Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: edwardchristopher    19/01/2018    0 recensioni
«Te lo chiedo ancora una volta: dov'è John?», Alice assunse un tono impaziente, non avrebbe resistito ancora per molto.
 «Te lo dico ancora una volta: se non mi dai ciò che cerco, non te lo consegnerò mai.»
 Alice, senza neanche pensarci un secondo, si voltò velocissima e, bloccando un uomo che si trovava dietro di lei dal collo, gli strappò il cuore. L'uomo cadde immediatamente a terra, morto per la seconda volta, ora per sempre. La ragazza dai capelli scuri, sorrise con sguardo folle, ancora il cuore sanguinante in mano. Allentò la presa e lo lasciò cadere sul corpo senza vita dell'uomo.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2 - "Non poteva essere reale"

Era tardo pomeriggio e decisi di incamminarmi per andare da un benzinaio a procurarmi della benzina per recuperare la mia macchina ancora in strada appena sulle “porte” di Lancaster.
«Ecco a te, sono 25$.», mi disse il benzinaio porgendomi un contenitore verde.
Dopo avergli dato i soldi necessari, mi voltai e m’incamminai verso la strada nel bosco, sperando di ritrovare la macchina ancora lì.
Passarono quindici minuti e finalmente riuscii a vederla in lontananza, mi era mancata. Purtroppo, qualcuno le girava attorno, la stava analizzando. Sapevo cosa avrebbe voluto fare, ma non glielo avrei permesso. Stronzo, la mia macchina non si tocca.
Iniziai a correre e in un attimo –in un vero attimo- mi ritrovai vicino il ragazzo. Divertiamoci un po’.
«Hey.», dissi appoggiando il contenitore a terra. Il ragazzo si girò di scatto, spaventato.
«Ma chi sei? Mi hai spaventato.», mi rispose lui. Io corsi subito dietro di lui, non era riuscito a vedermi –logicamente.
«Non è importante chi sono. Cosa stai facendo qui?», chiesi all’improvviso, si spaventò ancora una volta.
«Ma come diavolo hai fatto?», mi chiese questa volta lui, girandosi di scatto.
«Rispondi alla mia domanda.», gli chiesi di nuovo correndo dietro di lui.
«Io … niente, n -non stavo facendo niente di male.», balbettò voltandosi terrorizzato.
«Quindi non stavi cercando di rubarla?», chiesi ancora una volta.
«No … è una bella macchina e la stavo osservando.»
«Peccato, avrei potuto aiutarti.», continuai con finto dispiacere.
«Cosa?», mi chiese lui sorpreso. Non risposi.
«Beh, se la metti così … sì, stavo provando a rubarla. Come hai intenzione di …», non gli feci completare la frase che mi lanciai sul suo collo. Non avrebbe dovuto dirlo, che stupido.

Pulendomi con il dorso della mano qualche goccia di sangue vicino le labbra, salii nella mia bellissima Audi R8 blu come la notte. Il rombo del motore mi fece chiudere gli occhi per assaporare la sua delicatezza ma nello stesso tempo la sua superiorità.

Erano ormai le sei del pomeriggio e non sapevo ancora dove sarei andata a dormire quella notte o quelle successive. Avrei potuto affittarmi una camera in un motel ma non sarebbe stato un alloggio adatto a me.
Paige. Una vampira. Logan. Stupido con un bel nome. Non avrebbe dovuto trasformarla. La casa, così sarebbe rimasta libera e io non avrei avuto quei problemi.
Ma forse una soluzione c’era, la più adatta ad una come me. Chissà se era ancora libera.
Continuai per quella strada fino a svoltare in una stradina nel bosco.
Un grande cancello di ferro antico mi sbarrò la strada all’improvviso. Scesi dalla macchina e bussai al citofono. Dopo un paio di minuti il cancello si aprì senza che nessuno mi chiese chi fossi tramite l’apparecchio elettronico. Questo, mi fece capire che, purtroppo, qualcuno abitava ancora in quell’antica casa.

«Prego, si accomodi.», mi disse un maggiordomo facendomi entrare.
Era sempre la stessa, solo più nuova e, ovviamente, più pulita. L’uomo pelato mi fece strada e mi fece accomodare in una stanza che tempo fa costituiva la stanza per il tè. Chiusi gli occhi a quel ricordo e inspirai profondamente. Quasi non riuscivo a crede che mi facesse ancora male. Non ero la ragazza di 18 anni sensibile come una volta.
«La giovane signorina Harris. Che piacere!», un ragazzo alto, occhi verdi e capelli rossi si avvicinò con un sorriso smagliante sul volto.
Non poteva essere reale.
John. Era davvero lui. Come lo era nel 1874. Non riuscivo a crederci, perché lui sarebbe dovuto essere morto. Mi ero persa un bel po’ di passaggi direi. Ma mi era mancato, perciò gli lanciai le mani al collo e lo abbracciai.
«Hey, hey, buona tigre. Il contegno dove è andato a finire?», esclamò lui ridendo e staccandosi dall’abbraccio.
«Non m’importa un fico secco del contegno adesso. Mi sei mancato, John.», dissi io con un gran bel sorriso, senza farmi prendere troppo dall’emozione. Pensavo di essere cambiata, e invece qualcosa della vecchia Alice c’era ancora.
«Perché sei ancora qui? Non dirmi che sei diventato anche tu …», provai a continuare ma mi interruppe.
«Sono un ventitreenne da centotrentanove anni. Trai tu l’unica conclusione possibile.», concluse sedendosi sulla poltrona di fianco al divano, con un’espressione sul volto per niente contenta.
«Dannazione. Chi è stato? Gli spacco la faccia in questo preciso instante!», ero furiosa. Lui non lo avrebbe mai voluto, non avrebbe mai voluto vivere così e soprattutto vivere per tanto tempo. Non che odiasse i vampiri, perché grazie a me era riuscito ad accettarli, ma non li preferiva agli essere umani.
«Uno, è una donna; secondo, ci ho già pensato io.», mi rispose con un piccolo ghigno sul volto.
«Anche se non avrei voluto farlo, la rabbia, però, era troppa e non potevo fargliela passare liscia.», il ghigno era scomparso, sostituito dal rimorso.
«Chiunque sia stata se lo meritava, perciò non demoralizzarti per ciò che hai fatto perché non ce n’è bisogno. È giusto quello che hai fatto.», provai a calmarlo. Prima di essere un vampiro, non avrebbe mai fatto male a qualcuno.
«Ma … non è da me, Alice. Io non avrei mai fatto una cosa del genere. Questo non sono io davvero.», esclamò alzando lo sguardo che incontrò il mio, era a pezzi.
«Sei sempre lo stesso, John. Sempre il solito sensibile e innocente ragazzo di prima. Sei solo più forte, più veloce e bevi sangue per nutrirti. Non ci sono molte differenze, vedi?», affermai io con una leggera risata.
«E tu sei la solita spiritosa di prima.», disse ridendo.
«Mi sei mancata anche tu, Alice.», continuò appoggiandosi con i gomiti sulle ginocchia e sorridendomi. Era davvero bello.
«A chi non mancherei?», risposi scherzosa.
«Quella sensibile, a quanto pare, non c’è più.», ribatté lui ridacchiando leggermente e tornando indietro con la schiena.
«Sono cambiata un bel po’, mi dicono.», dissi abbozzando un sorriso.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: edwardchristopher