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Autore: criminatae    13/01/2018    1 recensioni
Tutto per te, amore.
Chiedimi tutto.
Chiedimi di morire, chiedimelo adesso.
Chiedimi di morire, perché voglio mostrarti che per te farei anche questo.
[Yoonmin]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freddo


 

13 Gennaio, Busan

 

È freddo.

Il freddo è ovunque: nelle vene, sulla pelle, tra i capelli, incastrato dietro agli occhi, in mezzo all’aria, impresso in ogni sguardo.

Il freddo è in ogni abbraccio, ogni bacio, ogni carezza, ogni respiro, ogni istante vissuto troppo vicini.

Il freddo è dentro al cuore, tra i denti, nella mente, sulle mani.

Da tempo, ormai, sento solo freddo.

Prima, quando ti avevo accanto, riuscivo a percepire il tuo calore, ad intrappolarlo tra le dita e sfiorarlo come petali di un fiore.

Prima, ogni volta che mi baciavi, accendevi in me una fiamma fittizia, un tepore indissolubile, che si diramava in tutto il mio petto fino a farmi sentire bene.

Prima. Prima che tutto, per un qualche motivo, cambiasse.

Non ce ne siamo neppure accorti. È stato come svegliarsi e trovare il mondo a cui eravamo sempre stati abituati improvvisamente stravolto.

C’è stata quella mattina, in cui ci siamo guardati negli occhi, ed ho sentito solo freddo.

Quel freddo che poi ha continuato ad essere, a vivere, a gelare ogni singola parte di me, di noi.

Quel freddo che non è più svanito, che ancora sento e respiro negli angoli di casa, dietro i tuoi continui sospiri.

E fa male. È come venire colpiti da una raffica di vento ghiacciato, come essere investiti da un miliardo di schegge invisibili che ti tagliano la pelle.

È come sentire tanto, troppo freddo. Costantemente, senza tregua.

Ed io ho bisogno di calore.

Ho bisogno del tuo calore, Yoongi. Ho bisogno del calore che mi sapevano donare solo le tue mani, e il tuo corpo, e i tuoi baci, e la tua bocca, e i tuoi occhi, e le tue guance, e tutto ciò che ho deciso di non negarmi mai, che ti apparteneva ed apparteneva a me allo stesso modo.

Ho bisogno di nuovo di tutto quello, di quei piccoli ed infiniti momenti in cui sentivo di nuovo di essere nel posto giusto, dopo aver vagato un’eternità tra sbagli ed inadeguatezze.

Ed ho paura.

Ho paura di aver perso per sempre quel calore.

Ho paura che non lo rivedrò più, che non ti vivrò più come ti vivevo una volta.

Ho paura che il freddo sia ovunque, sia incontrastabile, sia invadente, sia inevitabile, e sia per sempre.

Ho così tanta paura, Yoongi.

E tremo.

Per il freddo, perché mi manchi, perché non so cosa potrà accadere senza te al mio fianco, perché mi servono le tue braccia e le tue parole a dirmi che mi ami ancora come una volta, come prima.

La colpa non è tua, non è mia, non è di nessuno.

Non ci sono colpe, non ci sono sbagli, non ci sono ragioni.

È successo e basta. Qualcosa si è spento, è cambiato, ha mutato la sua forma fino a diventare irriconoscibile.

Dov’è il nostro amore? Dove sono le nostre promesse, i nostri cuori, i nostri sorrisi, le nostre anime?

Dov’è quel calore che una volta irradiava ogni cosa? Che fine ha fatto?

Non ci sono risposte, solo dubbi e tanto freddo.

Ti chiederei di abbracciarmi, anche in questo momento, ma ormai abbiamo addirittura quasi smesso di parlarci.

Una volta ci raccontavamo tutto, ci dicevamo le cose più belle, parlavamo di ogni stronzata che ci saltava in mente.

Non so se voglio lasciar andare tutto questo, i giorni trascorsi davanti ad un caffè caldo, noi.

Non so se sono pronto a farlo, se sono convinto che questo sia un punto di non ritorno.

Non so se questa sia davvero la fine.

Ed ho freddo, ho paura, mi manchi e ti amo.

Ti amo tanto.

E non riesco neanche a dimostrartelo più.

Però chiedimi ogni cosa. Chiedimela lo stesso. Anche se mi guardi a stento, anche se non riconosci il mio viso, anche se senti freddo e tremi.

Tutto per te, amore.

Chiedimi tutto.

Chiedimi di morire, chiedimelo adesso.

Chiedimi di morire, perché voglio mostrarti che per te farei anche questo.

E chiedimi come sto, se qualcosa non va, se ho paura.

Una volta, mi chiedevi sempre di cosa avevo paura.

Prima ti rispondevo che avevo paura del buio, della solitudine, degli aerei.

Adesso, ti risponderei che ho paura di te.

Ho paura di dove stiamo andando a finire, delle cose che non provo più eppure sento di provare ancora.

Io ti amo, lo so per certo.

Ma sento di amarti un po’ di meno, un po’ troppo poco.

Sento di amarti nel modo sbagliato, in un modo che non meriti.

E sento che, anche tu, mi ami un po’ di meno.

Forse mi sto sbagliando, forse è solamente una sciocca impressione.

Eppure non posso ignorare il vuoto, l’oblio, il freddo che c’è tra di noi.

Siamo diventati due lastre di ghiaccio senza neppure accorgercene, e siamo rimasti fossilizzati nel tempo, con i nostri sentimenti a metà, perdendo ciò che avevamo creduto di trovare in quell’abbraccio troppo stretto che profumava di casa, di cuori.

Ci siamo persi tra i secondi, i minuti e le giornate di un mondo che ruota e non si ferma, e scorre, scorre, scorre veloce, finché non rimani senza fiato. Finché non stramazzi al suolo, inerme, e lasci andare tutto, lo lasci andare via perché non c’è modo di tenerti ancorato a quel singolo momento, a quella frazione di secondo smarrita tra sorrisi e ricordi di una gioia ormai invecchiata.

Pensi di essere vivo, ma non respiri, non parli, non ti muovi, non sbatti le palpebre.

Ti dimentichi di te stesso, di fare quei pochi passi necessari per mantenere in funzione tutti gli organi, di incurvare le labbra ogni tanto per non lasciarle morire insieme al tuo cuore stremato.

Arranchi per sopravvivere, per non mollare, per restare in piedi nonostante non ci siano più le forze e la voglia per farlo, per guardare avanti con la testa alta e i polmoni pieni.

Ce la metti tutta, davvero tutta.

E poi non basta. Non basta mai.

Ci lasciamo cadere, stanchi, distrutti, arresi, sconfitti.

Ci lasciamo alla terra, al destino, ad una corrente che non porta da nessuna parte.

Ci affidiamo al nulla, chiudendo gli occhi per non dover più vedere niente di tutto quello che ci circonda.

Poi sospiriamo, come se ci fossimo appena liberati di un masso invisibile che ci schiacciava il petto, comprimendo i polmoni ed impedendoci di respirare.

È un po’ come annegare e lasciarsi affondare, senza neppure tentare di muovere le braccia e le gambe, di coordinare la respirazione, di nuotare il più possibile, di restare a galla la maggior parte del tempo.

Non c’è nulla da fare.

Non si può continuare un qualcosa già finito, già concluso, già terminato.

Non si può prendere la vita tra due dita e trascinarla avanti, insieme a ciò che ne resta di noi stessi e di chi siamo stati, di chi saremmo voluti essere e di chi non saremo mai potuti diventare.

Basta poco.

Basta davvero tanto, troppo poco per mettere fine a tutto, ad un qualcosa che non credevi potesse giungere ad un epilogo così brusco.

La nostra fine è vicina, in fondo lo sappiamo.

Lo sentiamo, lo viviamo.

Già immaginiamo il nostro futuro senza l’altro accanto, senza speranze grandiose ed aspirazioni sorprendenti.

È come prolungare una lenta e dolorosa agonia.

Dilatare il tempo, ogni singolo minuto prima del distacco definitivo, del punto inesorabile che segnerà per sempre la nostra storia.

Quanti baci andranno perduti, quanto amore sarà sprecato, quante promesse verranno infrante.

Ma non si può salvare nessuno, in questa situazione. Non c’è un’ultima occasione per nessuno.

E ti chiedo scusa, per non essere stato quello che speravi, per non averti lasciato subito ed aver continuato ad amarti nonostante ci fosse ben poco da fare.

Ti chiedo scusa per essermi fatto bastare ciò che a te non è bastato.

Ti chiedo scusa per ogni sorriso, bacio o abbraccio rubato, dato, preso e restituito.

Ti chiedo scusa per averti dato me stesso, in ogni modo possibile in cui una persona può donarsi ad un’altra, senza limiti, senza barriere, senza confini.

Ti chiedo scusa per averti amato e per amarti anche adesso, nonostante tutto, nonostante il tempo, nonostante la fine.

E ti chiedo scusa perché ti amerò ancora.

Anche se un po’ di meno, anche se da lontano, anche se a metà, anche se non nel modo giusto.

Ti amerò per ogni cosa che mi hai dato e non sei stato in grado di lasciarmi, per ogni desiderio calpestato e per ogni battito cardiaco rotto come vetro a terra.

Ti amerò per le bugie, per le cose che mi hai nascosto, per i baci che mi hai negato, per il tempo che abbiamo perso.

Ti amerò per gli stupidi attimi che ricorderò per sempre, per le buone e le cattive cose che ci accomunano, per i difetti che abbiamo saputo smussare come angoli.

Ti amerò per ogni cosa che sei e continuerai ad essere, per tutto ciò che sei stato per me e per ciò che hai significato nella mia vita.

Ti direi anche che non è un addio, ma sembra veramente che questo lo sia.

Continuerò a sentire freddo, senza di te.

Continuerò a cercarti, tra le lenzuola gelide, nell’aria fresca di gennaio, tra le gocce di pioggia amara che mi cadranno sulla lingua quando solleverò la testa verso il cielo.

E continuerò a cercarti anche tra le nuvole, in mezzo ai respiri che esalerò con fatica, negli sguardi dei passanti e tra i profili delle case.

Cercherò il tuo calore quando starò tremando, e quando mi mancherai di più.

Quando ripenserò a noi, alle sere d’autunno davanti al camino, alle passeggiate lungo il marciapiede, mentre mi tenevi la mano.

Quando ricorderò il modo in cui mi baciavi, in cui sorridevi, tutte le sigarette spente a metà, le litigate alle tre del mattino.

E le risate, e le corse, e il sesso, e le dita tra i capelli, e i baci da qualche parte in un punto distratto del collo.

Sei mio, sono tuo.

Siamo così anche quando non lo sarà più.

E ci sarà sempre questo freddo a ricordarmi della tua assenza.

 

Jimin




Uau non ci credo che sono già tornata *gasps*
Chiedo umilmente perdono per questo... convoglio di sentimenti tristi, malinconici e depressi di sabato sera, ma ho ritrovato questa storia nei draft del mio computer e sono stata indecisa fino all'ultimo sulla pubblicazione, perché c'è un gran pezzo di me in queste righe, nonostante sia una fanfiction. Alla fine mi sono detta sticazzi (scusate il francesismo), perché è una delle cose che ho scritto che amo di più, per quanto triste possa essere, quindi here I am.
Spero abbiate apprezzato, anche se non è il massimo della felicità, però la ritengo molto importante.
Come sempre, lascio qui il mio profilo twitter per chi vuole venire a piangere sugli yoonmin insieme a me.
Vi aspetto nelle recensioni, in caso abbiate qualcosa da dirmi (si accettano anche insulti lol).
Alla prossima!

Petra

 
   
 
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