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Autore: ELIOTbynight    21/01/2018    3 recensioni
"Baekhyun vide a un metro da sé un ragazzo alto, appena paffuto in viso ma dal fisico asciutto, che teneva in mano una scopa e lo guardava fisso con quei suoi grandi occhi tondi.
- Sei fottutamente bello.-
Quella frase mormorata stranì Baekhyun, che fece d’istinto un passo indietro e tenne il cappotto stretto tra le braccia, ricambiando quell’occhiata insistente con la fronte aggrottata.
- Ch-Che hai detto? Come ti permetti?- sbottò, guardandolo dall’alto in basso."
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Iniziativa: Questa storia partecipa al “Neon Lights” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 3.867
Prompt: Neon 41







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Quando Byun Baekhyun fu sbattuto fuori dal taxi, sotto la pioggia serale e senza un soldo in tasca, capì che il mondo gli era crollato addosso per davvero.
- Brutto stronzo!- esclamò con un tono di voce più alto di un’ottava o due rispetto al normale.
Si strinse nel cappotto lungo e pesante e con cipiglio guardò l’auto allontanarsi in fretta, nel traffico di una città che sul momento non riconobbe nemmeno.
Con la mente ripercorse tutti gli avvenimenti che l’avevano portato a quel punto: la telefonata a casa, la partita alla play station interrotta, le urla di suo padre e la voglia compulsiva di shopping estremo per togliersi di dosso lo stress. Non gli aveva creduto, quando suo padre lo aveva ricoperto di insulti e imprecazioni a vedersi prosciugare il conto in banca da suo figlio. “Ho solo preso in prestito qualche centinaio di won per il mio party!” aveva ribattuto Baekhyun, anche se in realtà si era trattato di molto più denaro. Per ripicca, aveva speso tutti i soldi rimasti sulla carta di credito del padre, comprando quel cappotto di marca che ora rappresentava la sua unica consolazione e non avendo più nulla per pagare il viaggio di ritorno in taxi. Dopo un’altra sfuriata dall’autista, eccolo a battere i piedi per terra dalla rabbia, avvolto in quel cappotto troppo grande ma perfetto per la sua vendetta personale.
Tutto quello che voleva era solo essere trattato bene e avere soldi da spendere per i suoi “bisogni”. Era chiedere troppo?
Restò impettito sul marciapiede per un lungo minuto, senza la minima idea di che cosa fare. Si guardò solo un po’ intorno: le auto viaggiavano svelte per la strada in mezzo a luci fastidiose di vari colori, la pioggia era forte e creava pozzanghere enormi su cui ogni tanto qualcuno che andava di fretta camminava e schizzava verso di lui, il quale si spostava irritato. Si voltò su se stesso e vide una fila di palazzi tutti uguali, pieni di portoncini dentro cui ogni tanto si infilava qualcuno velocemente.
A quell’ora non poteva certo permettersi di restare in quella zona buia e minacciosa, perciò Baekhyun sbuffò frustrato ed iniziò a camminare, pur non avendo la più pallida idea della direzione che aveva preso. Andava tutto male, malissimo, ed era a pochissimo dal piantare uno strillo d’aquila per il nervosismo.
Da un angolo si avvicinò un gruppetto di ragazzi rumorosi e vestiti di nero, al che Baekhyun trasalì dallo spavento e si rifugiò nel primo posto che gli capitò sotto gli occhi: un anonimo bar con un’insegna al neon dondolante e sgangherata di cui non si riusciva a leggere la scritta, siccome era spenta. Baekhyun, senza neanche darsi un’occhiata in giro, rabbrividì dal freddo – quel cappotto non teneva nemmeno caldo, con quello che era costato, e cominciò a toglierselo aggiustandosi i capelli con un gesto civettuolo. Quando alzò lo sguardo, vide che era capitato in un bar piccolo e un po’ vecchio, ma almeno faceva un piacevole calduccio.
Ma prima di produrre altri pensieri su quale bellissima o pessima idea era stata entrare lì dentro, Baekhyun vide a un metro da sé un ragazzo alto, appena paffuto in viso ma dal fisico asciutto, che teneva in mano una scopa e lo guardava fisso con quei suoi grandi occhi tondi.
- Sei fottutamente bello.-
Quella frase mormorata stranì Baekhyun, che fece d’istinto un passo indietro e tenne il cappotto stretto tra le braccia, ricambiando quell’occhiata insistente con la fronte aggrottata.
- Ch-Che hai detto? Come ti permetti?- sbottò, guardandolo dall’alto in basso.
L’altro, presumibilmente un cameriere da come era vestito, sobbalzò ed arrossì, rendendosi conto solo in quel momento della frase inopportuna e leggermente volgare che aveva appena sputato fuori.
- Oh!- fece, muovendosi a sua volta indietro di un passo. - Scusa, io … Benvenuto, vuoi accomodarti?- aggiunse, accennando un sorriso e indicandogli cortesemente un tavolino.
Baekhyun lo scrutò ancora con perplessità, poi andò a sedersi ad un tavolo diverso poco distante e porse il cappotto al ragazzo. - Non sgualcirlo, mi raccomando!- disse, sospirando poi rassegnato mentre si metteva comodo e si guardava ancora intorno, spaesato.
Il cameriere lo guardò con un sopracciglio alzato, prima di annuire ed appendere il cappotto vicino alla porta. Tornò al tavolo e sfoderò un sorriso più sicuro e cordiale, sperando di contagiarlo. - Cosa posso portarti?- chiese con le mani dietro la schiena.
- Una tisana di tiglio e malva andrà benissimo.- rispose Baekhyun, senza neanche guardarlo in faccia e smanettando con il suo cellulare di ultima generazione, che aveva tra l’altro la batteria quasi scarica.
Il ragazzo sbatté gli occhi e si mise a ridere, suscitando l’irritazione del suo cliente.
- Cosa ci trovi di divertente?- domandò quello, accigliato.
Riprendendosi dalla risata, il cameriere rispose: - Qui non facciamo tisane, non ne abbiamo. Ti sei guardato in giro?-
Confuso, Baekhyun lo fece. - Certo, perché?-
- Temo che non sia esattamente il tipo di locale a cui sei abituato.-
Il più basso roteò gli occhi, lasciandosi andare sulla sedia e massaggiandosi le tempie. - Oh, maledizione … -
Il cameriere l’osservò e si abbassò un poco, senza smettere di sorridergli. - Però, se hai bisogno di rilassarti e riprenderti da tutta quella pioggia … Jongin fa un cappuccino eccezionale, come quello italiano.-
Baekhyun non perse tempo a chiedersi se Jongin fosse un barista e se effettivamente il suo cappuccino fosse così buono, ma l’espressione di quello spilungone gli trasmetteva sicurezza, uno sprazzo di serenità in mezzo a tutta la tensione della giornata.
- D’accordo.- si arrese dunque, sbuffando e appoggiandosi al tavolo con i gomiti.
Il cameriere annuì e si inchinò educatamente, prima di tornare al bancone e comunicare l’ordine al suo collega.

Quel ragazzo aveva ragione: gli aveva portato un cappuccino buonissimo. Era il primo evento positivo dopo mille disgrazie e Baekhyun riuscì finalmente a rilassarsi un po’.
Da dietro il bancone, il cameriere l’osservava rapito, con il mento su una mano. Jongin gli diede una gomitata.
- Che c’è?- bisbigliò il primo ad occhi sbarrati.
- Dai, è tutto tuo.- lo incitò il collega. - Ci siete solo voi, se non ne approfitti adesso sei uno stupido.-
- A chi dai dello stupido?!-
- Avanti, hai capito.-
Jongin lo spinse appena per la spalla, facendolo irrigidire. L’amico sospirò, ma sorrise di sottecchi: in effetti, se non ci avesse provato, se ne sarebbe decisamente pentito.
Tornò accanto all’unico cliente della serata e si rivolse a lui gentilmente. - Ti piace?-
Baekhyun sollevò gli occhi dalla tazza e lo scrutò brevemente, come per assicurarsi che meritasse la sua fiducia, ed annuì posando la tazza sul tavolo.
- Sono contento.- rispose l’altro, allargando il suo sorriso. Baekhyun lo guardò incuriosito, senza però dire nulla.
- Allora … - esordì dunque il ragazzo, sedendosi sul bordo del tavolo. - Cosa ti ha portato in questo buco in questa serata di pioggia?-
- Mi ispirava il posto.- mentì spudoratamente l’altro, evitando di guardarlo negli occhi troppo a lungo.
- Con l’insegna rotta e la porta che scricchiola?- fece l’altro, ridendo. - Scusa, ma non ci credo. Deve essere stato qualcos’altro.-
- Perché ti interessa?- sbottò ancora Baekhyun.
Il ragazzo gli sorrise dolcemente. - Perché un tipo così bello ed elegante come te non entrerebbe mai qui dentro, a meno di non avere qualche brutto pensiero per la testa.-
Baekhyun lo fissò meravigliato, non abituato ad un complimento simile. Non detto con quello sguardo così gentile e sincero, almeno. Arrossì di colpo e si schiarì la gola, prendendo la tazza e poi un sorso di bevanda per non far notare il suo imbarazzo, anche se era piuttosto evidente. Il cameriere ridacchiò intenerito e si sedette di fronte a lui, per poi appoggiare i gomiti sul tavolo e concedergli tutta la sua attenzione.
- Immagino di trovarmi nella scena di qualche film scadente in cui il protagonista racconta le proprie disavventure al primo sconosciuto che capita … - commentò allora Baekhyun con sufficienza, dopo aver rapidamente finito il suo cappuccino.
A quel ragazzo, però, non importava quanto lui rimanesse sulla difensiva. Era lì, con gli occhi ben aperti e curiosi e quelle assurde orecchie a sventola pronte ad assorbire ogni parola del suo racconto. Baekhyun pensò che parlare e sfogare la sua frustrazione nei confronti dell’universo non poteva essere così male, se ad ascoltarlo c’era quel giovane cameriere così gentile. Raccontò tutto, dal principio fino a quando era entrato lì, e più il ragazzo annuiva e dava segni di comprensione, più Baekhyun aveva voglia di continuare e si sentiva tranquillo.
- Ah, gran brutta faccenda … ma tu non lavori?- domandò lo spilungone.
- Perché dovrei?- alzò le spalle l’altro. - Sono ricco. Non oggi, ma lo sono.-
Il cameriere annuì in fretta, con un sorrisetto ironico e tirato. - Ah, certo, dimenticavo … -
Solo allora, quando ormai aveva raccontato tutto di sé, Baekhyun ebbe l’impulso di interessarsi a qualcuno che non fosse se stesso.
- Come ti chiami?-
- Io? Mi chiamo Chanyeol.- rispose l’altro, gongolando felice per aver suscitato l’interesse del suo nuovo cliente preferito.
- È tuo questo posto, Chanyeol?- chiese ancora Baekhyun, dandosi un’occhiata in giro.
Chanyeol annuì. - Sì, ma non da molto … e non so se riuscirò a mantenerlo.-
- Capisco … - commentò soltanto il più basso, con espressione pensierosa.
Il più alto invece lanciò un veloce sguardo al bancone, dove Jongin stava asciugando dei bicchieri e smise per fare un segno d’approvazione con la mano all’amico. Chanyeol seppe di dover cogliere la palla al balzo.
- Senti, ehm … - iniziò, ma all’improvviso si imbarazzò tantissimo ad avere gli occhi dell’altro su di sé.
Sospirò e proseguì: - Non so esattamente che tipo sia tuo padre, ma se riesci a rimediare i soldi da restituirgli, dovrebbe perdonarti, giusto? Potresti vendere qualcosa … tipo quello.-
Indicò il cappotto costosissimo che indossava il più basso prima, suscitando però il suo disappunto.
- Ce ne sono di più economici che tengono molto più caldo, sai?- aggiunse allora Chanyeol, tentando di essere convincente.
Baekhyun sembrò rimuginarci sopra ed infine scrollò le spalle, accennando una smorfia simile ad un sorriso, anche se Chanyeol non poteva esserne sicuro.
Il cliente si alzò in piedi, intenzionato ad andarsene, e frugò nelle tasche con la fronte corrucciata. Era evidente che voleva pagare il cappuccino, ma Chanyeol si affrettò a sollevare una mano con un sorriso rassicurante: - Per stavolta offro io.-
- Grazie.- fece soltanto Baekhyun con tono solenne, andando poi a rimettersi il cappotto sotto gli occhi perplessi di Chanyeol. Quest’ultimo gli andò vicino, quasi angosciato all’idea di vederlo uscire.
- Aspetta, tu come ti chiami?- gli domandò d’impulso.
Il cliente lo guardò per un attimo e gli sorrise. Stavolta era un sorriso chiaro e riconoscente, dolce e in grado di scaldare il cuore. - Mi chiamo Baekhyun.- rispose, prima di tornare fuori al freddo, sotto la pioggia.
Chanyeol restò impalato sul posto per un lungo momento, prima di girarsi verso il suo collega al bancone.
- Hai visto? Mi ha sorriso …!-
Al tono sognante dell’amico, Jongin scoppiò a ridere, mentre fuori Baekhyun si faceva coraggio e chiedeva indicazioni per la via casa ad una signora, per poi fare qualche fermata in autobus senza biglietto e sentirsi un grande idiota.

Persone come Chanyeol erano difficili da incontrare, o almeno così pensava Baekhyun. Finì per rifletterci a lungo e quando ebbe un’idea per rimediare al suo guaio si sentì di nuovo un genio.
Un pomeriggio apparentemente tranquillissimo, Chanyeol stava dando una pulita ai tavoli quando la porta si aprì e il visetto un po’ dispettoso di Baekhyun apparve.
- Hey, sei tornato!- esclamò il cameriere vedendolo.
L’altro rimase sulla porta e sorrise in modo enigmatico. - Certo che sono tornato … e non da solo!-
Se già Baekhyun sembrava completamente un’altra persona, con quella frase si portò dietro ancora più mistero e Chanyeol lo fissò con la fronte corrugata … ma il suo sguardo si fece pieno di sorpresa quando altri cinque, no, dieci, anzi almeno venti ragazzi fecero il loro ingresso trionfale nel piccolo locale. Erano rumorosi, anche se ad una seconda occhiata sembravano fatti della stessa pasta di Baekhyun: abituati ad un certo ambiente, vestiti bene e con tanti soldi in tasca.
- Sorpresa! Oggi gli affari voleranno!- esclamò il ragazzo, avvicinandosi ad un meravigliatissimo Chanyeol con un sorriso a fior di denti che era adorabile a livelli galattici.
- Ehm … - cominciò il più alto, notando con la coda dell’occhio che Jongin dietro il banco era già in difficoltà. - Credo che chiamerò Sehun.-
Si precipitò verso il banco a recuperare il blocchetto delle ordinazioni, ma intanto sorrise incredulo verso Baekhyun, il quale non comprese molto le sue parole, ma poteva ritenersi soddisfatto e soprattutto con la coscienza pulita. Fece spallucce e tornò in mezzo ai suoi amici, vantandosi di aver mandato indietro la palla da discoteca e la macchina del fumo per offrire loro il miglior cappuccino della città. “Un party alternativo”, l’aveva chiamato.
Tutti riuscirono a sedersi e ordinarono qualcosa, per mettere alla prova la strana idea del loro amico. Jongin non si separava mai dalla macchina del caffè e Chanyeol volava da un tavolo all’altro senza stancarsi, prendendosi solo ogni tanto un istante per ammirare il volto di Baekhyun perso in chiacchiere o accartocciato dalle risate.
Dopo un tempo imprecisato, il cameriere si prese una pausa e si sedette sullo scalino storto fuori dalla porta d’ingresso con una birra in mano. Inspirò l’aria fresca del tardo pomeriggio e con piacere si spostò un poco quando notò che anche Baekhyun era uscito.
- Vuoi sederti?-
- No, ti ringrazio.- scosse il capo il più basso, avvolgendosi bene la sciarpa intorno al collo e abbottonando la giacca.
Chanyeol prese un sorso di birra e lo osservò per un lungo momento. - E il cappotto?-
- L’ho restituito!- trillò l’altro allegro. - Avevi ragione, questa è più calda e comoda … -
Il cameriere rispose solo con un sorriso, di quelli di circostanza e senza una ragione precisa dietro, o forse talmente tante da non potersi definire.
- Perché l’hai fatto?-
La sua domanda fece cadere il silenzio, prima che Baekhyun si stringesse nelle spalle.
- Beh … tu mi hai aiutato e io ho voluto aiutare te. Potrai mantenerti il bar almeno per un altro mese!- fece lui, dondolando un po’ sul posto. - Se fossi in te, gonfierei un po’ i prezzi per il secondo giro … ma io non ti ho detto niente!-
Baekhyun ammiccò e Chanyeol dovette frenarsi dal prendere un altro sorso di birra, altrimenti era sicuro che gli sarebbe andata di traverso.
Quel ragazzo era bellissimo, splendente come una stella. Certo, viveva in un mondo luminoso di lusso e sfizio; che lui fosse la stella più brillante era abbastanza naturale.
E invece lui era solamente un illuso sognatore, senza un granché da spendere ma tanto da dare a partire dal cuore e dalla mente.
- Grazie, Baekhyun.- mormorò con gli occhi grandi e intensi che sorridevano più delle sue labbra tirate verso l’esterno.
Il ragazzo ne fu a dir poco abbagliato ed arrossì leggermente senza rendersene conto. Nessuno era mai stato così spontaneo e senza pregiudizi fin dalle prime parole, per non parlare del fatto che dei suoi capricci e della sua puzza sotto il naso non gliene era importato nulla. Chanyeol era un tipo speciale, tutto sommato, e dolcemente gli sorrise.
E mentre la cassa del bar cantava, Sehun era arrivato in fretta a dare una mano ai suoi colleghi con le ordinazioni e con il locale e senza di lui le cose sarebbero andate a rotoli, soprattutto considerando quanto fossero caotici e poco umili i clienti di quella giornata. Dopo il primo giro, spesso le bevande venivano mandate indietro perché non soddisfacevano il palato altrui, o peggio finivano rovesciate per terra per pura ripicca. Per non parlare di come si lamentavano dei prezzi o di come cadeva a pezzi quella “catapecchia”.
Purtroppo, per il proprietario del locale, ciò rappresentò presto un incubo.
- Che diavolo sta succedendo?- mormorò tra sé con disappunto, mentre tornava dentro il locale e si dirigeva subito verso il bancone. Si consultò velocemente con Sehun e Jongin, che apparivano esausti ed esasperati anche agli occhi di un Baekhyun a dir poco stupito.
Proprio in quel momento, un forte rumore acuto spezzò l’aria e gli occhi di tutti puntarono verso la porta di vetro del bagno, ora frantumata in mille pezzi perché un tizio vi aveva dato una gomitata per sbaglio mentre si spintonava con un suo amico.
Chanyeol spalancò gli occhi e divenne livido di rabbia. - Ma che cazzo state facendo??- sbottò, camminando ad ampie falcate per esaminare il danno.
Baekhyun si avvicinò, ma restò a qualche metro di distanza. Trasalì e sobbalzò quando la prima persona con cui il ragazzo si arrabbiò fu proprio lui.
- Baekhyun, che razza di persone mi hai portato?- cominciò, dapprima calmo ma poi alzando il volume della voce profonda. - Sono questi gli idioti che frequenti? E anche tu hai l’abitudine di trattare posti come questo come se fossero spazzatura?-
Era vero. Durante le feste a casa sua o di qualcun altro di loro, il rispetto per il luogo in cui si trovavano non esisteva. Erano tutti ricchi, abituati ad avere sempre dietro qualcuno che coprisse loro le spalle o ripulisse i loro disastri. Baekhyun non era da meno e se stava pian piano imparando a migliorare quel lato di sé, grazie all’incontro con Chanyeol, per i suoi amici non poteva dire lo stesso.
- Ma … io volevo aiutarti!- fu solo in grado di dire l’altro.
- Vuoi davvero aiutarmi? Allora vattene.- sibilò il più alto, tremando per trattenersi dal tirare un pugno a qualcuno. - Vattene e porta via con te questa banda di imbecilli. Non permetto a nessuno di danneggiare il mio locale, trattare male chi ci lavora o schifare quello che facciamo.-
Aveva ragione e Baekhyun lo sapeva, lo sapeva perfettamente. Eppure, con una leggerezza fatale, aveva permesso che il suo mondo entrasse in collisione con quello del tutto diverso di Chanyeol, senza calcolare le conseguenze. Non aveva funzionato.
Le linee del suo viso si fecero dure dalla tensione. Non disse niente che potesse peggiorare le cose, si limitò con un gesto di stizza a far segno a tutti i suoi amici di andarsene senza pagare. Voleva solo sparire, da quanto si vergognava. Non parlò con nessuno e in pochi minuti il locale era sporco, disordinato e di nuovo vuoto.
Chanyeol sospirò e pensò che non avrebbe potuto riparare la porta del bagno facilmente. Se non avesse cacciato Baekhyun e gli altri, forse sarebbe stato pagato e …
- Ah, fanculo!- diede un calcio a una sedia e si accasciò contro il muro, venendo consolato poco dopo dai suoi colleghi.

A pensarci più tardi, Baekhyun sembrava proprio suo padre, mentre si arrabbiava con i suoi amici che gli avevano fatto fare una bruttissima figura. Ripeteva che Chanyeol non si meritava quel trattamento, quando appena la settimana precedente lui stesso si lavava le mani di ogni pasticcio che combinava soltanto perché era ricco. Non lo riconoscevano più; alcuni glielo rinfacciarono e altri restarono semplicemente basiti. Che cosa gli era successo, da cambiarlo in quel modo?
Alla risposta ci arrivò solo dopo qualche altro giorno di riflessione: aveva incontrato qualcuno che gli aveva insegnato in poche parole che cosa era davvero importante nella vita e ciò non corrispondeva certo a quello che aveva sempre messo Baekhyun in cima alla lista delle sue priorità.
Non gli importò di vedere ancora quei damerini almeno per bel po’, dal momento che gli ricordavano il moccioso capriccioso e viziato che era. Se ne restò in solitudine a pensare, ma più cercava una soluzione al suo guaio e più si concentrava solo su Chanyeol, il suo sorriso con la birra in mano e la sua rabbia a veder trattare male il proprio bar. Era proprio quel ricordo a fare più male a Baekhyun e una sera non ce la fece più: sarebbe tornato in quel piccolo locale a chiedergli scusa in ginocchio; era il minimo che poteva fare.
Tuttavia, quando scese dal taxi, restò senza fiato.
L’insegna al neon sempre spenta e dondolante era stata evidentemente sostituita con una nuova. Brillava di una luce soffusa azzurra e, una volta letta la frase, Baekhyun si mise naturalmente a ridere.
Ricordò il primo incontro con quel cameriere troppo alto e dalle orecchie troppo a sventola, ma dal sorriso dolce e dal carattere speciale. Ricordò le prime parole che gli aveva rivolto quando era entrato per ripararsi dalla pioggia … e il cuore cominciò a battergli forte. All’improvviso, non era mai stato così felice di ammettere le proprie colpe e chiedere scusa.
Entrò piano e fece un cenno di saluto a Jongin, fedelmente al lavoro dietro il bancone. Il ragazzo ricambiò il gesto ed indicò il collega che stava uscendo dal bagno, la cui porta era stata riparata.
- Oh, ciao.- fece il più alto, andandogli incontro con calma.
Baekhyun si tolse la giacca e la appese con educazione, procedendo poi in sua direzione.
- Ciao. Sono qui per scusarmi.- esordì, con lieve imbarazzo. - Mi dispiace di averti dato tutti questi problemi. Sono solo uno stupido, che oltre ai soldi non conosce niente della vita vera. Tu mi hai aiutato e io invece non sono riuscito a fare che casini.-
Si torturava le mani e teneva la testa bassa, accentuando ancora di più la loro differenza d’altezza. Chanyeol lo osservò in silenzio, per poi commentare:
- Ok … scuse accettate.-
Baekhyun corrugò la fronte: - Come, tutto qui?-
- Sì.- l’altro fece spallucce e si girò appena per indicargli il bagno. - I tuoi amici sono tornati qualche giorno fa a pagare tutto quello che avevano preso l’altra volta … con un po’ di interessi per la porta del bagno.-
Il più basso ne restò sinceramente impressionato e il suo viso si illuminò dalla sorpresa.
- Ah … b-bene!-
- Già, quindi penso che vada bene così.- concluse Chanyeol, sorridendogli appena.
Tutto sommato gli sforzi di Baekhyun non erano andati sprecati, perciò quest’ultimo annuì e si trattenne dal sorridere a sua volta in modo troppo aperto. Non pensava di poterselo permettere.
- Ho … ho visto che hai cambiato anche l’insegna … - mormorò invece, arrossendo un poco.
Anche Chanyeol arrossì ad occhi spalancati, ma stavolta era così evidente che Baekhyun dovette trattenersi sul serio dallo scoppiare a ridere.
- Sì, l’ho cambiata.- si limitò a confermare, guardando in basso e dondolando con i piedi. - T-Ti piace?-
Per tutta risposta, Baekhyun fece due passi in avanti ed afferrò il colletto della sua vecchia camicia da cameriere, per poi posare un riconoscente bacio sulla sua guancia e farlo crepare di imbarazzo.
- Mi piace tantissimo.- disse poi con un sorriso, e quella frase ebbe il potere di sciogliere tutta la tensione tra loro come lo zucchero nel caffè.

Un mese dopo, i due bevevano birra da una bottiglia seduti fuori dal bar, chiacchierando di tutto e di più. Ogni tanto si scambiavano un bacio, una gomitata, un dispetto o un abbraccio.
Sopra di loro, l’insegna azzurra funzionava ancora e illuminava le loro teste.




*





Amici e amiche, Eliot è instancabile anche senza più vita sociale! Fanwriter.it non smette di sfornare iniziative e prompt bellissimi e anziché dedicarmi ai soliti XiuChen (di cui c'è una raccolta in corso, andate a dare un'occhiata!), ho dato un po' del mio amore e del mio fluff ai ChanBaek, che amo tanto.
Che ve ne pare? Vi è venuta la carie per bene dalla dolcezza? Good.
Lasciate un segno della vostra lettura e ditemi che cosa ne pensate. Un bacione!

Eliot ;D
   
 
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