La casa dei pensieri

“Volevo parlarti di una cosa…” confessò Agata, guardandosi le mani giunte in grembo.
“Dai allora, ti ascolto, sai che a me puoi dire tutto” La rassicurò il mezzelfo, sollevandole il viso, per guardarla negli occhi.
“Non lo dirai a Dorlas?” Domandò lei angosciata.
“Ragni, serpenti, scorpioni e zanzare, se faccio la spia che io possa crepare” recitò Vargas, facendosi il segno della X sul petto, per sancire la serietà del giuramento, lo stesso identico giuramento che loro tre si scambiavano da bambini. Lei rise, per tornare subito seria.
“Entro il solstizio d’estate dovrò lasciare l’Academia”. Disse tutto d’un fiato.
“Mio padre ha sperperato tutti i nostri averi, e ora vuole accasarmi con un duca di nonsodove, un vecchio con molti quattrini...”.
Vargas ebbe l’impressione che Agata stesse per mettersi a piangere, invece lei si sfregò la manica del vestito, e continuò.
“Ad ogni modo quello stolto di padre sostiene che la magia, quando sarò sposata, non mi servirà, è convinto che farmi studiare la magia sia una perdita di tempo”. Quando Agata terminò quella difficile confessione, calò il silenzio...