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Autore: Classicboy    12/01/2018    1 recensioni
[Be more chill]
Una Swap AU, cioè una storia in cui i ruoli dei personaggi sono invertiti.
La mia visione di come sarebbero le cose durante la canzone The SQUIP song, in cui a confrontarsi, invece che Rich e Jeremy, sono Jeremy e Jake, con un lieve twist.
Terzo capitolo di una serie.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Be more swap'
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Autore: Classicboy

Titolo storia: The Squip song - swap versione

Rating: Verde

Genere: Commedia, Generale

Personaggi: Swapped!Jake Dillinger, Swapped!Jeremy Heere (swap version)

Note: Swap!AU, OOC

Note autore: Allora, come si capisce da questa storia non ho intenzione di rispettare la sequenza delle canzoni del musical, preferendo piuttosto andare a random, inoltre diciamo che “I love play rehersal” è anche una delle canzoni che meno mi piacciono dell'intero musical. Alcune note sulla storia: il testo e gli eventi sono stati modificati in modo tale da non ricalcare perfettamente il musical originale, perché altrimenti non avrebbe senso come storia. Ho avuto un paio di problemi a tradurre il testo in alcuni punti, e pertanto quando, nella versione originale, Rich esclama “Stalls are for girls!” ho tradotto il termine “stalls”, intraducibile letteralmente in italiano, con “gabinetti”, che si differenziano dagli orinatoi maschili. In alcuni punti ho avuto problemi a rendere il testo, ma spero che capirete e che apprezzerete comunque.

Ci sentiamo gente, fatemi sapere se avete apprezzato anche questo capitolo di Be More Swap, bye!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

THE SQUIP SONG - SWAP VERSION

 

Jake camminava a testa bassa per i corridoi cercando con tutte le sue forze di non mettersi a correre per tornare a casa.

Odiava la sua vita. Oh, se la odiava! Non poteva avere una cosa una positiva che subito il destino arrivava e gliela portava via. Era stato così anche per Chloe alla fine...

Maledizione, perché diavolo Michael Mell si era interessato a lei ora?! Tra l'altro Jake era convinto che in realtà il compagno fosse gay e che tutta la storia della sua relazione con Jenna fosse una montatura...

Ma non era il momento di pensare a queste cose.

Il ragazzo sospirò ed entrò in bagno, dove si avvicinò al lavandino e prese a sciacquare via la “HO” dallo zaino mentre mormorava a mezza voce: “Stupida scuola, stupido zaino, stupide prove di teatro, stupido Michael Mell, stupido io, stupido pennarello indelebile e soprattutto stupido Jer...”
“Mi sembrava di averti detto di non lavare via la scritta”

A sentire quella voce Jake sobbalzò prima di voltarsi con il cuore a mille. Dietro di lui, le braccia incrociate di fronte al petto ed un'espressione di sfida sul volto se ne stava Jeremy.

Il castano deglutì sperando che non lo avesse sentito.

Cavolo, ma quando era entrato? Era talmente concentrato su altro che non l'aveva neppure sentito arrivare.

E pensare che di per sé Jeremy non era neanche così spaventoso: come altezza era poco più alto della media, i capelli castani erano tenuti leggermente lunghi con quell'unica ciocca di capelli blu scuro che ricadeva di fronte agli occhi, il fisico era magro, lo si sarebbe potuto definire quasi pelle e ossa, e indossava sempre magliette a maniche corte addosso. Ma era l'espressione che intimoriva: fiera e sicura di sé, nonché decisamente minacciosa. Jake avrebbe pagato per avere la sicurezza dell'altro.

Il più alto si voltò di nuovo verso lo zaino mentre mormorava: “Non posso andarmene in giro con una cosa del genere per il resto dell'anno scolastico, e poi... dove sono i miei compiti?”
“Sto parlando con te, spilungone!” ringhiò Jeremy battendo con forza la mano sul ripiano affianco al ragazzo e facendogli fare l'ennesimo salto.

Da quando era così veloce?

Jake sospirò mentre si rimetteva lo zaino in spalla. La giornata era stata così stressante che le parole uscirono dalla sua bocca senza che avesse modo di controllarle: “Perché mi chiami spilungone? Non è che siamo poi così distanti in altezza...”

Jeremy si limitò a ridacchiare mentre si dirigeva verso uno degli orinatoi dandogli le spalle: “Beh, tu saresti ancora più alto se non te ne andassi in giro spaventato e raccolto in te stesso vediamo... tutto il tempo?”
A vedere che l'altro non lo guardava più subito Jake colse l'occasione e, facendo il più piano possibile, entrò in uno dei bagni, leggermente distante da dove era il bullo.

“Ma sai qual è la cosa più patetica? Il fatto che tu creda di riuscire a scappare da me usando uno dei gabinetti! I gabinetti sono per le ragazze! Sei una ragazza, Jake?!” esclamò Jeremy dando con forza dei colpi su una delle pareti del bagno.

Jake assunse un'aria confusa. Come aveva fatto a vederlo? Faceva paura...

Uscì con un sospirò e si voltò per chiederglielo, tuttavia le parole gli morirono in gola e il volto si fece completamente rosso per l'imbarazzo quando vide che il più basso per tutto il tempo del suo monologo era stato intento a fare... quello che solitamente una persona fa quando va in bagno.

Subito distolse lo sguardo completamente imbarazzato, mentre esclamava incredulo: “Come-come fai a dire tutte queste cose e a comportarti così quando stai... lo sai”
“Fiducia in se stessi” sillabò con un ghigno l'altro voltando la testa a guardarlo.

“Già... ma sarà il caso che guardi cosa stai facendo prima di...”

Il castano non riuscì a finire la frase che il bullo si fermò emettendo un verso strozzato. Si appoggiò al muro mentre dalla sua gola usciva un verso spiritato e le luci del bagno lampeggiavano.

Quando tutto finì Jeremy si voltò a guardarlo. Era pallido e leggermente sudato, non aveva più sul volto la sua espressione sicura, ma una spiritata e assente, come se lo stesse guardando ma non lo vedesse.

Jake sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Okaaaay... le cose stavano diventando decisamente troppo strane per i suoi gusti!

“Va beeeeneeee.... io ora devo proprio andare!” e si affrettò verso la porta.

A sentire quelle parole Jeremy si riscosse, si chiuse in fretta la zip e scattò verso l'altro ragazzo prendendogli il braccio e urlando urlando: “Non! Ti muovere!”
Jake si fermò all'istante e si voltò a guardarlo, leggermente spaventato. Non aveva mai sentito Jeremy usare un tono così urgente, sembrava quasi… terrorizzato.

Jremy si muoveva nervoso sul posto, un'espressione a metà tra l'imbarazzato e lo spaventato sul volto.

Alla fine parlo: “Tu... tu non ti ricordi di me al nostro primo anno, vero?”

Jake aggrottò le sopracciglia confuso: “Tu non venivi a scuola qui durante il primo anno”
“S-sì che venivo! - lo interruppe il più basso, con un'espressione assieme offesa e disperata - S-semplicemente tu non mi hai mai notato!”

Il ragazzo a quel punto abbassò la testa e a Jake sembrò sul punto di scoppiare a piangere mentre mormorava con voce rabbiosa: “Nessuno lo ha mai fatto”

A quel punto alzò la testa e Jake dovette fare forza su sé stesso per non scappare via. Un'espressione di disperazione folle albergava sul volto del ragazzo, come se qualcuno lo stesse obbligando a raccontare una storia imbarazzante e umiliante che lo riguardava e gli avesse detto che doveva farlo col sorriso sul volto.

“Il mio primo anno qui - incominciò Jeremy - Quanti ricordi, sai? Non aveva una ragazza né la più pallida idea di come girasse il mondo. Ero uno sfigato! Uno sfigato... come te, Jake. Ero assolutamente disgustoso, ogni ragazza della scuola te lo poteva confermare, e le mie doti nel rimorchiare... stendiamo un velo pietoso, che è meglio. Dire che ero praticamente dipendente dai porno online sarebbe un eufemismo - a quel punto Jeremy lo prese per le spalle e lo guardò negli occhi con un'espressione scura e disperata - Ero senza speranza, nessuno mi poteva aiutare! Ero inattivo, subivo senza neanche più reagire - la presa si fece ancora più forte - Ero... ero suicida! Ma poi... poi... poi le cose cambiarono, oh eccome se cambiarono. E sai come fu possibile tutto ciò? Perché ottenni... uno SQUIP”
Aveva sussurrato l'ultima parola e l'espressione nei suoi occhi era diventata ansiosa e gli occhi brillavano, ma di una felicità malata. Inoltre a Jake sembrava che fossero di un azzurro diverso rispetto al solito. Un azzurro quasi... elettrico.

Il più alto si fece forza e si scrollò l'altro di dosso mentre mormorava: “Hai ottenuto... uno slip?”
Jeremy lo osservò per un paio di secondi con un'espressione schifata, come se stesse pensando “questo qui è completamente scemo o cosa?” tuttavia si limitò a sospirare e a spiegare come una maestra ad un bambino particolarmente tonto: “Non uno “slip”. Uno SQUIP”

“N-non l'ho mai sentito nominare prima d'ora...”
“Beh, è proprio questo il punto, idiota. È una cosa top secret che non trovi neppure su internet - a quel punto iniziò a sussurrare con aria cospiratoria, e suo malgrado Jake si chinò per sentire - Viene dal Giappone. Ha l'aspetto di una minuscola pillola grigia, come un tic-tac, ma in realtà è un super nano computer quantico. Una volta che lo ingerisci il chip del computer naviga nel tuo sangue fino a raggiungere il cervello, dove si impianta. E una volta arrivato lì... ti dice cosa dire, cosa fare, come comportarti”

Jake si allontanò di scatto con un espressione scettica: “Che?! Ma una cosa del genere non è neanche possibile!”
A quel punto Jeremy lo prese per la maglietta e lo alzò da terra, mentre caricava il pugno ed esclamava: “Sta zitto, spilungone!”

Tuttavia il secondo dopo un'espressione di stupore si fece largo sul suo viso mentre lo lasciava andare e con fare imbarazzato gli metteva a posto la maglia.

“Scusa - mormorò soltanto - Vecchie abitudini. Senti: mi dispiace di averti tratto come spazzatura per tutto questo tempo. Lo stavo facendo solo perché era quello che mi diceva il mio SQUIP. Ora tuttavia mi sta dicendo che in fondo non sei così male. Che forse... - assunse un'aria confusa, come se stesse ascoltando qualcuno dall'altra parte di un ricevitore, prima di assumere un'aria confusa - Vuoi... uno SQUIP anche tu?”

I due si guardarono per un attimo negli occhi.

L'attimo dopo però Jeremy riacquistò la sua aria sicura e il suo ghigno di sempre, mentre si portava le mani dietro la testa ed esclamava: “Certo, ovviamente se non è così posso pur sempre...” e fece per andarsene.
“N-no, aspetta!”
Jake non sapeva da dove venivano fuori quelle parole, tuttavia... tuttavia il racconto di Jeremy lo aveva incuriosito. Era una cosa assolutamente assurda, certo, però dentro di lui una vocina gli diceva che forse era quella la sua opportunità per fare finalmente altro che non fosse solamente sopravvivere. E in fondo... che male c'era a provare?

In fondo se la mettevi così sembrava come se lo SQUIP fosse soltanto...

“Qu-quindi è... è come... come una droga, giusto?”

Jeremy assunse un'espressione divertita, mentre scuoteva la testa e ridacchiava.

“Oh, Jake, Jake, Jake... non è solo una droga...”
Un'espressione di gioia selvaggia si fece largo sul volto del castano mentre lo afferrava per la maglia ed esclamava: “Viene dal Giappone, è un super computer che ti dice come comportarti! Ti aiuta a comportarti come un figo! Ti aiuta... ti aiuta a comandare!”

A quel punto lo lasciò andare, e prima che Jake avesse modo di dire alcunché proseguì, completamente preso: “Immaginati questo: nessuno che ti da fastidio, nessuno che ti maltratta, nessuno che ti dice nulla perché arrivi in ritardo in classe, diavolo: persino i professori pensano che tu sia un figo! Hai la scuola ai tuoi piedi! Certo, non ora. Ora sei completamente senza speranze, quasi insalvabile, ma se dai retta a me, e se paghi quanto dovuto, allora passerai da sfigato a interessante a re della scuola! Tutta la tua vita si rivoluzionerà, passerai da un patetico zero ad un dieci! Ma cosa dico dieci: diventerai un cento! Un mille, addirittura!”

Jake lo ascoltava con aria sognante, mentre si immaginava una vita in cui non era più deriso, in cui aveva qualche amico che non fosse Rich con cui mangiare in mensa, una vita in cui... in cui era il ragazzo di Chloe.

Jeremy sorrise, vittorioso: “Ho un contatto, c'è questo uomo che lavora da Payless Shoes al Menlo Park Mall. Sono 600”
Questa frase bastò a riportare il castano coi piedi per terra mentre guardava in direzione dell'altro ed esclamava incredulo: “Dollari?!”
“Ne vale la pena, fidati - si affrettò a rassicurarlo Jeremy -Lunedì portami i soldi. Vedrai” e detto questo si affrettò verso la porta.

“A-aspetta!” esclamò Jake.

Jeremy si fermò e si voltò a guardarlo con espressione sorpresa.

“N-non vuoi lavarti le mani prima?” domandò il più alto memore di ciò che aveva visto prima.

Jeremy si limitò a sospirare, a metà tra l'esasperato e il divertito, prima di di dargli una pacca sulle spalle ed esclamare: “Oh Jake. Sai di cosa hai davvero bisogno? Di uno SQUIP!” e detto questo lo spinse in maniera bonaria prima di uscire, ignorando i lavandini.

Jake rimase fermo un momento, guardandosi attorno confuso, cercando di realizzare completamente ciò che gli era appena successo.

“Un super nano computer quantico che viene dal Giappone - mormorò - Una pillola che mi dirà ciò che devo dire, cosa devo fare e come comportarmi. Mi aiuterà a sopravvivere, anzi no - un sorriso di trionfo si fece largo sul volto del ragazzo - Mi aiuterà a dominare!”

   
 
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