Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: JoiningJoice    23/01/2018    1 recensioni
Si sente tanto sbagliato da pensare di non meritare neppure di stringere la sua mano – ma quando lo fa trova una stretta calda, decisa e confortevole. Osserva le loro man confuso e poi torna a guardarlo in volto, piacevolmente disorientato.
Quando Namjoon sorride sul suo viso compaiono due fossette profonde.
Le adora già.

O, la storia di come Namjoon e Seokjin trovarono il sole l'uno nell'altro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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1 – Seokjin, parte I



Seokjin non si è mai sentito sbagliato o fuori luogo. La sensazione di non appartenere ad un luogo gli è solo vagamente familiare – ma la sua capacità di adattamento, unita ad una vita passata senza mai trasgredire le regole imposte dalla sua famiglia o dall'ambiente scolastico, gli ha sempre permesso di vivere senza mai risultare inopportuno.

La prima volta in cui sente di aver commesso un errore è quando compone il numero che un talent scout ha elegantemente scribacchiato sul suo biglietto da visita, prima di ficcarglielo in tasca quasi con forza – per permettergli di “saltare le tediose selezioni” e presentarsi direttamente nei loro uffici. A sentire lui, ha un volto troppo particolare per essere sprecato dietro ad una scrivania, o a corsi di recitazione.

Il provino è un disastro, ma Seokjin ha la sensazione che non sia a causa sua. Forse pretende troppo da un mondo che vuole dargli troppo poco – forse quel sistema lo spaventa, forse non è ciò di cui ha bisogno; in ogni caso, quando si inchina uscendo dall'ufficio, per la prima volta in vita sua sente di aver commesso un errore troppo grande per poter essere sistemato senza rimescolarsi del tutto, senza ricomporre ed analizzare le proprie priorità e i propri obiettivi.

Quel colloquio gli ha mostrato esattamente ciò che sospettava da tempo: c'è di più, oltre i voti e i complimenti dei professori – e qualunque cosa sia, Seokjin non può fare a meno di desiderarla. Non può fare a meno di voler sbagliare, ancora e ancora, fino a trovare la giusta soluzione a quel neonato dubbio.


Tocca l'apice dell'inadeguatezza – più che toccarlo, si lascia schiacciare completamente da esso – il giorno in cui finalmente firma il contratto con la BigHit Entertainement. Suo padre fissa il plico di documenti con lo sguardo severo che gli è tanto familiare, legge ogni clausola – e non commenta, non dice niente, per un tempo che sembra infinito. Seokjin avrebbe preferito vederlo furioso; sarebbe stato più facile affrontarlo.

Alla fine rassetta i fogli dando loro un colpetto secco sulla scrivania e li lascia scivolare di nuovo verso di lui, valutando ciò che ha appena letto. - È una piccola agenzia. -, è la sua battuta d'esordio. Seokjin sa che si sta trattenendo, ha imparato a leggere tra le righe; ciò che suo padre intende dire è: “È un'agenzia sull'orlo della bancarotta, che non ti garantirà mai un futuro solido quanto potrei fare io, quanto potrebbe fare il dedicarti anima e corpo agli studi.”

- Lo so. -, risponde. È sicuro che la voce tradirebbe la paura, se solo pronunciasse una sillaba in più.

Suo padre si gratta il mento, poi incrocia le mani sul petto. - È questo che vuoi, Seokjin? Far parte di un gruppo musicale? -

Ciò che non dice è: “Mi hai deluso. Dammi una ragione per pensare che tu non abbia commesso un grave errore.”

- Sì, papà. -, risponde. È un gioco a cui possono giocare in due, e ciò che Seokjin non dice è: “Non so se sarò in grado di farlo.”.


L'abitazione è al sesto piano di un complesso di appartamenti che sfugge appena alla definizione di casa popolare, ma Seokjin si guarda attorno comunque meravigliato da ogni dettaglio. È piccola, e ogni angolo è un caos di oggetti stipati fino al soffitto – magliette posate su ogni superficie definibile tale, e all'ingresso scaffali su scaffali di scarpe da ginnastica rendono quasi sgradevole l'aria.

La adora già.

- Davvero possiamo vivere qui? -, domanda, e subito si rende conto di quanto suoni stupido. Il manager ride, divertito dal suo stupore.

- È un po' piccolo per sette ragazzi, me ne rendo conto. -, risponde, interpretando male la sua reazione. Bussa di nuovo a quella che Seokjin ha dedotto essere la porta della camera da letto, spazientito. - Ah, gli avevo detto di farsi trovare in piedi per accogliere il nuovo arrivato. Che figura... -

- Non importa. -, si affretta a mormorare – ed è in quel momento che la porta della stanza si apre, e un ragazzo allampanato e alto esce dalla camera con indosso una maglia bianca di almeno tre taglie più grandi e dei pantaloncini che hanno visto giorni migliori. Sta ancora sistemandosi gli occhiali sul volto abbronzato, e Seokjin lo fissa colto alla sprovvista. Lui non si accorge neppure della sua presenza.

- Manager, mi dispiace, la sveglia non ha suonato... -, borbotta il ragazzo. Ha la voce ancora impastata di sonno, roca e bassa e piacevole da ascoltare. È quasi un crimine che il manager lo interrompa, sollevando una mano e indicando successivamente l'orario sul suo orologio da polso.

- Se fosse stata una giornata di prove questa sarebbe stata una nota di demerito, Namjoon. Sei il leader, sai che è la tua responsabilità assicurarti che tutto vada come deciso. -, lo rimprovera; Namjoon rimane ad ascoltare in silenzio, chiaramente dispiaciuto. Le labbra grandi sono strette in un segmento rigido, reprimono il fastidio che gli causa essere rimproverato; solo quando il manager gli da una pacca forte sulla spalla e gli indica Seokjin le sue labbra si dischiudono in un sorriso esitante.

Non c'è che un secondo di dilazione tra il momento in cui si volta a guardarlo e il momento in cui si fa avanti per stringergli la mano, ma Seokjin sente quell'unico momento come fosse un ceffone forte sul volto. Eccoli lì, Kim Namjoon – intelligente, di talento, intento a incanalare i propri ideali chiari e forti in musica, in arte – e Kim Seokjin – fortunato abbastanza da essere reclutato da un'agenzia di modelli durante un saggio di recitazione, sfacciato al punto da decidere di gettare via una vita sicura per puro spirito di ribellione adolescenziale.

Si sente tanto sbagliato da pensare di non meritare neppure di stringere la sua mano – ma quando lo fa trova una stretta calda, decisa e confortevole. Osserva le loro man confuso e poi torna a guardarlo in volto, piacevolmente disorientato.

Quando Namjoon sorride sul suo viso compaiono due fossette profonde.

Le adora già.




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Hello again~

Ho notato chle la yoonseok che analizzava l'inizio del loro rapporto è piaciuta a un po' di persone, quindi ho pensato di scrivere qualcosa di simile per un'altra delle mie OTP, ovvero la NamJin! La storia sarà composta da 6 capitoli molto brevi, i primi 3 dal POV di Jin e gli ultimi 3 scritti dal POV di Namjoonie~

Ci tengo a specificare che niente di quanto scritto qui pretende di rispecchiare la realtà, ma solo una versione fittizia di essa! Non mi permetterei mai di presumere di sapere che carattere abbia il padre di Seokjin, per esempio :')

Spero vorrete seguirla e commentarla, il secondo capitolo arriverà il 26/01~

Alla prossima!

-Joice


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