Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: _MartyK_    19/01/2018    2 recensioni
Jisoo è una fan accanita dei BTS fin dal loro debutto: la sua vita è interamente incentrata sugli Idol, in particolare su Jeon Jungkook. Li segue ovunque, si sorbisce lunghe file per i fansign, urla ai concerti e viaggia oltre i confini coreani pur di stare sempre a contatto con loro.
Il suo scopo? Farsi notare dal suo beniamino e rubargli il cuore.
Jungkook è oppresso dalla sua vita frenetica e stressante. Cinico, apatico e con buone dosi di egocentrismo e sarcasmo, riesce comunque ad apparire perfetto sotto i riflettori e a nascondere il suo vero carattere. Non sa, però, che la sua sasaeng preferita è disposta a tutto pur di scoprire ogni lato della sua personalità, persino... intrufolarsi nella sua stanza del dormitorio.
Dal capitolo 1:
[...]
Il misterioso ragazzo voltò il capo in direzione del rumore e si coprì subito portandosi la maglietta verso il petto, manco fosse una donna nuda colta in flagrante. Sussultò con un salto all'indietro.
- E tu chi sei?!- urlò assatanato. Dalla voce acuta e leggermente graffiata, Jisoo capì di aver fatto centro. Era la stanza del tenero Kookie.
- Per ora il mio nome non è importante, ti basta sapere che sono la tua futura jagiya-
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano trascorsi cinque giorni da quando Jisoo era diventata la rovina di Jungkook, il motivo per cui il ragazzo si atteggiava da persona isterica e lunatica fino al midollo non curandosi delle reazioni scioccate dei suoi amici e dei membri dello staff.
Come se non bastasse, il tanto atteso comeback era ormai alle porte, in pratica mancavano meno di ventiquattro ore.

Erano trascorsi cinque giorni, ma di certo non erano stati piacevoli e tranquilli. Jisoo spendeva la maggior parte del tempo gironzolando attorno ai suoi amati idoli, altro che lavoro part-time!
E così, tra una passata di piastra e l'altra, il difficile make-up di Jimin, le lentine di Yoongi, i vari giochetti di Namjoon e Hoseok e i tentati omicidi da parte del tenerissimo maknae - mandati in frantumi ovviamente da quei due angeli scesi in terra di Jin e Taehyung -, Jisoo si ritrovò in un imbarazzante ritardo con lo studio.
Verso ora di cena doveva occuparsi delle camere dei ragazzi e a volte anche della sala da ballo e del camerino, quindi anche quello scorcio di tempo che aveva a disposizione venne posto in secondo piano.
Si disse che Jungkook la sfruttava alla grande e la colpa era soltanto sua. Si era fregata con le sue stesse mani.

D'altronde tutto ha un prezzo, anche la compagnia di uno stronzetto come Jeon.







La mattina del giorno del comeback era pacifica, serena. Jisoo dormiva beata con una guancia spiaccicata sul cuscino e la bocca semiaperta, un rivolo di bava filante era andato a bagnare il tessuto della federa.
Potevano essere all'incirca le cinque, tant'è che il sole non era ancora sorto e si sentivano le lamentele dei gufi in lontananza.
Jeon, mattiniero e pimpante com'era, pensò bene di continuare a torturarla affinchè avesse l'esistenza completamente rovinata, così si tirò su a sedere e levò malamente le coperte di dosso a lei. Nonostante quello fosse il giorno più stressante in assoluto, aveva la forza di sfoggiare la sua malvagità.
Poveri illusi tutti coloro che lo definivano Golden Maknae.

Dato che la ragazza accanto era ancora bella addormentata e persa nel suo mondo da favola, Jeon ne approfittò per smanettare sul suo cellulare e cercare una canzone adatta nella sua playlist: voleva darle il peggior risveglio che avesse mai ricevuto.
Una volta completata la missione, si sporse in avanti e si avvicinò all'orecchio scoperto di lei. Strizzò gli occhi e fece partire il rumore assordante.
Perchè, appunto, non era una canzone qualunque. Si trattava di Reincarnate dei Motionless In White, una delle sue band heavy metal preferite.

L'urlo screamo rimbombò nell'intera stanza e dire che Jisoo saltò in aria per lo spavento è poco. La poveretta sgranò gli occhi e si mise una mano sul petto, respirando a fatica e ingoiando a vuoto.

- Che-che... succede?- riuscì miracolosamente a parlare.
Jungkook si era scostato da un pezzo da lei e se la rideva come un matto, con tanto di mani poggiate all'addome e gambe scalcianti in aria. Jisoo gli lanciò un'occhiataccia.

- Ho rischiato di avere un infarto a causa della tua fottuta musica spacca timpani!- esclamò dopo essersi calmata, tirando un calcio negli stinchi del corvino.
Egli si sforzò di non mostrare dolore, anche se in realtà stava maledendola mentalmente.

- E' ora di svegliarsi- rispose con calma. La castana sbadigliò e poi annuì, stiracchiando le braccia e sporgendosi verso il comodino per controllare l'ora sul cellulare.

- Che diamine le cinque e dieci!- urlò poco dopo.

- Tardi, molto tardi- si azzardò a contestare l'altro.

- Tardi per cosa?!-

Il moccioso tirò un sorrisetto diagonale che non prometteva nulla di buono. Come al solito, insomma.

- Non ricordi ciò che mi hai promesso? Devi farmi da schiavetta se vuoi continuare a stare qui- scrollò le spalle.

Fece per alzarsi dal letto ma Jisoo glielo impedì prendendolo per il colletto del pigiama e tirandolo all'indietro verso di lei. Si ritrovò con la testa di quel demone poggiata sulle gambe.

- Tra due ore devo prepararmi per l'università, non posso- proferì seria. Jeon lo era altrettanto.

- Allora smamma e torna al tuo dormitorio- si allontanò dalla ragazza e sgattaiolò in bagno saltellando come un canguro.
Se proprio doveva ammetterlo, era stata una posizione tanto comoda quanto imbarazzante e poi aveva il classico problema mattutino nei pantaloni. Sarebbe stato ancora più imbarazzante se quella pazza malefica se ne fosse accorta.
Jisoo dal canto suo osservò ogni suo minimo movimento con sguardo truce, incazzato con la I maiuscola. Quello, in un certo senso, era l'affitto da pagare al moccioso per avere un tetto dove stare e un buon letto su cui poggiare il sedere stanco.

- Yah, come mai urli, fai il matto e nessuno ti sente?- la domanda da un milione di dollari. In realtà era da un po' che se lo chiedeva, solo non trovava mai l'occasione giusta per porglierla - un po' perchè si dimenticava, un po' perchè con Jeon i discorsi avevano la stessa durata di un battito di ciglia.

- Sono stanze insonorizzate, vale la stessa cosa anche per quelle degli altri hyung- spiegò il corvino dal cesso.
Jisoo decise di punzecchiarlo e fare una delle sue tante battute perverse, giusto per non essere l'unica a sorbirsi le angherie di un verginello in calore un Idol pieno di complessi mentali e a tratti depresso.

- Non ti sento, la voce è ovattata! Vedi di risolvere il problema nelle mutande perchè il bagno serve anche a me-

La testa di Jeon spuntò curiosa dalla porta del cesso, un'espressione decisamente scioccata a dipingergli il visetto infantile che si ritrovava.

- M-ma che dici?!-

Jisoo sorrise beffarda e lui sbuffò.

- Uno non può neanche pisciare in pace perchè c'è lei che fa battute inquietanti- borbottò ritornando dentro.

- Se non esci in fretta te le scordi le pulizie di primavera!-











Dopo essersi preparata per l'occasione - ergo dopo aver indossato un grembiulino rosa che il signorino aveva rubato a Jin, guanti in lattice e i vestiti più casual e trasandati che aveva in valigia -, Jisoo si ritrovò con le mani impegnate a tenere un secchio pieno d'acqua e detergente per i pavimenti e una semplice scopa con lo straccio ad un'estremità.
Jeon la squadrò da capo a piedi con sguardo severo e autoritario e le puntò l'indice accusatorio. Mai aveva visto qualcuno più egocentrico di lui.

- Pulisci donna!- esclamò, forse con ironia. Sta di fatto che Jisoo un po' si offese e mise il broncio.

- Il commento maschilista del secolo- mormorò.
Jungkook la ignorò e l'abbandonò alle sue cose sventolando una mano davanti ai suoi occhi con fare più noncurante possibile.

- Non posso leccarti i piedi ancora per molto, tra un po' ho scuola!- provò a giustificarsi, il corvino era impassibile.

- Non mi interessa- fu l'unica cosa che le rispose.

Jisoo tirò un lungo sospiro e si rimboccò le maniche, accovacciandosi sulle ginocchia e immergendo lo straccio nella miscela di acqua e detersivo, per poi passarlo a terra con l'aiuto della scopa.
C'erano momenti in cui si sentiva davvero Cenerentola, soprattutto quando le altre ragazze inventavano scuse per lasciarle tutto il duro lavoro.

Credeva che Jungkook sarebbe stato il suo principe azzurro, e invece no, non lo era affatto. Lui era la sorellastra cattiva, dei principi azzurri non vi era manco l'ombra. Inoltre le canzoncine smielate e neomelodiche che canticchiava la facevano somigliare ancor di più alla cara ragazzina delle favole.
Colpa di tutti i film Disney che guardava fin da quando era bambina, ovviamente.
























































* * *











































































Due ore più tardi era riuscita con successo a pulire quel buco di stanza da cima a fondo, trovando anche una mezz'oretta per passare l'aspirapolvere in quella che condividevano Hoseok e Yoongi e in quella di Jin e Namjoon. Da brava ragazza quale era, riuscì pure a rifare i letti dei Bangtan.
L'unica cosa che mancava era il fatto che dovesse prepararsi per andare a scuola perchè era ancora in mise da casalinga disperata.

Sgattaiolò via dalla camera di Tae e Jimin e, dopo essersi assicurata che il corridoio fosse libero da spie, fuggì in camera quasi sua per prendere la divisa e indossarla.
Si chiuse la porta dietro le spalle e si fiondò nell'armadio, buttando sul letto i vestiti che non le servivano e proseguendo nella ricerca della fottuta uniforme. Quando la trovò, tirò un sorriso vittorioso e andò in bagno a cambiarsi, nel frattempo un rumore sospetto le fece intendere che qualcuno era entrato in camera e che lei non era sola.

Jeon inclinò di lato la testa nell'accorgersi dei vestiti di Jisoo sparsi a mo' di mosaico sul materasso e si schiarì la voce.

- E' questo il modo in cui pulisci?- obiettò.

- Sono in ritardo per la scuola!- urlò l'altra in preda al panico, saltellando su di un piede cercando di infilare l'altra gamba nella francesina blu che tanto odiava.
Rischiò perfino di cadere e ruzzolare come una trottola, ma poco importava. O meglio, poco importava per l'impaziente e insaziabile Jeon Jungkook.

La porta del bagno scattò e la figura di Jisoo comparve davanti agli occhi del ragazzo in tutta la sua goffaggine: i capelli castani arruffati in stile cespuglio, i ciuffi erano tenuti fermi da un misero fermellino, la camicia bianca stropicciata e il nodo alla cravatta era imperfetto; per non parlare della gonna scozzese che non arrivava nemmeno alle ginocchia e delle ballerine che facevano apparire Jisoo ancor più nana di quanto già non fosse.
Jungkook a quella visuale trattenne le risate, sebbene avesse lo sguardo focalizzato solo sulle sue gambe lisce e libere.
Una vocina nella sua mente gli disse che la gonna era troppo corta e che avrebbero fatto meglio a dargliene una più lunga. Insomma, troppa carne esposta.

Ma non era affatto geloso, no! Come fai ad essere geloso di una persona che conosci appena? Se poi parliamo del maknae dei BTS, beh, peggio ancora!
Jeon Jungkook non guarda mai le ragazze e non è affatto geloso di una di loro. Caso chiuso.

La voce squillante della compagna lo ridestò dai suoi pensieri privi di senso e fu costretto ad alzare lo sguardo e a sbattere le palpebre un paio di volte, segno che non aveva capito un tubo di quello che gli era appena stato detto.

- Cosa?- per l'appunto. Jisoo roteò gli occhi al cielo e si mise le mani sui fianchi con fare annoiato.

- Ho detto di smetterla di fissarmi le cosce come un maniaco-

Il corvino sentì le gote leggermente arrossate, mantenne comunque il tono spavaldo.

- Non ti stavo fissando. Leva quei vestiti di lì prima che passi qualcuno e si faccia strane idee- indicò con un cenno del capo le robe sparse a caso sul letto e sbuffò.

- Oh, cerca di pulire con più attenzione. Ci sono le impronte delle scarpe sul pavimento- sorrise bastardo e l'abbandonò l'ennesima volta.
Jisoo fissò in basso e strinse le mani in pugni fino a sbiancare le nocche, tanta era la rabbia che provava.

- Stava per asciugarsi. Yah, Jeon! Per quanto ancora hai intenzione di rendermi tutto un Inferno?!- urlò sbattendo nervosamente un piede a terra, quasi saltellando sul posto.
Ma il ragazzo non potè sentirla, era già lontano. Lontano da Park Jisoo e i suoi scleri giornalieri.













Giunse a scuola con una decina di minuti di ritardo, per fortuna Sharon e Rosalinda erano a farle compagnia. E poi detenevano il record per il peggior ritardo alla Seoul University - che, precisiamo, è di soli quindici minuti ma hey! Stiamo parlando della migliore università coreana, essere disciplinati significa essere nella media -, quindi non si meravigliò di essere affiancata proprio da quelle due isteriche.

- Jisoo!- Sharon le tirò una pacca amichevole alla schiena e illuminò l'entrata dell'istituto con un sorriso da togliere il fiato.
Per un attimo la castana fu tentata dal chiederle quale dentifricio usasse per avere dei denti così bianchi, poi la risposta se la diede da sola.
Era inglese, nordica, figuriamoci se non li aveva lei i denti di porcellana!

- Buongiorno- biascicò con un mezzo sorriso, tanto per ricambiare. Rosalinda stette alla sua sinistra e abbassò la testa, tanto bastava per osservare il volto di Jisoo.

- Non hai una bella cera, sembra che tu non abbia dormito- constatò. Jisoo annuì.

- Non immagini quante me ne fanno passare lì in agenzia...-

Sharon sfarfallò le ciglia, segno che voleva più informazioni.

- Cosa sta succedendo? Troppo lavoro? I ragazzi sono meschini? Forse lo staff?- sparò a raffica le domande e l'altra sentì la testa scoppiare.
La spagnola le tenne un braccio quando la vide barcollare.

- Jisoo, non stai bene. Forse è meglio se vai a riposarti- provò a consigliarle.

- Scherzi? Abbiamo delle lezioni importanti e tra non molto ci sono gli esami, non posso permettermelo- la castana era ferma nella sua posizione.

Attraversarono i corridoi scolastici completamente vuoti e si diressero a passo svelto e coordinato verso la loro aula. Un paio di nocche sbattute sulla porta, un 'avanti' severo esclamato e le tre amiche entrarono in classe sorbendosi la ramanzina da parte del professore.
Inutile dire che Jisoo moriva dalla voglia di urlare contro tutti quegli idioti che le fissavano come fossero alieni provenienti da chissà quale pianeta stramboide.

Una volta che l'ordine e il silenzio tornarono alla normalità, l'uomo alla cattedra ricominciò a spiegare tornando da capo, per evitare che le ritardatarie avessero lacune. Rosalinda tirò fuori dal taschino del giacchetto uno specchietto e si sistemò l'acconciatura di nascosto, nel mentre Sharon se ne accorse e incominciò a mugugnare in segno di protesta e a tirarle pizzicotti a guance e fianchi.
Jisoo non ne poteva più, era stanca morta, aveva delle occhiaie così pronunciate che in confronto i panda del WWF avevano macchioline vicino agli occhi.

Poggiò due dita alle tempie e se le massaggiò con calma, per un attimo le sembrò di non riuscire più a sentire e si spaventò, poi la vibrazione del cellulare seminascosto all'interno dell'astuccio le fece prendere un mezzo colpo al cuore.
Prese l'aggeggio con mani tremanti - il terrore di essere beccata in pieno dal prof cresceva sempre di più - e controllò il messaggio.

Oh già, aveva dimenticato che quell'idiota del suo beniamino le aveva dato il numero dicendo che l'avrebbe contattata qualora avesse avuto bisogno.


Yah costumista, mi lasci da solo in un momento del genere? Servono i vestiti di scena e tu stai a scuola a far niente... e poi le altre ragazze non riescono a farmi il ciuffetto dell'altra volta.
Insomma vieni subito in agenzia >.<
(08:53)


Jisoo assottigliò gli occhi e quasi le venne da ridere, ma chi si credeva di essere? Beh, in fondo era pur sempre un fottutissimo Idol.

Ora non posso, sto ascoltando la lezione. Che sarà mai aspettare fino alle due del pomeriggio? ;)
(08:56)


La risposta da parte del mocciosetto non si fece attendere e la ragazza sbuffò annoiata nell'immaginarsi la sua faccia disperata e implorante.
Sorrise malefica.

Ti supplico Jisoo! Nemmeno le parrucchiere più in gamba riescono a farmi quel coso! Voglio dire, puoi lasciare perdere i vestiti ma non i capelli.
Torna immediatamente qui!!
(08:58)


Se solo avesse potuto raccontare ciò che le stava succedendo in quell'ultima settimana nessuno ci avrebbe creduto.
Jeon Jungkook che messaggia con una ragazza qualsiasi e le chiede di filare dritta in agenzia perchè ha bisogno del suo aiuto. Non seppe dire con certezza se quella era una fiaba o un film thriller.
Decise di non rispondere e riprese a godersi la parlantina del professore, incurante dello schermo che si illuminava ogni due secondi perchè la peste stava tempestandola sia di messaggi che di telefonate.

Beccati questo, Jeon.









































































 * * *
























































































Purtroppo la gloria di Jisoo non durò a lungo, in quanto alcune ore più tardi un bidello irruppe in classe consegnando un foglietto bianco firmato alla professoressa e dicendo che doveva assolutamente abbandonare l'aula.
La ragazza chiese più volte spiegazioni ma il grassoccio rispose soltanto che c'erano due tizi incappucciati che l'attendevano con impazienza.
Provò a protestare, ci provò davvero, ma si guadagnò un'occhiataccia dell'insegnante e una strattonata al braccio dal bidello. Egli la condusse fino all'uscita dell'istituto e le chiuse le porte in faccia, Jisoo era visibilmente scioccata.

Intanto i due sconosciuti rivelarono i loro volti levando il cappuccio e beh... non potevano che essere Jimin e Taehyung. Già, proprio quei due.

- Che diamine..!-

- Non c'è tempo Jisoo, tutti in agenzia hanno bisogno di te- la interruppe Taehyung.

Non fece neanche in tempo a ribattere che Jimin se la caricò sulla schiena e le cinse le gambe con le braccia. Jisoo scalciò invano e tirò un paio di deboli pugni alle spalle.

- Mettimi giù, signorino!- borbottò tra un mugolio e l'altro. Jimin se la rideva e correva appresso all'amico che gli faceva strada.
Non era ancora suonata la campanella della ricreazione, eppure i pochi studenti che stavano in cortile non poterono lasciarsi sfuggire una vista del genere. Ridacchiarono e li indicarono scattando anche delle foto, Jisoo si irrigidì.

- Jimin smettila, so camminare da sola. Quelli stanno scattando foto compromettenti!- cercò di spaventare il giovane. Egli dal canto suo non se ne curò.

- Siamo semplicemente due strambi e ti stiamo rapendo, nessuno potrebbe sospettare della nostra vera identità- disse tutto tranquillo, nonostante il fiatone per la corsa. Taehyung si accorse di essere stato superato dal più basso e fece di tutto per raggiungerlo.

- Yah, mi si vedono le mutandine!- esclamò indignata la castana, cercando di tirarsi giù la gonna e rischiando di cadere all'indietro.

Jimin sussurrò uno 'scusa' poco udibile e arrossì all'inverosimile, Taehyung le aggiustò la gonna alla meno peggio beccandosi uno sguardo infuriato da parte di Jisoo.
I piani si erano ribaltati, com'è che ora era Jungkook a rovinarle la vita?







Giunsero in agenzia con delle espressioni stralunate e i vestiti così stropicciati che neanche un uragano avrebbe potuto compiere quel lavoretto.
Jisoo venne scortata dall'adorabile maknae line fino al camerino dei ragazzi, per poi imbattersi in un signor Jeon molto irritato ed esigente. Non fece caso alle smorfie delle altre ragazze, nemmeno a quella piuttosto accentuata di Soo-Yeon.

- Sono arrivata, mister so fare qualsiasi cosa- esordì alludendo al nomignolo della prima notte trascorsa col castano.
Egli incrociò le braccia al petto e soffiò via una ciocca davanti agli occhi.

- Fa' il tuo dovere, clandestina- ribattè in risposta, Soo-Yeon a sentirlo parlare s'incupì: cosa intendeva dire definendola con quel termine?
Si era accorta che Jungkook era lievemente cambiato rispetto ai giorni precedenti, all'inizio si disse che era un bene, poi capì che era un qualcosa legato alla nuova ragazza e si insospettì.
C'erano molte, troppe cose che non sapeva e doveva informarsi a tutti i costi. D'altronde era la fedele truccatrice dei Bangtan, li conosceva fin da quando erano trainee ed era praticamente cresciuta con loro.
Non potevano permettersi di avere segreti con lei o con lo staff, andava contro il contratto.



Il pomeriggio passò in fretta e il conto alla rovescia per la sera giunse al termine, mancavano gli ultimi ritocchi e qualche foto-ricordo e i ragazzi potevano raggiungere la sala concerti dove avrebbero registrato uno degli episodi di MC Countdown.
Gli angioletti erano tesi, passeggiavano nervosamente dietro le quinte del programma e riscaldavano la voce approfittandone del fatto che non avessero ancora i microfoni accesi.

Jisoo osservava Jeon di sottecchi, nascosta in un angolino e con la spalla poggiata al distributore automatico. Nonostante fosse appena trascorsa una delle giornate più orrende del mondo, non riusciva ad odiarlo. Forse non completamente.
Una parte del suo cuore, la più grande, batteva forte, batteva solo per lui.

Era malinconica e sorseggiava la lattina di Coca-Cola quasi con disgusto, poi il ragazzo sembrò avvicinarsi a lei e il cuore pompò d'improvviso litri e litri di sangue verso il petto e le gote.
Dio, il suo sorriso. Ecco, sarebbe potuta morire felice soltanto beandosi di quegli incisivi sporgenti così puerili e delle sue labbra rosee e carnose schiuse in una dolcissima curva all'insù.
Ricambiò il sorriso, convinta che fosse rivolto a lei, e agitò un braccio all'aria tutta euforica, poi si accorse che poco dietro di lei c'era Soo-Yeon e il fiato si bloccò in gola.

Jeon le tirò una spallata involontaria e si posizionò di fronte all'altra ragazza, chiudendo gli occhi e lasciandosi sfiorare le labbra da mani esperte. Jisoo continuò a guardare la scena con un magone che minacciava di soffocarla, sentiva gli occhi pizzicare senza motivo. Soo-Yeon si accorse dello stato d'animo della castana e sorrise beffarda, accarezzando con la mano libera i capelli del giovane per poi passare al viso.
La cosa che più mortificava Jisoo era vedere Jungkook assorto nella sua aura di tranquillità, se fosse stata lei avrebbe sicuramente sbraitato come un bambino troppo cresciuto.
Tornò a bere Coca-Cola fregandosene del conseguente gonfiore allo stomaco, aveva visto troppe scenette e adesso l'unica cosa che voleva fissare era il fondo della lattina.


***
Annyeong popolo!! Lo soooo, sono di nuovo in ritardo TT scusatemi davvero tantissimo, non so proprio cosa dire, è stata una settimana stancante - vi basta pensare che ho dovuto subire due interrogazioni e un compito di matematica di due ore il lunedì, varie interrogazioni e il compito di fisica venerdì scorso e, in generale, ho avuto una sfilza di verifiche per tutta questa settimana. Sapete no? Il quadrimestre e i fastidiosissimi 'porca trota (lol) venite all'interrogazione che mi mancano voti' dei prof TT credetemi, sono davvero distrutta. Fortuna che per adesso stia andando tutto bene *me modalità secchiona* v.v   okay, basta parlare dei miei disagi xD
MA GUARDIAMO UN PO' QUESTI DUE COSI PATATOSI - cioè, spero di aver fatto abbastanza per renderli tali, cause voglio davvero che amiate Jisoo. Giuro che non è soltanto pazzoide e pervertita, è anche una brava ragazza XDXD
Alloooooora, Jeon la fa schiattare. Questo è poco ma sicuro. Eeeee *mini spoiler?*  non ha intenzione di demordere, sebbene stia mostrando i primi segni di gelosia e di... innamoramento? Attrazione? Beh, è inevitabile. Dopotutto è l'unica ragazza che gli gira intorno ventiquattro ore su ventiquattro, prima o poi questo povero cristo dovrà darle retta... vero? XD  Jisoo rappresenta appieno la frase 'Oppa, notice me!'.
Come sempre, ringrazio tantissimo chi segue la storia, chi legge in silenzio, la mia unnie spaventata dagli obbrobri che partorisco e la cara  T O M O M I  che si è fatta risentire dopo un casino di tempo, awww >//< *blushes*   sul serio, mi rendete immensamente felice ^.^
Cos'altro dire?   gente: ma vai via, chi ti caga!   me: mianhaeee---- *scappa a gambe levate dalla folla inferocita*    scherzi a parte, spero continui a piacervi, spero di rallegrare le vostre giornate con questo ammasso di sketch e spero non vi annoiate, dato che spendete un bel po' del vostro tempo nel leggere 'sta roba (mi rendo conto che sono capitoli piuttosto lunghi D:).
Vado via xD  è ora di cena, soooo buona cena a tutti :) bacioniiiii   _MartyK_ <3
   
 
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