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Autore: Enjoltaire_forever    17/01/2018    0 recensioni
O in altre parole "quello che i rivoluzionari non dicono".
Trama:
Cosa nascondono questi grandi leader? La loro vita privata è fatta esclusivamente di duro lavoro e dedizione alla patria? Il loro cuore batte solamente per la verità e gli ideali? Cosa accade quando alla politica si unisce il sentimento?
Io ho semplicemente fatto la piccola reporter e mi sono infiltrata nelle abitazioni di questi ragazzi-uomini, per poi raccontarvi quello che ho visto...
[Enjolras\Grantaire, Combeferre\Eponine, Courfeyrac\Jehan, Feuilly\Bahorel, Bossuet\Joly, Marius\Cosette]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Courfeyrac, Enjolras, Grantaire, Les Amis de l'ABC, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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LA VITA SEGRETA DI UN RIVOLUZIONARIO

Parte V: Jehan.

Non aveva mai avuto un particolare legame con Feuilly. Certo, si erano sempre voluti bene e avevano piacere a stare insieme, ma l'amicizia che provava per lui non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella con Grantaire o con Bahorel. Forse perché erano entrambi due uomini generalmente molto tranquilli e silenziosi, e che quindi si trovavano meglio in compagnia di una personalità più vivace per contrasto.

Ma quel giorno, mentre il Musain era sommerso dal caos, sembravano felici di starsene uno accanto all'altro, seduti ad un tavolo in fondo alla sala, l'uno a scrivere poesie e l'altro semplicemente rilassato per un istante dal lavoro. Non ricordava come fosse cominciata esattamente: probabilmente Joly aveva avuto un attacco di nausea, che poi si era protrasso talmente a lungo che Enjolras aveva perso la pazienza e gli aveva intimato di smettere di inventarsi scuse per non fare riunione. Bossuet era subito intervenuto in difesa del coinquilino, e successivamente anche Grantaire si era inserito a spalleggiare Enjolras. Poi Bahorel e Courfeyrac si erano avvicinati nel tentativo di farli ragionare, mentre Combeferre cercava di mantenere l'ordine fra il resto dei membri del partito.

Ad un tratto percepì il tocco della mano di Feuilly sulla sua.

-Jehan?

-Mmmmh?

-Per favore mi accompagneresti cinque minuti fuori da qui? Già oggi in fabbrica è stata dura e ho un brutto mal di testa. Potresti leggermi qualche poesia. Sempre se non ti disturba.

-Ma certo!

Si erano alzati in silenzio, facendo appena cenno a Combeferre, e poi si erano rifugiati in strada, richiudendosi pesantemente la porta alle spalle.

-Oh! Finalmente un po' di tregua!- aveva esclamato l'artigiano, una volta raggiunta una viuzza secondaria più silenziosa. Da lì avevano preso a camminare in silenzio, fatta eccezione per alcuni brevi minuti in cui Jehan leggeva qualche poesia.

Ad un tratto si erano avvicinati a loro due uomini sulla trentina: -Scusa, posso avere un'informazione?

-Si da del "lei"- sbuffò Feuilly, prima di immobilizzarsi all'istante.

-Oh! Ma certo!- rispose gentilmente il poeta, facendo un passo verso di loro.

-Di cosa avete bisogno?- chiese ancora, avvertendo la presa dell'amico sul suo braccio: -Jehan, sono ubriachi, andiamo via!

Lui lo scacciò con un gesto della mano e tornò a parlare con i due.

-Di soldi!- rise il più basso, un ometto dalla barba inspida e i lunghi baffi rossi.

Improvvisamente vennero immobilizzati al muro dalle braccia forti degli altri due. Certamente qualche altro Amis si sarebbe difeso alla grande da una stupidaggine del genere, bastava una minima spinta e con tutto l'alcol che i due uomini avevano in corpo sarebbero potuti facilmente scappare, ma loro non erano esattamente il prototipo dei palestrato modello, e soprattutto non avrebbero mai sfiorato una mosca, quindi era assolutamente impensabile che facessero il minimo gesto per difendersi.

Feuilly lanciò un'occhiata preoccupata all'amico: -Abbiamo lasciato i portafogli al Musain!

Già, nella fretta di uscire non avevano portato altro che le loro giacche e il quadernetto di poesie di Jehan, dopotutto non pensavano di tornare molto dopo.

-Allora? Tirate fuori i soldi!- ghignò l'altro uomo -oppure non ne avete?

-Signore, a dire la verità, no, è pregato di lasciarci andare!- gli rispose gentilmente Jehan, che a quanto pare non aveva ancora capito che con i criminali, soprattutto se ubriachi, non aveva senso essere così dolci, anche perché stavolta nemmeno i suoi profondi occhioni azzurri avrebbero potuto salvarli se non si fossero decisi a fare qualcosa di concreto.

Improvvisamente quello che lo stava tenendo fermo mutò espressione, guardandolo con profondo odio, e lo fece sbattere contro il cemento duro del muro strappandogli un gemito.

-Signore, veramente, non penso che lei possa guadagnare soldi facendoci del male...- l'altro lo colpì con un calcio.

-Signo...- un altro.

-La prego, non ho mai fat...- continuava a ripetere, sempre più spaventato, ormai con le lacrime agli occhi, ma fermo nella sua convinzione di non alzare un dito su di lui.

-Verament...- stavolta la ginocchiata dell'uomo lo colpì sul cavallo dei pantaloni, facendolo accasciare al suolo.

-Jehan, ti prego, taci!- urlò Feuilly, ormai anche lui percosso dall'altro tipo.

-Jehan! Feuilly!- due voci allarmate li raggiunsero.

-Courfeyrac! Bahor...- riuscì a balbettare l'artigiano prima di cadere a terra anche lui.

Jehan riuscì appena a notare il suo ragazzo che veniva a salvarlo prima di chiudere gli occhi.

***

-Mon amour... Ti prego apri gli occhi!

Una voce rotta dal pianto lo risvegliò lentamente. Vedeva tutto abbastanza sfocato, percepiva solo una grande luce, e sentiva tutti i suoni ovattati, come se si trovasse sott'acqua. A poco a poco riuscì a mettere a fuoco la stanza intorno a sé, che non era altro che quella principale del Musain.
Gli Amis erano radunati intorno a due lettini di emergenza, ottenuti unendo tavoli e tovaglie e imbottendo cuscini con le felpe e le giacche di tutti. Fortunatamente Joly aveva sempre con sé la valigetta del pronto soccorso e così lui e Combeferre si erano divisi i feriti.

Enjolras aveva provato a spiegare al resto dei membri del partito che non era necessario che rimanessero lì ad aspettare il loro risveglio, ma quelli avevano insistito per restare. Adesso anche il Leader sedeva preoccupato poco lontano da lui.

-Jehan!- fu Courfeyrac ad abbracciarlo, coprendogli la visuale con i suoi riccioli scuri -stai bene!

-Io...- provò ad alzarsi a sedere, sotto lo sguardo di tutta la stanza -certo. Non mi ha fatto molto male...

Percepiva ancora il battito accelerato del suo cuore, esattamente da quando il tipo lo aveva spinto contro il muro la prima volta, eppure la sua voce non si era mai incrinata, era rimasto fermo nel suo intento di non fare del male a nessuno.
Ma aveva avuto paura! Oh, come la aveva vista brutta! Fosse stato Bahorel passi, ma lui non era certo abituato a un decimo di tutto ciò! Lui che normalmente appariva a tutti talmente delicato che non solo nessuno non gli aveva mai fatto del male, anzi normalmente non veniva nemmeno toccato. Lo capiva, lui, che quando la gente veniva a contatto con lui si limitava a sfiorarlo, mai a toccarlo veramente, come se fosse qualcosa di talmente prezioso e fragile da poter essere incrinato con la semplice pressione dei polpastrelli.

E anche adesso, che tutto era finito, non poteva impedire al suo cuore di battere all'impazzata, e ai suoi occhi di restare spalancati con espressione terrorizzata. Poi però percepì la stretta di Courfeyrac, e le sue dita che lentamente si intrecciavano alle sue, ma probabilmente non doveva essere stato il solo a notarlo, dato che tutti i nuovi aggiunti al partito avevano iniziato a fissarli ossessivamente.

-Non sono solo amici, vero?- sentì sussurrare, ma quel 'genio incompreso' chiamato anche Courfeyrac pensò bene di togliere il dubbio a tutti quanti, portandosi la sua mano all'altezza del cuore. Il poeta percepì chiaramente il battito accelerato.

-Batte sempre così forte?- si ritrovò a mormorare senza volerlo, ma lo sguardo omicida di Combeferre gli confermò di aver parlato un po' troppo forte.

Volse subito lo sguardo verso l'amato, preoccupato di averlo imbarazzato, invece quello continuava a guardarlo con una dolcezza vertiginosa, che gli provocò un brivido lungo la colonna vertebrale.

-Solo quando lo tocchi tu- sussurrò, sempre troppo forte, ma ormai si erano autonominati gli attori della serata (quantomeno la riunione era saltata per fare posto ad un bello spettacolo, no?), pronunciando il "tu" con un tono così melodioso da sembrare una canzone -e se penso che ho rischiato di non avere più tutto questo...- adesso stava piangendo. Courfeyrac. Che piangeva così raramente che quasi si dubitava che potesse farlo. E in ogni caso mai davanti ad altre persone. Decisamente quella giornata aveva qualcosa di fantascientifico.

In realtà non aveva proprio rischiato di morire, ma la loro drammaticità era persino riuscita a commuovere una ragazza, che adesso singhiozzava silenziosamente in un angolo.

-Ti amo, Jehan- mormorò il moro avvicinandosi a lui e baciandolo teneramente, sotto gli sguardi attoniti dei presenti. Inaspettatamente anche Jehan rispose al suo tocco, infilando una mano fra i suoi riccioli e tirandolo verso di sé. Riuscì a percepire il sorriso di Courfeyrac anche in quella posizione.

Quando si staccò entrambi stavano sorridendo e poi, forse per idea di Grantaire o di qualche altro uomo con un grande senso dell'umorismo partì l'applauso.

Era tutto così perfetto che il piccolo poeta avrebbe quasi potuto definire quei cinque minuti degni di un film, se solo Combeferre non avesse piagnucolato: -E io che cercavo di tenere separati la politica ed il sentimento!

Però inaspettatamente fu Enjolras a zittirlo con un gesto della mano, prima di fiondarsi su Grantaire e baciarlo con foga, facendo aumentare lo stupore generale. Poi intrecciò le dita a quelle dell'artista e si alzò in piedi, per avvicinarsi a lui: -Grazie... Primo perché stai bene, non avremmo potuto immaginare di vederti soffrire- okay, anche Enjolras così gentile era qualcosa da segnare -e perché ci hai dato modo di essere sinceri!

Decisamente solo loro potevano trasformare un semplice incontro di politica in una scena d'amore che avrebbe fatto invidia ai migliori film... Un momento, e Feuilly?
   
 
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