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Autore: _Schwarz    19/01/2018    1 recensioni
Prima mia fanfiction nel mondo di Dragon Age, si basa sulla domanda che mi sono fatta mentre giocavo le origini dei nani: perché Duncan non avrebbe potuto essere ancora nelle Vie Profonde quando il nano nobile viene esiliato?
E quindi eccole, Nahir Brosca e Sereda Aeducan, due nane che stanno per insegnare agli umani come si combattono i Prole Oscura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Alistair Therin, Altri, Custode, Leliana, Zevran Arainai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In War, Victory

 

I am a question to the world,
not an answer to be heard
”.
~ I'm Still Here - Treasure Planet.
 
 


«Nahir! Per la Pietra, Nahir rispondimi!».
«Fammi spazio, Sereda, le ferite sono gravi».
«Ce la farà?!».
«Non lo so, ora levati dai piedi».
«Nahir!».
«Zevran, vieni, lasciamo lavorare Wynne e Morrigan».
 
Voci angustiate parlavano nel buio, senza lasciarla mai da sola, ma lei non riusciva a vedere chi parlava né a capire da dove venivano, poiché le rimbombavano attorno come se fosse nel bel mezzo delle Vie Profonde.
Ma no, non era più ad Orzammar, se l’era lasciata dietro quella che pareva una vita fa.
Nahir continuò a muoversi nel buio per quella che le parve un’eternità, cercando di capire perché non riusciva a vedere nemmeno le proprie mani in quell’oscurità assoluta; alla fine, più grazie alle insistenti richieste dei suoi compagni di aprire gli occhi, capì cos’era che non andava.
Sbatté le palpebre più e più volte, trovandosi davanti il viso di Zevran, la cui espressione era un misto tra il sollevato e lo sconvolto: senza lasciarle il tempo di dire nulla l’elfo la baciò.
“Okay, sono morta”, pensò la nana, senza avere il coraggio di chiudere gli occhi, per paura che qualunque cosa fosse ciò che stava vivendo – realtà o sogno – finisse.
«NAHIR!» strillò una voce conosciuta e Sereda arrivò di corsa, lasciandosi cadere in ginocchio alla sua destra: la principessa eternamente in ordine pareva scomparsa, i suoi capelli solitamente chiusi nella loro acconciatura sembravano aver deciso di ammutinarsi, il trucco era sfatto e pareva che non dormisse da giorni.
«Sto bene» disse Nahir, ma la sua voce uscì debole dalla sua gola, grattando contro le pareti della trachea.
«No che non stai bene, Nahir! Quell’Ogre ti ha quasi ammazzata!» le rispose Sereda, scuotendo la testa; presto l’intero gruppo si riunì attorno alla nana per constatarne le condizioni di persona ma Zevran rimaneva stranamente silenzioso al fianco della giovane, senza unirsi al coro di voci e sospiri sollevati che li circondavano.
Quando furono infine lasciati soli lui sussurò solo una cosa: «Non farlo mai più».
E Nahir poté solo annuire, davanti alla sua espressione.
 
«Credo che Zevran abbia preso proprio un brutto spavento, questa volta» mormorò Leliana a bassa voce, guardando verso la tenda in cui Nahir riposava: l’elfo non aveva lasciato quella tenda da quando Wynne aveva finito di curare la ragazza, era stata Sereda a ricordargli di mangiare e a preparare un letto affianco a Nahir in cui lui potesse riposare, ma nonostante ciò era certa che lui avesse dormito poco o niente in quei tre giorni.
«Se non lo sveglia questo, direi che non si metteranno mai insieme» le rispose l’altra Custode del gruppo, senza alzare lo sguardo dalle armi che stava affilando: vista la sosta – tanto inaspettata quanto obbligata – a cui le ferite dell’altra nana li aveva costretti, avevano deciso di fare scorte di cibo e di rimettere apposto le loro armi e armature dove potevano fino all’arrivo a Redcliffe, dove avrebbero chiesto al fabbro Owen di completare le riparazioni più importanti.
Erano almeno a due settimane di cammino dal villaggio, forse tre a seconda dei ritmi che Nahir avrebbe dovuto tenere una volta in piedi, ma non era questo che la preoccupava: più tempo passavano lì fermi più Teyrn Loghain avrebbe potuto tirare qualche altro colpo mancino a loro o ad Arl Eamon per impedire l’avvenire del Landsmeet; Sereda aveva sentito spesso parlare dell’eroe di River Dane, del suo genio militare e delle sue gesta durante la ribellione del Ferelden, più di 30 anni prima.
E non aveva dubbi sul fatto che, qualunque fosse l’obbiettivo che si era preposto, non si sarebbe fermato davanti a nulla.
 
Nahir aveva dovuto riposare per un'altra intera giornata, prima di potersi rimettere in marcia, e anche allora il ritmo di marcia che poteva sostenere non era certamente veloce: le due settimane preventivate da Sereda per raggiungere Redcliffe divennero tre e poi quattro, ma alla fine arrivarono alle sponde del lago Calenhad e vennero accompagnati al castello dell’Arl da due dei suoi cavalieri.
Arl Eamon, suo fratello Bann Teagan e l’Arlessa Isolde attendevano nella sala principale, circondati dai cavalieri di Redcliffe.
E tutto il gruppo si rese presto conto che la parte più difficile della loro impresa doveva ancora cominciare.
 
***


«Se un anno fa mi avessero detto che radunare un esercito non sarebbe bastato a fermare questo Flagello, forse me ne sarei tornata a casa» disse Nahir, scolandosi l’ennesimo bicchiere del pregiato vino nanico che Eamon aveva messo a loro disposizione nel suo palazzo di Denerim.
«Questo è facile in confronto alla politica nanica… Anche il numero di morti è più o meno invariato» le rispose sarcasticamente Sereda.
«Allora ti sentirai come a casa».
«Perfettamente a mio agio, sì».
Entrambe scoppiarono a ridere, lasciandosi cadere sul letto, per un attimo dimentiche della situazione che richiedeva insistentemente la loro attenzione, ma la recente visita che avevano fatto in prigione aveva fatto tornare in mente a entrambe momenti non particolarmente belli della loro vita, e avevano deciso per una pausa. E una bevuta. Soprattutto una bevuta.
Il giorno dopo sarebbero andate nell’Enclave Elfica per cercare prove contro Loghain, ed entrambe si erano trovate d’accordo nel decidere di portare Alistair con loro: se l’enclave era messa male anche solo la metà di Dust Town a Orzammar, allora Alistair come futuro re doveva vederla e fare qualcosa a riguardo.
Le ultime ore con il giovane erano state tese: non voleva diventare re, non era preparato a quel compito e probabilmente non ci sarebbe stato nemmeno portato, ma non potevano fidarsi di Anora, quella donna era la figlia di suo padre e le due nane non avevano intenzione di dare nuovamente la schiena a un Mac Tir; no, la soluzione perfetta era stata proprio quella decisa da Sereda, un fidanzamento tra la regina e l’ultimo discendente vivente di Calenhad Theirin.
Anora era un’abile politicante che avrebbe coperto le mancanze di Alistair, mentre lui avrebbe stemperato la vena calcolatrice e impietosa della regina, oltre che assicurato che non si rimangiasse la parola data ai custodi al primo momento utile.
Sì, era un’ottima idea e la mossa migliore per Ferelden e i Custodi, ma questo non impediva a Sereda e Nahir di sentirsi due mostri: stavano condannando il loro amico a una vita infelice, chiuso in un matrimonio e una vita che non desiderava?
Non potevano saperlo – e nemmeno volevano, in tutta sincerità – ma neanche potevano far nulla a riguardo, se c’era infatti una cosa che avevano imparato in quell’ultimo anno, e anche prima, era che non sempre la vita era giusta e tantomeno era felice.
 
 
***


 
«Non tornerò con i Custodi Grigi se lo lasci in vita, Sereda!».
«Non fare il bambino, Alistair! E non puoi semplicemente lasciare i Custodi!».
«Vedremo!».
 
La vita non era facile, giusta e spesso nemmeno felice, ma a volte Sereda si chiedeva se la Pietra, il Creatore o chi per loro, si divertissero a renderla invivibile.
 
 
***


 
Il cielo pareva bruciare attorno a loro a causa delle fiamme che salivano dalla città, era ormai notte fonda, dopo quasi ventiquattro ore di lotta incessante, ma nessuno voleva arrendersi: l’Arcidemone ruggiva ordini alle sue truppe dall’alto del Forte del Drago dove alla fine i Custodi erano riusciti ad attirarlo, mentre l’armata del Ferelden e i suoi alleati combattevano senza sosta per sopravvivere.
Su ordine di Sereda avevano prima cercato e ucciso i generali di Urthemiel, per evitare brutte sorprese una volta arrivati sul tetto del forte, e ora tutti e tre i Custodi Grigi del Ferelden si trovavano in cima per combattere contro il drago: gli incantesimi di Wynne e Morrigan distraevano la bestia, mentre Loghain caricava la bestia con tutta la sua forza; Nahir e Sereda intanto lo bersagliavano con tutte le munizioni che le enormi balestre consentivano loro.
Alla fine il mostro cadde ferito ma non ancora morto: senza lasciare a nessuno il tempo di replicare Sereda raccolse una spada da terra e corse verso l’Arcidemone, colpendolo ancora; l’essere continuava a muoversi e solo quando Nahir aggiunse la sua presa sulla spada le due nane riuscirono a bloccarlo e infilzarlo definitivamente.
Una luce potente uscì dalla ferita di Urthemiel e il mondo intero parve esplodere violentemente.
 
 
Tre giorni dopo Ferelden era ancora in festa: l’Arcidemone era morto, i Darkspawn si erano ritirati nelle Vie Profonde e il Flagello era stato fermato; la nazione aveva un nuovo re – niente meno che un Custode Grigio – e le due nane che avevano salvato il regno erano vive e vegete.
Probabilmente, agli occhi della popolazione, niente sarebbe potuto andare meglio.
Le Eroine del Ferelden non avevano la stessa visione di insieme: quella guerra era costata loro sudore, fatica, sangue e l’amicizia di un giovane uomo gentile e generoso che ora, invece di festeggiare con il gruppo con cui aveva condiviso tutto nell’ultimo anno, se ne stava in disparte appoggiato a una colonna vicino al trono, quasi cercando di nascondersi.
Sia Sereda che Nahir erano dispiaciute dalla piega che gli eventi avevano preso, Alistair era stato il primo con cui avevano fatto amicizia in quella terra sconosciuta e spesso spaventosa che era la superficie, ed era l’unico che capiva cosa svegliasse le due ragazze ogni notte; e però niente di tutto ciò era bastato davanti alla ostinazione di lui nel non voler vedere la verità: che la sconfitta di Ostagar era stata inevitabile e che la colpa non era di Teyrn Loghain, ma di Re Cailan.
Se comunque la perdita di un’amicizia era ciò che dovevano soffrire per la vita di un uomo che poteva ancora dare tanto al loro mondo, era un prezzo accettabile, almeno per la principessa esiliata.
«Che cosa farete ora?» domandò loro la regina, distraendo Sereda dai suoi pensieri – la giovane era rimasta stupita da quella donna, furba e intelligente come pochi che aveva avuto l’onore di incontrare, ed era sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta nel fidanzare lei ed Alistair: Anora era forte, determinata, sapeva cosa era meglio per il suo paese e lo otteneva, a qualunque costo.
Sperava solo che l’influenza di Alistair riuscisse ad ammorbidire un poco quell’ultimo tratto, ma Ferelden davanti a sé aveva un futuro roseo, almeno per quanto riguardava i suoi governanti.
«Ci dirigeremo ad Amarantine e riorganizzeremo i Custodi, sperando che l’imperatrice Celene ci mandi gli uomini che abbiamo richiesto» rispose Nahir, rivolgendo lo sguardo a Sereda.
«Io poi mi dirigerò ad Orzammar per controllare la situazione politica, visto che sono un po’ preoccupata per come l’ho lasciata. E chiederò a Re Harrowmont dei volontari per i Custodi, ovviamente» continuò la principessa.
Proprio il giorno prima Gorim era giunto a palazzo insieme a Rica, e avevano annunciato loro che l’Assemblea dei Deshyr aveva deciso all’unanimità di nominarle entrambe Paragon di Orzammar: Nahir quasi era svenuta alla notizia, non tutti i giorni un senza casta diventava Paragon in fondo.
Le due giovani Custodi raggiunsero il loro gruppo nel mezzo della sala: Nahir si lanciò letteralmente tra le braccia di Zevran, mentre Sereda condusse Leliana in mezzo al salone per ballare.
E tra cibo, danze e risate, Sereda mentalmente espresse un ultima preghiera alla pietra.







Note autrice:
E chissà se la pietra la ascolterà (no, non ve lo dico cosa ha chiesto, non in questa storia almeno :P)!
E... sono in assoluto, inescusabile, incapibile ritardo. Ma, soprattutto, non mi aspettavo di concludere la storia così.
Il capitolo non voleva saperne di farsi scrivere - e tra esami che arrivano e problemi vari non ho avuto il tempo di tirarlo fuori - poi all'improvviso un paio di giorni fa mi sono messa a scrivere e... boh, questo è quello che ne è venuto fuori.
Non ne sono convinta, non so se mi piace, potrebbe subire aggiustamenti in un futuro anche molto prossimo.
L'unica cosa di cui sono certa è che non ho finito con queste mie due custodi: voglio scrivere di Amarantine e della visita ad Orzammar di Sereda quindi penso mi rivedrete presto!

_Schwarz


 
   
 
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