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Autore: CalculatedArtificiality    23/01/2018    1 recensioni
Ricordate Diana Fowley? Ricordate la frase "la stai mettendo sul personale"? Cosa è successo dopo che Scully se n'è andata dichiarando conclusa la collaborazione tra lei e Mulder?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dana Katherine Scully, Fox William Mulder
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

 

Il cuore mi batte all’impazzata, il pensiero di confessargli tutto mi fa tornare la nausea. E’ un pensiero che mi ha sempre terrorizzato, soprattutto ora, post Diana. Sono con le spalle al muro, in tutti i sensi.

“Mulder, io…” balbetto, guardo in basso, poi a destra e a sinistra cercando una via di fuga. Non la trovo, lui mi circonda e mi sovrasta. Mi sento un animale in gabbia e non è una sensazione che mi piace. “Non so cosa vuoi sentirmi dire, Mulder.” Dico alla fine incontrando i suoi occhi.

Il suo sguardo è fermo, pieno di quell’intensità che lo contraddistingue da sempre “voglio quello che ho sempre voluto, Scully.” La sua voce è calma e mi ritrovo a desiderare di sentirgli dire altro anche se so già di cosa si tratta. Vuole da me quello che sta cercando da tutta la sua vita: la verità.

Sento un fremito, sospetto stia andando in frantumi quel muro che ho tirato su nel corso degli anni, ma poi mi rendo conto che sono le mie gambe, stanno tremando. Ho paura che possano cedere. Faccio del mio meglio per elaborare l’informazione: Mulder mi sta chiedendo di dirgli la verità. Vuole sapere perché non sopporto che Diana Fowley sia rientrata nella sua vita, perché sono gelosa del loro rapporto.

Gli ho dato così tanto in questi anni, gli ho dato quasi tutta me stessa e ora mi sta di fronte chiedendomi l’unica cosa che ho sempre cercato di tenere per me. Quell’unica cosa che non sono certa di potergli dare.

“Perché…” inizio, la decisione è presa “lei ti stava allontanando dal tuo lavoro, dal nostro lavoro, Mulder.” Sto mentendo.

Lo osservo e per un momento ho la sensazione di essere tornata a scuola nell’aula di chimica, sono testimone della sua reazione: i suoi occhi si fanno più scuri, le pupille si dilatano; avvicina il suo volto al mio “risposta sbagliata.” Dice a denti stretti. La sua rabbia è riemersa ed è diretta a me. Mi sta di fronte con entrambe le mani appoggiate al muro all’altezza delle mie spalle. Mi tiene in trappola.

“Non è quello che voglio sentire, Scully.” Il tono della sua voce è profondo, pericoloso. “Hai un’altra possibilità, un’ultima occasione per dirmi la verità prima che me ne vada.” Muove una mano lungo il muro scivolando ancora più vicino a me, sento il suo respiro accarezzarmi la pelle “il momento stesso che mi vedrai attraversare la porta, sarà tutto finito.”

Il suo tono è rude, amaro. E’ il tipico tono al quale generalmente mi ribellerei. Ma stavolta la posta in palio è troppo alta. Realizzo quello che ho appena sentito, questa è la mia ultima possibilità. Se mento ancora lui se ne andrà e io non potrò neanche chiedergli dove.

“Mulder…” rimango attonita nel sentire la mia voce così tremolante. Anni di pratica nel raggiungere un tono fermo e autoritario volati letteralmente via dalla finestra. Ho paura di non riuscire a continuare, scuoto la testa, ci riprovo, le parole tremano un po’ di meno “non so cosa dire.” Sto cercando di guadagnare tempo, lo so. Se ne andrà solo se mentirò ancora. Ma lui non ha intenzione di darmi spago, non risponde, non si muove.

Nell’osservarlo sento tutto il peso della situazione e ho paura di non poterla più sostenere. Sono sempre stata forte, ho sempre avuto una mente lucida e determinata, ma adesso sento le ginocchia cedere. Il pensiero che questa potrebbe essere la fine mi terrorizza.

Per un attimo penso che se cadessi Mulder mi prenderebbe, ma resisto. Sono orgogliosa del mio corpo, reagisce bene anche se la mente è offuscata;  sono sempre stata decisa e razionale, ma in fondo ho sempre avuto le mie insicurezze e il pensiero di mostrarle mi spaventa.

La mia mente corre rapida cercando di analizzare tutto quello che potrebbe andare storto se gli dicessi la verità; potrei perderlo, questa è la mia paura più grande.

“Mulder, non capisco perché stai facendo tutto questo.” Faccio del mio meglio per tenere a bada le emozioni con il risultato che le parole escono con un tono stizzito. E invece ho solo tanta paura.

E’ imperturbabile “sei tu che hai cominciato. Ora finisci.”

Cerco di contrattaccare “ Non sono io quella che…”

Lui taglia corto “non voglio più discutere con te, Scully.” Il suo corpo è fermo, i suoi occhi incollati ai miei “smettila di essere così codarda.”

Cerca di spronarmi, lo so, lo capisco e non posso più resistere. Quel particolare meccanismo di difesa, la capacità di farmi scivolare tutto addosso, stasera non funziona.

“Oh fottiti Mulder, eri tu all’inizio che volevi parlare.” Dico con rabbia. “Cosa vuoi sentirmi dire? Vuoi che ti dica che mi ferisce il rapporto che hai con Diana Fowley? Che mi sono sentita pugnalata alla schiena quando hai scelto lei invece che me? Vuoi che ti dica che per questo ho perso il sonno e ho pianto tutte le mie lacrime? Che mi ha spezzato il cuore vederti tenerle la mano?”

Mulder mi guarda, annuisce impercettibilmente “è un inizio, ma non va ancora bene.”

Gli poggio una mano sul petto con l’intento di spingerlo lontano da me, probabilmente se lo aspettava e mi blocca.

“Certo che non va bene, tu vuoi proprio tutto da me, non è vero Mulder? Vuoi prenderti tutto e non ti fermerai finché non mi lascerai senza niente più da dare, senza niente che rimanga solo per me.” Rimane in silenzio, con una mano afferra la mia rimasta sul suo petto, la stringe prima di togliersela di dosso e spostarmela lungo il fianco. Ne accarezza il dorso con il pollice e poi la lascia andare. Il suo silenzio è assordante, compromette la mia capacità di formulare pensieri. E all’improvviso un residuo di coraggio si fa strada in me sospinto probabilmente da tanti anni di sentimenti repressi. Lo sento partire dai piedi, attraversarmi il corpo e arrivare alle labbra.

Sono ancora furiosa, ma inizio a parlare “vuoi che ammetta che il pensiero di te e Diana insieme mi fa impazzire di gelosia? E’ questo che vuoi sentirti dire? Vuoi che ti dica che sono talmente innamorata di te che vederti insieme a lei, sentirla che ti chiama Fox e ascoltare te mentre la difendi a destra e a sinistra ignorando chi lei sia realmente mi distrugge?” Sono senza fiato e ho un nodo in gola. Mulder mi guarda, il suo volto non tradisce la minima emozione. La paura mi attanaglia lo stomaco e mi riempie gli occhi di lacrime.

Non posso farci niente, ho appena rivelato i miei sentimenti a Mulder e ho cominciato a piangere “è questo che volevi sentirti dire? Sei contento adesso?” Chiedo stringendomi con le braccia, cercando di proteggermi. Mi sento fragile, esposta.

“Dillo ancora.” La sua voce è bassa, profonda.

Non può essere serio le lacrime distorcono la visione che ho delle cose.

“Dillo ancora.” Ripete.

Dovrei sentirmi indignata, gli sto di fronte senza difese e lui ha il coraggio di chiedermi di ripetere ciò che ho appena detto. Eppure qualcosa nella sua voce mi fa capitolare subito. Non ha intenzione di ferirmi stavolta, lo so.

Il mio tono è basso, lui avvicina un orecchio alla mia bocca “sono innamorata di te, Mulder.” Ribadisco, la voce rotta dall’emozione.

E all’improvviso la sua bocca è sulla mia, sento le sue labbra premere sulle mie, sono morbide, delicate. Il mio stomaco si contorce e l’emozione mi travolge. Il suo bacio diventa man mano più caldo, ottiene con prepotenza di diventare più intenso; le mie labbra si muovono con le sue. Ho il viso bagnato di lacrime, le assaporo sulle sue labbra. Sanno di sale, di spezie, di casa. Mulder mi bacia in modo appassionato.

Quando alla fine si discosta da me, mi osserva per un lungo momento. E’ quasi senza fiato quando finalmente parla “dillo ancora.” Sorride.

Sorrido anche io “sono innamorata di te.”

Mi bacia ancora, dolcemente stavolta.

“Non sai da quanto tempo speravo di sentirti pronunciare queste parole Agente Scully.”

Mi posa un bacio sulla fronte.

“Anch’io sono innamorato di te, naturalmente.” Dichiara prendendomi il viso tra le mani, le dita a tracciare le mie lentiggini.

Lo dice con noncuranza, come se non fosse una rivelazione, ma qualcosa che dovevo già sapere. Il suo tono sembra intendere nel caso tu non te ne fossi accorta e io dimentico per un momento che effettivamente non lo sapevo. Avevo i miei sospetti, le mie speranze più recondite, ma di certo non lo sapevo. Fino ad ora.

“Diana?” Chiedo sorridendo. Realizzo che è probabilmente la prima volta che pronuncio il suo nome con il sorriso sulle labbra.

“Che vada a farsi fottere Diana.” Risponde strizzando gli occhi. “Non nel senso letterale del termine, naturalmente.” Sogghigna.

Ridacchio anch’io “no, non letteralmente.”

Lascia scivolare via le mani dal mio viso e si appoggia con la schiena sulla parete opposta. Si passa una mano tra i capelli “che serata!” Sospira. Rimango nella mia posizione, finalmente leggera. Annuisco.

“Dicevo davvero.” Afferma poi improvvisamente serio.

Lo osservo incerta.

“Diana,” chiarisce “non la tocco da quando… “si blocca cercando di ricordare “beh, da prima di te. Da prima che se ne andasse. E non ho più avuto voglia di toccarla.” Conoscendolo, so che c’è altro così rimango in silenzio. “Mi dispiace. Avevi ragione a considerare tutta questa storia personale perché lo è. Non lo so… lei una volta mi conosceva bene e io conoscevo lei, l’ho giustificata e non avrei dovuto. Ma non ho mai scelto lei invece che te, Scully non avrei mai potuto fare quella scelta. Non da quando sei entrata per la prima volta nel mio ufficio e di certo non ora.”

Le sue parole mi avvolgono, mi riscaldano, so che sono vere. Sorrido e lui mi chiama a sé flettendo il dito indice. “Vieni qui.” La sua voce è armoniosa e io gli finisco subito tra le braccia.

Si abbassa verso di me e mi bacia dolcemente, le sue labbra si muovono sulle mie con la pratica e la naturalezza di chi mi ama fin dal giorno che sono nata.

“Scully?” Mormora con le labbra ancora attaccate alle mie.

Apro gli occhi e seguo il suo sguardo, cerco di capire su cosa sia focalizzato.

“Si?”

Un altro bacio “adesso puoi mettere via tutto quel gelato?”

Mi discosto imbarazzata “si, naturalmente.” Scuoto la testa e raggiungo il bancone della cucina “metto via tutto.” Dico afferrando le vaschette e riponendole nel freezer. E intanto rimango con gli occhi fissi su di lui, lo osservo mentre si sposta nel soggiorno.

Si è seduto sul divano e io lo raggiungo, mi metto a cavalcioni su di lui, lo sento ansimare mentre gli metto le braccia intorno al collo.

Gli poggio la testa nell’incavo della spalla e riservo un ultimo pensiero alla mia nemica Diana Fowley.

Il corpo di Mulder aderisce perfettamente al mio, la sua lingua intrecciata alla mia, le sue mani sulla mia schiena ad attirarmi ancora di più a sé, il mio cervello non riesce più a formulare pensieri coerenti.

L’unica cosa di cui sono cosciente, l’unica verità eclatante che afferro ora è che io e Mulder ci stiamo baciando.

 

 

Fine

   
 
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