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Autore: Mestizo    23/01/2018    6 recensioni
Durante il suo tragitto il treno attraversava le risaie. Distese di acqua cristallina, immobile come uno specchio. Nelle ore dell’alba riflettevano una luce pallida, fioca e GuanShan aveva l’impressione che le case per qualche strana magia galleggiassero tra i campi sommersi.
Apprezzava questo piccolo fazzoletto di tempo che era riuscito a ritagliarsi per caso, lo aiutava a prepararsi alle successive ore di fatica, e non vi avrebbe rinunciato tanto facilmente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, He Tian, Mo Guan Shan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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My sweet glowing light

 

That morning


A GuanShan non dispiaceva prendere il treno la mattina.

Doveva prenderlo molto presto per arrivare a lavoro e questo gli permetteva di trovare sempre posto e di godersi qualche momento di pace e solitudine.

Per lo più ascoltava musica, o recuperava qualche ora di sonno.

Durante il suo tragitto il treno attraversava le risaie. Distese di acqua cristallina, immobile come uno specchio. Nelle ore dell’alba riflettevano una luce pallida, fioca e GuanShan aveva l’impressione che le case per qualche strana magia galleggiassero tra i campi sommersi.

Apprezzava questo piccolo fazzoletto di tempo che era riuscito a ritagliarsi per caso, lo aiutava a prepararsi alle successive ore di fatica, e non vi avrebbe rinunciato tanto facilmente.

Quella mattina era riuscito ad arrivare perfino in anticipo ed il treno, fermo sui binari della stazione, aspettava di iniziare la sua corsa.

GuanShan salì e cercò il suo posto preferito accanto al finestrino, nella direzione di marcia.

Si liberò dello zaino infilandolo sotto il suo posto e allungò le gambe, incrociando le caviglie. Indossate le cuffie, si lasciò scivolare all’indietro; chiuse gli occhi e incrociò le braccia.

Eh si...ne valeva la pena, dopotutto.

Con il passare dei minuti i rumori della stazione presero ad amalgamarsi con la musica, il suo respiro si fece più lento e regolare, la tempia si poggiò al freddo vetro del finestrino, i muscoli si rilassarono e…

“Toc toc”

GuanShan corrugò la fronte

“Toc toc toc”

No, non era una sua impressione.

Lentamente il rosso aprì gli occhi.

“Toc toc”

Si voltò verso il finestrino e si ritrovò a qualche millimetro di distanza da due occhi grigi.

“CAZZO!” gridò, balzando sul posto accanto come una molla.

Stava li in piedi con un sorriso da ebete e la mano ancora a pugno appoggiata sul finestrino; tutto contento come se avesse appena vinto una caccia al tesoro: He Tian.

GuanShan digrignò i denti, tirando giù il finestrino

“Che cazzo di problemi hai? Mi hai spaventato! Smettila di fare lo stalker schifoso!”

He Tian si inclinò in avanti, facendo scivolare la braccia all’interno del finestrino e lasciandole penzolare a peso morto. Inclinò la testa e sorrise, poggiando il mento sull’avambraccio.

“Che tu ci creda o no è una sfortunata coincidenza”

“Hai ragione” disse GuanShan, avvicinandosi e poggiandosi a sua volta sul finestrino “Non ti credo”

Tentò di chiudere il vetro ma He Tian, appoggiandosi con tutto il suo peso, lo impedì con facilità.

“Quanto sei energico, così di prima mattina. Ti facevo più pigro”

GuanShan rinunciò, riprendendo posto sul sedile, incrociando le braccia e battendo nervosamente il piede.

“Non voglio sentirmelo dire da uno che sta saltando lezioni”

He Tian rise, allungando una mano e sfiorandogli l’orecchio con l’indice “Non arrabbiarti mamma”

GuanShan scattò di lato, assumendo un’espressione disgustata “Non chiamarmi in quel modo, stronzo”

“Papà?”

GuanShan si passò una mano tra i capelli “Ugh…” sospirò, esasperato. Ecco che il suo momento di pace andava a farsi fottere.

“Ma che cazzo ci fai tu qui, uh?” gli chiese, inclinandosi in avanti e poggiando i gomiti sulle ginocchia.

He Tian lo fissò intensamente, allontanandosi finalmente dal finestrino e accendendosi una sigaretta.

“Aspetto il mio treno” con il mento indicò il binario alle sue spalle, sbuffando una nuvola di fumo e osservando la sigaretta bruciargli tra le dita.

Per un momento l’idea di chiedergli dove fosse diretto sfiorò la mente di GuanShan, tuttavia non era la prima volta che He Tian partiva per qualche misteriosa “gita”; di solito spariva per tre, cinque giorni massimo, ma alla fine tornava sempre.

GuanShan immaginava che fossero viaggi in qualche modo legati alla sua famiglia, ma non erano affari suoi, si limitò dunque ad alzare le spalle adocchiando l’orologio del suo cellulare: il treno sarebbe partito tra pochi minuti.

“Ehi” chiamò He Tian.

GuanShan alzò gli occhi al cielo, mordendosi nervosamente l’interno della guancia “Cosa c’è?”

He Tian sorrise, inclinando il capo “Ti mancherò, mentre sarò via?”

GuanShan spalancò gli occhi, stringendosi le braccia “Perchè cazzo dovresti mancarmi? Che domanda disgustosa! Io-”

“Perchè tu…” lo interruppe He Tian, gettando la sigaretta a terra e fissandolo seriamente “...mi mancherai, GuanShan”

GuanShan corrugò la fronte, aprì le labbra ma un nodo in gola gli bloccò la voce. Deglutì...sembrava un po’ troppo serio.

“Cosa-?”

"Treno in arrivo al binario sei, direzione: Hong Kong. Il treno non effettua fermate." 

La voce meccanica degli annunci si ripetè due volte e gli occhi di GuanShan si mossero oltre la testa di He Tian, al binario che poco prima il ragazzo aveva indicato.

“Vai...ad Hong Kong?”

Era una destinazione decisamente più lontana di quello che si immaginava.

He Tian annuì lentamente, mettendosi le mani in tasca “E’ una delle tappe, si”

Come se fosse apparsa dal nulla, GuanShan intravide una valigia dietro He Tian. Nera, abbastanza capiente da contenere molti vestiti. Più di quanti fossero necessari per soli quattro giorni di viaggio.

Alzò gli occhi su He Tian, si fissarono.

GuanShan sapeva che He Tian era piuttosto abile a percepire cosa gli passasse per la testa, era inquietante il più delle volte, ma considerando il suo orgoglio ed il suo pessimo carattere poteva dimostrarsi un talento utile.

Perciò, sapeva che He Tian aveva capito, sapeva che nella sua testa gli stava chiedendo dove fosse diretto, perchè vi fosse diretto e per quando, in qualche modo, sapeva se sarebbe tornato.

Proprio come se gli avesse letto nella mente, He Tian soffocò un sorriso lo guardò e...non rispose.

Spostò il peso in un piede, poi nell’altro. Un fascio di luce del sole attraversò le arcate metalliche della stazione, illuminando il viso di GuanShan.

He Tian gli fissò i capelli, intensamente come se volesse imprimersi nella memoria l'immagine di fronte ai suoi occhi.

Sorrise.

“Hanno...un colore diverso, al sole” disse.

Il treno ad altà velocità arrivò in quel momento, sfrecciando alle spalle di He Tian e rallentando, lentamente, fischiando fastidiosamente.

Un fiume di persone si mosse verso e dalle sue porte.

Istintivamente GuanShan balzò in piedi, stringendo i pugni con forza. La fronte aggrottate, le labbra strette fino a rendersi un filo sottile. Un fastidio, terribile, allo stomaco.

Si fissarono intensamente per qualche secondo, i piedi di GuanShan fremevano, eppure non riusciva a muoverli di un solo millimetro.

Treno in partenza al binario sei, direzione Hong Kong”

He Tian sorrise, di nuovo, afferrando la sua valigia.

“Ciao, piccolo Mo” disse, prima di voltarsi e camminare via.

GuanShan gli osservò la schiena, dritta. Presto si sarebbe voltato, da un momento all'altro He Tian si sarebbe girato verso di lui con il più stupido sorriso possibile e lo avrebbe preso in giro per essere cascato ad uno scherzo tanto stupido quanto di cattivo gusto.

Da un momento all'altro...di sicuro.

 

Ma He Tian salí sul treno, e prima ancora che che GuanShan potesse aprire bocca per chiamarlo, le porte si erano già chiuse.

 

Treno in partenza al binario sei, allontanarsi dalla linea gialla”

 

“He Tian…” sussurrò GuanShan, prima di digrignare i denti furibondo e di afferrare il suo zaino, balzando come un fulmine fuori dal treno, corse veloce, verso il binario accanto. Si avvicinò alle porte, ormai bloccate.

Le prese a pugni, per poi spostarsi verso i finestrini, ma erano oscurati e non riuscì a vedere i passeggeri.

“HE TIAN!!” gridò, prendendo a pugni anche i finestrini.

Il treno iniziò a muoversi.

“Fanculo! HE TIAN!! BASTARDO!”

 

“Ehi ragazzo! Cosa credi di fare? Allontanati!”

Uomini della sicurezza presero ad avvicinarsi, attirati dalle grida del ragazzo. Ma GuanShan li ignorò, iniziando a correre per rincorrere quel treno. Veloce sempre più veloce.

“Fermati, cazzo, FERMATI!”

Ma non poté andare molto lontano, le mani degli agenti di sicure si erano strette con forza al suo braccio, fermandolo e allontanandosi dal treno lo scansarono con forza, furiosi.

“Cosa credevi di fare? È pericoloso!”

 

Digrignando i denti GuanShan strattonò il braccio, liberandosi dalla presa.

“Lasciami!”

Il treno era ormai lontano, e presto si perse in lontananza. Spostò lo sguardo al suolo, osservando inerme la mano sinistra, stretta con forza sullo zaino e la destra, rossa e dolorante per i pugni che inutilmente aveva scagliato.

“Tch” schioccò la lingua, uno degli agenti “Se proprio devi aspetta il prossimo treno, invece di rischiare di ammazzarti”

GuanShan non rispose.

Si limitò a salire sul suo treno, ancora fermo, e a sedersi al suo posto.

Il finestrino era ancora aperto...con rabbia lo chiuse, usando molta più forza di quanto ne fosse necessaria.

 

Mi mancherai, GuanShan”

 

Il rosso si morse con forza le labbra prima di prendere il suo zaino e scavare al suo interno alla ricerca del suo cellulare.

Restò sei lunghi minuti a fissare il contatto di He Tian prima di decidersi, finalmente, a selezionare la chiamata.

Lentamente lo portò vicino all'orecchio.

Siamo spiacenti, il numero da lei selezionato è inesistente”

 

GuanShan ascoltò la voce elettronica immobile, e per qualche secondo si ritrovò a trattenere il respiro.

Abbassò il telefono è chiuse la chiamata.

 

Guardò fuori dal finestrino e si rese conto che anche il suo treno era ormai in viaggio e lui non se ne era nemmeno accorto.

Osservò le risaie, il sole in lontananza...e quel paesaggio che a lui piaceva tanto, per qualche motivo, sembrò meno bello, quella mattina.



[Mestizo]
Privet! 
​Ecco un piccolo lavoro senza pretese che tenevo nel cassetto da un po' ma che per qualche motivo mi suonava un po' troppo cliché. Credo di essere riuscito a migliorarlo in qualche modo ma spero mi direte voi cosa ne pensate. Ho già tutta la storia in mente e non credo supererà i tre o quattro capitoli. Non so bene quando riuscirò ad aggiornare ma lo farò il prima possibile. E' bello essere tornati! 
Do svidaniya!!
​Mestizo, out.

















 
   
 
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