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Autore: Sonrisa_    23/01/2018    5 recensioni
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«Ammetterai che sembrerebbe surreale ipotizzare che Ladybug sia proprio Marinette. Senza la maschera quella ragazza è davvero un disastro ambulante.»
«Converrai allora che associare Adrien a Chat Noir non sia proprio automatico, eh.» replicò piccata Tikki, incrociando le zampettine.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Plagg, Tikki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ça suffit pour le moment


 
Tikki sospirò piano, iniziando a muovere freneticamente le zampette: il momento era arrivato, doveva approfittarne.
Avvicinatasi all'apertura dello zainetto di Marinette, fece vagare i suoi occhioni in tutte le direzioni per assicurarsi che tutti i ragazzi fossero concentrati sugli esercizi del compito di matematica, così che non ci fosse il rischio che qualcuno la vedesse.
Prese un profondo respiro e si arrischiò ad uscire dal suo rifugio sicuro, nascondendosi prima sotto il banco di Marinette per cercare di capire se anche la borsa di Adrien fosse aperta quel tanto che bastava per farla entrare. Tentare di aprire la zip sarebbe stato troppo rischioso e lei non voleva di certo far scatenare il panico nella classe o, ancor di più, farsi vedere da Adrien, l'unico che poteva di fatto riconoscerla come kwami e non scambiarla come insettopo o altro. Prima di agire diede un'ultima occhiata alla professoressa, intenta a passare in rassegna tutti i ragazzi per assicurarsi che nessuno potesse copiare.


Plagg se la ritrovò addosso d'improvviso e ci mise un paio di secondi a metabolizzare la cosa.
«Cavolo, il moccioso aveva ragione: ho fatto indigestione di Camembert e ora ho le visioni.»
«In tutti questi millenni mi hanno chiamato in tanti modi, ma devo dire che visione è il più carino.» rise Tikki.
Fu nel risentire -dopo quanto?!- la sua voce e quella risata che il kwami del gatto nero capì che lei era davvero lì, di nuovo con lui.
Ancora imbambolato le si avvicinò piano, non sapendo bene come comportarsi.
«Scusa se ti sono finita addosso, ma madame Melendeiev si è girata all'improvviso dalla parte di Adrien e io temevo mi vedesse.» ammise, decidendo che fosse il suo turno di accorciare ancora di più la distanza che li separava.
«Come mai sei qui?» le chiese, trattenendo la voglia -il bisogno- di toccarla.
«Non hai detto niente ad Adrien, vero? Riguardo Marinette, intendo.»
Plagg si allontanò di scatto, quasi come se si fosse scottato, sbottando un "no" deciso.
Tikki era ligia al dovere come sempre: si era presentata lì solo per assicurarsi che lui avesse mantenuto il segreto.
«Non ho detto niente a quel moccioso, nonostante la sua minaccia di togliermi il Camembert e la mia voglia di porre fine ai suoi lamenti.» sibilò, dandole la schiena.
«Bene.» sorrise Tikki più sollevata, avvicinandoglisi nuovamente «Alla fine però continui ad avere il tuo prezioso Camembert.» osservò divertita lei, guardandolo recuperarne un pezzo dalla confezione e buttarlo giù in un sol boccone.
«Vorrei ben vedere: niente Camembert comporta niente poteri, quindi niente Chat Noir.» spiegò «Il ragazzo non può rischiare di non trasformarsi.»
Tikki rimase in silenzio una manciata di secondi, non sapendo bene come continuare quella conversazione.
«Tu vorresti dirglielo, vero?»
«Dipendesse da me l'avrei già fatto, ma so che tu non saresti d'accordo.»
«Marinette non è ancora pronta.» sospirò la piccola kwami, abbassando il capo «Lei è totalmente presa da Adrien, temo la destabilizzi scoprire che sia proprio lui a nascondersi dietro la maschera di Chat Noir.» ammise «Mi preoccupo per lei. Al momento è necessario rimanere concentrati sulla battaglia.»
L'ultima cosa che avrebbe voluto era far soffrire Marinette: aveva imparato a conoscerla e sentiva che la ragazza non era ancora pronta per sopportare una verità come quella.
Plagg volse nuovamente lo sguardo su Tikki, socchiudendo gli occhi nel tentativo di far affiorare nella sua mente l'immagine di lei in un'altra forma. Non fu difficile: in tutti quegli anni aveva scordato diverse cose legate all'essere un umano, ma dimenticare lei era tutta un'altra storia.
«Lui soffre davvero.» mormorò piano «La ama.»
«Ama una parte di lei.» lo corresse «Così come lei ama una parte di lui.» sospirò «Ci vorrà del tempo prima che comprendano.»
«Ammetterai che sembrerebbe surreale ipotizzare che Ladybug sia proprio Marinette. Senza la maschera quella ragazza è davvero un disastro ambulante.»
«Converrai allora che associare Adrien a Chat Noir non sia proprio automatico, eh.» replicò piccata Tikki, incrociando le zampettine.
«Non volevo offendere la tua protetta: dico solo che almeno lei non è orfana di madre con un padre tanto assente e freddo quanto maniaco del controllo che pretende da te l'assoluta perfezione. Adrien deve rispondere delle sue azioni a Gabriel Agreste, Chat Noir solo a se stesso: è normale che con la maschera si prenda determinate libertà.» spiegò Plagg.
Calò un pesante silenzio tra i due.
«Perché i nostri Portatori non hanno mai vita facile?»
«Chissà, forse hanno preso da noi...» borbottò lui, sedendosi sul pacchetto di fazzoletti.
Tikki aprì la bocca per parlare, ma non riuscì ad emettere alcun suono: trovarselo accanto non cancellava il dolore, né tantomeno la memoria di ciò che erano e che non sarebbero più stati; piuttosto le riportava alla mente tanti ricordi che credeva di aver relegato via per sempre.
«Plagg...» lo chiamò in un sussurro.
Da quanto non pronunciava il suo nome?
Probabilmente da troppo tempo, altrimenti non si sarebbe spiegata né l'emozione che aveva provato, né il fremito di lui.
«...posso abbracciarti?» chiese lei in modo talmente flebile che Plagg, per un attimo, credette di averlo sognato.
La guardò fermarsi a pochi centimetri da lui e automaticamente aprì le zampette tra le quali lei si tuffò, soddisfando quel bisogno che l'aveva colta da quando l'aveva rivisto durante la battaglia contro Hibou Noir.
Rimasero così e si strinsero forte, felici di poterlo fare dopo troppo tempo.
«Anch'io vorrei poter dire loro la verità...» gli confidò, certa che lui avrebbe capito: sarebbero stati di nuovo insieme se Marinette ed Adrien avessero scoperto chi si nascondeva dietro quelle maschere «Ma è presto e sarebbe egoista: soffrirebbero.» pigolò, sentendosi ancora più piccola di quanto non fosse già.
«Lo so, Tikki, lo so.» mormorò Plagg, stringendola ancora più forte.
Per il momento bastava quello.

 



Ciao a tutti! Ammetto di sentirmi emozionata a pubblicare la mia prima fanfic su questo fandom! ^^"
Ho scoperto Miraculous a giugno 2017, ma ho iniziato a bazzicare silenziosamente nella sezione qualche mese più tardi (presto vi troverete un bel po' di recensioni da parte mia u.u). Ora mi sono decisa a passare ad una parte più "attiva", spero che la shot vi piaccia! :)
Non penso serva specificarlo, ma questa shot si colloca come conseguenza di quella scena. Credo che, sapendo di essere così vicini tutti i giorni, possa essere plausibile un incontro ravvicinato tra Tikki e Plagg. La S2 è ricca di momenti degni di nota e di sclero fangirloso, spero continui così perché voglio emozionarmi ancora di più.
So che in realtà Tikki e Plagg non hanno avuto un passato da umani, ma finché non ci spiegano per bene l'origine dei kwami in qualche episodio io continuerò ad illudermi così (e con ogni probabilità continuerò a farlo anche dopo). Mi piace troppo immaginarli come una coppia, sebbene questo mi faccia partire le lacrime il fatto che io abbia ascoltato in loop la versione di 20 minuti di
In the rain durante la stesura non aiutava per niente.
Spero che Plagg non risulti OOC, nel caso fatemelo sapere così da poter provvedere e mettere l'avvertimento.
Un sentito grazie a chiunque decida di spendere del tempo a recensire.
A presto,
Marty
  
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