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Autore: Dimea    23/01/2018    3 recensioni
"Chat si accomoda su una sedia, mentre cerco la teiera in ghisa di mia madre. Guai ad avere un bollitore in casa mia, finirei diseredata anche solo per averlo pensato.
-Sai, nella mia classe si sta parlando di un viaggio a Londra. Ho sempre voluto vederla, quindi temo che ti toccherà sopportare qualche serata senza la mia compagnia-
Improvvisamente mi cinge la vita con le sue braccia, appoggiando il viso sulla mia spalla. Sento il suo respiro sul collo - Ma Chère , ammettilo che sentirai la mia mancanza- sussurra al mio orecchio, dopo avermi spostato i capelli con la punta del naso. Chat Noir ha la capacità di farmi irrigidire e sbottare senza difficoltà: possiede questa innata sfacciataggine e quel carisma tale, che non mi stupisco come possa avere un fan club, prettamente al femminile e con gli ormoni impazziti.
-Gattaccio! Non farmi prendere lo spruzzino come la volta scorsa!- lo vedo scoppiare a ridere mentre il mio indice tremante ed inquisitore sta ancora sospeso a mezz'aria. Ma la strigliata ottiene l'effetto sperato ed il gatto torna al suo posto senza troppe cerimonie. Eppure senza smettere di ridere."
quinto capitolo Aggiunto !!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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I
Like Lois Lane
Marinette pov

Ogni tanto mi chiedo come abbia fatto ad arrivare intera fino all'ultimo anno di liceo.

No, seriamente, come diavolo ci sono riuscita?!? Tra Papillon che non ci lascia tregua da quattro anni, la mia balbuzie nervosa ogni volta che Adrien è nei paraggi ed il mio non riuscire a non inciampare da ferma... beh, insomma due domande me le porgo.
Certo, essere l'eroina di Parigi è tremendamente stressante e lo studio non aiuta affatto.
-Dio Mio, non posso reggere un'altra versione di latino!- alzo gli occhi  dal mio Liber Catullianus, giusto in tempo per vedere la testa della mia migliore amica, sbattere sul suo libro, seguita da un grugnito di disapprovazione. Fa strano vedere quella nuvola rossa, sparpagliata sulla mia scrivania...
-Alya, di questo passo finiamo male...- sbuffo sonoramente, passando una mano tra i suoi capelli , scompigliandoli -Sono stanca anche io ma, ammettiamolo, facciamo schifo in latino-
Lei alza un sopracciglio -Quindi mi stai dicendo che non lo fai per avere una media alta... e far si che i tuoi genitori ti permettano di venire in gita- a malapena trattengo una risata nervosa -Non provare a nascondermelo! Sarebbe il momento perfetto per dichiararti ad Adr...- in un istante le tappo la bocca con un biscotto alla cannella, mentre mia madre fa capolino dalla scala.
-Come va lo studio ragazze?- ci osserva, quasi divertita, dalla botola che porta nella mia stanza. Raramente studio sola, e lei ha la meravigliosa abitudine di portare sempre qualcosa dalla pasticceria, per allietare le sessioni di studio.  Accenno a qualcosa sulla complessità delle opere di Catullo e della sua visione dell'amore, tutt'altro che tradizionalista ed Alya per poco non fa cadere il biscotto dalla bocca, aggiungendo qualcosa e sputacchiando briciole. -Complimenti ragazze, state lavorando sodo! Ricordo che latino era la materia in cui riuscivo, a malapena, ad arrivare alla sufficienza... continuate così. Ah! Vi porto altri biscotti? Alya, sembra apprezzarli- la rassicuro ed entrambe decliniamo l'offerta dei biscotti. -Allora nessun problema. Ti avviso solo che io e tuo padre stiamo per uscire- Entrambe le auguriamo buon divertimento, per poi fingere di tornare sui libri.
-Non Farlo Mai Più, se ci tieni alla vita!- sibila la mia amica non appena i passi di mia madre sembrano allontanarsi. Il suo indice accusatore è sospeso a pochi centimetri dal mio naso.
-Cerca di capirmi... fa troppe domande! Da quando Adrien ha iniziato a venire qui ad aiutarmi con l'inglese, i miei genitori hanno cominciato ad essere ancora più invadenti... E NON GUARDARMI COSI', A VOLTE SONO ANCHE PEGGIO DI TE!- la vedo alzare le mani in segno di resa e scuotere la testa, ridendo si spinge leggermente sulle punte dei piedi e scivola indietro con la sedia, afferrando la matita che tenevo tra i capelli.
-Sono quattro anni che sei follemente innamorata di quel ragazzo e non sei ancora riuscita nemmeno a farglielo intendere! Pensa che si vorrebbe mettere in mezzo anche Nino... coraggio, in tutti questi anni non è nemmeno uscito con una ragazza e tu nemmeno ci provi?!?- Alzo gli occhi al cielo, cercando di riprendere la mia matita, mentre Alya tamburella con le dita sul bracciolo della sedia -Lo sai che ho ragione- sfodera il suo ghigno sghembo.
-Non ricominciamo! Per ora  sto cercando di dare il massimo per questo viaggio a Londra, poi si vedrà- riafferro la matita, mostrando la lingua alla mia migliore amica che in risposta scoppia a ridere.
-In ogni caso, tra poco me ne vado- dice ridacchiando- ho un appuntamento con Nino.- la vedo arricciarsi i capelli con le dita e mi sembra di rivederla anni fa, quando la loro storia era ancora agli inizi .
-Ah già, domani è sabato, dunque stasera dormirai da lui-
-Esatto! Le piccole conquiste della maggiore età- annuisce dandomi un buffetto sulla spalla - potresti scoprirle presto!-
-PIANTALA!- arrossisco violentemente, gonfiando le guance e facendola scoppiare a ridere.
-Coraggio, Mari aiutami a ritrovare la giacca, almeno evito di farlo aspettare troppo.-
Mi secca ammetterlo, eppure non posso darle torto. Ma la situazione non è poi così rosea per me: potrò anche essere innamorata, ma sarei una ragazza scostante, pronta a scappare dalla finestra del bagno non appena un'akuma fa capolino in città... e poi è sorto in un problema in più. temo di avere, ANCHE, una cotta per un altro ragazzo. E la situazione sta sfuggendo di mano. Dio non so più dove sbattere la testa...
Sono una tale frana nelle relazioni personali! La mattina spero di vedere Adrien al suono della campanella ed attendo il martedì quasi quanto il Natale, come i bambini, per passare il pomeriggio con lui, tra grammatica inglese e risate... ma ogni sera aspetto impaziente il crepitio dei passi sul mio balcone ed il suono sordo delle nocche sul legno. Forse perché ha il sapore del proibito o perché è così familiare. Eppure è comico, rifiutare Chat Noir quando sono Ladybug, ma lasciarlo entrare quando sono solo io. Solo Marinette,
Non so come sia iniziata...
Forse da Tikki, che stranamente ha iniziato a dirmi di dare una possibilità anche a lui, forse da quella sera sulla terrazza davanti a Notre Dame.
Iniziò una sera a settimana, poi due, poi quattro. Un crescendo tale da farmi arrivare a sperarlo qui ogni sera, Ironico. Lascio la finestra aperta per agevolargli l'ingresso. Mi ricorda Adrien, a tratti, ma lo vedo più aperto e sicuro, forse per via della maschera.
Entra a passo felpato, passa ore ad ascoltarmi e ci ritroviamo a parlare di tutto e di nulla o ad ammirare la luci che si rincorrono sulla Senna, dal mio balcone, con una tazza di tea. Nulla di più.
Ogni tanto mi ritrovo a pensare se Alya mi scoprisse... lei ed il suo LadyBlog che mi danno vita dura! La vedo già sbraitare e cercare di chiedermi di convincerlo a concederle un'intervista. Quasi fossi Peter Parker con le foto di Spiderman!
Un fruscio improvviso mi fa voltare verso la finestra, lo riconoscerei tra mille.
-Sei in ritardo- cerco di fingermi distaccata e mostro il peggior falso broncio della storia. Ma il risultato ovviamente non è quello sperato, visto che mi ritrovo Chat Noir seduto sul ciglio del mio letto.
-Bonsoir Princesse, sai anche tu che non potevo presentarmi prima.- sorride alludendo alla mia amica, allungandosi per poggiare le sue labbra sul dorso della mia mano.
-Non ti stancherai mai di farlo vero?- mi compiaccio del gesto arrossendo, come ogni volta
-Assolutamente no, vale la visione- sorride sornione -Giornata impegnativa eh? Catullo e la sua visione dell'amore. Non mi dispiace il latino sai?
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.- si gonfia come un pavone, portando un pugno al petto, e devo mettere tutta la mia buona volontà per non scoppiare a ridere,
-Vai sul classico eh? In realtà preferisco la morte del passero... ma lasciamo perdere, ti prego, ho passato tutto il pomeriggio su questo dannato libro- scrollo il capo e gli faccio cenno di seguirmi in cucina per un tea.
Si accomoda su una sedia, mentre cerco la teiera in ghisa di mia madre. Guai ad avere un bollitore in casa mia, finirei diseredata anche solo per averlo pensato.
-Sai, nella mia classe si sta parlando di un viaggio a Londra. Ho sempre voluto vederla... Quindi temo che ti toccherà sopportare qualche serata senza la mia compagnia-
Improvvisamente mi cinge la vita con le sue braccia, appoggiando il viso sulla mia spalla, sento il respiro sul mio collo -Ma Chère, ammettilo che sentirai la mia mancanza- sussurra al mio orecchio, dopo avermi spostato i capelli  con la punta del naso. Chat Noir ha la capacità di farmi irrigidire e sbottare senza difficoltà: possiede questa innata sfacciataggine e quel carisma tale, che non mi stupisco come possa avere un fan club, prettamente al femminile e con gli ormoni impazziti.
-Gattaccio! Non farmi prendere lo spruzzino come la volta scorsa!- lo vedo scoppiare a ridere mentre il mio indice tremante ed inquisitore sta ancora sospeso a mezz'aria. Ma la strigliata ottiene l'effetto sperato ed il gatto torna al suo posto senza troppe cerimonie. Eppure senza smettere di ridere.
-Ci riprovo per la ventesima volta di fila, come va con quel ragazzo- il gelo. Ultimamente ha preso questo vizio: voler sapere di Adrien a tutti i costi, utilizzando la scusa del parere maschile.
-Mi pare di avertene già parlato...-
Lui corruga la fronte un secondo per poi scrollare il capo -Non proprio...- arriccia il naso, tanto da sembrare quasi infastidito -Hai solo accennato qualcosa. Eppure sono anni che te lo chiedo-
-In realtà hai cominciato ad insistere da qualche mese a questa parte... sembri quasi geloso, Chat- ridacchio poco convinta della frase che ho appena detto -Ricordati, la curiosità uccide il gatto!-
-Non è così!- gracchia di rimando, sentendosi punto nel vivo - Sono solo curioso, non hai mai voluto dirmi il nome... tutto qui- lo vedo chiudersi nelle sue spalle, quasi sconsolato.
Il vapore comincia a sbottare fuori dal camino della teiera, poco prima che possa aprire bocca. Non capisco il senso di questo muso lungo ora, e non comprendo nemmeno la mia ostinazione a non parlare apertamente: che male ci sarebbe nel Fare il nome di Adrien? Le possibilità che Chat lo conosca sono davvero basse, eppure... ho quasi paura di ferirlo.
Sospiro, versando il liquido nelle tazze e facendo segno al mio ospite di seguirmi in terrazza. In religioso silenzio.
La brezza serale ci carezza dolcemente il viso cullando anche il pensiero più audace... e devo ammettere che non sono pochi al fianco del mio ignaro compagno di battaglie.
Ed il suo abbracciarmi, ogni volta che siamo seduti accanto, non aiuta affatto. Forse perché in realtà non mi dispiacerebbe avere qualcosa di più.
-Sono un paio di giorni che penso ad una cosa... forse stupida. Per come siamo, ehm intimi, se qualcuno dovesse vederci così, potrebbe pensarci come una coppia- sorride sornione e compiaciuto -Potrebbero vederti come la mia Lois Lane?- E per un istante non mi dispiace e crogiolo nella sua risposta e spero, per un secondo di essere la sua Lois... sotto al suo sorriso sornione, e a quello sguardo che sta riconfermando quello che ha appena detto.
No, Fermi...
Cosa... cosa voleva dire questo? E quello sguardo? Panico. Puro e gelido panico. Non ero pronta a questo?
-Agreste- sospiro senza preavviso, tutto d'un fiato, facendo trasalire il ragazzo. Senza pensare... Maledetta me e le me reazioni a caldo. Che tempismo Marinette!
-C-che hai detto, Marinette?!?- sembra visibilmente turbato -Intendi Adrien Agreste? Il modello?!?-
-No, Chat... il padre... Ma certo che parlo di Adrien! Che diavolo di domande ti saltano in testa?!?- mi porto istintivamente una mano alla fronte - Ma perché te lo sto dicendo?-
Chat resta impalato, lo sguardo rivolto verso il vuoto -Da quando?-
-Da sempre, a dire la verità. Come fosse la cosa più naturale del mondo. Come se non lo meritassi.- Chat mi osserva sorridendo dolcemente
-Non hai mai pensato di parlargliene? Insomma, non hai mai pensato che potesse ricambiare...?-
-Chi? Io?!? Sei davvero spassoso! Premettendo che non ne sarei in grado, visto che solo negli ultimi due anni sono riuscita ad arrivare a dire più di una frase sconclusionata, in sua presenza... probabilmente avrei bisogno un paio di birre prima di farlo, o l'intero birrificio, conoscendomi! E NON RIDERE, è davvero una situazione disagiante! In secondo piano, troviamo il fatto che , da quel che so, lui ha in mente un'altra ragazza. E probabilmente diecimila volte meglio di me... ma Nino non ha voluto fare nomi.- Cerco di alzarmi dalla coperta su cui eravamo seduti, ma lui mi ferma e con un leggero strattone mi fa capitolare, ad arte, tra le sue braccia per poi schioccarmi un bacio in fronte.
E resto così, con i brividi a fior di pelle, ad osservare il guizzo che saetta nei suoi occhi, quello che lui pensa di aver donato a due ragazze, ma so che appartiene solo ed unicamente a me.
Mi ritrovo a chiedermi se le mie parole gli hanno spezzato il cuore come ho già fatto in passato, inconsapevolmente, dietro alla maschera... ma prima che possa aprire bocca, il suo anello bippa nervosamente, riportandoci alla realtà: lui dovrà correre presto a casa, come nelle più banali favole.
E fa male, stranamente, come ogni volta. Una parte di me vorrebbe chiedergli di restare. Di spegnere ogni luce in stanza e restare seduti sul letto, pur di non vederlo detrasformarsi, ma per tenerlo con me.
Il suo anello si fa sempre più nervoso, ma Chat non accenna a mollare la stretta
-Non ne esistono meglio di te- sussurra nel mio orecchio, riportando gli stessi brividi di poco prima, nella cucina - cerca di mettertelo in test, Lois e non dimenticartelo- E schioccandomi un bacio pericolosamente vicino alle labbra, allunga il bastone, pronto a balzare nella notte  -Bon Nuit Ma Chèrie-

To be Continued...

   
 
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