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Autore: DonutGladiator    21/01/2018    0 recensioni
Un gruppo di videogiocatori decide per la prima volta di incontrarsi a una fiera del fumetto.
L'unica cosa che Matthias conosce alla perfezione del suo amico e compagno di squadra, Sink è la voce, e la ama profondamente, così come la sua compagnia.
Ma si sa che l'imprevisto è sempre in agguato.
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT-8 ~ Seconda Settimana
Missione 1: Voce
Parole parte 1: 2830

 
La senti questa voce? - parte o1


 
Correva sulla stradina battuta del campo nemico, incontrando così poca resistenza che quasi gli veniva da ridere. Si guardò il fianco destro e vide gli altri due della compagnia che uccidevano i nemici che gli erano sfuggiti. Il loro leader era dall’altro lato, che menava fendenti con la sua ascia bipenne.
Quando erano tutti insieme, non c’era niente che potesse sconfiggerli.
Sorrise e si fece avanti con prepotenza, agitando la sua spada contro uno dei boss finali. Aveva accumulato abbastanza energia per il suo colpo speciale, quindi lo scagliò subito sui malcapitati.
Ne uccise uno, poi un altro e un altro ancora.
-Ehi, Matthias, vacci piano. Lasciane un po’ anche a noi!- soffiò la voce maschile all’interno del suo auricolare, che venne seguita da un’altra voce più acuta che rideva.
Nel suo campo visivo, una massa di capelli rossi che agitava due spade si intromise tra lui e le sue prede, iniziando una serie di combo micidiali, che portarono lui e la sua squadra facilmente alla vittoria.
Una volta che la partita fu conclusa, con la schermata di gioco e l’assegnamento di tutti i punteggi, fu il suo turno di parlare.
-Meno male che dovevo lasciarvene un po’, Sink, hai praticamente ucciso tutti per conto tuo.- affermò, divertito ma anche un po’ indispettito per non aver fatto tutte le uccisioni che si aspettava a causa del compagno di squadra e la sua smania di combattere: -Come al solito del resto.- aggiunse, sorridendo davanti lo schermo del pc.
-Perdonatemi, mi sono fatto prendere la mano.-
-Sei sempre il solito Sink.- rimproverò uno degli altri compagni della squadra, quello che doveva essere il loro leader, ma che a causa degli impegni nella vita reale aveva quasi del tutto abbandonato il gioco e aveva tempo di connettersi con il gruppo solo la domenica sera, dopo aver cenato, quando la sua neo mogliettina non poteva disturbarlo perché aveva il club del libro a cui partecipare.
Durante la settimana era Matthias a farne le veci, anche se riusciva a giocare solo pochi pomeriggi e l’unico che era veramente sempre presente del loro party, era Sink, che continuava a giocare e livellare come se non avesse alcun pensiero nella vita reale.
-Però è stato divertente!- se ne uscì l’unica ragazza del gruppo, che la maggior parte delle volte era più un peso che un vero elemento utile per la squadra. Il leader l’aveva aggiunta solo perché era la sorella minore della sua signora, che aveva insistito con lui utilizzando carte che le donne sapevano utilizzare alla perfezione, soprattutto se volevano ottenere qualcosa dal loro partner.
Kalyx88, questo il nick del loro leader, aveva parlato al gruppo fino alla nausea di come la donna si fosse rifiutata di fare l’amore con lui, il tutto colorito da ben altre parole, fino a quando non aveva ceduto sul fatto di far entrare la piccola Jinx03 in squadra.
Ma a lui non interessava, era più che sicuro che da lì a pochi mesi la ragazza si sarebbe stufata e avrebbe smesso di giocare, lasciandoli. Il suo personaggio gli sorrideva dalla schermata del gioco, mentre in un gesto teatrale, si posava la larga spada sulle spalle.
-Ragazzi, devo andare. La mia signora è tornata e necessita del mio aiuto.- disse Kalyx con una voce che non faceva presupporre una chiamata molto tranquilla.
-D’accordo, allora confermiamo per sabato prossimo?- chiese Matthias, in trepidante attesa. Si preparava al prossimo sabato da ormai mesi, eccitato e terrorizzato allo stesso tempo.
-Sì. È tutto confermato. Devo sistemare gli ultimi pezzi dell’armatura, ma dovremmo essere pronti, sia io che Claudia.-
-Anche io ho quasi finito il mio cosplay.- aggiunse Jinx02, di cui, detto senza mezzi termini, a Matthias non importava un calzino bucato. Erano solo poche settimane che era entrata nel gruppo e non provava per lei niente di eccezionale.
-Pure il mio dovrebbe essere quasi a posto. Sto aspettando che me lo spediscano.- la voce di Sink si fermò, quasi come se volesse aggiungere qualcosa ma non ne avesse il coraggio.
-Siamo così sicuri di volerlo fare?- domandò l’ultimo ragazzo del party, Gigio96.
-Perché no? Giochiamo insieme da due anni e ancora non ci siamo mai visti. Voi non volete associare a queste voci un volto?- domandò Matthias.
-Basta che non perdiamo troppo tempo a cazzeggiare al raduno. Devo comprare un po’ di cose e non posso fermarmi troppo con voi perdenti.- se ne uscì Gigio.
-Perdente sarà tua sorella.- ribatté Sink, ben sapendo che Gigio aveva davvero una sorella.
-Ehi!- esclamò l’altro, infastidito. Matthias e Sink risero, e Gigio iniziò, come suo solito, a insultarli a random.
Quando alla fine anche gli ultimi due ragazzi dovettero staccare dal gioco perché la mattina dopo avevano la sveglia presto, rimasero online soltanto lui e Sink e calò il silenzio.
Dato che lui per quella settimana non doveva andare all’università e l’altro come al solito sembrava non avere niente da fare, i due iniziarono un’altra partita, in coppia.
Mentre cominciava la loro sesta missione della nottata, ripensò al discorso di poco prima, all Fiera che si sarebbe tenuta la prossima settimana e al raduno che quelli del forum in cui bazzicavano avevano deciso di tenere, radunando più di 40 utenti per sabato pomeriggio. Presa la palla al balzo, avevano deciso di incontrarsi anche tra di loro e si sarebbero riconosciuti perché avevano portato delle versioni speciali dei loro personaggi preferiti che erano apparse in una missione più fantasy delle altre.
Lui era curioso come una scimmia di incontrare gli altri ragazzi e scoprire come erano fatti dal vivo. Aveva ovviamente creato immagini mentali su ognuno di loro ed era curioso di vedere se corrispondessero almeno un po’ a come li aveva disegnati nella sua testa.
Soprattutto era curioso di conoscere finalmente Sink, quello con cui aveva legato di più nel party e di cui però sapeva veramente poco. Era un ragazzo diffidente e se gli altri avevano iniziato a sbottonarsi un po’ di più su quello che facevano nella loro vita reale, sui loro veri nomi e le loro passioni, lui si era sbottonato poco, e solo su cose che non entravano direttamente a raccontare qualcosa della sua vita. Sink, ogni volta che si parlava del mondo vero, trovava sempre una scusa o per lasciare il party, o si rifiutava direttamente di parlare, dicendo che non si sentiva ancora a suo agio nel condividere cose personali.
Ormai, la voglia di Matthias di associare a quella voce un volto era ciò che più lo spingeva nel voler incontrare tutti gli altri al Comicon.
Gli altri in un modo o nell’altro avevano mandato qualche loro foto. Kalyx gli aveva inviato la foto migliore del suo matrimonio, Gigio era apparso in un momento di fomento dopo essersi fatto il primo tatuaggio sul petto e lui aveva mandato una sua foto quando aveva per sbaglio bruciato un suo sopracciglio.
La cazzata più grande della sua vita, quel maledetto aveva messo mesi a ricrescere.
Sink e Jinx erano stati gli unici a non aver mandato una loro foto, anche se la ragazza aveva la scusa di essersi inserita nel party da poco.
Ma sabato avrebbe appagato la sua curiosità.
Conoscere tutti gli altri dal vivo, fare per la prima volta un cosplay del suo personaggio preferito come un gruppo e partecipare alla fiera più grande del suo paese era qualcosa che lo eccitava da morire.
-Sono nervoso per sabato.- la voce all’auricolare era arrivata inaspettata.
-Eh?-
Il suo campione si fermò sul campo di battaglia e uno dei nemici gli tolse un notevole quantitativo di punti ferita approfittando della momentanea confusione del player.
-Ehi! Che combini?!- esclamò il ragazzo, mandando il suo personaggio a fare da cuscino tra quello di Matthias e i loro nemici: -Non pensavo fossi così suscettibile, non ne parlerò più, se la cosa ti manda così in tilt!- continuò a urlargli nelle orecchie, notando però che lo spadaccino blu sembrava aver ripreso a funzionare e uccidere i vari nemici.
-Non sono suscettibile. È solo che non mi aspettavo questo momento di condivisione, soprattutto non da parte tua.- sibilò l’altro nel microfono, cercando di non farsi uccidere, fallendo però miseramente e trovandosi al punto di partenza: -Cazzo.- bofonchiò, aspettando i secondi necessari per far tornare in gioco il suo personaggio.
-Fanculo.- borbottò Sink, quando anche il suo personaggio fece una brutta fine. C’erano troppi nemici per un solo giocatore.
-Mi dispiace.- disse Matthias, incrociando le braccia mentre attendeva che anche l’altro personaggio potesse riprendere a giocare.
-No, ho avuto una pessima tempistica.-
-Ehi. È normale essere nervosi.-
-Ah sì?- domandò il ragazzo, mentre il suo avatar dai capelli scarlatti riprendeva la marcia verso i boss finali, dall’altro lato del campo di battaglia.
-Anche io sono nervoso.-
Un mugugno di assenso proruppe nelle sue cuffie.
-E se poi mi trovo davanti dei serial killer in incognito che vogliono assassinarmi perché troppo forte?- domandò Matthias, suscitando la risata dell’altro ragazzo.
-Sono quasi sicuro che Gigio lo sia.- aggiunse Sink, ridendo divertito: -Uno che come nick si ispira a topo Gigio non deve essere completamente a posto con la testa.- in effetti anche secondo lui Gigio aveva qualche problema. Ma il nick era delle ultime cose che gliel’aveva fatto intuire.
-Ha parlato quello che come nick ha la parola “lavandino”.-
-Ehi! È un sacco musicale! Non apprezzi la vera arte.- un’altra risata.
In quel momento Matthias, nella sua stanza, sorrise come uno stupido, realizzando che se la voce di Sink gli piaceva, la sua risata era qualcosa che gli piaceva molto di più.
Non si sentiva spesso, ma ogni volta che l’altro rideva, lo portava a sorridere a sua volta, contagiato da quella risata.
Scosse la testa cercando di scacciare quei pensieri. Non era il caso di mettersi a farli.
-Comunque, il nick Matthias non è così originale come credi, soprattutto per uno che si chiama Matteo.-
-L’originalità non è mai stato il mio punto forte.-
-Ma ti apprezziamo anche così.-
Quando l’ultimo nemico morì e fu il momento delle ricompense, il ragazzo cercò di far tornare serio il discorso, sperando di riuscire a convincere l’altro a non avere timore di venire al raduno previsto per il successivo sabato.
-Sink, ci divertiremo un sacco. Vestiti dai nostri personaggi preferiti, girare per il Comicon, incontrare altri giocatori come noi al raduno del pomeriggio… Vedere le ragazze con quei completini sexy… Sarà una figata!-
-Non mi hai propriamente convinto.-
-Eddai. Hai anche fatto commissionare il tuo cosplay. Tu sarai uno dei pochi che non si perderà qualche parte di armatura per la fiera.- lui era quasi sicuro che l’armatura in polistirolo che aveva realizzato con l’aiuto di suo fratello sarebbe vergognosamente crollata, lasciandolo come uno stupido in una tunica azzurra e imbarazzanti jeans che aveva ridipinto di blu elettrico perché non era riuscito a trovare dei pantaloni simili da nessuna parte e la sua tirchieria aveva preso il sopravvento sui siti online.
Silenzio.
-Davvero Sink, andrà bene.- c’era qualcosa che lo rendeva nervoso, ma Matthias stava fallendo nel tirargli fuori qualche spiegazione sui suoi dubbi.
Riusciva a capirlo, seppur un minimo, anche se non sapeva molto di lui. Chattare e parlare con una persona per più di due anni, anche se non l’avevi mai vista, ti legava a lei indissolubilmente. Si consideravano amici da molto tempo, ma ormai il loro rapporto era qualcosa di più forte di una semplice amicizia tra compagni di squadra.
Quando gli altri non erano nella chat, loro continuavano a parlare, per ore, anche solo di cavolate. E Matthias aveva scoperto in Sink un ascoltatore fenomenale. Lui era un tipo che amava lamentarsi per la più piccola cosa, l’altro era quello che ti ascoltava interessato, facendo domande e lamentandosi con te per le ingiustizie che subivi.
Insultando chiunque ti avesse fatto un torto, anche se alla fine ti diceva che ti eri comportato come un cretino.
-Sì. È tutto ok.-
-Alberto.- usò il suo nome per fargli capire che voleva veramente dargli un supporto, se ci fosse stato qualcosa che l’altro voleva condividere.
-Matteo.- replicò l’altro, prendendolo in giro e imitando il suo tono.
-Dai. Sto cercando di essere serio per una volta. Se c’è qualcosa che posso fare o dire per tranquillizzarti, dimmelo. Voglio aiutarti ma se non mi spieghi cosa c’è che non va, non ho idea di come fare per farlo.-
 -Non c’è niente tu possa fare. È un mio problema, devo riuscire a risolverlo da solo.- fece una pausa, e Matthias si portò il pollice alle labbra, mordendo l’unghia con fare nervoso.
-Ma apprezzo tu me l’abbia chiesto.-
-Ti starò appiccicato per tutto il tempo, così nessun serial killer si avvicinerà a te.-
-Questa cosa non è molto confortante se significa avere la tua voce nelle orecchie per tutta la durata della fiera.-
-Meglio la mia voce che quella di Jinx03.-
Il ragazzo rise di nuovo.
Forse non era una cosa tanto carina dato che la ragazza faceva parte della loro squadra, ma adoravano prenderla in giro, e la sua voce, acutissima per via della giovane età, era il loro argomento preferito. Più volte gliel’avevano anche detto in faccia.
Kalyx gli aveva raccontato che Jinx si era lamentata con la sorella, che poi lo aveva rimproverato di avere degli amici cafoni.
Ci avevano riso per settimane.
Soprattutto perché Sink riusciva a imitare il tono femminile in maniera perfetta e la sua versione di una moglie arrabbiata, a detta del loro caposquadra era fastidiosa al punto giusto.
-Devo andare.- sussurrò Sink.
Il ragazzo annuì, per poi ricordarsi che l’amico non poteva vederlo: -Sì. È il caso che vada anche io a dormire, sennò domani mattina mi alzerò tardi e non combinerò niente per tutto il giorno perché troppo stanco per fare qualsiasi cosa.-
-Non è più o meno quello che fai sempre?- domandò sarcastico il ragazzo.
-Ah ah ah. Spiritoso. No, non è quello che faccio sempre.- ribatté l’atro, uscendo dalla schermata di gioco: -Allora, buona notte. Ci sentiamo domani.-
-Buona notte.-
Il ragazzo si tolse le cuffie con un sospiro e si passò una mano tra i capelli castani. Sbirciò l’orologio del computer e si accorse che erano passate le 2 di notte.
Non aveva affatto sonno, ma non gli andava di continuare a giocare da solo.
Si stiracchiò e si passò la mano sulle orecchie, massaggiandole, infastidito dalla sensazione delle cuffie, che trovava terribilmente scomode.
Si alzò dalla sedia e continuò a scrocchiare ogni parte del suo corpo, riprendendosi dal tempo passato nella stessa posizione. Gli scappò uno sbadiglio e decise di fare un salto al frigorifero per rubare qualcosa da mangiare.
I suoi due coinquilini dormivano da un pezzo, e, per sua fortuna, avevano un sonno così pesante che non si erano mai lamentati delle sue giocate notturne e delle sue imprecazioni contro lo schermo, cosa che faceva di loro i perfetti coinquilini che potesse desiderare.
Diede una botta con lo stinco al tavolino del soggiorno e si portò una mano alle labbra, silenziando l’urlo di dolore e la bestemmia che volò dopo la botta.
Ritirava quanto appena pensato sui suoi coinquilini. Spostavano i mobili a caso, non erano per niente i perfetti coinquilini. Tutt’altro.
Arrancando per il dolore, annotando mentalmente che l’indomani si sarebbe lamentato con loro, si trascinò fino alla sedia della piccola cucina e si concesse un paio di minuti di sofferenza, sperando che non gli spuntasse un livido la mattina dopo.
Quando lo stinco smise di pulsare, si alzò e aprì la porta del frigorifero, guardando al suo interno con finto interesse.
Come sempre tutto quello che aveva comprato non lo ispirava minimamente. Richiuse lo sportello e spostò i suoi obiettivi verso qualcosa che sapeva, l’avrebbe sicuramente soddisfatto. Aprì quindi l’armadietto delle schifezze, come lo avevano soprannominato in casa e afferrò il pacco di biscotti al cioccolato, ancora troppo pieno per i loro ritmi.
Da quant’è che l’avevano aperto? Erano sicuramente passati più di tre giorni. Era il momento di finirlo, altrimenti sarebbero andati a male. O questa era la scusa che usava ogni volta che mangiava qualcosa che non doveva. Non lo faceva perché aveva fame, ma perché altrimenti si sarebbe rovinato col tempo.
Seduto al tavolo incominciò a sgranocchiare come se non mangiasse da due giorni, ripensando a quanto successo in chat.
Lui era sempre stata una persona molto aperta, quindi a parte i timori che pensava avessero tutti di fare qualche figura barbina, non sentiva chissà quanto nervosismo per il fatto di incontrare persone che ormai conosceva meglio di molti suoi colleghi dell’università.
Eppure l’altro ragazzo sembrava veramente spaventato dal fatto che il successivo sabato si sarebbero incontrati. Non riusciva a immaginare che cosa potesse causare una simile reazione.
Con la scatola di biscotti tra le mani ritornò nella sua stanza, attento a non incappare nuovamente nel maledetto tavolino, e poi si sdraiò a letto, sperando che il cervello si spegnesse per lasciarlo dormire.
Dopo un’altra ora fatta di teorie e viaggi mentali, riuscì finalmente a chiudere gli occhi e a prendere sonno.
Alle otto e mezzo di mattina, il vicino iniziò a trapanare il muro, svegliandolo.
 

NdA:
Non so più cosa dirvi, ormai leggo le missioni e le storie nascono da sole.
   
 
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