliere la maschera. Era più facile odiare, quando il tuo obiettivo aveva un volto che non conoscevi.

Io non ti darò niente” Sputò fuori, rabbiosa.

Vedremo” Lo disse sfrontato, convinto di quel che asseriva. Poi la resistenza della mente di lei. E il contrattacco. Era forte, non se lo aspettava e le sue barriere mentali vacillarono. Era come un muro che veniva preso a martellate. Lui era sottigliezza e manipolazione, lei era potenza allo stato puro. Lo respingeva e lo incalzava finché lui fu costretto a mollare, lasciando uno spazio in cui lei si infilò immediatamente.

Tu. Tu hai paura. Di non diventare mai forte come Darth Vader!”

Schizzò via da lei, come se una scossa lo avesse folgorato. Fece due passi indietro, guardandola con un misto di sorpresa e rabbia. Lo aveva fregato.


NdA: le frasi in grassetto sono tratte dal film "Star Wars Episodio VII - The force awaken"

   
 
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