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Autore: Ladyhawke83    21/01/2018    2 recensioni
Note: questa breve OS nasce da un prompt per il gioco della tombola indetto dalla pagina Facebook “il giardino di efp”.
Tema del prompt era questo:”A e B si amano, finché …”.
Il mio -finché- qui è rappresentato dal momento della separazione di due innamorati: Gaia e Nak’ell. Il tema centrale è dato dalla partenza di Nak’ell per un viaggio nel tempo, da cui non sa se farà ritorno. Gaia ne è turbata e non vuole lasciarlo, lo ama, e lui ama lei. Si conoscono da quando erano bambini, essendo nati lo stesso giorno.
I personaggi sono sempre i miei della “promessa del mago”, nel fandom di D&D, ma questa piccola storia può essere letta come un’originale fantasy a tutti gli effetti.
Rating Verde
Parole 1435
Coppia Nak’ell Gaia
Genere fantasy
Spero di aver scritto qualcosa di decente.
Buona lettura.
Ladyhawke83
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The magician's promise'
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Viaggio nel passato.

 

Nak’ell amava Gaia, l’aveva sempre amata, in modo diversi forse, dapprima come compagna di giochi, poi come amica ed infine come ragazza, ma tutti quegli anni insieme a lei erano permeati d’amore.

E lei amava lui, anche se il mezzelfo in quel preciso momento iniziava a dubitare che fosse così.

“Tu non puoi partire, punto e basta” Disse lei in tono secco e la faccia imbronciata, con le labbra all'ingiù come fanno i bambini.

“Perché amore, ti ostini a non capire?” Chiese Nak’ell cercando di abbracciarla, ma la giovane sgusciò via dalle sue braccia continuando le proprie rimostranze.

“Certo che capisco! E sai cosa capisco? Che tu vuoi lasciarmi!” Gaia agitò il dito davanti al ragazzo con fare accusatorio, ma in realtà le tremava la voce dall’emozione.

“Io non voglio lasciarti, amore, solo non ho scelta…” Le ripetè lui, accarezzandole le spalle.

“Potevi scegliere di restare…” sul viso di lei si disegnò un’espressione rassegnata e addolorata.

“E non chiamarmi amore, non tentare di rabbonirmi con la dolcezza…” concluse Agata e gli occhi azzurri, per un attimo si fecero di fuoco.

“Sai che non posso restare… è pur sempre di mia madre che si tratta”. Parlò piano lui, cercando di non dire più la parola che lei non voleva sentite, anche se gli risultava difficile non riferirsi a lei così. Amore era diventata la sua parola preferita perché aveva i contorni del suo viso e il suono della sua voce.

Gaia era tutto per lui, il suo mondo, la sua metà, la sua coscienza. 

Nak’ell non riusciva ad immaginarsi una vita senza lei, sospirò pensando all’anello che aveva nella scarsella, con quello le avrebbe chiesto di sposarlo, ma ora come avrebbe potuto farle una tale proposta? 

Certo non nel momento in cui doveva partire, senza sapere quando, e se, sarebbe tornato? 

Avrebbe atteso ancora e, una volta che fosse tutto finito, avrebbe fatto di lei sua moglie e, poco gli importava che avessero solo diciotto anni, o che lui fosse un mezzelfo e Gaia fosse una figlia di Adamo, Nak’ell sentiva che lei era la ragazza giusta, lo aveva sempre saputo.

“Tua madre… appunto! Non può andare tuo padre solamente?” Chiese lei, interrompendo il filo dei suoi pensieri.

“No, Gaia, te l’ho già spiegato, questo viaggio è rischioso e mio padre ha bisogno di qualcuno che lo guidi e che lo possa curare, io sono anche un druido ricordi? Potrebbe aver bisogno di me dall’altra parte..” Le ripeté di nuovo lui, per l’ennesima volta, cercando di risultare il più convincente possibile.

“Mi basta sapere che questo viaggio è pericolo, non mi serve altro, tu non ci andrai… io non voglio…” Disse Gaia ostinata, anche se sulle ultime parole, parve sul punto di  piangere.

“Anche io non voglio lasciarti, davvero…” Ammise lui, e i suoi occhi smeraldo erano lo specchio della sincerità.

La strinse, nonostante le sue deboli proteste, e appoggiò le labbra sulla sua testa, annusando, nel contempo, il profumo dolce dei suoi capelli scuri.

Gaia, così minuta rispetto a lui, che era più slanciato, quasi scomparve in quell’abbraccio, facendosi piccola piccola. Le lacrime iniziarono a premere per scivolare fuori, bagnando le sue guance, e lei, pur non volendo si ritrovò a singhiozzare sentendosi patetica.

“Non piangere, amore… ti prometto che tornerò presto, non avrai neanche il tempo di cantare una ballata, che io sarò già qui”. Il mezzelfo le carezzò i capelli, scendendo ad asciugarle le lacrime, lei sorrise, ma il cuore era gonfio di tristezza e paura, paura per lui, e per il loro futuro incerto.

“E se tu non dovessi tornare? E se morissi?” Chiese lei, con gli occhi arrossati e tristi.

“Non mi succederà nulla, e tornerò… sai che torno sempre da te, sei la melodia della mia anima, non potrei mai starti troppo lontano”. La tranquillizzò lui, portandosi la mano di lei all’altezza del cuore.

“Mi mancherai zuccone, promettimi di stare attento!”. Gaia gli sorrise dolcemente, asciugandosi le lacrime dal viso con la manica.

“Promesso. E adesso vieni qui…”. Nak’ell la tirò a sé baciandola con passione, lei, però, si staccò quasi subito da lui, un po' a disagio. Il mezzelfo la guardò senza capire.

“Tuo padre… tuo padre ci sta guardando”. Sussurrò la ragazza, spostandosi i capelli dietro le orecchie, un lieve rossore comparve sul suo volto.

“Non sono più un bambino, Gaia... Posso baciare la mia ragazza davanti a mio padre…”. Le rispose lui, con uno sguardo malandrino, ignorando volutamente la presenza del genitore alle sue spalle.

“Ma io mi vergogno!” Ammise lei, con imbarazzo sempre più crescente.

“Se fosse l’ultima volta che mi vedi, mi rifiuteresti un singolo bacio, solo perché mio padre ha un tempismo perfetto?”. Il druido mezzelfo, con quelle parole voleva far leva sulle emozioni confuse di lei, per strapparle un altro bacio. Nak’ell in fondo non sapeva quando avrebbe potuto di nuovo assaggiare quelle sue labbra dispettose, quindi si disse che non doveva sprecare quel momento.

“Beh… no, penso di no…” Rispose lei, esitante, ma nei suoi occhi celesti il ragazzo poté leggere il timore di Gaia di perderlo, insieme al desiderio.

“Non sarà l’ultima volta, ma adesso baciami, che il tempo incalza…”. Le chiese Nak’ell, e nella sua voce vi era una certa urgenza, unità ad un pizzico di nervosismo per ciò che lo attendeva dall’altra parte, e che il ragazzo ignorava completamente.

Non era la prima volta che suo padre viaggiava indietro nel tempo, ma per il giovane mezzelfo era la prima volta, e per quanto provasse a fare lo spavaldo, sotto sotto, era terrorizzato.

E se qualcosa fosse andato storto nell’incantesimo?

Se si fosse perso per sempre nel meandri del tempo e dello spazio, senza poter ritrovare la strada di casa?

Se, per errore, si fosse disintegrato in mille pezzi, invece di giungere nel passato di sua madre tutto intero?

Nak’ell scacciò via quei cupi e nefasti pensieri e baciò di nuovo, ma delicatamente, la ragazza che da sempre possedeva il suo cuore. Gaia arrossì, sentendo lo sguardo di Simenon Vargas, impaziente, su di loro, ma non lo allontanò, anzi, si impresse quella sensazione nella mente, voleva ricordare ogni cosa, ogni segno, ogni odore, ogni carezza, prima di separarsi da lui, forse per sempre.

“È ora…” Disse solo Vargas, suo padre, avvicinandosi alla coppia.

“Lo so” Rispose spazientito Nak’ell.

“Se non te la senti, non posso certo costringerti figlio mio”.  Gli ricordò il mago Vargas, in un raro momento di empatia verso di lui.

“È di mia madre, che si tratta, quella stessa madre che a stento ricordo, e che è morta da più di dieci anni. Certo che me la sento, tenterei questo viaggio anche solo per poterla riabbracciare…”. Disse convinto il mezzelfo, che in quel momento mostrava la stessa fierezza e determinazione di suo padre.

“Allora andiamo… Gaia…” Simenon Vargas fece un lieve inchino alla ragazza, la quale strinse forte la mano di Nak’ell e lo guardò con occhi lucidi.

“A presto” La salutò lui, ricambiando silenziosamente quella stretta di mano.

“Non combinare guai mentre sono via!” Le gridò ancora mentre si allontanava da lei, con passo lento.

“Neanche tu…” lo rimbeccò Gaia, sforzandosi di sorridere, mentre agitava la mano in segno di saluto.

“Ti amo…” sussurrò infine lei, ma Nak’ell non poté sentirla, lui e suo padre, erano già andati oltre le case del villaggio.

“Le hai già fatto la proposta?” Chiese d’un tratto suo padre, rompendo quel silenzio carico di tensione e di aspettative.

“Come… come fai a saperlo?” Domandò Nak’ell visibilmente sorpreso ed un po' impacciato.

“Sono tuo padre, certe cose le capisco… e poi ti ho visto trafficare stamani con quell’anello, mentre provavi il discorso…”. Il mago non sembro affatto contrariato dalle intenzioni del figlio, anzi sembrava quasi emozionato.

“Ah… ecco, no, non ne ho avuto il coraggio, non so se mai tornerò da lei. Non voglio fare promesse che non posso mantenere”. Nak’ell in quel momento sembrò molto più maturo per la sua età e Vargas, rivide se stesso nelle parole del figlio.

“Tornerai, fosse anche l’ultima cosa che faccio, ma ti prometto che ti rimanderò da lei”. Suo padre gli mise una mano sulla spalla in un gesto affettuoso.

“Ho fatto una promessa a tua madre anni fa’ ed intendo mantenerla, non importa se nel passato, o nel futuro…” Dichiarò il mago dagli occhi scuri come una notte d’inverno.

La pietra del viaggiatore, che Simenon Vargas portava sempre al collo, si illuminò di un’intensa luce azzurra, e così anche le sue dita e le iridi, che per un secondo mutarono colore, poi il mago prese per mano il figlio, pronunciò la parola dell’incantesimo, ed entrambi sparirono in una nuvola di polvere ed aria.

 

 

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Note: questa breve OS nasce da un prompt per il gioco della tombola indetto dalla pagina Facebook “il giardino di efp”.

Tema del prompt era questo:”A e B si amano, finché …”.

Il mio -finché- qui è rappresentato dal momento della separazione di due innamorati: Gaia e Nak’ell. Il tema centrale è dato dalla partenza di Nak’ell per un viaggio nel tempo, da cui non sa se farà ritorno. Gaia ne è turbata e non vuole lasciarlo, lo ama, e lui ama lei. Si conoscono da quando erano bambini, essendo nati lo stesso giorno.

I personaggi sono sempre i miei della “promessa del mago”, nel fandom di D&D, ma questa piccola storia può essere letta come un’originale fantasy a tutti gli effetti.

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Coppia Nak’ell Gaia

Genere fantasy 

Spero di aver scritto qualcosa di decente.

Buona lettura.

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