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Autore: Phoenix93    14/01/2018    1 recensioni
La tranquilla e bella Grecia arcaica sembra essere scossa dal profondo. Meteore squarciano i cieli e vortici sfregiano i mari. Un evento di portata epica sta per accadere: La rinascita dei Titani. La terra era ormai in lotta con sé stessa, i mostri dimostravano una ferocia inaudita e gli dei dovettero reagire. Fu così che la vita di un giovane contadino dell’Arcadia venne stravolta completamente.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo V: Rivelazioni
 
La figura si fermò ad un passo dai due giovani cacciatori di mostri mentre ombre sinistre danzavano sul suo scuro mantello provocate dagli incendi che ormai divampavano alti contro il cielo notturno.
- Dovreste essere i due più grandi cacciatori di mostri del tempio, ma guardatevi...- disse in tono piatto guardando i due giovani coperti di polvere e sangue. Alex provò a scattare verso l'uomo misterioso, ma il suo corpo si rifiutava di muoversi intrappolato come in una ragnatela e la sua vista si offuscava sempre di più; le figure incappucciate risero nel vedere il guerriero piegato in due dal veleno, ma quello che sembrava il capo alzò una mano, e tacquero.
- Basta così. - disse pacatamente riportando il silenzio nelle rovine di Tirinto.
- Parliamo un po', vi va? - disse gentilmente.
Lily non si scompose minimamente dall'offerta del misterioso individuo.
- Parlare?! Come davvero non sapessimo che ci volete uccidere! Per cui, perché aspettare? Fatelo ora che siete in superiorità numerica. - Rispose gelidamente alzando il martello e preparandosi alla lotta, ma Alex le fermò debolmente il braccio.
- Questa è una battaglia persa, siamo in inferiorità numerica e per di più affaticati dallo scontro con la chimera. - Fece notare Alex afferrando la sua moneta, era di un rosso sangue con coniato su entrambi i lati un cinghiale affiancato ad una lancia. Il giovane la rigirò un paio di volte, quindi prese faticosamente la sua lama.
-Adoro questa moneta. -il giovane chiuse gli occhi e rallentò il respiro. Una sottile foschia rossastra si disperse dalla moneta, coprendo i misteriosi assalitori.
- Questo sarà un ottimo diversivo - disse debolmente mentre perdeva conoscenza. Intanto l'uomo che sembrava essere il capo intimò ai suoi ragazzi di non respirare, ma l'ordine giunse troppo tardi: i suoi sottoposti si erano gettati in duelli all'ultimo sangue insultandosi ferocemente gli uni contro gli altri creando un gigantesco campo di battaglia.
Lilyth approfittò della situazione ed abbatté con forza il martello, che ancora stringeva in mano, al suolo e in quell’istante un fulmine si schiantò al suolo, trasportando nella sua luce accecante i due lontano da Tirinto.
- Forse avrei dovuto pensare anche ad una meta prima di usare il movimento tonante. - pensò tra sé e sé mentre il tuono lasciava cadere la ragazza e il suo compagno di squadra nel mezzo del nulla.
Nel frattempo il gruppo di uomini incappucciati aveva recuperato il senno visto che la volontà di Alex era venuta meno. Il capo, vedendo che i suoi ostaggi erano scappati lanciò un lungo grido di frustrazione per poi chiamare un suo sottoposto.
-TU, torna alla tua posizione e avvertimi se hai novità, e questa volta non voglio fallimenti. - ordinò iracondo. L'alta figura si inchinò e scomparve mentre pian piano anche gli altri facevano altrettanto, dopodiché stese il braccio e la chimera tornò a muoversi come se il tempo avesse ricominciato a scorrere in quel preciso frangente, successivamente anche lui lasciò la scena.
 
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-Ecco qui la beee...! - esclamò Amir guardando quella che una volta era Tirinto, - ehm... diciamo che una volta era la bella Tirinto. - si corresse sorridendo.
Damos allungò lo sguardo, ma ovunque si voltasse vedeva solo pire e distruzione.
- Proseguiamo a piedi, ho una brutta sensazione. - il giovane scese dal segugio ed Amir lo imitò.
Entrambi si avviarono lungo l'agorà che era ridotta ad un cumulo di macerie, invasa dai morti e dai corvi; senza curarsene i due proseguirono verso la periferia del paese fino a fuori le porte, dove tre giorni prima i due cacciatori avevano fronteggiato la chimera. Qui le cicatrici erano ancora più evidenti.
- Fermo- Intimò Amir, che era chino sui resti di un serpente ormai quasi ridotto a uno scheletro dai rapaci che volteggiavano sulla città. Il ragazzo si fermò come gli era stato ordinato, infatti il giovane stava per finire in una pozza di veleno, forse i rimasugli del serpente.
-Via di lì! - urlò ad Amir che, ancora intento ad esaminare il serpente, non si era accorto della chimera che gli era balzata alle spalle. Damos convogliò le sue energie nella moneta e radunò tutti i rovi che riuscì a percepire nella zona creando una gabbia attorno alla chimera.
- Ti faccio vedere come si mette a nanna il micione. - sorrise Amir che si chinò e posò il palmo della mano a terra.
Si stava concentrando al massimo ed il suo anello sprigionò lampi di un'intensa luce nera e la terra prese a ribollire, una decina di braccia scheletriche armate di vecchie spade fuoriuscirono dalla terra, mentre la chimera vomitava vampe ardenti contro la gabbia di rovi che resisteva ancora per puro miracolo.
- Ehm... Amir, un aiutino? Non so per quanto potrò mantenere quella gabbia! – Amir tuttavia era talmente concentrato da non rispondere al suo adepto; si limitò solo ad ordinare ai suoi soldati non-morti di attaccare il mostro e questi, passivamente, obbedirono entrando nella gabbia incuranti delle spine quanto una lancia e degli attacchi del mostro imprigionato che, in un paio di minuti, fu sopraffatto dall'esercito di scheletri sciogliendosi in una pozza scura e tumultuosa.
Amir riaprì di nuovo gli occhi e disse allegramente -Fatto, il micio dorme, ma non c'è traccia di Al e di Lily, né qui, né lì. - aggiunse.
-Quando dici lì, intendi lì Ade? - chiese leggermente intimorito dal potere del maestro, ma questi non rispose e si limitò ad andarsene invitando l'amico a fare altrettanto. Insieme tornarono nella Duat.
Al loro ritorno al tempio furono accolti da Rashja ed altri due ragazzi che Damos non aveva mai visto.
- Notizie di loro? - chiese Rashja appena li vide tornare.
- No, la chimera è sconfitta, ma di loro nessuna traccia. - Rispose Amir sconfortato.
- Beh, possiamo stare tranquilli, loro non s... - tentò di aggiungere Damos, ma Amir lo fulminò con lo sguardo ed il giovane contadino capì che era meglio tacere o mentire, quindi continuò. -…sono morti contro la chimera. In tal caso avremmo trovato il cadavere, per cui stiamo tranquilli. Prima o poi avremo notizie. - cercò di infondere un po' di buon umore in quelle parole, ma nemmeno lui ne era più molto sicuro.
Dopo aver detto qualche parola di conforto ad Amir, Rashja se ne andò lasciando soli Amir e Damos con i due ragazzi davanti.
- Be’, se non altro non sono morti. Tu lo sapresti, giusto? - ruppe il ghiaccio il ragazzo più giovane, ma Amir lo zittì con lo sguardo.
- E andiamo! I più forti cacciatori del tempio uccisi da un micetto? O mi stai nascondendo qualcosa? - riprese con il suo fare sarcastico.
- Senti Nathan, qui non si tratta della chimera. Sta succedendo qualcosa di molto peggio di semplici attacchi di mostri. - Lo rimproverò. Nathan lo fissò per un momento, quindi cambiò espressione.
- Certo, se nascondi delle informazioni fondamentali ai tuoi alleati come possiamo fidarci di te... sai una cosa? Per me loro sono vivi, ma non vuoi che si sappia in giro. - Rispose sorridente.
Il giovane rimase spiazzato, ma non ebbe il tempo di controbattere perché Nathan aveva già cominciato un nuovo discorso.
- Ma piuttosto, cos'è questa storia che sei diventato un maestro? Non si parla d'altro! - Rise Nathan. Al che Amir, rassegnato, presentò il suo allievo.
- Damos, ultimo acquisto del tempio. - disse con scarso entusiasmo.
Nathan scoppiò in una risata allegra. - Ultimo acquisto? Lui è Raul, il vero ultimo acquisto del tempio! - esclamò mettendosi da parte per far sì che il suo allievo fosse in primo piano.
Amir soppesò con lo sguardo il nuovo arrivato.
- Molto interessante, ma scusa se non faccio i salti di gioia. - disse rivolto a Nathan, il quale continuava a sorridere fiero del suo allievo.
- Andiamo vecchio mio! E fallo un sorriso...- Replicò sorridente Nathan, che fu subito frenato da uno sguardo gelido dell'amico.
- E va bene. Facciamo così: tu accetti il mio piccolo gioco ed io ti darò questa.- propose tirando fuori dalle pieghe della tunica un rotolo di pergamena con un sigillo.
- Ma quello è il sigillo di...- riuscì a dire a malapena, esitante e senza parole.
- Dove l'hai presa?! - sbottò, e il suo anello cominciò a dare lievi, ma costanti, bagliori violetti.
- Su quella pergamena c'è il sigillo di Lily, come mai ce l'hai tu?! - continuò sempre più in preda all'ira, tanto che Nathan assunse una posizione difensiva, mentre il suo gioiello irradiava una calda luce dorata.
- Perché ce l'ho io? Be’, scegli. O la prendevo io o la prendeva Rashja. - rispose il ragazzo che aveva perso ogni traccia del sorriso che lo contraddistingueva, poi abbandonò la sua posizione.
- Andiamo Amir! Pensi di essere l'unico ad aver visto qualcosa di strano in Rashja? - disse più serio che mai, quindi abbandonò in un istante quella serietà per tornare al suo temperamento normale.
-Allora, accetti la mia offerta? Faremo combattere i nostri allievi e quello che vince prende tutto! - propose sorridendo. Amir sospirò e ad annuì mestamente.
- D'altro canto, quante possibilità ho di farti stare a cuccia? - aggiunse.
- Nessuna, forse di farti dare la zamp... ehi, io non sono uno dei tuoi cagnolini che puoi comandare a bacchetta! - Rise Nathan.
- Già, purtroppo. - aggiunse sotto voce il maestro di Damos.
- Cosa? – chiese subito l'altro.
- Niente. –
Si diressero insieme all'arena del tempio. Durante il tragitto Damos provò a fare conoscenza col suo avversario.
- Ehi, io sono Damos! Sono capitato qui per pura… ehm... sfortuna? - disse al ragazzo che camminava accanto a lui.
- Io sono Raul. Io sono stato fortunato, hai presente il leone Nemeo? - Chiese, Damos annuì.
-Sì, be’, ha attaccato il mio villaggio e ha ottenuto il mio sigillo, poi Nathan mi ha salvato. - Al che Nathan si voltò e aggiunse - Della serie, "Quanto sono potente". -, cosa che provocò una risata dal gruppetto.
- Comunque sia, tu sei qui da più tempo di me. Com'è questo posto? - Chiese Raul un po' a disagio.
- Be’, è un posto fantastico! Fino a quando le chimere non cercano di farti a brandelli…-
Quando arrivarono all'arena la trovarono completamente spoglia, tranne che per una ragazza che si stava divertendo a sminuzzare diversi manichini di legno con un khopesh1.
Quando la compagnia entrò, la ragazza non fece neanche caso ai quattro e continuò tranquillamente il suo allenamento, fino a quando Nathan non le chiese di liberare l'arena per lo scontro.
- Ma come?! Quel manichino ha ancora un braccio! - si lamentò.
- Mi auguro almeno che sia uno scontro avvincente. - la sua spada scomparve in una cascata di sabbia d'oro e seguì i due maestri sugli spalti dell'arena.
I due allievi, invece, prendevano posizione uno di fronte all'altro. Damos pensò a come l'ultima volta che era stato su quell'arena avesse rischiato la vita contro Amir ed ora doveva affrontare un nuovo arrivato.
- Beh, se non altro ho un po' più di esperienza di lui. - pensò tra sé.
Dopo qualche istante speso dai due a studiarsi, passarono all'azione. Raul si concentrò per pochi secondi ed una sottile colonna d'acqua si compattò in un tridente azzurro marino, mentre Damos senza perdere tempo si circondò da viticci di edera che gli vorticavano attorno; Raul poi partì all'assalto con un normale colpo di forca cercando di conficcare i denti del tridente nel fianco dell'avversario, ma fu facilmente deviata da uno dei tralci di Damos che colpì l'avversario con due rami della pianta, facendo indietreggiare il suo nemico che sorrise soddisfatto, quindi puntò il tridente contro Damos e subito dal terreno un'onda prese forma e volume; questa si spostò rapida contro il ragazzo che, concentrandosi ulteriormente, aumentò il numero di viticci e si avvolse in essi come un riccio per proteggersi dall'onda che ora aveva le dimensioni di una piccola casa. Quando l'onda fu passata il giovane contadino riaprì la sua protezione. Era bagnato fradicio, certo, ma almeno non era stato travolto.
- Fammi indovinare, hai l'amuleto di Poseidone2? - urlò al ragazzo.
- Esatto! Su, che ti prende? Non dirmi che hai già usato tutti i tuoi assi nella manica! – esclamò sogghignando Raul.
- I miei assi nella manica, ma per favore - pensò Damos che sotterrò due rami del suo esercito arboreo e attaccò simultaneamente da entrambi i lati con gli altri. Il suo tentativo, però, fu vano. Infatti l'altro riuscì a deviare l'attacco da destra con il tridente e quello di sinistra lo scansò, creando una piccola corrente marina che deviò il colpo. Raul sorrise appoggiando il tridente a terra.
- È ora di finire questa sfida, non sei d'accordo? - disse sicuro di sé al suo avversario.
- Mai parole furono più sagge! - rispose un po' affaticato il suo rivale che non era riuscito ancora a riprendere l'attacco quando si ritrovò inghiottito in un globo d'acqua che rimaneva collegato al tridente di Raul grazie a un sottilissimo filo azzurro; il liquido lo investì senza preavviso e il giovane dovette fare del suo meglio per trattenere il fiato, ma immerso completamente nella sua prigione i suoi polmoni si riempirono ben presto d'acqua, la sua vista si annebbiava ogni secondo di più mentre la sensazione di soffocamento aumentava.
- Ehi, questa mossa non può essere valida! - urlò sdegnato Amir dagli spalti.
-Ehi amico, tutto è lecito in guerra e in amore! - si limitò a rispondere Nathan con una scrollata di spalle.
- Andiamo, siediti! Tutto andrà a finire per il meglio e poi le cose sembrano farsi interessanti. - aggiunse emozionata la ragazza.
- Elly, così non mi aiuti. - si lamentò Amir.
- Non ti serve aiuto. E poi il tuo allievo sembra avere ancora qualcosa da dire. - disse piattamente, mentre il ragazzo dell’Arcadia si concentrò al massimo facendo appello alla sua forza di volontà.
- Forza Damos, non vorrai far compagnia ai pesci, vero? - si disse, poi riprese il controllo dei due tentacoli di edera che aveva nascosto sotto terra; i due rami sbucarono all’improvviso e si avvilupparono attorno al tridente, strappandolo dalla presa del ragazzo ed interrompendo il suo legame con la gabbia. Damos crollò a terra in ginocchio e affamato d'aria; i due rampicanti conficcarono l'arma di Raul a un paio di passi dietro la schiena del suo rivale.
- Arrenditi, ti prego. Non costringermi a farti male, anche se ne avrei una gran voglia. - disse ansimante il ragazzo. Raul rise e stese la mano verso il tridente.
- Ma allora sai combattere seriamente! - lo schernì. Mentre parlava il tridente si mosse nella direzione del suo padrone.
-Eh no, tu rimani fermo qui. - Damos schioccò le dita ed il tridente mise radici ricoprendosi di tenera corteccia che andava a inspessirsi sempre più mentre dalle punte del forcone crescevano timidi rami con qualche piccola fogliolina.
- Non te lo ripeterò, arrenditi o farai la stessa fine di una ninfa di mia conoscenza3. – il suo sguardo non trasudava nessuna emozione, cosa che lasciò allibiti Raul e Amir, il quale non aveva mai visto il suo allievo in quello stato.
- A quanto pare il tuo ragazzo è un vero guerriero e la paura di morire lo ha risvegliato, finalmente qualcosa di interessante. - disse deliziata Elly:
Raul si arrese, quindi dall'interno del nuovo alberello uscì una leggera spuma di mare ed il suo amuleto smise di brillare. Nathan consegnò senza dire nulla il rotolo all'amico che si precipitò a sostenere il suo allievo, svenuto subito dopo la resa del suo avversario.
-Devi andarci più piano, ne va della tua vita se esageri! - lo rimproverò dolcemente, poi aprì il papiro, era un messaggio molto corto, diceva solo:
Ti spiegherò tutto dopo, vediamoci a Menfi e porta un antidoto al veleno della chimera. Al ti ringrazierebbe".
 
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-Uff, che caldo! - si lamentò Damos.
- Continua a camminare e vedrai che ti passa! - esclamò Nathan mentre avanzavano nel deserto; anche Raul sembrava avere qualche problema con il caldo torrido del luogo.
- Coraggio sfaticati, ancora qualche chilometro e ci siamo! - disse entusiasta Elly.
- Mi spiegate dove stiamo andando e perché Elly viene con noi? - domandò Damos sempre più soffocato dal caldo.
- Beh, tu eri svenuto, ma Lilyth ci ha detto via lettera di trovarsi a Menfi, e così eccoci qui. - spiegò Amir.
-E noi due siamo venuti perché siamo stati bravi a non dire nulla a nessuno. - si intromise Nathan
- Ed Elly è con noi per...- il ragazzo fu interrotto, -... per fare una passeggiata nel deserto e perché vi avrei ammazzato se non mi aveste portato con voi! – rispose la ragazza sorridendo come se avesse detto una cosa da nulla.
- Ecco, ora sai tutto. –
Mentre parlavano, il profilo della città cominciò a delinearsi all'orizzonte.  Quando riuscirono ad arrivare alle porte della città era già sorta la luna. Entrando nella piazza del bazar trovarono solo poche guardie di ronda.
- Hm, strano. Lily dovrebbe essere da queste parti in teoria...- disse attento Amir.
- Ho sete e ho pure freddo adesso! - si lamentò Damos. Elly, che camminava davanti a lui, rise.
- Questa è la vita qui in Egitto! Di giorno un caldo torrido e di notte freddo lacerante. Questo sì che tempra il carattere ed il fisico, ragazzo! - rise Elly, ma smise subito e materializzò la sua arma con uno sfavillare di luce dorata.
- Abbiamo compagnia. - bisbigliò ai compagni.
- Certo che avete compagnia, e ora abbassate le armi o vi farò male. Molto male. - rispose la voce di Lily dall'ombra.
-Mio Dio, che ti è successo alla faccia? - esclamò seriamente preoccupato Amir vedendo il volto dell'amica devastato dalle ustioni.
-Be’, non ho fatto niente io. La chimera invece...- sorrise rassicurante.
- Tu piuttosto, hai portato l'antidoto? Alex è… be’ non ha una bella cera, ecco tutto. - chiese.
- Speriamo che il mio piano funzioni. - rispose mesto Amir.
- Speriamo?! Alexander sta morendo e tu te ne esci con uno "Speriamo"?! - Bofonchiò Lily guardandosi intorno dopo aver perso per qualche attimo la calma.
- Be’ sì, ecco il mio piano. Damos ha il sigillo di Demetra, quindi potremmo riuscire a ricreare delle mele e degli esperidi che, sai, curano ogni veleno o così si dice... non ne ho mai mangiata una. - spiegò.
- Senza offesa, quando avrò bisogno di qualche misura di grano senza lavorare ti chiamerò! - esplose d'ira la ragazza, infischiandosene di controllare il tono di voce.
- Lascia almeno che provi a farlo, no? - replicò duro Nathan. La ragazza sbuffò e quindi stette a guardare il ragazzo che aveva scavato una piccola buca al centro della piazza, quindi ci fece scivolare dentro una mela e la moneta di Demetra.
- Ora attento, usare i poteri senza sigillo è possibile, ma dovrai ricorrere a tutta la tua forza di volontà! Fermati prima che il potere consumi la tua forza vitale. - lo istruì Amir da bravo mentore; il ragazzo fece qualche respiro profondo, quindi chiuse gli occhi e stese la mano sulla buca. All'inizio non accadde assolutamente nulla, ma dopo qualche minuto una tenera pianticella cominciò a crescere e a prendere forza fino a diventare un albero maestoso ornato di preziose mele d'oro.
L'albero continuava a crescere, mentre Damos cominciava a sudare sangue che colava dalla sua fronte tracciando scie scarlatte sulla sua pelle.
- Fermo- urlò Amir; l'urlo riuscì a riscuotere il ragazzo che si ritrovò ansante a terra.
- Ma che bell'alberello, luccica. - rise Elly
- Già, ora facciamo qualcosa per il tuo faccino. Raul, ho bisogno del tuo potere, hai presente Hvergelmir4? - disse serio.
- Ne ho sentito parlare. – rispose l’allievo.
- Ecco, riusciresti a portarci un po' delle sue acque? - il giovane sbuffò, quindi evocò il suo tridente e sforzandosi il più possibile creò una bolla d'acqua cristallina perfettamente limpida tanto che si poteva vederci attraverso pur essendo notte.
- Tutta tua, Lily! - rise Nathan, la quale prese l'acqua tra le mani e si sciacquò il volto. La carne bruciata fu riassorbita e cicatrizzata, la pelle morta lasciò spazio ad una nuovamente liscia fino a che l'orribile ustione non fu altro che un ricordo.
- Perfetto, ora qualcuno prenda una mela e la dia ad Alex. - disse freddamente. Così, dopo aver colto alcuni frutti seguirono Lily fino ad una piccola casupola, dove trovarono Alex steso ed avvolto in diverse coperte. Lì era colto da brividi di freddo, circondato da diverse persone avvolte in mantelli neri.
- Ancora voi! - esclamò Lilyth vedendo quelle figure.
- Chi siete e che cosa volete da me e da Al?! - urlò richiamando il suo martello; una di quelle figure si fece avanti, lasciò calare il suo cappuccio sulle spalle così da rivelare il suo volto.
- Noi siamo l'esercito della morte, la forza dei titani e del caos. - sorrise il ragazzo di circa vent'anni; l'aspetto ricordava molto quello di Amir, stessa carnagione abbronzata e gli occhi a nocciola, anche se l'occhio sinistro del tizio era completamente bianco con uno strano segno di un colore scarlatto.
-T-tu…- riuscì a dire a stento Amir vedendo il volto del giovane, il quale sorrise malignamente.
-Ah, allora ti ricordi di me. -
 
Glossario:
1Khopesh: spada tradizionale egizia, nata dalla necessità di unire la forza di un'ascia da guerra con la manovrabilità di un pugnale, dalla tradizionale forma storta, è spesso associata al dio Horus (immagine).
2Poseidone: figlio di Crono e fratello di Zeus ed Ade, nonché di Era e Demetra. È il dio del mare diventato famoso per la sua arma: un tridente. È inoltre collegato ai cavalli. Infatti, secondo il mito, furono creati da Poseidone dalla spuma delle onde del mare.
3[...]ninfa di mia conoscenza: Damos si riferisce al più celebre episodio di umano trasformato in pianta: quello di Apollo e Dafne. Infatti la ninfa, infastidita dalle incessanti attenzioni del dio del sole, chiese a Zeus di essere trasformata in un albero d'alloro. La sua preghiera fu accolta e da quel giorno l'alloro fu sacro al dio Apollo e divenne il massimo riconoscimento per i poeti.
4Hvergelmir: secondo la mitologia norrena è la sorgente di tutti i fiumi del mondo su cui è posata una delle tre radici di Yggdrasil, l'albero del mondo.
 
   
 
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