Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: multifandomiana    17/01/2018    5 recensioni
Una piccola slice of life in chiave modern!AU.
Come sarebbe la vita di Eren e Levi se non dovessero vivere con l’asfissinte paura di non farcela? Come vivrebbero la loro vita assieme se potessero amarsi ogni giorno e baciarsi e toccarsi? Come vivrebbero se fossero felici nella loro routine quotidiana?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’abitudine dell’amore 

Da quando si erano conosciuti per Levi era stato tutto una sorpresa. Levi, misantropo come pochi, si era innamorato di Eren. E adorava essere innamorato. Gli piaceva guardare Eren ed essere guardato da lui, soprattutto perché in quei momenti si accorgeva di tutto l’amore che quello sguardo riservava. E alla fine non si stupì di se stesso quando, quattro mesi dopo l’inizio della loro relazione, gli chiese di andare a vivere da lui. E non si stupì nemmeno del fatto che Eren fosse assolutamente euforico e nemmeno lontanamente dubbioso. Col passare dei mesi, l’unica vera e propria certezza della loro vita era il loro amore. Tutti si erano accorti di quanto Levi fosse più rilassato e meno scontroso con Eren accanto e sicuramente tutti avevano notato quanto quest’ultimo fosse molto più riposato rispetto ai mesi precedenti. Si facevano del bene a vicenda. E, anche se all’inizio era sembrato ad entrambi impossibile riuscire a far combaciare le loro vite così differenti, alla fine erano riusciti a costruirsi una sorta di routine, che andava a creare una vera e propria vita. La loro vita. Non erano più qualcosa di separato, ma una cosa sola. Il primo ad alzarsi era sempre Levi. Si alzava, dopo essersi infilato i boxer e una maglietta di Eren, si dirigeva in cucina e preparava la colazione. Prima di dirigersi verso il bagno portava una tazza di caffè ad Eren, posandola sul comodino, in modo tale che si svegliasse con uno dei suoi profumi preferiti, e poi si concedeva una veloce doccia. Eren intanto si svegliava cullato dall’aroma della bevanda, almeno fino a quando Levi non usciva dal bagno senza nemmeno un asciugamano... ciò provocava una forte eccitazione ad entrambi, in realtà, ma Levi non lo avrebbe mai ammesso. Eren amava il fondoschiena di Levi. Tant’è che non resisteva e si ritrovava costretto, non poi troppo in verità, a proporre sveltine indecenti per appagare le loro erezioni. Dopo aver posto la fatidica domanda, perché Levi non avrebbe mai fatto una cosa del genere, le opzioni sarebbero state due: o veniva ascoltato e premiato da un qualche Dio benevolo oppure, cosa molto più che probabile, si ritrovavano in un clamoroso ritardo e non vi era il tempo per fare nulla.  
Ovviamente con il passare del tempo non ebbero più nemmeno bisogno di chiederlo esplicitamente. Se avevano tempo ed erano entrambi bisognosi l’uno dell’altro finivano a letto ancora prima della doccia di Levi. E, ovviamente, la maggior parte delle volte Eren proponeva di sfuggire alle responsabilità della giornata, passando, magari, il tempo ad oziare sul divano o facendo del pigro sesso. Alcune volte, quando era possibile, se lo concedevano. Ma solitamente era qualcosa che programmavano prima, magari dopo intensi periodi di studio o di lavoro. 
Quando finalmente riuscivano ad uscire di casa si davano appuntamento per pranzo in un posto a metà strada per entrambi, cosicché non fosse un problema per nessuno dei due. Alcune volte pranzavano con qualcosa preparato da Levi, mentre altre ordinavano in qualche bar. Levi preferiva sempre mangiare il pranzo di Eren piuttosto che il suo ed Eren si divertiva a fargli foto, con o senza filtri, e a postarle su Snapchat e Instagram. Nella restante mezz’ora passeggiavano e, anche se ci fossero stati trenta gradi sottozero, Eren puntualmente chiedeva di prendere un gelato come un bambino, sporcandosi il naso e costringendo Levi a baciargli via le gocce dalla punta del naso. Solitamente Eren faceva almeno tre battute sconce al giorno: era stato Levi a porre quel limite. Le infilava dove poteva, a pranzo, per messaggio o quando erano fuori con gli amici. E Levi rideva, ad ognuna di esse. Essendo Eren il primo a rincasare preparava la cena, lasciando l’ingrato compito di preparare la lavastoviglie per la mattina dopo a Levi. Era sempre Levi a proporre i film. Peccato che si dimenticasse praticamente sempre degli occhi da cucciolo di Eren. Quegli enormi occhi verdi che lo pregavano di lasciargli fare qualunque cosa volesse il loro proprietario. E cazzo se Levi cedeva! Cedeva proprio sempre. Così passava i primi dieci minuti a lamentarsi del pessimo film e degli occhi di Eren, fino a che quello non lo zittiva con le sue labbra, altra cosa irresistibile, e così finivano per baciarsi e guardare il film a pezzi. C’erano poi quelle sere in cui uscivano, in cui Levi, verso la fine della serata, si appisolava contro Eren e questo non ci provava nemmeno morto a svegliarlo, sapendo perfettamente dei problemi d’insonnia del compagno. Aveva anche scoperto che tenere Levi vicino al suo cuore lo aiutava a riposare un po’ di più e così lo avvicinava e lo cullava. Tornati a casa Levi si addormentava subito, cullato dolcemente da Eren. Solitamente Eren restava sveglio almeno un’altra ora per controllarlo e così leggeva fino a molto tardi. Era quelli i  momenti in cui il giovane sorrideva di più, perché si rendeva conto di quanto la situazione si fosse capovolta dall’inizio della loro convivenza. All’inizio era stata Levi a stare sveglio a consolare Eren a causa dei suoi incubi, quelli dovuti alla morte della madre; invece ora era Eren che si occupava di lui, perché gli incubi erano completamente spariti. Levi, dopo la prima volta, aveva sviluppato una sorta di terrore nei confronti degli incubi di Eren e perciò stava sveglio a cullarlo e a occuparsi di lui, cacciando via le lacrime e la paura. Così era nata l’abitudine di Levi di osservare il compagno dormire, anche perché riusciva a dormire massimo quattro ore a notte, e nelle restanti tre ore guardare Eren era la cosa che più gli dava tranquillità. Era proprio durante la notte che aveva imparato ad amarlo, ma soprattutto ad amare ogni suo dettaglio. La notte gli dava prospettive diverse e poteva osservare Eren quanto voleva. Coglieva piccoli dettagli e qualche volta lo baciava timidamente sulle labbra, in un modo davvero delicato. Adorava osservarlo le notti dopo quei pomeriggi in cui Levi aveva lavorato a casa ed Eren era tornato presto, con le borse della spesa è un sorriso tutto per lui. In quei pomeriggi Levi lavorava davvero poco, perché Eren lo “disturbava” di continuo: o reclamando attenzioni con un bacio oppure continuando a parlare, ma nonostante Levi se ne lamentasse in verità la cosa gli faceva piacere, perché la trovava una cosa dolcissima. Era successo davvero raramente che fossero finiti a letto a passare in una maniera più piacevole il resto del pomeriggio, ma era capitato. Ad essere sinceri all’inizio Levi era stato preoccupato e dubbioso riguardo l’autocontrollo di Eren. Gli ormoni impazziti però si presentavano solo nelle situazioni più adeguate e ciò aveva, però, portato ad un’altra preoccupazione per Levi. Si era fasciato la testa per la faccenda “età”, perché si era preoccupato davvero troppo per tutta quella differenza, ma alla fine amava la loro vita tanto quanto amava Eren e perciò aveva capito di non doverci davvero pensare. Amava il sesso, i baci, le coccole, le “rotture di scatole”, i litigi che lo rendevano molto più scontroso e apatico del solito, le cene e i pranzi e soprattutto amava Eren. I suoi occhi, le sue labbra, le sue mani, tutto. Non avrebbe mai cambiato nulla della sua vita, perché in fondo sapeva di aver iniziato a vivere davvero solo con Eren al suo fianco. Ormai la sua vita era divisa in un “prima di Eren” e un adesso, perché sapeva che non ci sarebbe mai stato un “dopo Eren”.
   
 
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