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Autore: Pixel    19/01/2018    5 recensioni
Jaden Jordan è un ragazzo solitario e taciturno. Ha un carattere sfuggente e ombroso e un umorismo caustico di chi è solito svegliarsi con l'anima storta. Claire lo conosce da quando entrambi erano solo bambini e lo ama con tutta la forza purezza della sua giovane età.
La tragica morte del padre porterà Jaden ad affacciarsi ad un nuovo mondo. Il mondo che si trova dall'altra parte della città. Quello degli scorpioni tatuati sulla pelle e indossati sulle giacche nere, della droga e dei Jack Daniel's, delle notti che ti inghiottono. Il mondo della violenza incontrollata, dei ragazzi già grandi, di Eva.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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  “L’inquietante fascino dello scorpione”


 

Prologo.



 


 

Jaden



Sono le quattro di notte. Ormai i tuoi occhi sono più che abituati al buio, non dormi, non lo
fai da così tanti giorni che passare ore ed ore a rigirarti nel letto attendendo l'alba ti sembra la normalità.
Ti alzi e ti dirigi verso la camera di tuo padre, ormai non hai nemmeno più bisogno di andare a tentoni, la strada per entrare in quella stanza ti sembra più facile da percorrere al buio che alla luce del sole.
È tutto in disordine come le notti precedenti, come lui l'aveva lasciata.
Afferri la giacca di pelle nera che sai di trovare ai piedi del letto ed esci.
Appena metti piede fuori casa senti il freddo graffiarti le spalle lasciate scoperte dalla canottiera, indossi la giacca. Ti sembra pesante addosso a te, è impregnata da un acre odore di fumo, lo stesso odore degli abbracci di tuo padre.
Dalla tasca destra tiri fuori un pacchetto di Phillip Morris, è praticamente pieno, ne porti una alla bocca e l'accendi.
Inizi a tossire dopo appena qualche secondo, non appena avverti quella sensazione di soffocamento. Non hai mai fumato, nemmeno quando a scuola ti davano dello sfigato per questo. Sei sempre stato un ragazzo difficile, Jaden Jordan. Solitario, taciturno, dall'umorismo caustico di chi è solito svegliarsi con l'anima storta.
Fai un secondo tiro, questa volta va meglio anche se la gola brucia. Ma quella brucia da giorni ormai, da quando hai visto quello squarcio disgustoso solcare il collo di tuo padre da un orecchio all'altro, il giorno in cui lo sceriffo Shannon ti ha chiamato a riconoscere il corpo ritrovato in una discarica appena fuori città.
Non avete mai avuto un gran rapporto, lui troppo diverso da te, tu troppo diverso da lui.
Ma forse chiedere di più di quel doveroso volersi bene era semplicemente troppo pretenzioso da parte tua. Alla fine è molto di più di quello che ti ha dato tua madre. Fortunatamente sei maggiorenne già da qualche mese, questo ti permette di restare nella casa di tuo padre evitando così di dover cercare la donna che ti ha messo al mondo per elemosinare la sua presenza. Ti chiedi se ovunque sia adesso le sia giunta voce dell'orribile morte del suo ex marito.
Puoi immaginarla mentre alza le spalle ossute dicendo - Era questione di tempo, solo questa fine poteva fare uno come lui – che poi è quello che hanno pensato un po' tutti, quello che hai pensato anche tu.


Butti la sigaretta a metà, prendi le chiavi del pick-up e ti metti al volante. Guidi in modo distratto, come chi si vuole lasciar trasportare dalla strada, eppure tu sai benissimo dove sei diretto.


Il “Black Kiss” più che un locale è un posto per creature notturne, per altri invece è un vero e proprio luogo di lavoro, come per tuo padre e tutte quelle persone che indossano giacche di pelle nera con il simbolo dello scorpione cucito dietro, proprio come quella che stai indossando tu. Si trova nella zona della città opposta alla tua e anche in macchina la distanza è parecchia. Hai evitato per tutto il tempo del tragitto di chiederti se il tuo comportamento avesse un qualche senso logico ma adesso che senti il vetro freddo della porta sul tuo palmo ti blocchi e pensi che faresti meglio a precipitarti indietro, mettere in moto il pick-up e tornare a casa.
“Muoviti!” ti intima qualcuno appena dietro di te, non hai nemmeno bisogno di voltarti per sapere che l'uomo non deve avere una faccia delle più raccomandabili, così metti nuovamente a tacere ogni tipo di razionalità e tiri la maniglia.
Ti senti come immerso in una cortina di fumo, istintivamente sventoli la mano avanti e indietro come a volerla squarciare ma subito ti rendi conto di quanto sia inutile quel gesto. Non dovresti attirare l'attenzione e a essere invisibile sei sempre stato bravo, così abbassi la testa e inizi a camminare attento a non incrociare lo sguardo di nessuno.
“Ehi tu...” per un secondo credi che stia parlando con te, ma ti rendi conto che essere paranoici non è il miglior modo per non farsi notare, la possibilità che qualcuno stia chiamando proprio te è troppo remota per prenderla in considerazione. Continui a camminare verso il bancone senza variare il passo, pensando solo a cosa potrebbe ordinare in un posto come quello uno come te.
“Il mio amico ti ha fatto una domanda!” dice un tipo con la folta barba bionda, non fai in tempo a realizzare cosa sta succedendo che quello ti ha già afferrato.
Non hai mai pensato di essere un ragazzo particolarmente muscoloso, ma non credevi che qualcuno riuscisse a sollevarti diversi centimetri da terra con la facilità con cui si solleva un cucciolo di cane.


“Perché diavolo indossi la giacca degli Scorpions, moccioso?”
“L'ho trovata in una discarica, dove immagino avrai trovato tutti i tuoi vestiti”


Per la maggior parte del tempo sei un ragazzo silenzioso, troppo silenzioso, ma per qualche astruso motivo, hai sempre avuto questa tendenza a usare il sarcasmo per peggiorare situazioni già abbastanza critiche. Più della metà delle botte che avevi ricevuto dai bulli a scuola le avresti potute evitare tenendo la bocca chiusa, ma da qualche parte dentro di te doveva esserci un istinto masochista che ti impediva di mordere quella maledetta lingua al momento opportuno.


Vedi la faccia dell'uomo diventare subito paonazza, ha le narici dilatate come fosse un toro e la cosa ti risulta quasi ridicola, ma non sei ancora tanto folle da lasciarti sfuggire una risata. Anche perché sei abbastanza convinto che quella che hai davanti è l'espressione di chi si sta preparando per tirarti una testata da un momento all'altro. Così chiudi gli occhi sperando di svenire prima che la cosa sfoci in un vero e proprio pestaggio vista la calca di gente che si è creata intorno al vostro spettacolino.


“Mettilo giù, Bulldog!” Credi che a parlare sia il tuo sub-conscio in un qualche maldestro meccanismo di difesa, ma quando il tizio distoglie gli occhi da pazzo dai tuoi capisci che forse qualcuno è davvero intervenuto in tuo aiuto.
“Da quando pensi di avere voce in capitolo, dolcezza?”
“Non penso di avere voce in capitolo, credevo solo volessi sapere che stai per spaccare la faccia al figlio di Billy Jordan”.
Non sai se preoccuparti del fatto che una perfetta sconosciuta conosca la tua identità o se tirare un sospiro di sollievo perché quello che risponde al nome di Bulldog ti ha appena permesso di rimettere i piedi per terra.
“Ha la sua giacca...” dice lei afferrandoti per un braccio per costringerti a girarti mostrando le iniziali cucite all'altezza della spalla destra, “e poi è uguale a lui”.


Arrivate al bancone e la ragazza che probabilmente ti ha appena salvato la vita ordina due Jack Daniel's on the rocks, e qualsiasi cosa significhi ti trovi a esserle nuovamente grato per averti evitato l'imbarazzo che ogni adolescente normale avrebbe provato a chiedere qualsiasi cosa in un locale di quel genere.
Lei deve avere pochi anni in più di te, ma è estremamente a sua agio in quel posto, è estremamente a suo agio con quella giacca di pelle nera e uno scorpione tatuato sul collo.
“Io comunque sono Eva Spencer” ti porge la mano.
“Jaden Jordan” ti presenti, “ma a quanto pare questo lo sai”.
“Già” sorride scoprendo un piccolo piercing che ricade sugli incisivi, è strano. Così come sono strane le ciocche di capelli verdi in mezzo alla chioma corvina e, ancora, gli occhi scuri affetti da un leggero strabismo di venere. Ma, considerando la naturalezza con cui si muove tra quella gente, niente pare più davvero così strano.
Quando arrivano i bicchieri lei butta giù il liquido in pochi sorsi, mentre tu lo bevi lentamente per evitare che qualche smorfia tradisca il tuo essere un novellino.


“È la prima volta che metti piede in un posto del genere, vero?”
“Si nota tanto?”
“Dal primo momento in cui hai aperto la porta” afferma secca.
“Beh, a mia discolpa posso dire che non mi aspettavo di essere catapultato nel remake di un film degli anni ‘80...”
“Remake di un film degli anni ‘80?”
“Sì, anche abbastanza dozzinale direi”. Noti la sua faccia perplessa “Insomma, giacche di pelle, tatuaggi tutti uguali” e, mentre lo dici, vedi che con un gesto, probabilmente incondizionato, tocca il disegno sul suo collo con la mano come a nasconderlo col palmo.
“Mio padre lo aveva sul braccio sinistro, è casuale il posto in cui vi tatuate o anche questo ha un qualche significato strano?”


“Inizio a capire perché Billy non ti ha mai portato qui, hai fatto male a venire stasera, non è un posto per te”. Si alza in piedi “Garrison, mettili sul mio conto!” dice al barman indicando i due bicchieri e senza darti il tempo di replicare ti dà le spalle e va via.


 

~


Torni a casa che sono già le sei. Metti via la giacca di pelle nel solito angolo, ti fai una doccia per toglierti di dosso l'odore di fumo e ti infili nel letto, a breve Claire arriverà a farti visita come fa ogni mattina prima di andare a lezione.


“Buongiorno, Jad” dice, mentre con una mano ti sposta il ciuffo di capelli neri per lasciarti un bacio sulla fronte. Non si aspetta che tu risponda, non si aspetta niente, per questo la ami.
Toglie le scarpe ed entra nel letto insieme a te, l'abbracci perché anche se lei non si aspetta niente sai che qualcosa gliela devi, almeno farle capire che, in qualche modo, sei ancora vivo.
Senti il respiro caldo della ragazza sulla pelle mentre il suo viso è completamente affondato nello spazio tra il tuo braccio e il costato.
Accarezzi i suoi capelli dorati stretti in una treccia, la senti irrigidirsi per qualche secondo per poi lasciarsi andare sotto il tuo tocco che solo per lei è tanto dolce.
Sai che sei l'unica persona a cui è permesso scompigliare quella treccia, l'unica persona in grado di mettere in crisi la sua perfezione, questo è il tuo merito, o forse la tua colpa.
Ancora non lo hai capito, sai solo che è la cosa che vi tiene uniti da anni e che lei è l'unica cosa capace di tenerti a galla.


“A scuola mi chiedono come stai...”
“Fino a qualche giorno fa tu e Will eravate gli unici a rivolgermi la parola, interessante vedere come le tragedie attirino la gente come delle mosche sulla me...”
“È normale che siano tutti preoccupati per te” come al suo solito Claire intercetta il tuo odio prima che possa liberarsi nel mondo, un giorno vorresti davvero riuscire a realizzare il suo sogno segreto di renderti una persona migliore.
“Certo, è normale. Dì a tutti che sto bene, presto tornerò”. Non hai intenzione di rimanere chiuso in casa a piangerti addosso, sogni di partire per il college e lasciare insieme a Claire questo buco di città da troppo tempo per permetterti di perdere l'ultimo anno.




 

Claire





Ha le occhiaie più marcate del solito, sai che non deve essere facile per lui dormire in quella casa vuota e vorresti fare di più per stargli vicino, ma i tuoi non ti permetterebbero di passare intere notti con lui, specialmente dopo quello che è successo.
Non hanno mai ostacolato la vostra storia, anzi, negli anni sono arrivati a nutrire un certo affetto verso Jaden e questo lo sai. Ma sai anche che la fama di Billy Jordan non li ha mai lasciati indifferenti e nonostante conoscano il ragazzo da quando era solo un bambino, lo hanno visto crescere e distaccarsi ogni giorno di più dalla figura paterna, non sono mai riusciti a perdonare fino in fondo il peccato originale di Jaden, quello di condividere lo stesso sangue di un criminale.
Hai sempre seguito i loro consigli, tranne quando c’era di mezzo Jad.
Da bambina scappavi dalla finestra per giocare con lui, a quattordici anni hai detto la tua prima bugia per andare a vedere il concerto di un gruppo che adorava e di cui tu non ricordi nemmeno il nome, e forse i tuoi genitori avevano capito prima di te che la vostra amicizia era in realtà qualcosa di più, ma non hanno potuto fare niente per fermare un amore inevitabile come il vostro.


“Che ne dici se oggi rimango insieme a te?”
“Mi piacerebbe molto, ma non puoi perdere le lezioni”.
“In realtà posso...”
“Ma non voglio e ti conosco abbastanza bene per sapere che non lo vuoi nemmeno tu, secchiona”.
Ti posa un bacio sulla fronte, è il suo modo preferito per farti capire che non ammette repliche, e in fondo ti conosce davvero bene, perché a te va bene così.


Lui è sempre stato un carattere estremamente sfuggente e ribelle, mentre la tua personalità non potrebbe essere più limpida e delineata di così. Ti piace andare a scuola e intrattenerti a parlare con tutti, adori far parte della squadra di pallavolo e del comitato studentesco. Ami la soddisfazione negli occhi dei tuoi genitori quando parlano di te ai loro amici. Ti piacciono i jeans chiari e i colori pastello, il biondo naturale dei tuoi capelli e le pareti rosa chiaro di camera di tua.
Jaden invece non è mai stato bravo nei rapporti interpersonali, se potesse conseguirebbe il diploma da privatista, ne sei certa. Non pratica nessuno sport di squadra, preferisce andare a correre, perché così può raggiungere il suo stato di equilibrio – solo, con le cuffie nelle orecchie. Il suo essere introverso a volte sfiora la misantropia. È l’essere più solitario che conosci, e proprio per questo sai che il suo amore per te è incontestabile.


















































 

  
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