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Autore: Ms Mary Santiago    19/01/2018    5 recensioni
Raccolta dedicata ai protagonisti della mia storia interattiva "Le cronache dell'Accademia".
Genere: Generale, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Eric Murter & Evelyn Greengrass in Murter

 

 

 

1976

 

 

 

 

Evelyn uscì dall’ufficio al fianco di Connor, passandosi una mano tra i capelli lasciati sciolti e leggermente scompigliati.

Da quando era uscita dall’Accademia non aveva avuto un attimo di tempo per realizzare con quanta velocità fossero passati quei tre anni.

La nomina ad Auror, il matrimonio con Eric, il lavoro nel Dipartimento Interrogatori.

E di certo in quel periodo di guerra incessante non c’era un attimo per starsene buoni e tranquilli.

- Malocchio ti ha parlato di quella cosa? –

Annuì.

- E cosa hai deciso di fare? –

- Mi piacerebbe partecipare attivamente, ma Eric … -

- Non è affatto convinto – concluse per lei l’uomo, sorridendo con l’aria di chi sapeva bene con chi aveva a che fare.

- Già. Dice che è troppo rischioso, ma io non sono d’accordo. Non sono una bambola di porcellana da maneggiare con cura per evitare che si rompa. –

Il sorriso si allargò ancora di più sul volto del suo capo.

- Non lo metto in dubbio visto come hai ridotto quel tipo durante l’interrogatorio. Per un attimo ho creduto davvero che si sarebbe rannicchiato in un angolo e si sarebbe messo a piangere chiamando la mamma. –

Trattenne a fatica un sorrisetto divertito.

In effetti quel giorno era stata più dura del solito durante il lavoro, ma era da qualche giorno che non si sentiva molto bene e inevitabilmente il suo malessere si era ripercosso sugli interrogatori.

- Mi stava facendo innervosire. –

- Oh, ma non ti sto mica criticando tesoro. Al contrario, apprezzo un bel pugno di ferro con certa feccia. –

Fece per replicare, ma zittì quando intravide il profilo alto e muscoloso di Eric mentre chiacchierava sottovoce con Mosca.

Sentì il sorriso dipingersi all’istante sul suo volto mentre allungava il passo per raggiungere suo marito.

- È una sorpresa oppure una visita di lavoro? –

Eric le cinse la vita all’istante, sorridendole di rimando.

- Per me è una sorpresa, per Mosca lavoro. Quindi se sei pronta possiamo tornarcene a casa. –

- Prendo la borsa e arrivo. –

Si avviò verso l’ufficio sentendo su di sé gli sguardi dei tre uomini.

Scrollò le spalle.

Stava decisamente diventando paranoica.

Tornò il prima possibile, trovandoli a confabulare.

- Che succede? –

- Connor lo sa – replicò Eric.

- Connor sa cosa? –

- Che sei incinta -, replicò candidamente il capo del dipartimento, - è per questo che ultimamente sei lenta e stranita. –

- Io non sono lenta né stranita –, protestò proprio mentre suo marito annuiva convinto a quelle parole, - Eric! –

- Che c’è? Ha detto la verità. –

Sbuffò, lanciando loro un’occhiataccia.

- D’accordo, ammetto di essere incinta ma sull’altra questione continuo a negare! –

Connor parve voler insistere, ma Timoty scosse il capo bofonchiando qualcosa sul mai mettersi contro a una donna incinta perché poteva trasformarsi in qualcosa di veramente spaventoso.

 

 

 

 

 

1977

 

 

 

Avvertì la fitta proprio mentre erano a metà della cena con Jacob e Reine. Portò una mano al ventre e subito la mora seduta di fronte a lei le rivolse un’occhiata penetrante.

- Ci siamo? –

- Non lo so -, bofonchiò in risposta, - ma questa era più forte delle solite. –

- Se senti che aumentano diccelo e ti portiamo subito al San Mungo – asserì il suo migliore amico, allungando una mano dall’altro lato del tavolo e gliela strinse piano.

- Starò bene, Eric mi ucciderebbe se partorissi mentre è a lavoro quindi questo piccoletto dovrà aspettare ancora qualche ora – asserì, accarezzando dolcemente la pancia rigonfia.

- Ha il turno con Frank Paciock questa sera? –

Annuì.

- Credo che quei due vadano particolarmente d’accordo, probabilmente è la natura pacata di Frank a bilanciarlo e durante le vacanze di Natale dello scorso anno abbiamo avuto modo di conoscere anche la sua ragazza, Alice. È a dir poco deliziosa e l’anno prossimo proverà anche lei a entrare in Accademia e … –

L’ennesima fitta, molto più forte delle precedenti, le mozzò il respiro e la costrinse a piegarsi su di sé.

Jacob scattò in piedi mentre Reine infilava nuovamente il piccolo Rey nel passeggino e faceva altrettanto.

- La porto io al San Mungo, voi due rimanete a casa – mormorò dolcemente Jacob all’indirizzo della moglie e del figlio di appena due mesi.

Poi ignorò le proteste di Evelyn e la costrinse a infilarsi all’interno del caminetto e a utilizzare la Metropolvere per giungere in ospedale, sostenendo che la Smaterializzazione fosse troppo pericolosa nelle sue condizioni.

All’accettazione l’accolsero all’istante, porgendole i moduli da compilare in attesa dell’arrivo del medico.

- Avviso Eric così arriverà il prima possibile – asserì Jacob, affidandola alle cure dei Medimaghi e correndo a mettersi in contatto con lui.

Evelyn rimase così in balia di gente mai vista prima.

Indossò il camice, seguì le loro indicazioni e attese pazientemente fino a qualche momento prima che la portassero in sala parto, quando la porta venne spalancata ed Eric emerse con ancora addosso la divisa d’Auror e il fiato corto.

- Sono in tempo? –

- Appena in tempo. –

Lo vide indossare la mascherina e gli indumenti sterili, seguendo i Medimaghi, e lo sentì stringerle la mano mentre cominciava a spingere.

D’un tratto, proprio mentre Evan veniva estratto, sentì la presa annullarsi e vide Eric barcollare leggermente per poi perdere i sensi.

Poteva combattere contro maghi oscuri pericolosi e letali, ma bastava un parto per metterlo ko.

- E mio marito dovrebbe essere un Auror – commentò solamente, strappando una risata all’equipe medica mentre l’infermiera più vicina le metteva tra le braccia Evan.

 

 

Evan Murter – 1977

 

Erin Murter – 1978


 

Elsa Murter – 1979


 

 

1981

 

 

 

 

- Tio Al, tio Al!

La voce di Elsa, di appena due anni, la riscosse dai suoi pensieri mentre facevano colazione.

La piccola era arrivata fino al camino, nella sua andatura ancora incerta e ciondolante, e sorrideva estasiata indicando all’interno dell’apertura.

Quando vide il volto di Alastor Moody all’interno del caminetto di casa loro Evelyn seppe all’istante che c’era qualcosa che non andava.

- Evan, per favore, puoi portare Erin ed Elsa con te in salone? –

Il maggiore dei suoi figli annuì, prendendo le sorelle una per mano e obbedendo all’istante.

Aveva solo quattro eppure possedeva una maturità a dir poco invidiabile.

Rimasti soli, Alastor prese finalmente la parola.

- Questa notte è successo qualcosa di tremendo, abbiamo bisogno di almeno uno di voi. –

- L’ennesima vittima che apparteneva all’Ordine? – chiese all’istante Eric.

Negli ultimi mesi avevano cominciato a mietere vittime con assiduità, sembrava quasi che i Mangiamorte sapessero perfettamente dove trovarli.

Il volto scavato di Alastor si fece più cupo mentre annuiva rassegnato.

Prima i McKinnon, poi Michael Abbott, i Prewett, i Bones … e adesso altri morti.

Quando sarebbe finito tutto quel massacro?

- Di chi si tratta? – chiese Evelyn con voce sottile, temendo la risposta.

Non poteva trattarsi di Jacob e Reine né di Floyd e Joss.

Era certa che l’avrebbe saputo se fossero stati coinvolti loro.

L’avrebbe sentito.

- I Paciock. –

Vide Eric stringere la tazza del caffè tanto forte da mandarne in frantumi i pezzi.

La voce di suo marito si fece glaciale, segno che era ormai prossimo alla furia più incontrollata.

- Sappiamo chi è stato? –

- Rodolphus, Bellatrix e Rabastan Lestrange di sicuro … il tocco di quella pazza è evidente, ma non sappiamo se è coinvolto qualcun altro. –

- Vado io – decretò all’istante, afferrando il mantello da viaggio mentre il volto di Malocchio svaniva lentamente.

- Eric … -

- Devo essere io a occuparmene. –

- Lo so, solo … sta attento, ti prego. –

Si chinò a baciarla.

- Sempre. –

 

 

 

 

1990

 

 

 

 


- Lo sai che è assurdo che ti preoccupi in questo modo per un semplice Smistamento, vero? –

Evelyn incrociò le braccia al petto e lo guardò come a volerlo sfidare a continuare con quella storia.

- Te l’ho già detto. Tu parli bene perché sia Evan che Erin sono finiti a Serpeverde, ma Elsa è la mia ultima speranza. Non posso credere che nessuno dei miei figli finisca nella mia Casa. –

- Continuo a pensare che sia una follia. –

La moglie lo zittì con un cenno della mano, indicando il gufo che stava planando verso la finestra aperta di casa loro.

Lo riconobbe all’istante: Ajax, il Barbagianni che Evan aveva chiesto come regalo di compleanno quando aveva compiuto dodici anni.

Eric liberò il volatile dalla lettera, scorrendola lentamente, dopodichè la lesse ad alta voce:

 

 

 

 

So già che la mamma sarà in ansia perché vorrà sapere l’esito dello Smistamento di Elsa, perciò ho pensato di scriverle il prima possibile.

Puoi dirle che per questa volta il Cappello le ha dato ascolto.

Elsa è una Corvonero proprio come lei.

Vi abbraccio,

Evan

 

 

 

 

- Sì! Grazie Rowena, almeno una dei tre è salva da quella Casa piena di freddo e umidità. –

- Ehy, ti ricordo che stai parlando della mia Casa – le fece notare, storcendo il naso.

- Vuoi forse dire che non è umida e fredda? Insomma è sotto al Lago Nero! –

- D’accordo, magari un po’ lo è, ma resta il fatto che sia la migliore delle quattro. –

Evelyn emise uno sbuffo incredulo.

- Vorresti forse negarlo, moglie? –

- Non è che vorrei, marito, lo faccio proprio! –

Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Eric si arrese.

Del resto vincere una discussione con quella testarda Corvonero era praticamente impossibile.

- Pensa un po’ se tu fossi stata una Grifondoro, sarebbe stata guerra continua. –

Scoppiarono a ridere davanti a quella prospettiva.

Altro che Voldemort e la guerra magica, quello sì che sarebbe stato uno scontro con i fiocchi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Come vi avevo anticipato nell’Epilogo di “Le Cronache dell’Accademia” ho deciso di dedicare una raccolta ai personaggi della storia e ovviamente non potevo non cominciare con la Everic. Non so ancora a chi sarà dedicata la prossima, perciò se avete preferenze fatemi sapere.

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

   
 
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