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Autore: la_pazza_di_fantasy    16/01/2018    0 recensioni
La città di Luxor e quella di Ombrax sono sempre state rivali e da molti secoli condividono una specie di pace.. ma cosa accadrebbe se nella città di Luxor si insediassero persone poco propense alla pace? E cosa farebbe Ombrax?
Nove ragazzi, 5 di Luxor e 4 di Ombrax non sanno ancora che toccherà a loro risolvere la situazione e riportare la vera pace.
----prima storia che pubblico, vorrei molto volentieri che chi leggesse questa storia lasciasse anche un commento così che io possa migliorare-----
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Richard odiava partecipare alle riunioni del consiglio dei nove. In realtà, odiava far parte del gruppo politico di Ombrax. Lui aveva sempre voluto diventare un tatuatore (cosa che ha fatto) e stare per i fatti suoi nel suo studio.

L'uomo stava percorrendo la via che portava al suo studio dopo, forse, la più noiosa e pesante riunione degli ultimi dieci anni (anche dodici). Le problematiche delle quali avevano parlato non erano interne, ma esterne. I soldati della guardia reale di Luxor si stavano avvicinando pericolosamente all'entrata principale della città che per anni era rimasta nascosta nella vegetazione. Da quasi trent'anni i sovrani di Luxor volevano espandere i propri territori verso Ombrax e mandavano degli esploratori dell'esercito. Nessuno prima di allora aveva mai provato ad invadere Ombrax, quindi le difese della città, sopratutto dell'entrata principale, non erano per nulla buone. Richard era l'unico (in tutta Obmrax) a conoscere l'ubicazione della seconda entrata della città grazie, al suo migliore amico che l'aveva scoperta perdendosi fra i corridoi e la usava per uscire di nascosto dalla città. Anche Richard aveva utilizzato quell'ingresso tante volte ma, da quando aveva sostituito il padre nel consiglio dei nove, aveva smesso di scappare dalla città. Quando era nato Ezekiele aveva avuto la mezza idea di prendere il figlio e scappare da Ombrax, ma non era mai riuscito ad attuare il piano ed Ezekiele era diventato grande e si era fatto degli amici. Era troppo chiedergli di andarsene da lì. Richard aveva proposto anche a lei di scappare, ma aveva rifiutato ed erano rimasti in quella situazione.

Richard si era perso nei suoi pensieri ed era arrivato nel suo studio quando, precedentemente, aveva deciso di fare un salto alla mensa per sgranocchiare qualcosa, visto che aveva saltato il pranzo. Lasciò lo zaino con le carte della riunione nel suo studio e, chiudendo la porta a chiave, iniziò a incamminarsi verso la mensa. Appena svoltato l'angolo si trovò davanti Ezekiel con un piatto di plastica coperto.

-ho pensato di portarti qualcosa da mangiare, visto che stavi alla riunione e poi mi devi finire il tatuaggio- Il ragazzo sorrise e porse il piatto al padre che lo prese sorridendo a sua volta e incamminandosi verso il suo studio seguito a ruota dal figlio.

Ezekiel era identico alla madre quando si preoccupava per gli altri: dolce, gentile e disponibile-

Entrati nello studio si sedettero entrambi intorno alla scrivania: Richard al suo posto con la sedia nera girevole, e Zake sulla poltroncina bordeaux che si trovava difronte. Richard iniziò a mangiare e nel mentre Zake iniziò a sfogliare i disegni del padre che si trovavano sul suo blocco.

Trovando i disegni che aveva già visto decise di concentrarsi sul tatuaggio che il padre aveva sulla clavicola sinistra vicino al collo. Non era mai riuscito a capire cosa fosse quel ghirigoro nero e non aveva mai chiesto niente al padre. Si dimenticava finendo a parlare di altro.

-papà cosa rappresenta il tatuaggio?- chiese poi Zake, approfittando del fatto che gli era tornata in mente la domanda. Richard lo guardò confuso, poi ingoiando l'ultimo boccone gli rispose:

-pensavo che avessi capito cosa fosse. Comunque è l'iniziale del nome di tua madre- Zake sgranò gli occhi. Della madre sapeva poco e niente, solo che non era di Ombrax, ma di una delle tribù nomadi che non volevano avere niente a che fare con Luxor e Ombrax, e che aveva lo stesso carattere della madre.

-Quindi dovrebbe essere una A, come si chiama?-

-Annabel- Zake sorrise e notando la loquacità del padre decise di approfittarsene chiese altro sulla madre.

-le hai chiesto di venire a Ombrax con noi?-

-tante volte, ma ha sempre detto di no-

-e non potevamo andare noi con lei?-

-io non posso spostarmi da qui Zake, ho i miei doveri- Zake stava per chiedere altro ma venne bloccato dal padre. -Basta fare domande su tua madre, ormai fa parte del passato. Sdraiati sul lettino così ti finisco il tatuaggio- Zake, anche se contrariato, fece come gli aveva detto il padre e appena toccato il lettino chiuse gli occhi addormentandosi, ipotizzando il volto della madre, cosa molto difficile visto che era una goccia d'acqua con il padre.

Richard notò subito il respiro regolare del figlio e sorrise. Sapeva che Zake voleva delle risposte alle domande che si poneva sulla madre, ma Richard preferiva rivelargli poco e niente per non sconvolgerlo. Era meglio che il loro segreto lo custodisse solo lui. Finì completamente il tatuaggio in quaranta minuti. Zake stava ancora dormendo e decise di non svegliarlo. Gli diede un bacio sulla fronte lasciata scoperta dai ricci biondi grazie alla fascia nera che Zake portava sempre.

Richard si rimise subito dietro la scrivania e prese il blocco con una matita iniziando a schizzare. All'inizio erano solo linee sparse per il foglio, ma la sua mano in autonomia disegnò il volto sua Annabel con un bellissimo sorriso. L'uomo guardò il volto della donna e sorrise, era il ventesimo, forse trentesimo, ritratto che le faceva. Li richiudeva tutti in una cartellina nella sua stanza, lontana da occhi indiscreti. Piegò il disegno staccandolo dal blocco e se lo mise in tasca iniziando a disegnare altro, dando ogni tanto occhiate al figlio per controllarlo. Dopo un'oretta e mezza, più o meno, Ezekiel aprì gli occhi e si alzò piano piano dal lettino e, rimettendosi la felpa, raggiunse il padre e si sedette sulla poltroncina bordeaux iniziando a giocare con i colori presenti sul tavolo.

-sai, dovresti dormire di più la notte- gli disse Richard con un tono di rimprovero nella voce e continuando a disegnare.

-io cerco di dormire, ma non riesco ad addormentarmi subito- disse il ragazzo sbadigliando sonoramente.

-vai a dormire ti conviene, e non saltare la cena e la colazione come l'altra volta- Ezekiel sbuffò alle parole del padre e poi tentò di avere una risposta a una domanda che lo tormentava da quando aveva chiuso gli occhi.

-perché la mamma non mi ha voluto con se? E perché non è mai venuta a trovarmi?-

-Non è che non ti volesse, anzi, ma non poteva tenerti e non può muoversi da dove si trova in questo momento- disse Richard, porgendo al figlio il piatto sporco.

-se lei non può venire posso andare io a trovarla, dimmi dove si trova almeno!- al ragazzo stavano quasi uscendo le lacrime dagli occhi. Voleva disperatamente conoscere sua madre.

-perché non so nemmeno io dove si trova. Ora vai a riposarti- disse l'uomo abbassando lo sguardo sui fogli. Zake strinse i pugni e uscì dallo studio con gli occhi lucidi. Voleva scappare da Ombrax e cercare la madre, ma non poteva passare dalla porta principale. Corse a perdifiato per i corridoi, non voleva vedere nessuno e si rinchiuse nella sua stanza, buttandosi a pancia in giù sul letto. Non voleva vedere nessuno quando piangeva, non voleva mostrarsi debole davanti agli alti lui, lui che era sempre pronto a scherzare su qualunque cosa. Lasciò uscire tutte le sue lacrime senza emettere alcun suono. Lui e suo padre avevano vissuto sempre da soli, e anche se Richard era un ottimo genitore, la mancanza della madre si sentiva parecchio. Quando arrivò l'ora della cena Zake decise di non uscire dalla stanza.

 

*

 

Zake non si era presentato a cena, di nuovo.

Camille sbuffò esasperata, sapeva che il padre del ragazzo avrebbe chiesto a lei di andarlo a controllare. Infatti, come predetto, Richard chiamò la ragazza poco dopo.

-avevo immaginato che non sarebbe venuto, puoi portargli qualcosa da mangiare e controllare come sta?- l'uomo le stava porgendo un piatto di plastica con all'interno due fette di ciambella al cioccolato e cocco. Camille annuì prendendo il piatto e fece per incamminarsi ma fu bloccata sempre da Richard.

-come va la scapola?-

-bene, non fa più male e non è nemmeno bollente- rispose la ragazza guardandosi intorno per vedere se qualcuno stesse ascoltando la conversazione.

-se inizia di nuovo a bruciare metti un po' di crema per far passare il dolore-

-okay, grazie mille- rispose Camille prima di incamminarsi verso la stanza del ragazzo che sperava trovare vestito e non con solo con un asciugamano in vita. Arrivata davanti la porta bussò piano sperando di ricevere una risposta.. -vattene chiunque tu sia- ..affermativa e non negativa com'era appena successo.

-se non apri tu questa porta la sfondo con un calcio! Ti ho portato la cena- disse Camille poggiando la testa sulla porta per la stanchezza della giornata. Non aveva avuto un attimo di pace: tra Caleb che la trascinava per tutta Ombrax per spiare Susan, e Bernald che l'aveva ricorsa per una buona mezz'ora solo per chiederle se voleva cenare al tavolo con lui (cosa che poi era stata costretta a fare visto la faccia speranzosa che aveva il ragazzo) costretta a subirsi le sue chiacchiere inutili, Camille voleva solo buttarsi nel suo letto e dormire. Dopo un minuto di silenzio il ragazzo aprì di scatto la porta facendo quasi cadere la ragazza che fu prontamente sorretta dalle braccia forti di Ezekiel.

-Hei! Io voglio la mia cena intera, non spappolata per terra- Camille lo fulminò con lo sguardo.

-guarda che se dici un'altra cosa del genere la mangio io la tua cena- disse la ragazza spintonando Zake e sedendosi sul suo letto.

-ma prego, fai come se fossi a casa tua- disse il ragazzo chiudendo la porta e prendendo il piatto dalle mani della ragazza. -uh mi hai portato ola ciambella!- Zake sorrise felice e si sedette affianco la ragazza e iniziò a mangiare .

Mentre Zake mangiava, Camille si stese sul lette guardando le insenature rocciose del soffitto facendo vagare i pensieri. Ad un tratto si ricordò che quel giorno il ragazzo aveva fatto l'ultima seduta per il tatuaggio.

-Zakeeeeee!- iniziò a dire la ragazza attirando lo sguardo del biondo verso di lei -mi fai vedere il tatuaggio?- il biondo si rigirò mangiando l'ultimo pezzo di ciambella.

-no! L'Hai già visto-

-ma non era completo! Dai non ti costa niente-

-certo che costa! Devo togliermi la felpa e mi faccio male- Camille sbuffò.

-te la tolgo io!- Zake ghignò -è una proposta?- chiese con tono provocatorio facendo sbuffare ancora di più la ragazza.

-non è una proposta! Voglio solo vedere il tatuaggio- Zake allora alzò gli occhi al cielo. Quella ragazza non demordeva mai quando aveva in mente di fare qualcosa. Si tolse la felpa e diede le spalle alla ragazza. Camille, che si era alzata sui gomiti per vedere meglio, sgranò gli occhi per la sorpresa quando vide il tatuaggio.

Esso prendeva quasi tutta la schiena. Due serpenti, uno bianco e l'altro nero, si incrociavano fra di loro. Le loro code si trovavano alla base del collo e proteggevano un chiave dorata con le ali. Le teste, invece, finivano alla base della schiena, vicino all'osso sacro. Al centro, attaccati ai lati dei serpenti, c'erano dei segni che ricordavano a Camille una lingua antica anche se non capiva il perché.

-Questo è uno dei disegni di tuo padre? E' bellissimo-

- in realtà è un disegno che ho trovato vicino all'entrata di Ombrax, forse l'avrà portato il vento. Non so chi sia l'autore  ma mi ha sempre ispirato- Zake iniziò a rimettersi la felpa ì, ma si fermò non appena iniziò a sentire un leggero bruciore. Camille notò l'espressione di dolore del ragazzo e si alzò per prendere la crema che stava nel secondo cassetto del comodino.

-come sapevi che si trovava li?- chiese il biondo guardandola confuso.

-intuito, ho visto che stavi guardando in quella direzione quindi ho pensato fosse li- Camille iniziò a spalmare piano la crema sul tatuaggio alzando i ricci che finivano sotto in collo per non sporcarglieli. Quando finì si andò a lavare le mani e ripose la crema nel comodino. Poi aiutò il ragazzo a rimettersi la felpa.

-buonanotte, e vedi di alzarti domani. Guarda che non ti porto di nuovo il cibo- poi la ragazza fece cenno di saluto e chiuse la porta senza aspettare la risposta del ragazzo che sorrise felice e si addormentò.

 

 

 

------ANGOLO AUTRICE----

Salve sono tornata presto questa volta (rispetto alle altre volte si). 

Questo è il capitolo più lungo che ho scritto e sono veramente soddisfatta!

Sotto potete notare il disegno del tatuaggio. Nella mia testa era molto più figo  T.T ....

Spero di aggiornare presto!

   
 
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