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Autore: shywr1ter    21/01/2018    0 recensioni
Due omicidi, entrambi di ex SEAL, riuniscono due cugini a un continente di distanza.
Crossover tra la prima serie di Dark Angel e NCIS. Ambientato intorno all’anno 2020 nel mondo di Dark Angel. Max/Logan.
ATTENZIONE: questa storia è stata scritta nel 2006.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan 'Eyes Only' Cale, Max Guevara
Note: Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Traduzione a cura di: AryYuna
Betato da: Serpentina


   L’originale di questa storia può essere trovato qui .

   DISCLAIMER: Lo stesso di tutti gli altri capitoli


    Il vero Cupido porta la barba



   SEATTLE, WASHINGTON. 14 febbraio 2020, 11:57 am.
  
  Settore Cinque. Jam Pony.
  

  La giornata era stata frenetica; la giornata più piena dell’anno, in un’economia che sembrava cercare di risalire lentamente, aveva lasciato la sede Jam Pony praticamente vuota, visto che tutti i messaggeri erano impegnati nelle consegne; gli unici suoni erano il telefono, Normal che non poteva offrire nessuna certezza ai clienti dell’ultimo minuto al di fuori di qualche promessa di fare del suo meglio, e i sibili e scricchiolii dei postini che venivano di tanto in tanto a consegnare le ricevute firmate e a ritirare il pacco successivo. Cindy e Max erano arrivate al lavoro alle cinque del mattino; gli altri verso le sei, e tutti avevano corso più miglia quella mattina del resto della settimana. Le due coinquiline, pertanto, lavoravano già da sette ore buone quando finalmente fu mezzogiorno.
  « Non c’è da stupirsi che il cioccolato sia una tradizione di San Valentino » mormorò Cindy a Max quando capitò che arrivassero al banco di Normal nello stesso momento, dopo ore che non incontravano nessuno. « Devono essere stati Cupido e i suoi messaggeri a iniziare, per avere le energie per continuare a muovere le ali dopo tutte queste maledette consegne. »
  « Grazie per esserti offerta di ripagare il mio debito con me » disse Max intercettando lo sguardo dell’amica. « Avrei dovuto sapere che Normal avrebbe scelto oggi per riscattare gli straordinari – tu stai bene? » Prese un pacco da Normal e lo infilò nella borsa; ne fissò poi un secondo al manubrio con delle corde elastiche.
  « Sì, tutto a posto, bambolina – soprattutto perché le mance scorrono a fiumi data la giornata. » Cindy raccolse i pacchi che le erano stati dati e li chiuse nella borsa. « E per come stanno andando le cose avremo ripagato Normal entro l’ora di cena » sorrise.
  « Non se restate qua a chiacchierare tutta la giornata. Bip bi… » Un’occhiataccia da parte Di Original Cindy interruppe Normal a metà bip – dimenticava spesso la sua promessa di non dirlo più. Max soffocò una risatina mentre girava la bici per tornare sulla rampa che immetteva sulla strada, con Cindy al suo fianco. Avanzarono a piedi fino all’angolo, Original Cindy aveva un largo sorriso e chiese « Allora, tu e il tuo bello avete piani per il vostro primo San Valentino insieme? » Era visibilmente deliziata, raggiante per la sua amica e per la consapevolezza che finalmente, finalmente, le due persone più testarde che conosceva – le due persone più testarde di Seattle – avessero finalmente fatto un passo avanti e ammesso quello che tutti avevano notato da mesi. « Da quello che ho visto di Logan, sarà qualcosa di ro-man-ti-co, ovviamente » provocò.
  Max alzò gli occhi al cielo, facendo spallucce per minimizzare l’importanza di quella giornata. « Immagino che ci vedremo per cena. Non ha detto niente… »
  « Vi vedete sempre per cena. Non puoi dirmi che Logan non ha niente di speciale in mente. »
  « Non ha detto niente. » Max si sentì sempre più nervosa per quella festività, per quello che l’obbligatoria giornata romantica avrebbe potuto fare alla loro relazione nascente. Cindy aveva ragione: Logan era il tipo di persona che dava una grande importanza a roba come San Valentino, ma era una cosa nuova anche per lui, e magari stava lottando con se stesso quanto lei. Max aveva aspettato che lui dicesse qualcosa; non era successo, e lei non sapeva se fosse sollevata… o ferita. « Senti, non voglio perdere tutto solo per colpa di quello che impone una festa finta. » Era quello che onestamente pensava, ma c’era una nota aggiuntiva per convincere Cindy – e se stessa – che non aveva importanza per lei se avessero trattato quella giornata come una qualsiasi.
  « Non accadrà. » Cindy assunse l’espressione saggia di chi la sa lunga. Chiese « Quando vuoi che gli consegni il pacchetto? »
  « Sai, forse è meglio che non sia una cosa di San Valentino. » Max, stranamente per lei, era in apprensione. « Non è una cosa tradizionale e non è nemmeno proprio da parte mia. E non è nemmeno davvero per lui… »
  « Bambolina, ne abbiamo parlato una dozzina di volte! Cos’altro regali a un ragazzo che ha tutto? È perfetto e… »
  Il suono del cercapersone di Max interruppe le sue parole, e la ragazza lo prese, abbassò lo sguardo e lo riportò su Cindy, l’ansia di nuovo negli occhi. « È Logan. »
  « Parli del diavolo » disse maliziosamente Cindy seguendo Max alla fine della strada e per i pochi passi che conducevano alla cabina telefonica dietro il Jam Pony. Osservò divertita, ma mantenendo il viso più neutrale possibile, mentre Max digitava rapidamente il numero.
  « Ehi » la sua voce si addolcì inevitabilmente per lui. « Ti sto richiamando. » Cindy attese, studiando il volto della sua amica mentre ascoltava; vide la sua espressione cambiare, i suoi occhi andare al cielo per qualcosa che sembrava frustrazione, i suoi pensieri che correvano per risolvere i problemi posti… e, Cindy immaginò, he scusa dare a Normal nella giornata più impegnativa dell’anno. « Ok, sicuro che ci vorrà solo un’oretta? » Annuì. « Ok. Sarò là tra dieci minuti. » Riagganciò e fece spallucce. « C’è una cosa che mi ha chiesto di consegnare per lui qualche giorno fa e ora è pronta. Proprio oggi » mormorò. « Consegno queste due e vado in pausa pranzo. Penso di poterlo fare senza far scoppiare una vena a Normal. »
  « Ok… e il pacchetto per Logan? » chiese di nuovo Cindy.
  « Dopo che me ne sarò andata! » Max finse un brivido. « Non mi piace tutta la pressione delle relazioni e delle feste. Troppi drammi. Troppe possibilità di rovinare tutto. »
  « Benvenuta nel mondo dell’amore » disse Original Cindy, gli occhi che le luccicavano. « Ci vediamo dopo, bambolina. » Scesero le scale per dirigersi da lati opposti, Cindy verso la sua consegna, e Max verso il retro della Jam Pony per svicolare senza farsi vedere da Normal e firmare per andare in pausa senza casini.
  
  SEATTLE, WASHINGTON. 14 febbraio 2020, 12:53 pm.
  
  Settore Nove. Fogle Towers. Attico.
  

  L’incertezza di Max sul regalo per Logan era mitigata in parte dalla curiosità riguardo la missione che aveva per lei. Era una commissione a cui aveva accennato vagamente in macchina dopo aver accompagnato Tony all’aeroporto; aveva detto di aver bisogno di lei in un giorno di bel tempo. Max immaginava si trattasse di qualche componente informatico super-sensibile, o qualche agente chimico bio-delicato che aveva a stento catturato la sua attenzione tra tutte le cose che erano successe. Perciò, quando l’aveva contattata e le aveva detto che era il mondo e dovevano muoversi ora, non era sorpresa – aveva solo sperato capitasse in un giorno in cui avrebbe rischiato meno sgridate da Normal se fosse tornata tardi dalla pausa pranzo.
  « Logan? » Si diresse alla stanza del computer e dovette fermarsi di colpo quando si accorse che Logan non era davanti al pc ma in cucina, intento a posare tovaglioli ripiegati in un cestino da picnic su contenitori pieni di quello che doveva essere cibo – riuscì a vedere a stento prima che lui chiudesse tutto in fretta. C’erano anche un paio di bottiglie di vino sul bancone lì accanto.
  Tornando sui suoi passi, rimase imbambolata in corridoio. Per una volta, era totalmente senza parole, e non osava saltare a conclusioni.
  « Max » sorrise Logan, contento di averla sorpresa. « Pronta per la missione? »
  « Non lo so… » avanzò lentamente nella cucina per aprire la copertura del cestino. Prima che potesse farlo, però, la mano di Logan coprì la sua e la fermò.
  « Uh-uh. » Scosse la testa, arrossendo imbarazzato. « Niente sbirciatine. »
  Sorpresa, Max lo guardò e ritirò la mano. « È una missione sotto copertura, una specie di ricognizione? » Sperò di no.
  « No… » Il sorriso di lui si allargò. « È una risposta a una lamentela che hai mosso un paio di settimane fa. Qualcosa sul mettere Solo Occhi da parte? Rilassarsi? » Abbassò lo sguardo per armeggiare coi bicchieri per riporli in un contenitore apposito insieme alla bottiglia, troppo imbarazzato per mostrare il proprio entusiasmo. « Mi pare ci fosse un pin-nic nelle tue parole. E, se non sbaglio, un giro al parco… »
  « Logan Cale » esclamò Max stupita. « Non ci avrei mai creduto se non l’avessi visto coi miei occhi! » Lo scrutò, capendo. « E sospetto che sia stato passare del tempo con Tony a farti raggiungere questa saggezza » lo prese in giro.
  « Pensi non sarei stato capace da solo? » chiese Logan sorridendo timidamente.
  Lei si chinò per dargli un dolce bacio prima di raddrizzarsi di nuovo e rispondere. « Beh, ci avresti messo più tempo da solo. » Allargò le braccia. « Cosa posso fare? »
  Il bacio era la conferma che Logan aspettava: il suo era un buon piano, ed era felice. « Niente, ho già fatto tutto. » Prese il parka che aveva riposto sul retro della sedia e lo indossò; ripose il vino nello zaino e si mise il cestino in grembo. « Le coperte sono già in macchina. » Incapace di resistere, le prese la mano e la avvicinò a sé. La baciò a lungo, e poi si separarono guardandosi negli occhi alla ricerca di una conferma che non fosse tutto un sogno. Quando Max si allontanò, Logan parlò di nuovo. « Spero tu abbia fame. » Brillava di leggerezza e felicità, e Max nei suoi occhi trovò speranza.
  « Non è mai stato un problema, no? » Il suo sorriso brillava, e Logan pensò che non ricordava più nemmeno la strada per la porta.
  Per non rischiare, inclinò la testa verso il corridoio. « Dopo di te. »
  
  SEATTLE, WASHINGTON. 14 febbraio 2020. 1:11 pm.
  
  Settore Nove.
  

  Dopo un breve tragitto in macchina verso il parco, oltre il campo da basket dove Logan andava spesso, scelsero un posto tranquillo, lontano dal rumore della strada, tra cespugli sempreverdi e abeti. « Mi piace qui » disse Logan. « Anche d’inverno resta tutto verde, come d’estate. »
  « Non proprio come d’estate » rise lei. « Ma non piove e c’è persino il sole. Come hai fatto? »
  « Max, sai che ho molte conoscenze. » Ridacchiò Logan avanzando al suo fianco, gli occhi sulla destinazione, ma la sua attenzione sullo sguardo che lei gli stava rivolgendo. È questo l’effetto della mia fiducia? Si chiese Max. Logan è felice… perché io lo vedo come qualsiasi altro uomo? E un Logan Cale felice è un miracolo. « Che ne dici di qua? » disse fermandosi e indicando uno spazio soleggiato tra alti cespugli di agrifoglio e piccoli ginepri.
  « Perfetto » annuì lei. Se ti rende felice, è davvero perfetto.
  
Il terreno era abbastanza pianeggiante e asciutto da fornire sia un percorso decente per la sedia sia una superficie comoda per un pic-nic. Logan diede istruzioni a Max per stendere prima un telo impermeabile e poi una trapunta morbida, su cui posò il cestino e il contenitore col vino. Mentre apriva il primo, però, Max lo interruppe.
  « Non è un vero pic-nic se resti lassù » gli disse dopo essersi seduta, battendo la mano sulla trapunta accanto a lei. Si chiese se fosse davvero pronto a rilassarsi per davvero. « Andiamo, non mordo. »
  « Non è per quello che non mi muovo » cercò di scherzare lui, ma sembrava improvvisamente triste. E Max decise che non gli avrebbe permesso di perdersi niente, se era qualcosa che voleva.
  « E allora vieni qui con me » gli ripeté. « Siamo solo noi, Logan. » Osservò varie emozioni attraversargli il viso.
  « Lo so, Max, è che… »
  Max addolcì la propria espressione nel rispondere alle sue proteste. « Non mi importa come mi raggiungi, mi importa solo che tu lo faccia. » Indicò lo spazio accanto a lei. « E presto. Si ci metti ancora tempo… » fece un sorriso seducente e incoraggiante, « ti trascinerò giù io stessa. »
  Lui la osservò a lungo, chiaramente combattuto, prima di rispondere con un sorriso a sua volta. « Davvero? »
  E non ci mise molto per essere al suo fianco, una delle ruote della sedia a mo’ di schienale, il cestino aperto davanti. Max gli mise fretta per il cibo, cosa che servì solo a rallentarlo e imbarazzarlo più di quando l’aveva convito a sedersi accanto a lei.
  « Max… » La sua voce era un misto di solennità e affetto. «So che sai meglio di chiunque altro che giorno è, considerato cosa devi aver fatto tutto il giorno. » Max ebbe un brivido – di eccitazione al pensiero che si era ricordato e ne stava parlando, e di paura perché forse era troppo presto per San Valentino, per loro, nonostante il calendario. « Se potessi leggere la mia mente e vedere tutte le idee che avevo avuto per questa giornata, e tutte le volte che avevo immaginato che potesse esserci un San Valentino per noi. »
  Lei annuì. Possibile che Logan fosse stato indeciso come lei, desideroso di prometterle la luna ma spaventato all’idea di dirlo prima di aver lasciato la Terra? Lui fece una pausa, chiedendosi se lei stesse capendo, prima che le parole giungessero proprio da Max. « Lo so. Anche io. » Sorrise timidamente. « È arrivato in fretta questo giorno, eh? »
  Logan deglutì, sperando che fosse più semplice di quanto temesse. « Max… ciò che provo… e ciò che sono pronto a dire… quello che penso che tu sia pronta a sentire… Sono comunque a oceani di distanza. » Si chinò in avanti senza pensare, una mano sulla coperta come sostegno, una sul viso di lei per accarezzarlo teneramente. « Per cui, per questo primo San Valentino arrivato così in fretta… » Aprì il coperchio del cestino per prendere un sacchetto di seta e porgerglielo. « Un piccolo promemoria. »
  Max prese il sacchetto, sentendolo più pesante di quanto si aspettasse, curiosa. Lo aprì e se ne lasciò cadere il contenuto in mano – e vide un cuoricino tridimensionale, alto un paio di centimetri e quasi altrettanto spesso, di quello che sembrava marmo, sospeso a una catenella d’argento – ma il marmo era di rosso valentino che non pensava esistesse in natura. Era bellissimo, il rosso brillante e allegro, la superficie liscia e fredda rassicurante. Se lo rigirò in mano, notando la sottile linea di saldatura che ne indicava l’origine artificiale, e alzò lo sguardo felice su Logan. Uno degli uomini più ricchi di Seattle, e le aveva dato un cuoricino rosso brillante che persino lei si sarebbe potuta permettere, avvolto e appeso a una luccicante catenina d’argento. Nessuna pressione – ma comunque un regalo di San Valentino.
  Max non pensava che Logan avrebbe mai potuto darle più di quanto non le avesse già donato, ma la semplicità di quel regalo era segno di una consapevolezza: che quel giorno non doveva spingere a grandiosi gesti romantici e promesse che non erano pronti a fare. Negli occhi di lui c’era la speranza che lei capisse, e quando vide la reazione della ragazza ne fu contento. « È perfetto » disse lei dandogli un bacio d’affetto. « Grazie- »
  La sua risposta gli diede il coraggio di continuare. « Prego. Ma non è un cuore qualsiasi, Max. » All’espressione interrogativa rispose « È un cuore del ricordo. »
  Max era curiosa, e cadde in trappola. « Un cuore del ricordo? »
  Logan mosse le sopracciglia e sfiorò il cuoricino che lei sollevava. « Beh, è un potente talismano, che funzionerà solo per te. La sua magia mi farà ricordare, quando perderò di vista noi, che sono un coglione. Mostramelo e mi ricorderò di essere ragionevole. Se sono testardo, mostramelo e ricorderò di aprire la mia mente. Se sono egoista, mi ricorderà di essere più generoso. Quando sono impaziente… »
  « Logan » lo interruppe lei, perché non voleva sentirgli elencare tutte le sue mancanze dovute alla sparatoria e al dolore che gli aveva portato, perché non voleva ricordare tutte le volte in cui aveva dimenticato quel dolore e perso la pazienza con lui. « Una persona altruista come te… » Lasciò la frase in sospeso, perché le parole non bastavano a dire ciò che voleva. Esitando, infine arrendendosi, fece spallucce. « Ti è permesso essere testardo, ogni tanto. »
  Lui rimase impassibile, la bella bocca piegata in un mezzo sorriso così vicino a quella di lei, e lei gliela sfiorò con le labbra. Le azioni esprimevano di più delle parole. Lui rispose al bacio, le labbra si schiusero per lasciare che la lingua percorresse quelle di lei; ma dopo un momento si allontanò per guardarla negli occhi. « È anche un modo per ricordare a te » disse sfiorando nuovamente il cuore nella mano di lei, « che tutto ciò che ho è tuo. Tutto. » La guardò per dirle a bassa voce che aveva finalmente deciso di fare quel passo che aveva considerato per tante, tante settimane. « Ho chiamato gli avvocati. » Lei aggrottò la fronte, incerta. « Max, hai passato una vita a scappare, a nasconderti. Un’esistenza di difficoltà. È finita. Ora sta a te. Avrai i mezzi per fare ciò che vuoi, quando e come lo vorrai. Ho tutti i documenti qui, se vuoi averli subito. »
  Lei scosse lentamente la testa. « Logan, che stai dicendo? » Persino la sua mente geneticamente superiore stava avendo difficoltà a capire. Max Guevara, dei Guevara-cognome-inventato, era improvvisamente una donna ricca.
  
« Tutto ciò a cui io ho accesso – avrai accesso a tutto anche tu, ora. Alcuni miei conti sono solo investimenti, per cui se non posso farci nulla io non puoi nemmeno tu » riassunse, « e ci sono alcune altre cose che non sono liquidi… ma ci sono conti significativi da cui potrai prelevare, con assegni, carte di credito… Ho qui anche delle carte temporanee, la settimana prossima avrai quelle definitive… »
  Max alzò improvvisamente lo sguardo preoccupata. « Se tutto questo è perché ti ho preso in giro dicendo che sei il mio buono pasto… »
  « No » rise lui, toccato dalla sua onestà. « Voglio dire, a volte ho temuto che… beh… » confessò. « Ma negli ultimi giorni ho finalmente ammesso a me stesso quello che Bling dice di aver visto, quello che Tony ha detto che c’era. Che ho visto io stesso nei tuoi occhi, e spero tu abbia visto cosa significa per me. » Arrossì nel continuare. « Volevo farlo da tanto, Max, non solo perché è San Valentino, non solo per le ultime settimane. Sei importante per me. Anche se quest’ultima settimana non fosse mai accaduta, la nostra amicizia mi ha aiutato ad andare avanti nei momenti più brutti ella mia vita. » La sua voce la accarezzava, e lui sentì il suo amore come braccia forti che la tenevano al sicuro. « Sono sempre stato fortunato riguardo alla salute, ma con una lesione come la mia non si può mai sapere, qualche complicazione… »
  « Logan… » sussurrò lei spaventata. « Se c’è qualcosa che non mi hai detto… »
  « No, niente. Promesso » la rassicurò lui, colpito dalla sua reazione. « Voglio solo essere pronto. Tra Solo Occhi e il dramma della sparatoria ho qualche rischio in più della gente comune, tutto qui. E volevo rendere le cose più semplici. Di Bling mi sono già occupato. Ci sono testamenti che permetteranno a Solo Occhi di andare avanti e altre cose pronte, per Tony, Sam, Matt… »
  Lacrime luccicavano negli occhi di Max, e lui le sorrise incoraggiante. « Ehi, non era questo il mio scopo. » Teneramente, le spostò un ricciolo dietro l’orecchio. « È solo che ci sono tante cose, e ora hai delle scelte e puoi decidere liberamente. Tipo il lavoro, un posto dove stare… » Avvolse le dita intorno a quelle di lei, le mani strette intorno al cuoricino di pietra fredda, e disse a bassa voce « Voglio solo che tu sia libera, Max. Non sono ancora riuscito ad aiutarti a trovare gli altri, o a eliminare Manticore e Lydecker. Ma forse così posso darti un po’ di libertà per fare ciò che vuoi, muoverti come vuoi, lavorare o non lavorare, vivere dove e come vuoi. Niente mi renderebbe più felice che sapere che ti senti più al sicuro. » Sorrise ancora. « Dato come ci siamo incontrati, quello che dovevi fare per ottenere informazioni sugli altri… mi sembra giusto che, se ho così tanto, io lo condivida – e non c’è nessuno con cui vorrei condividerlo tranne te. »
  Max aveva gli occhi spalancati. La grandezza delle sue azioni, la fiducia che le mostrava la sopraffacevano. È come darmi le chiavi del negozio di caramelle. « Hai già dato tanto per Solo Occhi… » protestò.
  « E ne sono felice. Ma questo è diverso. Sta solo a te, Max, quando ne avrai bisogno o lo vorrai. » Le lacrime ora scendevano sulle guance della ragazza, e con uno sguardo triste Logan si chinò a raccoglierle. « Non penso che le lacrime facciano parte della tradizione per San Valentino. Ma visto che non siamo persone tradizionali direi che vanno bene. » Esitò un momento, un po’ imbarazzato. « Devi essere affamata… »
  Mentre cercava nel cestino, Max si accorse del suo disagio e lo fermò come lui aveva fatto con lei in cucina. « Uh-uh » gli disse. Si sollevò sulle ginocchia per stargli di fronte. Sollevò il cuore di pietra per la catenina e lo lasciò oscillare tra loro, davanti agli occhi di Logan. « Guarda, Logan » disse, notando appena che un’altra lacrima si era aggiunta alle altre mentre guardava l’uomo che le aveva dato tutto il suo mondo, e le stelle… e Max. « Questo è per ricordarti che sei, senza ombra di dubbio, l’uomo più altruista, generoso, sensibile – migliore che io conosca. »
  L’incertezza svanì dal viso di lui, e quando lei si avvicinò per stringersi a lui, la avvolse tra le sue braccia. « Buon San Valentino, Max » sussurrò. « Grazie per aver accettato di prendermi. »
  Lei si accomodò felice tra le sue braccia. « Grazie per aver accettato di farmi abbracciare dall’uomo migliore del pianeta? Oh sì, è stato difficile, una grossa responsabilità » lo prese in giro. Tirò su col naso. « Ma sai qual è il vero miracolo qui? »
  Sollevò la testa per guardarlo negli occhi verdi che amava, mentre i suoi danzavano divertiti. Logan ridacchiò e chiese « Qual è? »
  « Che sei anche l’uomo più figo del pianeta! »
  
  SEATTLE, WASHINGTON. 14 febbraio 2020. 2:24 pm.
  
  Settore Nove. Fogle Towers. Garage.
  

  Nonostante il regalo di Logan e il suo annunciò nonostante le carezze e i baci che avevano intervallato il pranzo caldo e soddisfacente – zuppa di pomodoro con crostini fatti in casa a forma di cuore (« Non ho potuto resistere » le aveva detto « quando la signora Moreno mi ha mostrato le sue formine a forma di cuore… »), couscous vegetale (« Couscous… » aveva riso Max, « mica l’hai scelto perché suona come “kiss”? » – con solo un quarto d’ora di ritardo rispetto all’ora in cui Max sarebbe dovuta tornare dalla pausa pranzo.
  « Non è un problema » gli spiego lei. « Quando sono andata a firmare per uscire, ho preso anche dei pacchi e li ho consegnati. Basterà correggere gli orari e farò credere a Normal di averli presi ora e di star tornando dalla consegna. »
  « Ottimo piano. » Logan parcheggiò, facendo segno verso dove sapeva che Max aveva lasciato la bici. « Puoi metterla nel retro e posso accompagnarti in macchina. »
  « No, no, posso evitare le strade evitandomi i semafori che ci farebbero tardare in macchina. Ma grazie. » Esitò, lo sguardo sulle lunghe ciglia che incorniciavano gli occhi verdi, sulla sottile barba sul mento, su quel viso aristocratico dai capelli impossibili. « Logan… » iniziò, ma scoprì di non avere parole per ciò che era successo, per ciò che provava. « Quello che hai fatto per me… » Scosse la testa. « Non voglio che cambi niente tra noi. O in me. Ma soprattutto tra noi, ok? »
  Lui sorrise contento. « Ok. »
  « È più di quanto chiunque abbia mai fatto, per chiunque io conosca… » Max aggrottò la fronte, sentendo che doveva ringraziare nel modo giusto e riconoscere la fiducia che aveva riposto in lei, soprattutto visto che aveva cercato di derubarlo. « Devo pensarci bene, prima di sapere cosa dire. »
  « D’accordo. » Logan si rabbuiò. « Max… non ho secondi fini, lo capisci, vero? Volevo farlo davvero. Solo che ancora non avevo formalizzato nulla, e… beh, anche se non abbiamo mai attraversato quel confine, voglio che tu abbia ciò di cui hai bisogno. Ma non voglio che ti senta obbligata, o… »
  « o più… » Dillo, Max: o più innamorata « attratta? » Fu il suo turno di sorridere contenta. « Logan Cale, quando penso di sapere tutto di te, tu mi sorprendi di nuovo. » Gli posò una mano sulla guancia e mordicchiò le labbra. « E chi altri avrebbe potuto darmi un cuoricino per rendere il nostro primo San Valentino meno intenso, e allo stesso tempo le chiavi della sua fortuna – e fare in modo che avesse comunque senso? Grazie per aver reso tutto così facile… e meraviglioso. »
  « Un’ispirazione straordinaria vuole un’azione straordinaria » le rispose baciandola a sua volta e attirandola a sé. Lei lo circondò con le braccia, ridacchiando al pensiero che stavano pomiciando in macchina, come due quindicenni.
  E nonostante i suoi supersensi fossero sempre vigili per la sua sicurezza e quella di Logan, si lasciò andare in quel momento, ignorando i suoni innocui intorno a loro finché non furono troppo vicini. Aprì gli occhi e vide fuori dal finestrino la figura che si avvicinava; trattenne il respiro, spalancando gli occhi, i nervi tesi nell’ansia del mattino.
  « Max, cosa… » Logan aprì gli occhi a sua volta nel sentirla così allarmata, e si voltò.
  « Ehilà, bambolina. » Il viso allegro di Original Cindy guardava la sua migliore amica colta nell’atto di recuperare le settimane di negazione e di desiderio per l’uomo tra le sue braccia. Lo sguardo di Max la riconobbe finalmente come “amico, non nemico”, mentre Original Cindy si rivolgeva finalmente all’oggetto del desiderio della ragazza. « Consegna Jam Pony per Mr Cale. »
  
  … continua…
  

  Note della traduttrice: Solo un capitolo alla fine!
  Qualsiasi recensione verrà tradotta ed inviata all’autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò tramite il servizio di replica di efp.
  

  
  
  

   
 
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