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Autore: Hypnotic Poison    24/01/2018    4 recensioni
A Thousand Worlds To Break Our Hearts: World Five.
c’era solo una persona che poteva chiamarlo con tutta quell’urgenza alle due del pomeriggio.
Non aveva nemmeno fatto in tempo ad aprire la bocca per dire pronto, che la sua voce gli aveva praticamente perforato un timpano.
«Mi serve un favore enorme ti prego ti prego ti prego!»
Quante volte aveva sentito quella frase?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A thousand worlds to break our hearts'
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“He’s too busy with work today because of a big presentation and he cannot come to our wedding cake tasting so could you come as my best friend please please please?” 
 
 
 
 
 
Aveva appena appoggiato le chiavi della motocicletta sul tavolo della cucina quando il cellulare aveva incominciato a suonare insistentemente. E c’era solo una persona che poteva chiamarlo con tutta quell’urgenza alle due del pomeriggio.
Non aveva nemmeno fatto in tempo ad aprire la bocca per dire pronto, che la sua voce gli aveva praticamente perforato un timpano.
«Mi serve un favore enorme ti prego ti prego ti prego!»
Quante volte aveva sentito quella frase?
Aveva pronunciato il fatidico dimmi tutto, ben sapendo che come ogni volta se ne sarebbe sempre pentito un po’.
Non perché non gli piacesse stare con lei.
Tutt’altro.
Quindi, come tutte le volte, aveva ascoltato il fiume di parole che gli aveva riversato nell’orecchio, l’aveva presa in giro solo per farla implorare ancora un po’, aveva sciorinato una sequela di parolacce dentro di sé nell’udire la richiesta, poi aveva sospirato e aveva ripreso in mano le chiavi della moto.
«D’accordo,» aveva mugugnato già diretto alla porta, «Ma me ne devi una una.»
O mille, piuttosto.
Ah, Zoey.
La sua più grande amica.
La sua più grande cotta, più che altro.
Ma lui non parlava troppo di quello. A meno che non fosse ubriaco, ovviamente.
E forse avrebbe dovuto essere ubriaco un po’ più spesso, per dover sopravvivere a dover uscire di corsa alle due del pomeriggio per andare a fare il vice-cavaliere alla ragazza dai capelli più rossi del mondo.
Zoey lo stava aspettando fuori dal loro luogo di incontro, un sorriso allegro sopra il tondo viso un po' colpevole ma furbo.
Lui si tolse il casco e le rivolse lo stesso sorriso: «Gattina, sai che mi fai paura quando mi guardi così.»
Lei ridacchiò, dondolando sui talloni: «Prometto che ti piacerà.»
Drew sbuffò, seguendola dentro la pasticceria.
«Mi devi salvare,» gli aveva detto al telefono, con quella vocina supplicante a cui lui non poteva dire di no dai tempi delle medie, «Ryan è rimasto bloccato in ufficio per una presentazione importante da fare prima che parta per New York, e l'appuntamento per provare le torte è prenotato da un mese! Non posso rimandarlo!»
E chi era lui per rifiutare di passare del tempo da solo con lei, soprattutto, quando “era l'unico non a dieta”?
Anche se ciò avrebbe voluto dire spendere il pomeriggio a scegliere una torta nuziale per il suo imminente matrimonio con quell'arrogante biondino.
«Sei sicura che ti sarò d'aiuto?» le chiese, leggermente a disagio da quell'ambiente dall'aria così elegante, « Io e Einstein abbiamo gusti un po' diversi. »
Non abbastanza, a quanto pareva.
«Non è del tutto vero,» Zoey si guardò intorno estasiata, «Rompete abbastanza entrambi le scatole per quanto riguarda il cibo. »
«Disse quella che diventa Godzilla se non è sfamata a intervalli regolari.»
«- e poi ovviamente deciderò io, tu devi solo facilitare la scelta!»
« Facile quanto vincere in Vietnam. »
Zoey gli diede una pacca amichevole sul braccio, ridacchiando. Furono raggiunti in quel momento da una cameriera bionda con indosso un elegante vestito nero, che si rivolse a loro cordiale: «I futuri signori Grant?»
Drew non poté evitare di schioccare la lingua infastidito mentre Zoey sgranava gli occhi e agitava le mani: «Oh, no, no, no, no, io sono Zoey Hanson, il mio fidanzato purtroppo ha avuto un contrattempo quindi sono qui con il mio migliore amico.»
La bionda gli scoccò un'occhiata che lui non riuscì a capire se fosse curiosa, divertita o un po' di compassione, poi unì le mani in grembo annuendo: «Perfetto, abbiamo allestito un tavolo per voi in fondo, così da limitare disturbo degli altri clienti e rendere la vostra esperienza migliore. Siamo davvero lieti che abbiate scelto la nostra pasticceria per la vostra torta, e…»
Drew smise di ascoltare – la seconda persona plurale non includeva certo lui – mentre si accodava alle due donne e le seguiva fino a una piccola area in un angolo con tre o quattro tavolini. Sperò che non si sarebbero riempiti tutti con coppiette entusiaste del loro prossimo giorno speciale. Qualcun altro che andava solamente ad ingozzarsi con amici, magari? Una mamma o una nonna almeno?
Si sedette, parecchio guardingo e leggermente in allerta.
La bionda si congedò promettendo di tornare a breve con i primi assaggi, e lui decise di dedicarsi alla sua attività preferita: punzecchiare la rossa seduta accanto a lui.
«Allora,» esclamò, giocherellando con una forchetta che aveva tutta l'aria di costare quanto tre giornate di lavoro, «Il tuo principe azzurro lo sa che hai portato me qui? Come vedi stanno già interpretando male.»
Zoey gli lanciò un'occhiataccia: «Non capisco perché non provi almeno ad andarci d'accordo.»
«Ma noi andiamo d'accordo. Soprattutto se tenuti in due stanze separate. Ma i primi venti minuti sono sempre perfetti.»
Lei alzò gli occhi al cielo, nascondendo il sorrisetto che le stava spuntando, e si lasciò distrarre dal ritorno della commessa bionda, preceduta questa volta da una donna più anziana dall'aria impeccabile e un voluminoso girocollo di perle.
«Signorina Hanson, siamo onorati che lei e il signor Grant abbiate scelto la nostra pasticceria -» avevano un disco preregistrato inserito?, gli venne da chiedersi mentre si impegnava a mascherare il nervoso di tutta quella tiritera, «Lei e il suo ospite vogliano iniziare con questi primi sei assaggi, abbiamo qui un classico pan di spagna alla vaniglia con crema al burro, frutti rossi assortiti e copertura di glassa di zucchero, una torta al cioccolato con ripieno di cioccolato bianco e copertura fondente, una red velvet con decorazioni floreali commestibili»
Mentre gli occhi di Zoey brillavano sempre di più ad ogni piattino che veniva posto loro davanti, Drew si perse di nuovo, molto poco convinto e sempre più innervosito, sperando che almeno affossare la forchetta in ogni singolo dolce – la cui aria deliziosa non poteva negare – riuscisse almeno a farlo sfogare.
Era vero quello che le aveva detto prima, ecco cos'era oltremodo irritante. Sotto sotto, poteva capire perché la ragazza fosse così pazza per quell'insopportabile e spocchioso bamboccio figlio di ottima famiglia e grondante dollaroni. Grant non era uno stupido, affatto. Anzi, tutto il contrario, gli mancava giusto la certificazione per essere dichiarato ufficilamente genio (e per quanto ne sapesse lui, era molto probabile che ce l'avesse pure, il certificato). E in tutto ciò, se Zoey non si era mai accorta di certe attenzioni che Drew le riservava, o non aveva mai fatto abbastanza due più due, Ryan decisamente sì. Non poteva biasimare l'astio nei suoi confronti. Anzi, probabilmente, se non fossero stati entrambi innamorati della stessa donna – e se l'altro non fosse stato a poche settimane dal conclamarla sua per sempre - sarebbero anche potuti andare molto d'accordo. Quello, soprattutto, lo mandava fuori dai gangheri.
«Mmmmm, questa è buonissima, ma le stai provando?» la rossa richiamò la sua attenzione con una gomitata, la bocca piena di panna montata e il naso sporcato dallo zucchero a velo.
Lui rise divertito e glielo picchiettò con la punta del dito: «Gattina pasticciona,» la prese in giro, godendo del rossore che le fece nascere sulle guance, «Comunque vacci piano come me, o ti verrà la nausea con tutti questi zuccheri.»
«No, non è possibile,» lei scosse la testa convinta e prese un pezzo della quinta torta, «E' tutto troppo buono, sarà impossibile scegliere.» 
Drew si fece rotolare sulla lingua un boccone di quella alla vaniglia, decisamente troppo stucchevole per i suoi gusti: « E dire che tu non sei mai indecisa.»
«Ehi!»
«Quando bisogna scegliere un ristorante bisogna scriverti tre giorni prima.»
«Mi piace fare scelte consapevoli.»
«Davvero, l'unica volta in cui ti butti di testa è anche la scelta più importante.»
Zoey abbassò la forchetta per lanciargli un'occhiataccia: «Non ricominciare.»
Lui, invece e come al solito, non si trattenne: «Come no? Sei caduta nella trappola delle tue favolette, conosci il principe azzurro e nel giro di un anno decidi di sposartelo, fai tu. Di solito ti servivano minimo tre settimane di messaggi su Tinder per uscire con uno.»
«Lo dici solo perché lui non ti sta simpatico e perché non lo conosci bene,» rimbrottò lei, giocherellando con uno dei fiori di zucchero che si erano staccati da una fetta di dolce.
«E tu lo conosci bene? Siete a malapena andati a convivere, come farà a sopravvivere alla mole di vestiti che lasci in giro durante la settimana?»
La rossa fece tintinnare la forchetta con forza contro al piattino di ceramica rosata: «Mi spieghi che ti è preso? È un momento importante, credevo ci saremmo divertiti a condividerlo, e invece tu… fai così!»
Lui la fissò negli occhioni castani, quelli che conosceva da quindici anni e passa e che si ritrovava a sognare in ogni situazione, dalla più alla meno piacevole. E se almeno con lei fosse riuscito a essere stronzo tanto quanto ci riusciva con le altre, forse sarebbe anche stato capace di dirle la verità.
«Mi preoccupo per te e basta,» deviò invece, odiandosi per l'ennesima bugia.
Zoey sbuffò irritata, evitando il suo sguardo: « Forse se per una volta tu capissi come ci si sente ad essere davvero innamorati, non staresti qui a farmi certe prediche che nemmeno mio padre. »
Drew sentì il petto infiammarsi di rabbia, appallottolò un tovagliolino di carta con rabbia: «Ah sì certo, Hanson, mai capitato
La vide arrossire e ammutolirsi, comprendendo esattamente a cosa lui si stesse riferendo.
Era riuscito, almeno una volta nella vita, a stare con lei, complici una festa di compleanno all'università e i troppi shot gratuiti che erano circolati. Nonostante l'alcol ingerito, lui non si sarebbe mai dimenticato nemmeno un particolare, nemmeno una ciocca di capelli rossi sparsa sulle lenzuola di quel disordinato letto singolo da studente, un sospiro strappato all'orecchio, un bacio affrettato tra le unghie che graffiavano la pelle. Non si sarebbe mai dimenticato ciò che non aveva potuto non sussurrarle all'orecchio,  ben sapendo che lei, la mattina dopo, almeno quello non l'avrebbe ricordato. Erano passati anni, il lor tacito accordo di non parlarne mai non era mai stato infranto se non con poche e sorvolate battutine, eppure lui non avrebbe mai potuto accantonarlo. Era stato l'unico momento in cui era stato davvero lui, nei suoi confronti, dove aveva fatto uscire la parte egoista e tremendamente innamorata di sé che aveva sempre preteso di averla. Quella che, per poter continuare almeno a stare in sua compagnia, continuava a uccidere giorno dopo giorno.
Forse avrebbe dovuto riferirlo, al biondino. Solo per vedere un attimo di esitazione, un minimo dubbio scalfire il suo bel visino sempre sicuro. L'avrebbe sposata lo stesso, di quello era sicuro, probabilmente per conclamare ancora di più la sua vittoria, ma lui avrebbe avuto almeno una soddisfazione. Certo, lei l'avrebbe odiato. Anche di quello era sicuro.
Zoey sospirò e si portò i lunghi capelli dietro le orecchie, poi si schiarì la gola: «Credo che a Ryan piacerebbe di più un pan di spagna classico con la crema al cioccolato dentro…»
Lui lanciò una mezza risata sardonica al comportamento tipico di quella ragazza: arrivava un argomento che lei non voleva affrontare e ci saltava sopra a piè pari il più velocemente possibile, senza guardarsi indietro, come se non avesse avuto ventisei anni.
«Certo, gattina. Come dici tu.»
E lui era stanco. Stanco davvero di provarci coi mulini a vento. Masticò in silenzio un ennesimo boccone di torta, ma ormai le sue papille erano state sovra-stimolate da tutti quegli zuccheri e ogni gusto sembrava uguale a quello precedente.
Si domandò, per un brevissimo istante, quanto ancora l'avrebbe vista quando sarebbe diventata la signora Grant. Sarebbe stato davvero così liberale, l'amico, da farli comportare come sempre, senza che nulla fosse? Sperò che almeno la gattina tirasse fuori le unghie sul serio, in quel caso, come faceva con lui per difendere il suo principe azzurro. 
Rimasero a finire gli assaggi per lo più in silenzio, accennando a pezzi di discorsi poco importanti, concludendo in fretta. Zoey promise alla donna dal girocollo di perle che le avrebbe fatto sapere prima della fine della settimana, e si congedarono da quello stucchevole luogo. Lei l'accompagnò di nuovo alla moto, gli sorrise e gli premette l'indice contro lo stomaco.
«Ora ha un mesetto per perdere tutti i chili di questo pomeriggio e infilarti nel completo.»
«Ah, senti chi parla. Almeno io posso mettermi i jeans.»
«… Non ci pensare minimamente.»
Drew rise divertito, si appoggiò una mano sul cuore come per giurare che si sarebbe vestito in modo appropriato mentre lei gli tirava uno scappellotto sul braccio.
« E poi te l'ho detto che voglio presentarti la mia amica Corinne, secondo me stareste bene insieme. E lei ci tiene molto alle presentazioni. »
Lui alzò gli occhi al cielo mentre prendeva il casco: « Immagino già. »
«Fa la ballerina. »
«Questo è un argomento più interessante.»
Zoey scosse la testa e incrociò le braccia al petto, lo osservò montare in sella: « Ciao, Drew. Ci sentiamo presto?»
Lui fissò in avanti, il volto ormai coperto dal casco, e accese il motore: «Sai dove trovarmi, gattina.»
 
 
 
 
 
 
 
 
§§
Credevo che sarebbe piovuta cenere prima che io mi mettessi a scrivere una Kishigo...
Che poi, ovviamente voi mi potrete dire che questa non è esattamente una Kishigo, che sto povero cristo ce sta male, che Ichigo è stronza – ma sono tutte cose che sappiamo già, no? xD E poi non è che potete chiedermi troppo ahahaha
Anzi, vi giuro che avrei preferito che la mia prima Kishigo fosse migliore di così, e vi giuro che mi sono impegnata... purtroppo non ha funzionato L Saranno anche probabilmente stra OOC LOL Ho un po’ di “blocco” nei confronti di questa coppia, non ci sono affezionata quindi non mi sono accanita come con gli altri ahahahah :D Ma intanto è un principio :D
 
SPIEGAZIONE SUI NOMI: qua siamo in un universo parallelo americaneggiante (anche se in questo momento dagli USA bisogna stare lontani xD), quindi ho preso i nomi tradotti dall’anime americano con un twist: Kisshu è diventato Drew semplicemente perché il nome Dren è osceno e non vuol dire nulla. E Ryan è rimasto Ryan perché Elliot è un nome inutile :3 Come vedete sono molto democratica. Ahahaha
 
Prometto che cercherò di essere più veloce la prossima volta – ci ho messo una vita a scrivere questa perché appunto non sapevo come prenderli. Le prossime vedremo, e l’epilogo è già in lavorazione :3 E ora smetto di scrivere queste note perché sto usando la tastiera americana da lavoro e al prossimo codice ASCII per le vocali accentate potrei uccidere :3
 
Kisses e grazie per ogni lettura, favorito, commento, ecc ecc <3
   
 
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