Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: nanamiart    19/01/2018    4 recensioni
eren/levi | modern!AU
“Se fossimo insieme, in questo momento, cosa faresti?”
Eren deglutisce a vuoto.
Il fuoco scoppietta nel camino nell’angolo della stanza e con la mano sinistra regge il telefono in vivavoce.
Immagina Levi, e lo immagina lì con lui.
Immagina che il proprietario di quella voce calda e suadente non sia a chilometri di distanza, ma sulle sue cosce a baciare ogni centimetro della sua pelle.
Però Levi non c’è. Levi non è lì.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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​Soul Sister
 


"Gli amanti non si incontrano finalmente in qualche luogo. Sono sempre stati l’uno nell’altro."
 
 

 
 

 

“Se fossimo insieme, in questo momento, cosa faresti?”

Eren deglutisce a vuoto.

Il fuoco scoppietta nel camino nell’angolo della stanza e con la mano sinistra regge il telefono in vivavoce.

Immagina Levi, e lo immagina lì con lui.

Immagina che il proprietario di quella voce calda e suadente non sia a chilometri di distanza, ma sulle sue cosce a baciare ogni centimetro della sua pelle.

Però Levi non c’è. Levi non è lì.
 
 


“Ti stringerei tra le mie braccia.”
 
 

È questa la risposta di Eren, che arriva dopo qualche istante di esitazione. Chiude gli occhi e il volto del suo fidanzato prende finalmente forma.

Vede i suoi occhi gelidi che lo fissano, le sue labbra screpolate marcargli la pelle ambrata con morsi e succhiotti, i capelli corvini cadergli davanti al viso mentre lo stringe a sé.

Stanno insieme da quasi un anno adesso, dopo essersi desiderati per quattro anni.

Un giorno, però, Levi ha ricevuto una telefonata nel bel mezzo della cena.

Eren ha smesso di mangiare al primo ‘Cosa?’ che Levi ha detto. Ha fissato con minuziosità tutte le
singole espressioni del suo volto, cercando di capire che cosa il capo del suo fidanzato gli stesse rivelando, e alla fine della chiamata Eren ha pensato che probabilmente sarebbe stato meglio non saperlo.
 
“Mi hanno trasferito in Giappone,” ha detto Levi con gli occhi sgranati. “Devo partire tra una settimana.”
 
Ed Eren ricorda tutto di quella serata, le grida, la litigata, il modo in cui il castano ha giurato di non volerlo mai più vedere e come stessero facendo l’amore poco dopo, giurandosi che nonostante tutto, nonostante tutti, loro ce l’avrebbero fatta.
  
 


La prima notte senza Levi, Eren ha creduto di poter morire di solitudine.

Ha stretto il cuscino come un disperato, ha soffocato contro la sua stoffa bianca grida e lacrime e si è addormentato all’alba con il nome di Levi sulle labbra gonfie e rosse.

La prima settimana senza Levi non ha voluto vedere nessuno. Si è chiuso in casa e quelle poche volte che se l’è sentita di mangiare ha ordinato qualcosa a domicilio.

I momenti preferiti della giornata erano quelli in cui sentiva Levi, quando il fidanzato gli raccontava che cosa aveva fatto, le persone che aveva (suo malgrado) incontrato, ed Eren inventava giornate che non viveva, amici che non vedeva, risate che non aveva fatto e tutto pur di non farlo preoccupare.

Ma la verità era una sola, ed era quella che conoscevano entrambi: non esiste Eren senza Levi e non esiste Levi senza Eren.

Già, perché per quanto Levi sembrasse sicuro della sua decisione, indistruttibile ed inarrestabile, si era pentito di essere partito non appena l’aereo era decollato. Si è subito affacciato al finestrino con la speranza di vedere il volto di Eren e quando è arrivato a Tokyo la prima cosa che ha fatto è stata cercare i suoi occhi negli occhi delle altre persone.

Ma nessun verde era paragonabile a quello del suo Eren.

Il suo rendimento a lavoro era come sempre impeccabile, ma il suo appartamento sembrava fin troppo grande per una persona sola. Ci sarebbe stato un solo ragazzo che avrebbe potuto riempire quel vuoto e rendere la casa un po’ più accettabile, e quello era il suo fidanzato, quello che viveva in Germania e, da quello che gli raccontava al telefono, si viveva le giornate giorno per giorno, godendo del tempo senza di lui per trascorrerlo con gli amici.

E non l’avrebbe ammesso mai, soprattutto a se stesso, che la cosa lo rendeva infelice.

Ma non infelice quanto la lontananza stessa.

E sia Eren che Levi erano convinti che non avrebbero resistito un altro giorno, l’uno senza l’altro.
 





“Allora perché non lo fai?”

Quella domanda colpisce Eren al cuore come una freccia. Corruga le sopracciglia e si sistema meglio sul divano dov’è seduto, assumendo una posizione composta.

“Che stai dicendo?”

Il suo cuore martella prepotentemente contro il proprio petto.

“Hai detto che se fossi lì mi stringeresti. Perché non lo fai?”

“Levi, ma…”

“Apri. Sono fuori dalla porta.”

Ed Eren scatta in piedi così velocemente che per qualche secondo ha un capogiro, ma non gli importa. Si mette a correre, lancia il cellulare sul divano, per poco non scivola in corridoio ma ignora anche questo. Raggiunge finalmente la porta d’ingresso, la spalanca e il suo cuore perde un battito quando dopo sette mesi finalmente i suoi occhi rivedono le iridi gelide di Levi.

È una reazione spontanea la sua, che non riesce nemmeno a controllare: gli salta addosso ed entrambi cadono lì, sul pianerottolo. Eren è steso su di lui e gli riempie il viso di baci, facendo attenzione a non allontanarsi mai dalle sue labbra per più di un paio di secondi. Levi ovviamente risponde a tutti i baci che Eren gli dà, cinge le braccia attorno al suo collo e solo quando si stacca per riprendere fiato (e non perché ne ha abbastanza, perché non ne ha mai abbastanza) decide di fermarsi e guardarlo negli occhi, rimanendo però sotto di lui.

“Credo che tu abbia gradito la sorpresa,” commenta Levi, divertito.

“Sei uno stupido, Lee, uno stupido…” ed Eren non riesce a controllarsi, inizia inevitabilmente a piangere e per mascherarsi deve nascondere la testa contro la spalla di Levi, che gli accarezza i capelli morbidi con dolcezza. “Mi sei mancato così tanto…”

“Mi sei mancato anche tu, Eren.”

“Ma che ci fai qui? Per quanto ti fermi?” Eren sta gridando nonostante Levi sia letteralmente a due centimetri da lui, ma nemmeno al corvino sembra importare nonostante gli dicesse continuamente di non alzare troppo la voce, quando vivevano insieme.

“Sono tornato per restare.”

È solo quando si ricompongono ed entrano in casa che Levi spiega ad Eren di aver mollato il lavoro a Tokyo perché senza di lui proprio non ce la faceva. Gli ha detto la verità, e cioè che era troppo difficile svegliarsi senza averlo al suo fianco e tornare a casa dopo il lavoro senza il suo sorriso ad accoglierlo.

E anche Eren è stato finalmente sincero, rivelandogli di aver passato gli ultimi sette mesi in solitudine e tristezza, con la paura di non riuscire più ad essere felice.

​Poi però alle parole si sono sostituiti i baci e, spogliandosi nel tragitto fino alla camera da letto, hanno fatto l'amore fino al mattino dopo, giurandosi di non lasciarsi mai più.

Sono stati i sette mesi più lunghi delle loro vite e adesso mai niente e nessuno potrà costringere l’uno ad allontanarsi dalla propria metà, perché le anime gemelle si ritrovano sempre, prima o poi.




 

Spazio Autrice!

 ​Buongiorno! Era da tantissimo tempo che non pubblicavo una one-shot su questi due bimbi innamoratissimi e quando l'altro giorno ho avuto l'idea non me la sono lasciata scappare <3
​Pian piano sto tornando a pubblicare, a scrivere, ma l'amore per Eren e Levi non è mai passato, non si è mai spento, nemmeno un secondo.
​Ho continuato a programmare storie, immagini, scene,  e adesso, pian piano, riprenderò tutto <3 
​Spero che abbiate apprezzato questa piccolissima one-shot, grazie per essere arrivati fin qui e se vi va lasciatemi un commentino per farmi sapere cosa ne pensate <3 

Un bacione e alla prossima,
morgainedelilth.
   
 
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