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Autore: Reginafenice    17/01/2018    1 recensioni
Ho immaginato come, qualche mese dopo la morte di Elizabeth, Ross avrebbe potuto reagire ad un incontro non pianificato con il frutto della suo adulterio, Valentine, e quali sentimenti avrebbe suscitato in lui l’avere a che fare concretamente con quel figlio mai riconosciuto una volta messo finalmente di fronte alla realtà che, per quanto dolorosa, lui non è mai stato in grado di accettare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati pochi mesi dall'ultima volta, ma Ross aveva deciso comunque di tornare a Nampara trascurando i suoi affari londinesi per ritrovare il calore della sua famiglia e l'asprezza selvaggia, propria del clima della Cornovaglia, che da sempre riusciva a risvegliarlo dal torpore di una Londra decisamente troppo grigia e statica per i suoi gusti.
Doveva riconoscere che non si aspettava una bufera così intensa a dargli il bentornato, ma mentre galoppava verso casa non riusciva a fare a meno di pensare a quanto i suoi due figli si sarebbero divertiti l'indomani mattina a giocare con la neve, meravigliandosi alla vista della spiaggia ricoperta da un intero manto di fiocchi bianchi e morbidi.
Jeremy cresceva ad un ritmo spaventoso e ogni volta che apriva la porta di casa provava una fitta al cuore nel vederlo così grande e maturo, dispiacendosi enormemente per aver speso tanto tempo lontano da lui e da sua sorella, la bellissima Clowance.
Rispetto al fratello, la piccola di casa Poldark aveva ereditato il carattere impulsivo del padre che, sommato alla testardaggine tipica di sua madre, la rendeva una bambina decisamente vivace e capricciosa ma comunque molto generosa nel dare una mano a chiunque ne avesse avuto bisogno.
Era molto orgoglioso di lei e di come la sua nascita lo avesse riscattato da un errore che, nonostante avesse da sempre deciso di ignorare, avrebbe bruciato silenziosamente in eterno come una cicatrice sul suo cuore.
Aveva quasi raggiunto la meta quando non poté fare a meno di notare una lussuosa carrozza ferma in mezzo al viale principale, completamente avvolta nell'oscurità.
Tentato dall'idea di proseguire con l'intento di arrivare a casa prima che la tempesta di neve si aggravasse, Ross cacciò via quel pensiero decidendo di ascoltare la voce della ragione che premeva affinché aiutasse i viaggiatori all'interno di quella carrozza cristallizzata dal ghiaccio, pertanto si avvicinò con cautela al conduttore del mezzo.
"Serve aiuto?" Gridò senza ricevere alcuna risposta.
"Posso darvi una mano a fare ripartire la carrozza?" Ma nessuna voce riusciva ad intromettersi in quella violenta tempesta di vento.
Allora Ross scese da cavallo e verificò la situazione, sperando che non fosse successo quello che in realtà temeva. Scosse l'uomo seduto immobile sul posto di guida, ma subito si rese conto che per lui non c'era più niente da fare, quindi decise di controllare se all'interno qualcuno fosse sopravvissuto.
Pensò che la bufera doveva aver intrappolato la carrozza già da qualche giorno in quel punto isolato, impedendo a chiunque di prestare soccorso e condannando quel pover uomo ad una morte orribile.
Non indugiò oltre e, sperando di trovare qualcuno ancora vivo, aprì con molta difficoltà lo sportello congelato e trovò una donna e un bambino avvinghiati l'uno all'altra come se stessero dormendo. Ross entrò nell'abitacolo e provò a sentire i loro polsi, ma soltanto quello del bambino, seppur debole, trasmetteva battiti vitali.
Quasi immediatamente il piccolo si svegliò e chiese aiuto a quello sconosciuto che si era ritrovato davanti, senza mostrare alcun segno di paura. "Puoi aiutarci ad uscire da qui?" Ross non ci pensò due volte e lo divincolò dalla presa della donna, poi per proteggerlo dal freddo decise di lasciargli addosso la pesante coperta che gli nascondeva quasi completamente il viso e che probabilmente la sua accompagnatrice aveva pensato potesse preservarlo dal gelo e salvarlo; scese dalla carrozza dirigendosi verso quei poveri cavalli infreddoliti che fortunatamente erano ancora vivi e li liberò dalle redini lasciandoli correre verso un riparo sicuro.
Recuperò il bambino e lo mise con sé sul suo cavallo, cercando di tenerlo sveglio con alcune domande, fino a quando non avrebbero raggiunto casa.
"Su, non devi più preoccuparti! Adesso ti porto al calduccio."
Il bambino annuì con grande stanchezza.
"Quanti anni hai?" Tentò di farlo parlare.
"Cinque anni."
"Ah, allora sei quanto la mia Clowence! Da dove vieni?"
Questa volta il bambino cercò di guardare indietro per trovare la sua carrozza.
"Dov'è Lily?"
"Chi è Lily?" Chiese incuriosito Ross.
Il piccolo indicò la carrozza alle loro spalle e allora Ross capì. Cercò di essere il più delicato possibile nel dirgli la verità.
"Purtroppo non c'è più, ma non devi preoccuparti, perché adesso lei sta molto meglio di quanto non stesse prima."
"Si…" disse con un tono non molto convinto il piccolo, non riuscendo più a trattenere le lacrime.
Ross lo strinse più forte e lo portò più vicino a sé, sperando che, una volta arrivato a casa, Demelza avrebbe saputo come rassicuralo.
Adesso era in grado di intravedere la luce proveniente dalle finestre della sua tanto amata dimora e quel piccolo bagliore riuscì a spingerlo a galoppare ancora più veloce per raggiungerla al più presto.
"Vedi? Quella è la mia casa, dove i miei figli e mia moglie ti daranno sicuramente un benvenuto migliore di quanto tu possa immaginarti."
"Voglio il mio papà!" Disse il piccolo piangendo.
"Cercheremo di trovarlo, ma per ora starai con noi. Guarda che non siamo male, sai? Come ti chiami?"
Scuotendo la testa rispose, "Non devo parlare con uno sconosciuto! Mio padre me lo dice sempre."
Ross sorrise a quelle parole, "Hai ragione. Allora me lo dirai quando ci conosceremo meglio. Va bene?"
Il bimbo lo scrutò con interesse, mantenendo però il suo cipiglio diffidente, nonostante avesse ancora le guance bagnate dalle lacrime.
Il suo arrivo a Nampara sarebbe stato una sorpresa per Demelza, in quanto era previsto tra non prima di tre settimane, perciò era ansioso di vedere la sua reazione e riabbracciarla dopo quel tragico momento in cui aveva scelto di stargli accanto nonostante lui stesse piangendo la morte della donna con cui l'aveva tradita.
Spesso, ripensando all'ultima volta che si erano visti, non poteva fare a meno di provare un grande senso di vergogna verso se stesso, in quanto non era riuscito a confessarle quanto la morte di Elizabeth lo avesse traumatizzato, non per il fatto di averla perduta per sempre ma per la possibilità che un giorno potesse perdere il vero amore della sua vita.
Era soprattutto la prospettiva di rimanere senza Demelza che gli aveva reso la morte della sua amica d'infanzia così difficile da superare.
Dalla sua bocca non sarebbero mai uscite parole di ringraziamento, questo Ross lo sapeva benissimo, ma avrebbe fatto in modo che lei lo capisse lo stesso e il suo ritorno anticipato a Nampara rientrava in questo progetto.
Il bambino aveva ceduto al sonno rannicchiato contro il petto di Ross, il quale a stento riusciva a trattenere l'emozione per essere finalmente arrivato.
Lasciò il suo fedele cavallo nella stalla, facendo attenzione a non svegliare quel piccolo essere che aveva tra le braccia, e si incamminò verso l'ingresso. Non fece in tempo a bussare alla porta che subito fu accolto da Jeremy e Clowance, disperati di riabbracciare il loro papà dopo mesi di lontananza.
   
 
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